Il processo matrimoniale più breve davanti al vescovo
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Il processo matrimoniale più breve davanti al vescovo

Seconda edizione riveduta e ampliata

  1. 320 pagine
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Il Processo matrimoniale più breve davanti al Vescovo costituisce la più rilevante innovazione delineata dalla recente riforma processuale. Il processus brevior è dunque una preziosa risorsa per conseguire quella celerità, semplicità, prossimità ed economicità nell'accertamento della nullità matrimoniale ? salvaguardando sempre il principio dell'indissolubilità e la natura del mezzo giudiziario ? desiderate dal Papa. Questo libro vorrebbe essere più che un apporto accademico e scientifico un supporto di studio e riflessione per il lavoro giudiziario.Il testo si compone di tre parti (I. I principi concettuali, II. Gli elementi del giudizio; III. I momenti del giudizio) e nove capitoli. I principi concettuali sviluppano le coordinate della riforma e i presupposti storici ed ecclesiologici per l'adeguata comprensione dell'istituto. Gli elementi del giudizio individuano la parte statica del processo più breve attraverso i classici fattori del giudice, delle parti e della domanda con le particolarità che caratterizzano l'adozione di questa forma (litisconsorzio dei coniugi, speditezza istruttoria ed evidenza della nullità). I momenti del giudizio, la c.d. parte dinamica, descrivono con una certa analiticità e puntualità lo svolgimento del processus brevior nelle sue principali fasi: introduttoria, istruttoria, decisoria e (eventualmente) impugnatoria. Mentre la prima parte è più teorica, la seconda e, soprattutto, la terza, senza per questo rinunciare a un certo profilo speculativo, sono più pratiche e didascaliche.La riuscita della riforma processuale dipenderà più che dalla bontà dello strumento tecnico dalla formazione e applicazione degli addetti, i Vescovi in primis. Una particolare attenzione è stata prestata quindi agli aspetti formativi, epistemologici e deontologici del processo breviore. L'eterogeneità dei possibili lettori ha suggerito inoltre una certa ampiezza e respiro nella trattazione dell'istituto (cumulando il profilo tecnico-specialistico con quello prontuaristico-esplicativo).La Seconda edizione non costituisce solo un aggiornamento, ma un ampliamento e una rielaborazione critica del precedente testo. Al di là di alcune correzioni e affinamenti più minuti e dei necessari adeguamenti all'evoluzione normativa, la revisione e il dilatamento dell'opera comporta la modifica di diverse parti, l'aggiunta di alcuni paragrafi e l'integrazione dell'apparato critico.Massimo del Pozzo è Professore Ordinario di Diritto costituzionale canonico della Pontificia Università della Santa Croce, nonché docente di Diritto processuale canonico e di Profili giuridici della liturgia della Chiesa. Ha pubblicato recentemente: Il magistero di Benedetto XVI ai giuristi. Inquadramento, testi e commenti (2013); Introduzione alla scienza del diritto costituzionale canonico (2015); Lo statuto giuridico fondamentale del fedele (2018); I precetti generali della Chiesa. Significato giuridico e valore pastorale (2018); La dimensione costituzionale del governo ecclesiastico (2020). Ha curato e contribuito al volume Norme procedurali canoniche commentate (2013). Ha prodotto inoltre quasi un centinaio di articoli e contributi di carattere costituzionalistico, processualistico e giusliturgico. Nel settore processualistico si è interessato in particolare dell'ermeneutica del processo canonico, della deontologia giudiziaria e della riforma del MIDI, con particolare attenzione al processus brevior.

