Cristiani si diventa
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Cristiani si diventa

Per una spiritualità della libertà radicale

  1. 252 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
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Cristiani si diventa

Per una spiritualità della libertà radicale

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«In fondo, che ci dichiariamo cristiani o no, non prendiamo sul serio Gesù», esordisce l'Autore. Chi davvero perdona settanta volte sette? Chi offre l'altra guancia? Chi vende tutto per darlo ai poveri?… Quella di Gesù, allora, è solo suggestiva utopia?«Io propongo di imparare a prendere sul serio Gesù - insiste padre Nolan -. Perché è proprio oggi, in quest'epoca, che ne abbiamo bisogno». E, partendo dall'attuale contesto postmoderno e dalle aspirazioni non soddisfatte dell'umanità, rende eloquente per noi oggi l'esperienza personale di Gesù. Ci porta così a scoprire che cristiani non si nasce ma si diventa, in un lento e difficile percorso d'incontro quotidiano con il Signore.Per chi lo intraprende, è l'avventura più straordinaria, la via che conduce a una libertà radicale oltre che alla realizzazione personale.

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Informazioni

Editore
EMI
Anno
2014
ISBN
9788830721869
5. Mollare la presa
La sfida che Gesù rivolge al giovane ricco è quella di «mollare» i suoi beni (Mc 10,21-22 e parall.). Il giovane semplicemente non ci riesce. È troppo attaccato alla sua ricchezza; è schiavo delle cose che possiede. Gesù non gli chiede di diventare indigente e di privarsi del necessario: «Vendi quello che hai», dice, «e seguimi». Il giovane entrerebbe a far parte di una comunità solidale e avrebbe la sicurezza di potersi fidare dei fratelli, delle sorelle e di Dio. Ma non è abbastanza distaccato per compiere questo passo.
Quello che Gesù si aspettava da coloro che lo seguivano era un completo distacco. Dovevano essere pronti a lasciare ciò che avevano: barche e reti, case e famiglie (Mc 1,17-20 e parall.; 10,28-30 e parall.), forse non per tutta la vita, ma per i lunghi periodi in cui sarebbero andati da un villaggio all’altro per predicare. Inoltre, quando erano in viaggio non dovevano avere un grosso equipaggiamento: né soldi, né bisaccia, né provviste di cibo, né un cambio d’abito (Mc 6,7-10 e parall.).123 Come Gesù, dovevano lasciare ogni preoccupazione riguardo agli alimenti e al vestito (Mt 6,25-34).
E non si trattava di mollare solo i beni materiali. Ai discepoli era richiesto di essere distaccati anche dalla propria reputazione: «Beati voi quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e v’insulteranno e respingeranno il vostro nome come scellerato» (Lc 6,22-23 e parall.). Infine – ed era la cosa più difficile di tutte – dovevano rinunciare all’attaccamento alla loro vita: «Chi vorrà salvare la propria vita, la perderà» (Mc 8,34-35 e parall.). Non c’è da stupirsi che Gesù ci chieda, prima di seguirlo, di metterci seduti a riflettere su quanto ci costerà (Lc 14,25-33).
Non ci può essere trasformazione personale senza distacco. Ma che cosa significa questo per noi, oggi?
Distacco
Distacco non è una parola che abbia molto successo, oggi. Sembra implicare noncuranza e indifferenza. Quando accusiamo una persona di essere distaccata, di solito vogliamo dire che è priva di sentimenti o di passione nei confronti di qualcosa o di qualcuno. Ma questo non è affatto il significato che la parola ha nelle numerose tradizioni spirituali che la utilizzano. Il distacco, adeguatamente compreso, è libertà: significa libertà interiore. Anche se Gesù non ha mai usato questo termine, il distacco esprime molto bene un elemento importante della sua spiritualità: la capacità di lasciar andare le cose. Nella tradizione cristiana è chiamata «purezza di cuore», ovvero se ne parla come del processo per diventare «poveri di spirito».
Per Meister Eckhart il distacco è più fondamentale dell’amore stesso, perché senza essere liberi dai nostri attaccamenti non possiamo amare pienamente e incondizionatamente.124 Non siamo liberi di amare finché non la smettiamo di starcene aggrappati ai nostri beni di qualunque genere. Se non li lasciamo andare, l’amore e l’impegno resteranno sempre bloccati in noi come nel giovane ricco.
