L'ultimo turno di guardia
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L'ultimo turno di guardia

  1. 104 pagine
  2. Italian
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  4. Disponibile su iOS e Android
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L'ultimo turno di guardia

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Informazioni sul libro

La scena è l'interno di una torre, forse cella di isolamento, forse appendice di un nosocomio, forse rifugio metropolitano: comunque un luogo di segregazione e contemplazione.Chi parla è un malato di tempo, una figura a metà strada fra l'avo vaticinante, il lungodegente, il disabile. Il suo interlocutore è una sorta di liquido testimone, di infermiere-carceriere. Una spia neghittosa.L'allettato parla, immagina, comanda, si commuove, mette in disordine i ricordi, e l'altro ascolta, più distratto che ammaliato, più sordo che sedotto. Entrambi confitti nello spettacolo di una inevitabile continuità.Alberto Rollo torna alla scrittura con un poemetto teso, nervoso, allucinato. Un lavoro che l'ha accompagnato per almeno un quarto di secolo.

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Informazioni

Editore
Manni
Anno
2020
ISBN
9788836170449
Argomento
Literatura
Categoria
Poesía

SEQUENZA SECONDA

Tag des Gerichtes! Jüngster Tag!
Wann brichst du an in meine Nacht?
Wann dröhnt er, der Vernichtungsschlag,
mit dem die Welt zusammenkracht?
Giorno del giudizio! Giorno novissimo!
Quando spunterai nella mia notte?
Quando rimbomberà il colpo annientatore,
onde il mondo si schianterà?
Richard Wagner, L’olandese volante

18.

Venissero in quest’alta
magione terminale,
ah che muto tripudio, che cauto
avvicinarsi, che baciarsi
sulle guance, giovani le loro,
tenere e ostili d’anni,
i molti morti.

19.

Non braccia, non bocche, non capelli.
Non risate, non mani e timidezze.
E non prodezze di fanciulle appese
a tubi, balaustre e aste di bandiere.
Neanche il tornare in patria derelitto,
l’essere infine riconosciuto
dopo aver patito, tanto, il sole
e l’ulcera dell’assenza.
Non angeli, non tombe.
Non segni grandi in cielo. Viene buio.
In questa catacomba
la morte è mite, vivacchia e non si picca
di scacchi, o di macabre rassegne
della vanitas. Sfoglia dizionari,
colleziona compendi, antologie,
alfabetiche schede del finito,
ama lo scatto dei raccoglitori.
S’industria con furore tecnoinstrutto
e non degrada, filmando ed accorpando
la dinamica del timido algoritmo.
Come te, custode, si protrae,
attende al suo benessere di moglie
né altro le sta a cuore che la noia
del meriggio.
Intanto, io mi cresco,
pianta grassa, grosso sì che spengo
la tua faccia nella mia, il tuo muso
di pesce nel mio di vecchissimo molosso.
Io ti sotterro, morte, io ti tengo
al caldo. Io ti vedo.

20.

Vedo la notte. E giù, le serre accese.
Luci e tepori, isole nel buio:
vedo il verde da qui e intorno il nero.
Io che non dormo mai. Dillo, ministro,
quante scale e scale e scale
portano quassù.
Da qui, da questa laica cupola,
da questo cerchio e circo di suoni
rifratti, da qui vedo la notte.
Il peso delle mani
reggetelo, vetrate, e il premer forte,
e tutto questo guardare che mi spoglia.

21.

Dalla calca del corpo le parole
mi traggono. Sbacellane, garzone,
una sequenza. Rovescia gli strumenti
umani dalla bocca. Siamo storie,
capisci?, storie di storie, caramello
indurito. Stiamo
di guardia. I tuoi amici
vanno e vengono, reali
come vicini di casa, scrutatori
al seggio. Dobbiamo avere cura
di loro? O da loro aspettare
il biancheggiare animale
di una dentatura assassina?

22.

Li vedo i carnefici, la mole
diabolica del Male che li veste.
Di molti studieranno l’ovvio
dolore che va insieme
all’esilio, alla tortura. Hanno
fiducia, come te, nel compito assegnato.
Non c’è voce registrata che li annunci,
lasciano qualche
testimonianza nei processi
quando echeggia nelle aule soltanto
l’umido straccio floscio che va e viene.
Sanno il mestiere della distruzione,
e della fine ignorano il finire.

23.

Salgono formiche per le gambe,
millepiedi e, compagne nell’impresa,
pelose processionarie. Dove vanno?
Che notizie mi portano, da dove?
Come per tronchi salgono a una tana,
e portano memoria le schifose.
Ancora quel solletico, e una voglia.
Ma non mi bagnerò, mesti insettini,
congedando il piacere con terrore,
in solitari deliri seguitando
i solitari spargimenti.
Tanto si tende sopra il ventre bianco,...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Abstract
  3. Frontespizio
  4. Copyright
  5. Sequenza prima
  6. Sequenza seconda
  7. Sequenza terza
  8. Sequenza quarta
  9. Sequenza quinta
  10. Note
  11. Nota dell’autore