Raccontare Gesù
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Raccontare Gesù

Parola - Comunione - Missione

  1. 82 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
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Raccontare Gesù

Parola - Comunione - Missione

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Dall'ascolto della Parola di Gesù nasce la comunione di ogni persona e di una comunità con Dio Padre. Il dono di questa comunione trabocca nell'annuncio a tutti: l'amore del Padre è a portata di mano. Il discepolo è così chiamato alla vicinanza con le situazioni più «lontane» dell'umanità.In un linguaggio che alterna con sapienza narrazione biblica e aneddoti di pastore «alla fine del mondo», Luis Antonio Tagle racconta il «suo» Gesù, uomo tra gli uomini, capace di capovolgere gli abituali criteri di giudizio. La storia del Nazareno diventa, nella penna del cardinale di Manila, un'appassionata vicenda di amore che apre alla speranza.

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Informazioni

Editore
EMI
Anno
2014
ISBN
9788830722453
RACCONTARE GESÙ NELL’ASIA DI OGGI
Si può dire che la storia della chiesa sia la storia della missione. Questa storia complessa e variopinta, cominciata ai tempi del Nuovo Testamento, testimonia la molteplicità dei modi in cui la chiesa ha compreso e praticato la missione. Possiamo aggiungere il fatto che la chiesa, pur essendo una e universale, esiste nelle chiese locali che hanno storie e situazioni del tutto particolari, quindi anche esperienze e concetti di missione del tutto singolari. Papa Giovanni Paolo II conferma, nella Redemptoris missio (RM), una intuizione fondamentale del decreto Ad gentes (AG):1 la missione, realtà singola ma complessa, si sviluppa in molti modi.2 In continuità con l’attiva ricerca, da parte della chiesa, di modi di fare missione appropriati ai tempi e ai luoghi specifici, ci proponiamo una comprensione e una pratica della missione focalizzate sulla storia di Gesù in Asia.
Una storia non è mai solo una storia. Una storia è veramente tale quando è detta o raccontata e, si spera, ascoltata. Oggi una delle forme della narrazione è la condivisione. In Ecclesia in Asia (EA), Giovanni Paolo II descrive la missione come condivisione della luce della fede in Gesù, dono ricevuto e da condividere con i popoli dell’Asia.3 Tale condivisione può assumere la forma del narrare la storia di Gesù. Io credo che la narrazione rappresenti una cornice creativa per la comprensione della missione in Asia, un continente le cui culture e religioni sono radicate in grandi narrazioni o poemi epici. Anche papa Giovanni Paolo II riconosce che i metodi narrativi affini alle forme culturali asiatiche sono il metodo da preferire per proclamare Gesù in Asia (EA 20).
Comprendere la «storia» e narrare storie
La vita umana è inimmaginabile senza storie. La vita stessa ha una struttura narrativa. La vita umana coglie il proprio significato grazie alla mediazione della storia. Raccontare storie ci viene così naturale che lo facciamo senza riflettere abbastanza su quanto sia importante per le nostre vite. Da diversi anni gli studiosi delle varie discipline vanno riscoprendo il ruolo della narrazione. La teologia e la spiritualità hanno beneficiato di questa «svolta narrativa».4 Anche la missione può esserne arricchita. Dedichiamo quindi un po’ di tempo a riflettere sul senso del racconto e del raccontare. Certamente queste mie righe non potranno essere esaustive. Saranno un invito a un’ulteriore riflessione e discussione, quindi si limiteranno a toccare quegli aspetti che possono servire a comprendere la missione in quanto narrazione della storia di Gesù.
Le buone storie sono basate sull’esperienza
Ci sono storie buone e storie cattive. Non sempre, però, la differenza dipende dallo stile del narratore o dalla conclusione del racconto. In fondo noi vogliamo una storia credibile, che sia plausibile perché vera. La base più solida di verità è l’esperienza diretta del narratore. Anche se ci sono persone fidate alle quali possiamo credere quando riferiscono l’esperienza di qualcun altro, non c’è niente di paragonabile al racconto di chi era realmente presente quando un avvenimento è accaduto, perché quell’evento fa parte di quella persona. Noi raccontiamo le nostre storie migliori quando ci riferiamo alla nostra esperienza. Le nostre storie migliori parlano di ciò che siamo.
