Il futuro elettrico
eBook - ePub

Il futuro elettrico

Come sopravvivere alla rivoluzione della mobilità Green

  1. 209 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
eBook - ePub

Il futuro elettrico

Come sopravvivere alla rivoluzione della mobilità Green

Dettagli del libro
Anteprima del libro
Indice dei contenuti
Citazioni

Informazioni sul libro

Questo libro nasce dal desiderio di fare chiarezza in un campo - quello della mobilità elettrica - che per molti aspetti rimane un pianeta sconosciuto: dobbiamo imparare ad abitarlo e dobbiamo farlo in fretta, se non vogliamo essere relegati al ruolo di spettatori passivi in un domani che si fa sempre più vicino. L'autore analizza gli ostacoli e le resistenze che si oppongono alla nascita di questo nuovo mondo, ma anche le innumerevoli opportunità che esso offre, indicando azioni concrete ed efficaci da mettere in pratica per raggiungere una diffusione su larga scala dei veicoli elettrici nel nostro Paese. Il libro, infine, delinea alcuni scenari "futuribili" (ma non troppo), immaginando modalità e mezzi di spostamento alternativi, basati sull'uso combinato di nuove fonti di energia e su nuovi sistemi per produrla, accumularla e distribuirla.

Domande frequenti

È semplicissimo: basta accedere alla sezione Account nelle Impostazioni e cliccare su "Annulla abbonamento". Dopo la cancellazione, l'abbonamento rimarrà attivo per il periodo rimanente già pagato. Per maggiori informazioni, clicca qui
Al momento è possibile scaricare tramite l'app tutti i nostri libri ePub mobile-friendly. Anche la maggior parte dei nostri PDF è scaricabile e stiamo lavorando per rendere disponibile quanto prima il download di tutti gli altri file. Per maggiori informazioni, clicca qui
Entrambi i piani ti danno accesso illimitato alla libreria e a tutte le funzionalità di Perlego. Le uniche differenze sono il prezzo e il periodo di abbonamento: con il piano annuale risparmierai circa il 30% rispetto a 12 rate con quello mensile.
Perlego è un servizio di abbonamento a testi accademici, che ti permette di accedere a un'intera libreria online a un prezzo inferiore rispetto a quello che pagheresti per acquistare un singolo libro al mese. Con oltre 1 milione di testi suddivisi in più di 1.000 categorie, troverai sicuramente ciò che fa per te! Per maggiori informazioni, clicca qui.
Cerca l'icona Sintesi vocale nel prossimo libro che leggerai per verificare se è possibile riprodurre l'audio. Questo strumento permette di leggere il testo a voce alta, evidenziandolo man mano che la lettura procede. Puoi aumentare o diminuire la velocità della sintesi vocale, oppure sospendere la riproduzione. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Sì, puoi accedere a Il futuro elettrico di Samuele Mazzini in formato PDF e/o ePub, così come ad altri libri molto apprezzati nelle sezioni relative a Betriebswirtschaft e Nachhaltigkeit im Unternehmen. Scopri oltre 1 milione di libri disponibili nel nostro catalogo.

