Non sapete quanti libri abbiamo scompigliato per scrivere questa storia del Magnifico. Quindici volumi solo di lettere sue, e non sono nemmeno tutte, tante ne sono andate perse e parecchie ancora mancano all’edizione. Poi le opere poetiche, sue e degli amici, gli studi su amori, guerre, assassini, bizze, quadri, palazzi, statue e ville. E i Medici, prima e dopo di lui? Firenze, poi, che nel Quattrocento, se non era il centro del mondo, poco ci mancava. Non vorrete lasciar da parte papi, re, duchesse, dogi, ladri e ostesse, il caleidoscopio a molti colori che gli girò attorno, veloce come una giostra, pericoloso come una spada. Per ogni nome e ciascun destino, per ogni incontro, c’è almeno una riga scritta. Moltiplicatele per mezzo secolo, e per tutta la prodigiosa e rabbiosa vitalità di Lorenzo: eccovi una biblioteca a dir poco spropositata. Poiché è tutta in disordine e sottosopra, prima di riporla vogliamo trascriver qui, pagina per pagina, le fonti spremute nel racconto. Così, se troverete una frase che v’interessa, detta da qualcuno che salta su, a proposito o a sproposito, potrete andarvela a rileggere nell’originale, controllare, giudicare se abbiam riferito bene, o se ci si poteva cavare qualcos’altro. Ricordate però che non tutto Lorenzo sta nei libri: passeggiate per la sua Firenze, salite verso il Mugello, provate a immaginarlo a Napoli, mentre si tormenta e spera di cavar la pelle; o a Milano, giovinetto, con le stoviglie d’argento che papà gli ha dato perché faccia bella figura. Quello che è scritto, talvolta rimane; quel ch’è stato vissuto, si può sempre provare a riviverlo.
Abbreviazioni
AG | ASMn, Archivio Gonzaga |
ASAr | Archivio di Stato di Arezzo |
ASE | ASMo, Archivio segreto estense |
ASFi | Archivio di Stato di Firenze |
ASMi | Archivio di Stato di Milano |
ASMn | Archivio di Stato di Mantova |
ASMo | Archivio di Stato di Modena |
ASVe | Archivio di Stato di Venezia |
BAV | Biblioteca apostolica vaticana |
BMLFi | Biblioteca Medicea Laurenziana, Firenze |
BNCFi | Biblioteca nazionale centrale, Firenze |
BNF | Bibliothèque nationale de France, Paris |
BNMVe | Biblioteca nazionale marciana, Venezia |
GC | BNCFi, Fondo manoscritti Ginori Conti, nr. 29 dell’inventario |
MAP | ASFi, Mediceo avanti il principato |
Med.-Tor. | ASFi, Archivio Medici-Tornaquinci, Carteggio |
Missive originali | ASFi, Signori, Dieci di Balia, Otto di Pratica, Missive originali |
Patetta | BAV, Manoscritti Patetta |
Podocataro | ASVe, Collezione Podocataro |
Sig., X, VIII | ASFi, Signori, Dieci di Balia, Otto di Pratica, Legazioni e Commissarie, Missive e Responsive |
SPE | ASMi, Sforzesco potenze estere |
Gennaio 1449: i Magi arrivano a Firenze
La descrizione di Firenze in guisa di paradiso è tratta da una lettera di Zaccaria Saggi da Pisa, al seguito di Ludovico Gonzaga in viaggio verso i Bagni di Petriolo, scritta alla marchesa Barbara di Brandeburgo, e datata Firenze, 9 maggio 1460 (ASMn, AG, 1099, c. 735), pubblicata da A. Portioli, I Gonzaga ai bagni di Petriolo di Siena nel 1460 e 1461, Mantova 1869, pp. 4-9: 6; cfr. anche Attraverso l’Italia del Rinascimento. Lettere di Alessandro Gonzaga ai marchesi Ludovico e Barbara (1458-1466), a cura di M. Marocchi e P. Rossi, Mantova 2014, pp. 42-43. Ringrazio l’amico Marco Marocchi per avere attirato la mia attenzione sul passo «paradisiaco» del Saggi. L’attività di Zaccaria Saggi, diplomatico di lungo corso al servizio di Mantova, s’incrocerà spesso con quella del Magnifico. Un riassunto di questi contatti si trova in Lorenzo de’ Medici, Lettere, voll. 1-12, 15-16, Firenze 1977-2012: vol. 8, a cura di H. Butters, pp. 92-93.