Le storie rivelano l’identità personale
e gli eventi che l’hanno plasmata
Le storie rivelano chi siamo noi, il flusso e il senso delle nostre vite, la direzione in cui andiamo. La mia storia è la mia autobiografia, la mia identità nel grande schema delle cose.5 Quando racconto le mie piccole storie, la storia fondamentale della mia vita si rivela non solo alla persona che mi ascolta, ma anche e prima di tutto a me, al narratore. Io divento comprensibile a me stesso. Ma in questo processo mi rendo conto che la storia non parla semplicemente di me. Parla anche di altre persone: della mia famiglia e dei miei amici, della società, della cultura, dell’economia, ovvero di ciò che chiamiamo «i nostri tempi». La mia storia non si dipana nel vuoto. Io sono quello che sono perché mi trovo immerso nelle storie di altre persone e nelle storie dei miei tempi. Se non mi interesso a queste storie o nego che abbiano importanza, non ho più neppure una storia personale da raccontare. Narrando la mia storia, anche il mondo in cui vivo diventa per me comprensibile.
Le storie sono dinamiche, aperte a nuove interpretazioni e racconti;
favoriscono la trasformazione
L’identità personale è plasmata dall’interazione con il mondo impressa nella memoria. Ricordare è indispensabile se vogliamo crescere nella conoscenza di noi stessi. Noi però ricordiamo raccontando storie.6 La memoria è fatta di storie più che di mera cronologia, e le storie riportano alla mente l’esperienza.7 Ricordando, comprendiamo che il passato non è affatto statico. Continua a plasmarci. Può anche essere visto in una nuova luce, nell’ottica offerta da nuove esperienze. In effetti raccontiamo la stessa storia in diverse maniere. Le storie rivelano che cosa ci ha fatto diventare quelli che siamo ora, differenziandoci da quelli che eravamo prima e aprendo possibilità per il futuro. Per mezzo delle storie noi entriamo in contatto con il dinamismo di trasformazione dell’identità personale: con quanto siamo cambiati e con quanto, ancora di più, dobbiamo cambiare.
Le storie sono la base per la comprensione
dei simboli spirituali, dottrinali ed etici
Le storie fanno sbocciare l’identità personale portando alla luce i valori, le norme morali e le priorità di una persona. La spiritualità di una persona emerge nella sua storia. I simboli etici, spirituali e dottrinali che sono preziosi per noi derivano dalle nostre storie di vita. Questi profondi simboli viventi sono compresi solamente quando la storia è conosciuta e ascoltata.8 Le storie sono indispensabili perché i simboli di fede e di morale abbiano un significato personale.
Le storie formano la comunità
Il collegamento che abbiamo evidenziato tra le storie e l’identità delle persone è valido anche per l’identità di una comunità. Sono le esperienze e i ricordi comuni a far sì che degli individui unici formino un corpo coeso. La narrazione privilegiata da una comunità diviene così il nucleo dei suoi valori, della sua etica e della sua spiritualità.9 Potremo comprendere le distintive credenze, i rituali, le celebrazioni, i costumi e lo stile di vita di una comunità solo se avremo ascoltato le storie che i membri di quella comunità conservano e amano.
Le storie, quando vengono fatte proprie,
possono trasformare chi le ascolta
Nelle storie sono nominate e raccontate esperienze importanti.10 Quando facciamo un’esperienza significativa, in senso positivo o negativo, sentiamo il bisogno di raccontarla a qualcuno. Questa dinamica ci mostra che la storia richiede un ascoltatore, qualcuno con cui condividere. La nostra storia può risvegliare in un’altra persona esperienze simili, far sbocciare nuovi significati, creare meraviglia e scuotere dal sonno. Il c...

Indice dei contenuti

  1. MARIA, DONNA IN COMUNIONE CON LA PAROLA
  2. L’EUCARISTIA, LA VITA DI CRISTO PER LA NOSTRA VITA
  3. RACCONTARE GESÙ NELL’ASIA DI OGGI