Informazioni

Anno
2022
ISBN
9791254830505
RINGRAZIAMENTI
Se un imprenditore prova a convincervi che quello che ha fatto lo ha fatto tutto da solo, non dategli retta: senza moglie, collaboratori, soci, consiglieri, non si va molto lontano.
Mi rendo conto che lavorare al mio fianco non sia stato sempre facile, per questo devo ringraziare le tantissime persone che mi hanno supportato e spesso sopportato contribuendo in modo determinante alla nostra piccola storia di successo.
Ringrazio per la pazienza, la dedizione, l’impegno:
Alessandro, Andrea, Bram, Catia, Cesare, Cristina, Daniela, Daniele, Davide, Elisa, Elisabetta, Enrico, Fabio, Federico, Filippo, Francesca, Francesco, Franco, Gabriele, Giacomo, Giada, Giampaolo, Giovanni, Giuliano, Giuseppe, Johnny, Ledjan, Lorenzo, Luca, Lucia, Lucio, Marco, Marta, Martina, Massimo, Matteo, Maurizio, Nicolò, Paola, Paolo, Remo, Roberto, Ruben, Sergio, Simone, Stefano, Ugo, Valentina.
Samuele Mazzini, imprenditore e manager con esperienza ventennale nel mondo della mobilità elettrica ed energie alternative, è stato tra i primi a credere nel potenziale dei veicoli elettrici. Ha all’attivo la direzione e la gestione di numerosi progetti in collaborazione con alcuni tra i più grandi produttori di veicoli al mondo tra Cina e Usa. Nel 1999 ha fondato il gruppo SMRE Engineering SpA, di cui ha ricoperto la carica di Ceo e chairman fino al 2019. Oggi si occupa di coaching e consulenza strategica, attraverso la sua holding investe e supporta nel processo di crescita numerose startup nel mondo dell’industria e della tecnologia.
SOMMARIO
Premessa
PARTE PRIMA
Capitolo 1
L’Europa di fronte alla transizione green: passi avanti e occasioni mancate
1.1 Ho visto il futuro e sarà elettrico
1.2 Impossibile è ciò che non riusciamo a immaginare
Capitolo 2
La diffusione su larga scala dei veicoli elettrici in Occidente: realtà o utopia?
2.1 Un equilibrio complesso
2.2 Come sono fatte le batterie
2.3 Il tema della sicurezza
2.4 La durata delle batterie
2.5 La questione dei costi
2.6 Il gap delle infrastrutture
Capitolo 3
La trasformazione del settore automotive: dal declino dei grandi marchi al monopolio dei componentisti
3.1 Ladri di biciclette
3.2 Il megastore dell’automotive
3.3 Il muro di gomma
3.4 L’inventore di Foligno
3.5 Innovare? Non se ne parla
3.6 Una finestra sul domani
3.7 Elefanti ai nastri di partenza
Capitolo 4
Cina: una guerra preparata con cura
4.1 L’esplosione tecnologica del Dragone
4.2 Correre bendati in un campo minato
4.3 Volere è potere
4.4 Gli affari migliori si fanno a tavola
4.5 Terre rare e litio
4.6 La frittata capovolta
PARTE SECONDA
Capitolo 5
Si può fare! Come superare i limiti della mobilità attuale e costruire quella del futuro
Premessa
5.1 Come cambieranno i veicoli del futuro: da motori con le ruote a device con le ruote
5.2 Il paradosso della sicurezza
5.3 L’importanza della rete 5G
5.4 Lo skateboard
5.5 L’avvento delle batterie “iper-dense”
5.6 Il problema delle infrastrutture e della ricarica: soluzioni a portata di mano
5.7 Nuovi player all’orizzonte
5.8 Schegge di futuro
Premessa
Non conservo molte immagini della mia infanzia, ma le poche rimaste mi ritraggono spesso intento a costruire qualcosa. Da che io ricordi, la meccanica e la progettazione sono sempre state la mia passione. Quando ero bambino, mio padre aveva aperto una piccola officina in un comune di campagna nell’Oltrepò Pavese. Era uno di quei luoghi che purtroppo non esistono più, dove si faceva meccanica a trecentosessanta gradi: potevi passare la mattinata ad aggiustare un vecchio trattore arrugginito, il pomeriggio a costruire un cancello in ferro battuto e la sera, per rilassarti un po’, restaurare una motocicletta d’epoca.
Sono cresciuto in questo ambiente meraviglioso, perennemente sporco di grasso dalla testa ai piedi. Mentre gli altri bambini giocavano con costosi giocattoli o passavano il pomeriggio davanti alla TV, io mi divertivo a smontare, saldare, piegare, creando senza saperlo le mie prime, piccole invenzioni. Spesso i clienti dell’officina erano sorpresi – e anche un po’ contrariati – nel vedere un bambino di sei anni maneggiare attrezzi potenzialmente pericolosi, ma io mi sentivo nel mio habitat naturale: se devo essere sincero, ero molto più a mio agio con una grossa macchina utensile che con una consòle per videogiochi.
