Capitolo 2
Generi letterari dei salmi
2.1 Storia dello studio dei genere letterari dei salmi
l. 392Sebbene tutti i salmi siano vere e proprie preghiere, componimenti, quindi – in questo caso, «ispirati» – per rivolgersi a Dio in un dialogo fervente, con la parola o con la mente, essi presentano forme e contenuti assai diversi. Questa dimensione dei salmi era già stata evidenziata dall’antica tradizione ebraica, che antepose ai salmi, come abbiamo visto, sovrascritte o titoli di diversa indole, alcuni dei quali indicando il genere di preghiera, come ad esempio, tefillôṯ (preghiere, suppliche); miktam (poema degno di memoria); maśkîl (per l’istruzione); šiggayôn (salmo di supplica) e tehillah (lode). Con la nascita della critica moderna sorse un interesse più ampio e generale per definire con maggiore rigorosità le tipologie e i generi letterari dei salmi. Furono numerosi i tentativi di delucidazione1. Un merito particolare si attribuisce all’eminente studioso tedesco H. Gunkel (1862-1932)2, il quale, in base alle conclusioni raggiunte da autori come W.M.L. De Wette (1780-1849)3, noto soprattutto per i suoi originali studi riguardanti la storia deuteronomica, intraprese un’indagine complessiva con risultati notevoli, alcuni dei quali sostanzialmente confermati dagli studi successivi.
A differenza dei suoi predecessori, Gunkel caratterizzò i salmi, non tanto in base al loro contenuto, cosa fino ad allora usuale, ma seguendo prevalentemente criteri formali, definiti, almeno in parte, in base all’accertamento della funzione propria dei salmi nell’ambito vitale in cui presumibilmente essi erano nati (Sitz im Leben). Questo contesto vitale veniva stabilito tenendo presente, sia l’espressività dei salmi in rapporto agli eventi storici del popolo d’Israele, sia la consapevolezza che i componimenti salmici, prima che fossero raccolti nella formazione del Salterio, avevano avuto una loro vita propria nella storia e nell’esperienza religiosa del popolo ebraico4. L’opera postuma di Gunkel, rimasta però incompiuta e portata a termine da J. Begrich, Einleitung in die Psalmen (Göttingen 1933; ristp. 1975), era stata preparata da diversi studi precedenti5, di cui il più importante è ritenuto il commento al Salterio, Die Psalmen (Göttingen 1926; 19753).
Dopo la morte dello studioso tedesco, sorsero rilevanti critiche al suo sistema, alcune dovute alle sue premesse razionalistiche ed evoluzionistiche, come ad esempio, il presupposto per cui la pietà individuale è una derivazione del culto pubblico, oppure, l’eccessiva valorizzazione concessa al principio formale-estetico dei generi letterari6. Altre critiche nacquero, invece, all’interno della sua stessa concezione teologico-esegetica del Salterio, da parte di alcuni dei suoi discepoli. Fra questi, particolarmente, l’esegeta norvegese Sigmund Mowinckel (1884-1965)7, che applicò con radicalità il principio dell’origine cultuale dei salmi, considerandolo l’ambito originario di quasi tutti i componimenti del Salterio. Questa corrente esegetica8, che si sviluppò soprattutto nel secolo scorso, adoperò come metodo lo studio dei paralleli dei salmi con la letteratura extrabiblica. I salmi vennero allora interpretati in base all’ipotesi per cui nell’antico Israele, fin dai tempi remoti, erano esistite celebrazioni liturgiche, alcune di esse oggi sconosciute, che man mano furono attualizzate e trasformate in quelle determinate pratiche cultuali menzionate nel testo biblico. Altre critiche a Gunkel pervennero da correnti ermeneutiche che attribuivano all’ambito aulico-regale una parte preponderante nella formazione dei salmi e riconducevano la formazione della poesia salmica ai tempi davidici nonché alla liturgia che veniva celebrata nel Tempio. Tra queste correnti ebbe particolare importanza, per il suo influsso, la scuola Myth, Ritual and Kingship9. Su questa prospettiva, alcuni studiosi hanno considerato che sebbene all’origine un certo nucleo dei salmi fosse sorto nell’ambito cultuale, i salmi si separarono del culto e subirono modifiche sostanziali quando progressivamente costituirono collezioni parziali (K. Seybold). Ai nostri giorni, però, la situazione è diventata molto più complessa, ritenendosi l’esistenza di una variegata diversità di ambiti nella formazione dei salmi, come vedremo successivamente.