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Informazioni

Editore
EDUSC
Anno
2021
ISBN
9788883339813
 

PARTE PRIMA

I PRINCIPI CONCETTUALI

Capitolo I


LA LOGICA
DELLA RIFORMA
DEL P
ROCESSO MATRIMONIALE

1. La riforma nel cammino sinodale della Chiesa
La riforma processuale dei m. p. Mitis iudex Dominus Iesus, Mitis et Misericors Iesus1 non risponde solo alla sollecitudine e alla preoccupazione del Papa per i fedeli “lontani” o in difficoltà quanto soprattutto all’anelito e alle aspettative palesate ripetutamente dall’episcopato. La vigente normativa non può considerarsi quindi un provvedimento imposto “dall’alto” ma una determinazione voluta e richiesta “dal basso”. L’intervento infatti risponde tempestivamente e risolutamente alle reiterate sollecitazioni dei Vescovi in merito alla maggior celerità e snellimento dei giudizi canonici di nullità matrimoniale e al vivo interesse del Romano Pontefice per l’atteggiamento ecclesiale nei confronti della pastorale familiare2. Negare l’esistenza di disfunzioni e problemi preesistenti ci sembra perciò miope e disavveduto3. Un atteggiamento scettico o di riserva nell’applicazione della riforma tradisce invero una grave mancanza di onestà intellettuale e di lealtà deontologica. Gli operatori e gli studiosi del processo canonico sono invece chiamati a lavorare cum Petro et sub Petro in spirito di comunione e di leale condivisioneper la “causadella giustizia matrimoniale” e a sentire cum Ecclesia le esigenze di discernimento e accompagnamento dei suoi figli nella verità e rettitudine circa il loro stato coniugale4. Il processo non è un bene trascendente o un fine in sé, è solo un mezzo umano per assicurare l’ordine sociale (ogni relativa disciplina pertanto sarà sempre perfettibile e migliorabile)5; è considerato tuttavia dal sapere giuridico universale il migliore strumento per la ricerca dialogica della verità. Ogni tentativo di potenziare l’efficacia e rispondenza della protezione dei diritti merita quindi interesse e apprezzamento6. L’innovazione richiede peraltro apertura e applicazione per accogliere e sviluppare il patrimonio di scienza e cultura preesistente. Il giurista ecclesiale d’altronde non può che sforzarsi, con animo attento e sensibile al cammino storico del popolo di Dio, di concorrere e collaborare “professionalmente” e “prudenzialmente” al bene comune (ossia alla salvezza delle anime)7.
In quest’ottica il processus matrimonialis brevior coram Episcopo8 è stata forse la principale sorpresa di un’operazione di ripensamento ampiamente sentita e condivisa. Il coinvolgimento diretto dei Vescovi nell’amministrazione della giustizia e la svolta d’impostazione nell’organizzazione giudiziaria ecclesiastica possono avere forse colto alla sprovvista gli operatori o scavalcato le attese della dottrina ma non fanno che recepire un’istanza di decentramento e partecipazione già avvertita e palesata. In altra sede abbiamo definito la “centralità del Vescovo diocesano” come il cardine interpretativo e applicativo della riforma processuale9, in questo contesto vogliamo evidenziare come tale fulcro non si discosti troppo dalla maturazione del dibattito e del confronto sinodale nell’ultimo lustro. L’apporto carismatico del munus petrino in un’epoca di cambiamento e profonda trasformazione ha indubbiamente impresso una spinta decisa e coraggiosa10. Esagerare però la novità di questa e altre misure, come considereremo meglio in seguito (infra Cap. II), rischia di oscurare la storicità congenita nelle scelte di diritto umano e l’ascendenza della tradizione canonica11. Prima di esaminare l’orizzonte strutturale e assiologico dell’intervento normativo, è utile pertanto presentare una breve panoramica delle sollecitazioni dell’episcopato. La nuova modalità procedurale del processus brevior non può comprendersi peraltro al di fuori della pastoralità della giustizia canonica e ben si inquadra nel desiderio di promozione della celerità e snellezza delle cause di nullità matrimoniale12.
La spinta per la riforma del processo matrimoniale è quasi coeva al Codice. Sin dall’entrata in vigore della normativa si manifestò una certa insoddisfazione per la scarsa possibilità di applicazione del processo contenzioso orale e l’assenza di strumenti di accertamento giudiziario più duttili e spediti13. Il riordino dell’ordinamento canonico dovuto alla sapiente opera legislativa di S. Giovanni Paolo II ha interessato praticamente tutti i settori e ha preso in considerazione anche il processo matrimoniale. La gestazione dell’istr. Dignitas connubii, com’è noto, è stata lunga e contrastata14. L’intentio del Papa di supportare e perfezionare la funzionalità del processo di nullità ha creato attese e qualche malinteso. Il clima di rivisitazione della normativa ha ingenerato infatti spinte in avanti o forzature ingiustificate15. Sta di fatto che le difficoltà e le lentezze opera...

Indice dei contenuti

  1. Abbreviazioni
  2. Introduzione
  3. PARTE 1: I PRINCIPI CONCETTUALI
  4. I. LA LOGICA DELLA RIFORMA DEL PROCESSO MATRIMONIALE
  5. II. L’INQUADRAMENTO STORICO DELL’INNOVAZIONE LEGISLATIVA
  6. III. LA FUNZIONE GIUDIZIARIA DEL VESCOVO DIOCESANO
  7. PARTE 2: GLI ELEMENTI DEL GIUDIZIO
  8. IV. L’ORGANICO DEL GIUDIZIO DAVANTI AL VESCOVO
  9. V. LE PARTI DEL GIUDIZIO
  10. VI. LA DOMANDA GIUDIZIALE
  11. PARTE 3: I MOMENTI DEL GIUDIZIO
  12. VII. IL MOMENTO INTRODUTTORIO
  13. VIII. IL MOMENTO ISTRUTTORIO
  14. IX. IL MOMENTO DECISORIO
  15. X. IL MOMENTO IMPUGNATORIO
  16. Appendice I: ART. 5 MIDI