Ho sempre avuto il desiderio di capire a tutti i costi come funzionano le cose per poi provare a migliorarle, spinto da una sorta di ansia che mi portava a essere in anticipo sui tempi. Non avrei mai pensato che la passione per la progettazione e la voglia di imparare cose nuove mi avrebbero permesso di compiere, in poco più di vent’anni, un viaggio incredibile: partendo da un ex pollaio di 200 metri quadrati in provincia di Perugia, sono arrivato a fondare un gruppo industriale per la progettazione e la realizzazione dei primi veicoli elettrici, quotato in borsa, con otto sedi in tutto il mondo e centinaia di dipendenti (e in seguito acquisito, tramite Opa, da una multinazionale quotata al Nasdaq).
Mi piaceva così tanto progettare e poi tradurre in realtà le mie idee che ho sempre cercato di farne un’attività, anche mentre andavo ancora a scuola. A quindici anni, studiando da autodidatta, ho raggiunto un’ottima padronanza dei più comuni software di progettazione CAD e CAD-CAM 2d e 3d, che allora facevano la loro comparsa sul mercato. E così il pomeriggio, dopo la scuola, per guadagnare qualche soldo extra, progettavo e disegnavo per alcune aziende della zona.
A sedici anni ho sviluppato uno dei primi diffusori a geometria variabile per migliorare le prestazioni delle automobili alimentate a gas metano e una linea di forni a vapore per le cucine industriali e professionali e a diciassette progettavo piccole macchine di automazione per il settore del packaging.
Insomma, cercavo di tenermi impegnato facendo ciò che più mi piaceva.
A vent’anni ero pronto per il grande passo. Avrei aperto una mia impresa di progettazione e realizzazione di macchinari, con l’obiettivo di fare del problem solving un’attività. Mi rendevo conto che esistevano molte realtà industriali che avevano bisogno di automatizzare la produzione con macchinari speciali, pensati appositamente per quelle particolari esigenze.
Nel 1999 ho fondato la mia prima azienda, la “SMRE Engineering”. Non ero solo in questa folle impresa, perché, a distanza di un mese, ho sposato Elisabetta, una splendida ragazza che viveva in Umbria e che ancora oggi, dopo più di ventidue anni, continua a supportarmi e sopportarmi. Da giovanissimi sposi ci siamo lanciati insieme in quella nuova avventura professionale e poi la mia passione per il mondo dell’automazione industriale e della robotica, con i suoi tempi rapidi di sviluppo e la possibilità di fare galoppare la fantasia, ha fatto il resto.
Da allora non ho mai smesso di occuparmi di tutto ciò che riguarda i veicoli elettrici e, più in generale, la creazione della nuova mobilità del futuro. Una sfida talmente cruciale e complessa da sembrare quasi impossibile, soprattutto perché ancora oggi mancano informazioni precise e messaggi chiari su come raggiungere una diffusione massiva dei veicoli elettrici in Occidente (l’Asia e, in particolare, la Cina, come vedremo, costituiscono un universo a se stante).
Eppure l’esperienza di altri Paesi e i progressi dello sviluppo tecnologico ci suggeriscono che questa sfida non solo va colta, ma può anche essere vinta. Per farlo però dobbiamo prendere atto dei limiti strutturali e prospettici che caratterizzano la storia industriale ed economica del nostro Paese e che ancora oggi ne condizionano il presente e la possibilità di costruire un futuro migliore e più sostenibile.
Questo libro nasce proprio dal desiderio di fare chiarezza in un campo – quello della mobilità elettrica – che, per molti aspetti, rimane un pianeta sconosciuto: dobbiamo imparare ad abitarlo e dobbiamo farlo in fretta, se non vogliamo essere relegati al ruolo di spettatori passivi in un domani che si fa sempre più vicino.
Analizzeremo gli ostacoli e le resistenze che si oppongono alla nascita di questo nuovo mondo, ma anche le innumerevoli opportunità che esso offre, indicando azioni concrete ed efficaci da mettere in pratica per raggiungere una diffusione su larga scala dei veicoli elettrici nel nostro Paese.
