Capitolo 2
Chiesa e liturgia alla soglia del “secolo della Chiesa”
l. 1Pilar Río
Pontificia Università della Santa Croce.
La costituzione Sacrosanctum Concilium del Concilio Vaticano II ha voluto mettere al centro l’intimo rapporto tra Chiesa e liturgia delineandone i suoi diversi aspetti e livelli.1 La liturgia, asserisce il documento, è il luogo privilegiato dell’esperienza della genuina natura della Chiesa,2 il vertice e la fonte della vita ecclesiale,3 la principale manifestazione della Chiesa,4 azione di tutto il corpo ecclesiale come sacramento di unità,5 sacramentum cioè espressione del mirabile totius Ecclesiae sacramentum.6 Questa splendida presentazione, completata dalla costituzione dogmatica Lumen gentium, però, non è sorta dal nulla. Molti sono i fattori, i fermenti vitali e le idee che lungo il XX secolo hanno contribuito a mettere in luce e ad approfondire questo osmotico rapporto.
Le radici della presa di coscienza e della germinale riflessione circa questo legame, infatti, sono ancorate al rinnovamento della vita e della teologia della Chiesa verificatosi nella prima metà del Novecento e, in particolare, al fecondo incontro avvenuto – ancor prima degli albori del “secolo della Chiesa” –7 tra movimento ecclesiale e movimento liturgico. Ebbene, è proprio al centro di questo incrocio che compare la figura emblematica di Romano Guardini. Egli, con l’opera che nel 1918 gli diede ampia notorietà, Vom Geist der Liturgie (Lo spirito della liturgia), ne è stato un protagonista e un riconosciuto testimone.
Il secondo capitolo di questo piccolo ma significativo volume intitolato Liturgische Gemeinschaft (La comunità liturgica), evoca appunto questo singolare momento e abbozza con sensibile e chiara intuizione – sia pur ancora in modo embrionario – non solo la nuova immagine di Chiesa e di liturgia che era andata lentamente maturando lungo il XIX secolo, ma anche il loro reciproco rapporto. È cioè una novità, sia rispetto alla concezione ecclesiologico-liturgica sia alla prassi predominante all’epoca, in cui Chiesa e liturgia venivano messe in relazione in maniera piuttosto giuridico-istituzionale ed esterna. Difatti, il primo nucleo dell’opera fu scoperto con entusiasmo a Maria Laach dal suo abate, Ildefons Herwegen, che decise di pubblicarlo nel numero inaugurale della collana Ecclesia Orans. Non a caso il volume, che vide la luce con il titolo summenzionato,8 è stato considerato «un testo di intuizioni singolari».9
In Liturgische Gemeinschaft, Guardini si accosta alla liturgia dalla prospettiva del suo soggetto comunitario (la Chiesa); uno sguardo abbastanza inedito e inusuale a quel tempo che gli consentì di abbozzare con semplicità di linguaggio tanto la dimensione ecclesiale della liturgia quanto la dimensione liturgica della Chiesa, nonché di tratteggiare in modo essenziale il loro reciproco rapporto. Ciò nonostante, Guardini sempre ritenne «di non aver avuto in realtà nulla di nuovo da dire in quel tempo; suo unico merito, affermò, fu forse quello di aver detto le cose un’ora prima degli altri».10
Il nostro contributo, che vuole riprendere il capitolo appena citato, sarà incentrato su questo rapporto e, dunque, su uno degli argomenti profeticamente formulati da Guardini “un’ora prima degli altri”. L’esposizione sarà svolta attraverso due passaggi in cui cercheremo di rispondere a due interrogativi: da dove attinge il nostro autore per l’esposizione del tema di questo capitolo, nel quale già si intravede l’aurora di una nuova coscienza ecclesiale in cui la Chiesa è sperimentata e intesa in stretto rapporto con la celebrazione liturgica? E a quale visione di Chiesa rimandano queste brevi pagine e come vi viene enucleato il suo legame vitale con la liturgia?11 I tentativi di risposta ci avvieranno verso una conclusione prospettica.
2.1 Il contesto biografico e storico-teologico della maturazione di una nuova coscienza ecclesiale in Guardini
l. 16Il periodo che va dalla seconda metà dell’Ottocento al termine della prima guerra mondiale, ufficialmente dichiarato l’11 novembre 1918, costituisce lo scenario in cui si avvia un fecondo raccordo tra i primi fermenti di rinnovamento ecclesiologico e i primi germi di rivitalizzazione della vita ecclesiale, in modo particolare della vita liturgica della Chiesa, sbocciando – come un fiore dopo l’inverno – in una nuova idea di Chiesa e in una nuova coscienza ecclesiale.12 Nuove, evidentemente, se paragonate a quelle precedenti, figlie dell’illuminismo razionalista (Chiesa-istituzione morale, Chiesa-società) e del confronto con lo stato liberale (Chiesa-societas perfecta inaequalis ierarchica).13
In effetti, la reazione romantica all’Aufklärung, che aveva stimolato il sorgere di un primo nucleo di rivitalizzazione dell’ecclesiologia alla scuola di Tubinga, e soprattutto il rinnovamento della vita ecclesiale nei suoi diversi aspetti (liturgico, spirituale, apostolico), favorirono tra i fedeli l’esperienza mistica della Chiesa, cosicché prima ancora che il rinnovamento ecclesiologico avesse raggiunto il suo apice fra le due guerre mondiali, il mistero della Chiesa era stato riscoperto ed era già vissuto attorno agli ambienti monastici, prima in Francia e poi in Germania e in Belgio, nella terza parte del XIX secolo.14 Il frutto di questo proficuo raccordo tra vita e dottrina, tra dottrina e vita, è stato il lento maturare di un nuovo senso di Chiesa, nel quale l’incipiente movimento liturgico ha avuto un ruolo non secondario e dal quale la rinnovata coscienza ecclesiale ha ricavato ulteriore impulso e spessore. Movimento ecclesiale e movimento liturgico, di conseguenza, «si possono così considerare nella loro reciproca dipendenza: se da una parte il movimento ecclesiale rende comprensibile quello liturgico, dall’altra il movimento liturgico significa a sua volta interesse per il mistero della Chiesa».15 In altre parole, la riscoperta ecclesiale ha accompagnato e arricchito i primi passi del movimento liturgico e questi ha stimolato e rafforzato la riscoperta ecclesiale avvenuta verso la fine del XIX secolo.16
Vom Geist der Liturgie, e in particolare il suo secondo capitolo, costituisce una delle prime manifestazioni di questo incrocio. E non solo. Il piccolo volume appare anche come una sorta di specchio in cui si riflette il processo che si era verificato nel...