Il Dio di ogni uomo
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Il Dio di ogni uomo

Una introduzione al mistero cristiano

  1. 269 pagine
  2. Italian
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Il Dio di ogni uomo

Una introduzione al mistero cristiano

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Il titolo di questo libro esprime l'essenziale del suo contenuto. Il Dio rivelatosi in Gesù Cristo è il Dio di ogni uomo. È così non solo perché la sua Rivelazione compie le attese dell'animo religioso e illumina le domande della ragione filosofica e scientifica, ma anche perché, nel suo farsi uomo, Cristo ha svelato il senso della vita di ogni persona, in ogni sua dimensione e in ogni sua fase storica, nella sua origine e nel suo compimento finale. Di più, nell'incarnazione l'Eterno ha fatto sua, in modo imprevedibile, la storia: si è fatto Egli stesso "storia". E ora – come Risorto – è vicino e fa sua la vita della Chiesa, di ogni cristiano e, in modo nascosto ma reale, di ogni uomo.Ecco in sintesi il mistero cristiano che in queste pagine viene tratteggiato, in un costante dialogo con le istanze dello spirito religioso e della ragione filosofica, tenendo presente il contesto culturale del nostro tempo, specie quello dell'Occidente secolarizzato.Nella Prima parte si presenta la specificità del cristianesimo in relazione alle religioni dell'umanità e alla ricerca filosofica su Dio così come si sono sviluppate nella storia.Nella Seconda parte si considerano, come interlocutori del kerygma cristiano, rispettivamente il pensiero filosofico agnostico e ateo, la visione scientifica del mondo e le istanze esistenziali e religiose emergenti nel contesto della società secolarizzata.Il libro è pensato come sussidio per un Corso di Introduzione al mistero cristiano. Ma si propone anche a chiunque desideri acquisire una consapevolezza più matura delle ragioni della propria fede e appropriarsi del suo contenuto essenziale: in Cristo, Dio si è rivelato facendosi – come autentico buon samaritano – prossimo di ogni uomo, di ognuno di noi.Marco Vanzini (1970) è sacerdote e professore di Teologia fondamentale presso la Pontificia Università della Santa Croce a Roma. Laureato in Ingegneria meccanica e in Fisica ha conseguito il dottorato in Fisica e poi quello in Teologia (con una tesi pubblicata dal titolo: Il corpo risorto di Cristo. Status quaestionis del dibattito teologico recente e linee di approfondimento, Roma 2011). Tra i suoi campi di interesse vi è lo studio dell'esperienza religiosa e il rapporto tra ragione e fede. Da alcuni anni svolge il Corso di Introduzione al mistero cristiano di cui il presente volume è un frutto.

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Informazioni

Editore
EDUSC
Anno
2018
ISBN
9788883337864

Parte I
Religione, filosofia e Rivelazione: le domande dell’uomo e la condiscendenza salvifica di Dio

l. 55
Nel mistero di Cristo è racchiusa la chiave per comprendere l’uomo e il suo rapporto con il mondo e con Dio. In Cristo culmina infatti la Rivelazione in cui Dio ha voluto donare Se stesso all’uomo invitandolo all’incontro e alla comunione. Tale Rivelazione non raggiunge però l’uomo cogliendolo totalmente impreparato: egli da sempre si interroga sulla realtà del cosmo in cui vive, sul senso della propria esistenza e si volge spontaneamente alla ricerca di un Volto da adorare e da cui attendere protezione e vita. È una ricerca che impegna ogni singolo uomo nel corso della propria esistenza e che ha lasciato imponenti tracce nella storia dell’umanità. Due sono le principali vie che tale ricerca ha seguito e che costituiscono anche oggi due percorsi di possibile accesso a Dio per l’uomo che lo cerca: il cammino religioso e la ricerca filosofica. Religione e filosofia – con le precisazioni che faremo – rappresentano i due modi principali attraverso i quali l’uomo volge se stesso verso il mistero, cercando di cogliervi i tratti di Dio. Il nostro percorso di avvicinamento al mistero di Cristo, perciò, comincerà con l’esaminare prima di tutto il cammino religioso e poi quello filosofico, come tentativi umani di accedere a Dio e come preparazione alla sua Rivelazione. Sarà possibile così cogliere, nella Rivelazione stessa, la risposta autentica e il compimento delle attese e delle domande dell’uomo: una risposta e un compimento eccedenti, sovrabbondanti (cfr. Gv 10, 10), come solo Dio può dare.