Infine proveremo a delineare alcuni scenari “futuribili” ma non troppo, immaginando modalità e mezzi di spostamento alternativi, basati sull’uso combinato di nuove fonti di energia e su nuovi sistemi per produrla, accumularla e distribuirla.
Benvenuti a bordo, allora, si parte! Buona lettura a tutti.
PREMESSA
PARTE PRIMA
Capitolo 1
L’Europa di fronte alla transizione green: passi avanti e occasioni mancate
1.1 Ho visto il futuro e sarà elettrico - 1.2 Impossibile è ciò che non riusciamo a immaginare
1.1 Ho visto il futuro e sarà elettrico
Quando ho sviluppato il primo veicolo elettrico per una multinazionale americana, nel 2001, ero convinto che il mondo fosse alle soglie di una rivoluzione senza precedenti. Per la prima volta dopo secoli, l’umanità avrebbe abbandonato i combustibili fossili per affrontare una trasformazione radicale in favore delle energie sostenibili. Ai miei occhi, la transizione energetica era ormai una certezza, così come i cambiamenti epocali e irreversibili che avrebbe provocato nel nostro stile di vita.
Su questo non sbagliavo, ma sbagliavo – e di grosso – a ritenere che sarebbero bastati prodotti innovativi, un time to market1 più che favorevole e un bacino di utenza potenzialmente infinito per fare breccia in modo profondo e sostanziale nel settore automotive, favorendo la transizione verso una mobilità più sostenibile.
Per anni, nel nostro Paese, sono stato considerato un marziano e, quando esponevo le mie teorie sul futuro della mobilità elettrica, di solito finivo per suscitare l’ilarità dei miei interlocutori. Non avevo fatto i conti con fattori esterni talmente potenti da stravolgere le normali logiche di business, né col fatto che avere fondato la mia azienda in Italia sarebbe stato un limite per il suo sviluppo. Mai avrei immaginato che quello dell’automotive fosse un comparto così influenzato da lobby e sovrastrutture, da rivelarsi del tutto refrattario a qualsiasi cambiamento.
Nonostante questa dura realtà, non ho mai smesso di credere che il futuro della mobilità sarebbe stato completamente elettrico.
Nel 1999 ho fondato con mia moglie Elisabetta il gruppo SMRE Engineering SpA, dal quale in seguito è nata la IET SpA (Integrated Electric Transmission), una delle prime aziende italiane interamente dedicate alla progettazione e alla produzione di batterie, motori e componenti per veicoli elettrici2. E tutto questo quando i veicoli elettrici, per come li intendiamo oggi, ancora non esistevano. Con più di un decennio di anticipo rispetto al mercato, abbiamo avviato un’attività di ricerca e sviluppo che ci ha portato a investire oltre 30 milioni di euro, con l’obiettivo di sviluppare una gamma di prodotti completa per veicoli elettrici. Abbiamo depositato numerosi brevetti nazionali e internazionali, acquisendo un’esperienza e un know-how fuori dal comune.
Quella fucina di idee ha dato vita negli anni a prototipi e prodotti per l’epoca avveniristici: centinaia di tecnici e ingegneri italiani e stranieri hanno deciso di trasferirsi in Umbria per “farsi le ossa” nei laboratori della mia azienda e accumulare esperienza con tecnologie che sarebbero state cruciali per il futuro della mobilità. Mi riempie di orgoglio sapere che molti dei miei più stretti ex collaboratori oggi ricoprono posizioni apicali in grandi gruppi industriali intenti a gestire la transizione energetica in atto, così come vedere che molti dei veicoli elettrici e ibridi attualmente immessi sul mercato adottano soluzioni tecniche del tutto simili a quelle che noi avevamo ideato in tempi non sospetti.
Nel 2018, in un’intervista rilasciata al quotidiano “la Repubblica” nella quale venivo pomposamente definito “l’Elon Musk italiano”, esprimevo la convinzione di essere nato sul lato sbagliato dell’Oceano, almeno dal punto di vista professionale. Mentre io ipotecavo la casa per recuperare i finanziamenti necessari allo sviluppo dei miei prodotti, dall’altra parte del globo nascevano startup tecnologicamente meno avanzate, ma in grado di raccogliere centinaia di milioni di dollari sui mercati finanziari americani (storicamente più propensi a scommettere sul cambiamento e sull’innovazione rispetto agli standard europei).
Oggi le cose sono un po’ cambiate. Non passa giorno senza che...

Indice dei contenuti

  1. RINGRAZIAMENTI