Che Cosimo fosse, per antonomasia, il gran mercante lo racconta il diarista fiorentino Luca Landucci (c. 1436-50): «Cosimo di Giovanni de’ Medici, el quale si chiamava da tutto ’l mondo el gran mercante, ch’aveva le ragioni per tutto l’abitato; non si poteva fare maggiore comparazione che dire: e’ ti par essere Cosimo de’ Medici: quasi dicendo: che non si poteva trovare el maggior ricco e più famoso» (Diario fiorentino dal 1450 al 1516 di Luca Landucci. Continuato da un anonimo fino al 1542, pubblicato da I. Del Badia, Firenze 1883, p. 3).
Sul battesimo di Lorenzo, e il legame simbolico con l’arrivo dei Magi, si sofferma R. Trexler, Lorenzo de’ Medici and Savonarola. Martyrs for Florence, in «Renaissance Quarterly» 31 (1978), pp. 293-308. Sulle celebrazioni fiorentine e il culto dei Magi vedi R. Hatfield, The Compagnia de’ Magi, in «Journal of the Warburg and Courtauld Institutes» 33 (1979), pp. 107-61; R. Trexler, The Magi enter Florence. The Ubriachi of Florence and Venice, in «Studies in Medieval and Renaissance History» 1 (1978), pp. 127-218.
Tutto il corteo di Palazzo Medici Riccardi, immagine per immagine e documento per documento, lo si troverà in Benozzo Gozzoli. La Cappella dei Magi, a cura di C. Acidini Luchinat, Milano 1993. La riflessione simbolica sullo sdoppiarsi dei ritratti di Lorenzo nella Cavalcata di Benozzo Gozzoli è di B. Huss, Literarische Kulturpolitik bei Lorenzo de’ Medici, in «Romanistisches Jahrbuch» 66 (2015), pp. 103-27: 123-24. Ringrazio l’autore per avermi amichevolmente segnalato questo spunto, quando il suo saggio era ancora in corso di pubblicazione.
Marzo 1450: medici al potere, Sforza a Milano, fiorini in cassa
Gli inizi della storia medicea, nel XII-XIV secolo, sono ancora poco studiati. Resta indispensabile il classico saggio di G. A. Brucker, The Medici in the Fourteenth Century, in «Speculum» 32 (1957), pp. 1-26; cfr. anche G. Imbert, Origini leggendarie e origini storiche della famiglia dei Medici, in «Nuova Rivista Storica» 27 (1943), pp. 39-48. Utile, nel suo tono introduttivo, M. Tarassi, Origini e ascesa dei Medici, in Il palazzo magnifico. Palazzo Medici Riccardi a Firenze, a cura di S. Merendoni e L. Ulivieri, Torino 2009, pp. 161-79: 161-75. Materiali sui rapporti con il Mugello, tradizionalmente considerato il luogo d’origine della famiglia, in Mugello culla del Rinascimento. Giotto, Beato Angelico, Donatello e i Medici, a cura di B. Tosti, Firenze 2008. Il grande classico sull’attività bancaria dei Medici è R. De Roover, The Rise and Decline of the Medici Bank. 1397-1494, Cambridge (Mass.) 1963 (trad. it., Scandicci 1988). Uno sguardo più ampio, che abbraccia tutta la vita economica della città, in R. A. Goldthwaite, The Economy of Renaissance Florence, Baltimore 2009 (trad. it., Bologna 2013). Sull’ascesa medicea nel primo Quattrocento, e sulle