Capitolo 1
L’uomo, essere religioso

l. 59
Da sempre l’uomo manifesta uno spirito religioso. Ovunque, fin dall’antichità più remota, egli ha coniato nomi e miti che designano gli esseri trascendenti ai quali vengono fatte risalire le origini del cosmo e della vita: il radicale indoeuropeo deiwos, che significa “cielo” si riconosce nei termini che indicano il “dio” in numerose lingue (il latino deus, il sanscrito deva, ecc.). La trascendenza della divinità è il carattere messo in risalto dal riferimento al cielo ed è normalmente un dio celeste, uranico, il dio supremo nella maggioranza delle tradizioni religiose dell’antichità. Nonostante tale percezione di trascendenza, il bisogno di legare la propria esistenza al divino ha sollecitato la creatività dell’uomo che si è espressa in simboli, miti, rituali i quali in vario modo affermano e tentano di stabilire e consolidare una relazione tra l’uomo e la divinità.
Nel suo approccio storico-ermeneutico al fenomeno religioso, Mircea Eliade giunge alla conclusione che lo spirito umano è costitutivamente caratterizzato dall’esperienza del sacro, ossia che «essere – o, piuttosto, divenire – un uomo significa essere ’religioso’»1. Tale affermazione ricorda quella analoga che, in una prospettiva teologica, formulava Joseph Ratzinger in un saggio dedicato al rapporto tra fede nella creazione e teoria dell’evoluzione: «Il primo tu – come è sempre balbettante – che venne rivolto a Dio da bocca umana, indica il momento in cui lo spirito era sorto nel mondo. Qui si era superato il Rubicone del divenir uomo»2. In altre parole l’uomo, sia ad un esame storico-fenomenologico che ad un’analisi teologica, sembra potersi definire tale – uomo appunto – in quanto essere capace di relazione con Dio, in qualunque forma la coscienza di tale relazione emerga nel suo spirito e si esprima nei suoi atteggiamenti, nel suo modo di stare nel mondo.
Nel presente capitolo ci proponiamo di entrare nel merito di questa affermazione, cercando di comprendere la natura della religiosità umana e il suo significato. Le questioni che metteremo in luce e a cui cercheremo di dare risposta, almeno in termini essenziali, sono dunque: la religione è nell’uomo un’attività derivata oppure originaria, cioè irriducibile ad altre esperienze più fondamentali? E soprattutto: essa cosa significa, cosa “dice”? Dice solo dell’uomo, del fatto che egli è costitutivamente aperto, portato ad interrogarsi sull’essere (suo e del mondo) e sul senso della vita, o dice anche qualcosa sul reale, sul fondamento dell’essere? In altri termini, la religione, almeno in alcune sue realizzazioni, costituisce un accesso vero ad una Realtà ultima, all’Assoluto, oppure no? Essa è affermazione valida dell’esistenza del “totalmente Altro” che trascende e fonda il mondo e l’uomo, o è solo espressione del senso umano di dipendenza, o tentativo di auto-superamento della propria finitezza?3
Queste domande ci permettono di accostarci alla nozione di Dio così come emerge nel suo luogo primordiale: nello spirito religioso dell’uomo di ogni tempo. Ci sembra necessario innanzitutto un avvicinamento al fenomeno religioso di tipo storico-fenomenologico, per coglierne i caratteri essenziali così come si danno sia nell’ambito delle grandi tradizioni religiose dell’umanità, sia nelle domande esistenziali del singolo uomo, di ieri come di oggi. Solo in seguito svolgeremo una riflessione teologica sulla religione. Qui ci serviremo anche, giocando in un certo senso d’anticipo, della luce gettata dalla Rivelazione cristiana, sebbene di questa non potremo parlare più compiutamente che a partire dal terzo capitolo. D’altra parte ci sembra utile non lasciare domande irrisolte e questioni indeterminate quando è possibile chiarirle alla luce della fede, nella convinzione che questa non è che una (più) profonda comprensione di come stanno davvero le cose, della loro verità.

1.1 Il senso religioso nel cammino dell’uomo

l. 69
Allo sguardo dello storico o dell’antropologo delle religioni, la fenomenologia di credenze, riti e atteggiamenti verso il sacro appare diversificata e vastissima. Anche nell’attualità il panorama umano, dal punto di vista religioso, è quanto mai variegato, spesso anche nell’ambito di una medesima area geografica. Ciò può dare, di primo acchito, l’impressione che la verità su Dio sia in fondo irraggiungibile, che le modalità di accesso al mistero divino siano, seppur diverse, sostanzialmente equivalenti e che l’unico atteggiamento ragionevole sia quello di riconoscere la validità e al tempo stesso la relatività di qualunque espressione religiosa. Al di là dei problemi che una simile posizione lascerebbe aperti, l’affermazione di una sostanziale equivalenza dei diversi cammini religiosi non coglie correttamente la realtà delle cose. Si può certamente riconoscere un fondo comune nel senso religioso che si riscontra nell’uomo di ogni epoca e che, quindi, appartiene all’uomo in quanto tale: lo manifestano ad esempio alcune domande fondamentali, alcune strutture comuni e alcuni valori presenti nelle dottrine o nei rituali delle diverse tradizioni religiose. Al tempo stesso però vi sono differenze, anche sostanziali, nella visione di Dio, del mondo e dell’uomo che caratterizzano le diverse religioni e, dobbiamo dirlo, anche errori che la ragione può e deve riconoscere, specie quando portano a conseguenze negative nei confronti dell’uomo stesso.
Appare anche chiaro che un relativismo che riduca la diversità religiosa a semplici variazioni su un unico tema – l’impossibilità di dare un vero volto o un nome al divino –, non si concilia con la comprensione ...

Indice dei contenuti

  1. Indice
  2. Al lettore
  3. Parte IReligione, filosofia e Rivelazione: le domande dell’uomo e la condiscendenza salvifica di Dio
  4. Parte IIIl cristianesimo nella storia