I nostri ego ci tengono incatenati con una moltitudine di attaccamenti. Si aggrappano disperatamente alle cose, alle persone, a determinati tempi e luoghi, alla reputazione e all’immagine, alle professioni e ai ruoli che ricopriamo, alle nostre idee e pratiche, al successo e alla vita stessa. Sono queste le nostre catene. Dobbiamo osservarle più da vicino.
I nostri attaccamenti
Il denaro e le proprietà sono il più ovvio degli attaccamenti. I nostri beni ci permettono di vivere in maniera comoda e piacevole, in certi casi anche lussuosa. Non c’è niente di male in queste cose in sé stesse. È il nostro disperato attaccamento a questi beni a rendercene schiavi. Godere la vita non è un problema, come non lo sono il piacere e il desiderio. Il problema è la nostra incapacità egoistica di lasciare queste cose quando siamo provocati dalle necessità degli altri.
Finché non progettiamo di entrare a far parte di una comunità solidale, non abbiamo bisogno di dar via il nostro denaro e vendere tutte le nostre proprietà. Abbiamo bisogno di distaccarci da esse. Naturalmente è facile pensare di essere distaccati e disposti a rinunciare a qualunque cosa. La prova della nostra libertà interiore è la nostra capacità di rispondere ai bisogni degli altri generosamente e spontaneamente. Se per il bene di qualcuno dovessimo ridurre il nostro tenore di vita, avremmo la libertà interiore di farlo?
Ci si può sentire attaccati a qualunque altra cosa, come ad esempio la pulizia, l’accuratezza e l’ordine. Per quanto queste cose siano buone in sé stesse, possiamo diventarne talmente ossessionati da ritenerle più importanti dei sentimenti delle persone che non sono pulite, accurate o in ordine. Così queste cose diventano le nostre catene. Ci impediscono di donarci agli altri nell’amore.
Lo stesso vale per le nostre simpatie e antipatie, per i gusti in fatto di cibi e di bevande. Si tratta di preferenze innocue in sé, ma è facile che diventino rigide e compulsive, privandoci della libertà.
Ci si può anche attaccare alle persone. Gran parte di ciò che in questo mondo alla rovescia viene considerato amore è in realtà un attaccamento possessivo. Ci aggrappiamo a qualcuno perché pensiamo di averne bisogno. La frase: «Ho bisogno di te» passa per un’espressione di amore. Ad alcune persone piace sentirsi dire: «Non posso vivere senza di te». Ma l’amore vero non si basa sui miei bisogni. Non è possessivo. L’amore vero dà all’altra persona la libertà di respirare e di essere sé stessa. L’attaccamento agli altri e l’eccessiva dipendenza da loro non è amore.
Molti di noi sono disposti a rinunciare a qualunque cosa eccetto il proprio tempo. È facile esserne gelosi, come di un tesoro prezioso. Ma la persona veramente libera è capace di dire che chiunque venga è la persona giusta e a qualunque ora arrivi è il momento giusto.125 Gesù ha manifestato questa capacità quando voleva riposarsi un poco insieme ai suoi discepoli, ma la gente li seguiva. Egli si dedicò allora alle necessità delle persone, rimandando il momento di riposo (Mc 6,30-34 e parall.).
Naturalmente, posso aver bisogno di dividere il mio tempo fra diverse persone e assicurarmi che ne rimanga ancora un po’ per me stesso, ma posso farlo liberamente? Riesco ad essere distaccato?
Uno degli attaccamenti più forti è quello alla propria reputazione. Potrei rinunciare a tutto tranne che al mio buon nome. La libertà radicale di Gesù comprendeva la libertà di fare ciò che era meglio per le persone, anche se per questo avesse dovuto perdere la faccia. Egli provocò uno scandalo andando a cena con prostitute e altri peccatori. Fu accusato di essere un beone e un ghiottone (Mt 11,19 e parall.). Chiunque sia attaccato alla propria immagine pubblica è gravemente condizionato in quello che fa o dice. Che cosa penserà la gente? Che cosa dirà? Perderò la mia reputazione di virtù, di gentilezza, di puntualità?
La persona veramente libera sarà distaccata persino dalla sua funzione o professione. Possiamo aggrapparci al lavoro in maniera tale da non poterne più farne a meno, come il giovane ricco, chiunque sia a chiederci di r...

Indice dei contenuti

  1. CRISTIANI SI DIVENTA
  2. Premessa alla seconda edizione italiana
  3. Introduzione
  4. Prima parte – I SEGNI DEI NOSTRI TEMPI
  5. Seconda parte – LA SPIRITUALITÀ DI GESÙ
  6. Terza parte – LA TRASFORMAZIONE PERSONALE OGGI
  7. Quarta parte – GESÙ E L’ESPERIENZA CHE SIAMO TUTTI UNA SOLA COSA
  8. Bibliografia