caratteristiche del partito che si cristallizza attorno a Cosimo, vedi D. Kent, The Rise of the Medici. Faction in Florence 1426-1434, Oxford 1978. Per il connubio bancario tra Medici e papato vedi G. A. Holmes, How the Medici became the Pope’s Bankers, in Florentine Studies, edited by N. Rubinstein, Evanston 1968, pp. 356-80, nonché, per l’età laurenziana, M. M. Bullard, Financing the Pope’s Debt, in eadem, Lorenzo il Magnifico. Image and Anxiety, Politics and Finance, Firenze 1994, pp. 189-214. Per una biografia di Baldassarre Cossa, e i suoi rapporti con i Medici, si consulti R. Lightbown, Donatello and Michelozzo. An Artistic Partnership and its Patrons in the Early Renaissance, 2 voll., London 1980, vol. 1, pp. 1-23. Datato, ma ricco di notizie, B. Dami, Giovanni Bicci dei Medici nella vita politica. Ricerche storiche (1400-1429), Firenze 1899. Sull’influsso delle morti premature sul fato dei Medici vedi R. Goldthwaite, The Medici Bank and the World of Florentine Capitalism, in «Past and Present» 114 (1987), pp. 3-31. I prestiti di Cosimo allo Stato e la funzione degli Ufficiali del Banco sono discussi da D. Kent, The Rise of the Medici cit., pp. 284-88. Notizie sulla personalità, le vicende politiche e il ruolo di Cosimo nella storia di Firenze si troveranno nel vecchio ma, in parte, ancor utile saggio di C. Gutkind, Cosimo de’ Medici il Vecchio, Firenze 1940, e nei più recenti Cosimo «il Vecchio» de’ Medici, 1389-1464. Essays in Commemoration of the 600th Anniversary of Cosimo de’ Medici’s Birth, edited by F. Ames-Lewis, with an introduction by E. H. Gombrich, Oxford 1992; D. Kent, Cosimo de’ Medici and the Florentine Renaissance. The Patron’s Oeuvre, New Haven - London 2000.
Sul variopinto caravanserraglio del concilio di Firenze e il suo impatto sulla vita fiorentina è indispensabile il ponderoso volume di L. Boschetto, Società e cultura a Firenze al tempo del concilio. Eugenio IV tra curiali mercanti e umanisti (1434-1443), Roma 2012; vedi anche S. Kolditz, Johannes VIII. Palaiologos und das Konzil von Ferrara-Florenz (1438/39). Das byzantinische Kaisertum im Dialog mit dem Westen, 2 voll., Stuttgart 2013-14. Sull’importanza dell’evento per il ruolo pubblico dei Medici e per le convinzioni personali di Cosimo si sofferma G. A. Holmes, Cosimo and the Popes, in Cosimo «il Vecchio», cur. Ames-Lewis cit., pp. 21-31: 25-30.
«[Cosimo] rispose … che gli stati non si tenevono co’ paternostri in mano» è la massima, divenuta celebre, che Niccolò Machiavelli attribuisce al patriarca dei Medici nelle Istorie fiorentine, VII, 6.
Un profilo di Cosimo evasore è abbozzato, conti alla mano, da De Roover, The Rise and Decline cit., trad. it., pp. 106-08; vedi anche G. Ciappelli, Cittadini «con qualche auctorità». Cosimo e Piero de’ Medici e il fisco, in «Società e storia» 31 (2008), pp. 677-713: 698-99.