2.2 Famiglie di salmi
l. 400Non tutti gli studiosi concordano sull’elenco dei generi letterari dei salmi e meno ancora sulla classificazione corrispondente ai singoli salmi. Tale diversità di opinioni è in gran parte determinata della complessità della tradizione letteraria delle composizioni salmiche, per cui uno stesso salmo può presentare una poliformia letteraria dovuta alle diverse finalità per cui è stato elaborato oppure al suo complesso processo di trasmissione, essendo stato adoperato in diversi contesti culturali (didattici, liturgici, commemorativi). Questo fatto obbliga a non ridurre la classificazione a pochi generi letterari né ad adoperare schemi rigorosi nel raggruppamento del salmi. Non è da meravigliarsi, perciò, se uno stesso salmo può essere collocato all’interno di diversi generi letterari. Lo stesso Gunkel parlava già di salmi di “genere misto”, che abbracciavano due o più categorie, come ad esempio il Sal 11910.
Nonostante ciò, esiste un certo consenso nella determinazione di alcuni generi letterari specifici11: inni (fra i quali i salmi di giubilo e adorazione a Dio, i salmi della regalità di Yhwh e i cantici di Sion), salmi di supplica individuali e di supplica collettiva, salmi di fiducia, salmi di ringraziamento individuale e di ringraziamento nazionali, salmi regali, salmi sapienziali, liturgie e salmi storici e, dal punto di vista meramente formale, i salmi alfabetici. A partire da questa classificazione si possono stabilire altri generi minori. Noi presenteremo in seguito l’elenco dei principali generi letterari seguendo la classificazione appena accennata, che corrisponde sostanzialmente alla più condivisa. Tuttavia, come abbiamo segnalato, la maggiore problematicità sussiste nell’attribuzione dei salmi ad una o all’altra categoria, in quanto lo stesso salmo o le sue diverse parti possono appartenere a diversi generi letterari.
2.3 Gli inni
l. 406
2.3.1 Nozione
l. 408Nell’ambito della letteratura biblica, l’inno è la forma lirica più diffusa, non soltanto nel Salterio e nella letteratura sapienziale (cf Gb 28, Sir 24), ma anche negli altri libri dell’Antico Testamento, storici e profetici (cf Es 15,1-18; Gdc 5,1-31, Is 25; ecc.), fino ai notissimi inni del Nuovo Testamento, il Magnificat ed il Benedictus (Lc 1,46-55; 68-79). Essi sono cantici di lode a Dio, in un clima di giubilo e adorazione, per i suoi attributi divini (cf Sal 19; 33; 67), per le opere da Lui compiute nella creazione o nella storia degli uomini (cf Sal 8; 29; 104; 148), oppure come Salvatore d’Israele (cf Sal 68; 105; 136,10-22). Molti degli inni del Salterio sembrano essere ambientati nel rituale liturgico; scritti, quindi, con la precisa finalità di rivolgere a Dio una lode gioiosa, a cui si univa tutto il popolo. Non è però possibile specificare una liturgia particolare, perché gli inni non offrono elementi individuanti ma piuttosto riflettono ambienti liturgici diversi.
Dal punto di vista formale, questa categoria di salmi si compone di alcuni elementi caratteristici: un invito alla lode (formulato generalmente all’imperativo plurale); il corpo della composizione (in terza persona oppure talvolta direttamente in prima persona), in cui si segnalano i motivi della lode a Dio – la sua opera della creazione, la sua regalità, la scelta di Sion, aver liberato il suo popolo, ecc. –, con descrizioni talvolta assai prolisse delle opere divine; ed infine, una conclusione, con una formula analoga a quella dell’esortazione iniziale ma spesso sviluppata (cf nel Sal 103 i vv. 1 e 22), oppure, con una breve formula di benedizione, di voto, di preghiera o di acclamazione.
Si possono includere in questo genere letterario innico tre gruppi di salmi: inni a Dio creatore e salvatore (Sal 8; 19; 29; 33; 65; 66,1-7; 67; 92; 100; 103; 104; 105; 111; 113-114; 117; 135-136; 145-150); inni alla regalità o all’intronizzazione di Yhwh (Sal 47; 93; 94; 95- 99); inni a Dio che abita in Sion (Sal 46; 48; 76; 84; 87; 122). Inoltre, alcune sezioni dei salmi costituiscono vere teofanie della regalità di Yhwh: 18,8-16; 29,3-9b; 50,2s; 68,8s; 97,2-5; 144s. Non sempre, però, gli studiosi concordano perfettamente su questa catalogazione e distribuzione dei salmi innici. Prima di esaminare queste tr...