Marzo 1458: i pippioni di Lucrezia
La lettera del 25 luglio 1435, con cui il conte Francesco da Battifolle risponde positivamente alla proposta matrimoniale di Cosimo (MAP, XII, 9), è pubblicata in A. Fabroni, Magni Cosmi Medicei vita, 2 voll., Pisis 1788-89: vol. 2, pp. 146-47. Nel testo, il conte propone chiaramente in sposa al Medici la propria figlia maggiore, rimasta vedova di Pandolfo: «Rendovi avvisato mia intentione di stendersi alla mia maggior figliuola donna fu del s. messer Pandolfo, la quale delibero prima sia allogata che l’altra ancora di tenera età, et decta prima essere in età di qualche 22. anni». Sul matrimonio della giovanissima Margherita Anna di Francesco da Battifolle con Pandolfo III, il 12 giugno 1427, e la morte dello sposo, cinquantasettenne, il 3 ottobre dello stesso anno, vedi A. Falcioni, s.v. Malatesta, Pandolfo, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 68, Roma 2007, pp. 90-95: 94. Per le celebrazioni di nozze, e per le feste che seguirono, cfr. P. M. Amiani, Memorie istoriche della città di Fano, 2 voll., Fano 1751: vol. 1, pp. 355-56. Che la sposa promessa a Piero dovesse invece essere Gualdrada da Battifolle lo afferma, non so su quale base, Scipione Ammirato, Albero e istoria della famiglia de conti Guidi, con le aggiunte di Scipione Ammirato il G(iovane), Firenze 1640, p. 48: «Maravigliandomi io molte volte da qual furore commosso questo infelice signore [Francesco da Battifolle] si fosse posto a capitar male, non parendomi sufficiente causa i conforti d’un fuoruscito, ritrovo esserne stato gran cagione uno sdegno ch’egli havea con Cosimo de Medici, a Piero figliuolo del quale era stato in parole di dar una sua figliuola per moglie detta Gualdrada, una delle più belle et più savie fanciulle, che fosse allora in tutta Toscana, et per avventura ne doveva alcuna intenzione haver havuta da Cosimo, il quale si credette, che per consiglio di Neri Capponi, et d’alcuni altri cittadini, i quali abborrivano l’imparentarsi con signori, et con forestieri, havesse rimosso l’animo da quel parentado». Vedi anche idem, Istorie fiorentine XXI (ed. a cura di F. Ranalli, 6 voll., Firenze 1846-49: vol. 2, 5, pp. 44-45). Dall’Ammirato la notizia si è trasmessa alla bibliografia successiva, Fabroni incluso, che sembra non essersi avveduto del contenuto del testo da lui stesso pubblicato. Sulla triste saga di Francesco da Battifolle si sofferma M. Bicchierai, Ai confini della repubblica di Firenze. Poppi dalla signoria dei conti Guidi al vicariato del Casentino, Firenze 2005, pp. 261-91 (le mancate nozze con il Medici sono menzionate a p. 272, senza identificazione della figliola proposta in sposa a Piero di Cosimo). Anche Ludovica, la seconda figlia di Francesco da Battifolle, ebbe un matrimonio assai breve e sfortunato. Si sposò il 31 ottobre 1434 con il condottiero Niccolò Fortebraccio, detto della Stella, e ne rimase vedova il 23 agosto dell’anno successivo: cfr. A. Fabretti, Biografie dei capitani venturieri dell’Umbria, 4 voll., Montepulciano 1842-46: vol. 3, pp. 197 e 204.
Il lamento del conte Poppi è edito in Lirici toscani del Quattrocento, a cura di A. Lanza, 2 voll., Roma 1973-75: vol. 2, pp. 247-53: 248.
Sulla famiglia di Lucrezia vedi E. Plebani, I Tornabuoni. Una famiglia fiorentina alla fine del Medioevo, Milano 2002.
Il desco da parto, attribuito a Giovanni di Ser Giovanni, detto Lo Scheggia (1406-86), fratello di Masaccio, è studiato da C. Daubler-Hauschke, Geburt und Memoria. Zum italienischen Bildtyp der deschi da parto, München 2003.
Per un profilo (e una rivalutazione) di Piero di Cosimo vedi Piero de’ Medici «Il Gottoso». Kunst im Dienste der Mediceer Art. Art in the Service of the Medici, herausgegeben von A. Beyer – B. Boucher, Berlin 1993.
La lettera di Ugo della Stufa a Giovanni di Cosimo, del 3 aprile 1445 (MAP, V, 371), è in parte pubblicata da V. Rossi, L’indole e gli studi di Giovanni di Cosimo de’ Medici. Notizie e documenti, in «Rendiconti della R. Accademia dei Lincei. Classe di scienze morali» ser. V, 2 (1893), pp. 38-60, 129-50: 42.
Dei requisiti delle donne fiorentine in età da marito scrive Alessandra Macinghi Strozzi nel 1465: «Marco Parenti è venuto a me, ed hammi detto come più tempo fa ragionano del darti donna, e faciemo pensiero che delle cose che ci erano, e dove noi credavamo potere andare, e quello ci pareva meglio di parentado, se l’altre cose avesse, ch’ella fussi di buono sentimento e bella, e non avesse del zotico» (Alessandra Macinghi negli Strozzi, Lettere di una gentildonna fiorent...