Salviamo il mondo
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Salviamo il mondo

Mo' senza esagerare

  1. 264 pagine
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Salviamo il mondo

Mo' senza esagerare

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Sono due supereroi sgangherati ma pur sempre supereroi, di quelli che piombano da chissà dove e risolvono situazioni intricate. Nessun governo al mondo ha mai accettato la responsabilità di fornire una risposta chiara e definitiva dinanzi al dilagare di problemi come i fanatici delle palestre, le zanzare, i balli latinoamericani, i malati di WhatsApp e tantissimi altri drammi dell'Umanità... loro sì. Hanno accettato e vinto la sfida! Pio e Amedeo scorrazzano nel malcostume della nostra società, armati della sola ironia e salvano il mondo! Sissignori, salvano il mondo. È grazie ai loro vigorosi consigli se saprai liberarti da tutte le angherie che avviliscono la gioia di vivere liberamente di tanti esseri umani.

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Informazioni

#pioeamedeosalviamoilmondo:
I BALLI LATINOAMERICANI

latinoamericano
Per chiarire meglio come questa piaga sia un disagio vero iniziamo descrivendo una situazione che avrete vissuto tutti almeno venti volte a testa: è estate, una domenica mattina… Il vostro cervello è ancora offline, perché la notte precedente siete stati fino alle 7 in discoteca con venti vodka tonic sul groppone provando l’approccio, senza successo, con ogni esemplare di sesso femminile presente nel locale, partendo dalla sosia di Scarlett Johansson a inizio serata, fino ad arrivare alla sosia di Platinette, come ultima spiaggia, alle prime luci del mattino. E siete lì, sul lettino, al riparo dell’ombrellone, con quella leggera brezza che vi coccola insieme al dolce fruscio delle onde del mare, pronti a gustarvi il meritato riposo del guerriero per recuperare energie in attesa della prossima battaglia serale. Ci siete? È chiara la situazione?
Bene. Proprio in quel momento arrivano puntuali, a tutto volume, le prime note inconfondibili di una musica che rompe il silenzio, rompe quell’equilibrio cosmico che avevate trovato, ma soprattutto, diciamolo, rompe il cazzo: il ballo di gruppo latinoamericano! E non fate neanche in tempo a bestemmiare, che subito dopo le prime note avviene quel fenomeno scientifico sul quale Piero Angela e il figlio Alberto ci dovrebbero fare almeno sette puntate di “Quark”: nel giro di venti secondi arrivano contemporaneamente in acqua seicento persone ipnotizzate da quella melodia, come un branco di gnu che cerca di attraversare un fiume.
Parliamo di gente che perde istantaneamente la dignità, professori universitari che sculettano come Jennifer Lopez, medici che si battono le mani a vicenda al ritmo del Pam-Pam, notai che si muovono sensualmente sulle note della Colita… Tutti che cercano di imitare, non riuscendoci quasi mai tra l’altro, i movimenti del loro leader, l’animatore di turno, che mostra i passi! (A tal proposito, dovrebbero fare anche un’ottava puntata di “Quark”, in cui si spiega scientificamente come sia possibile che anche gente laureata con 110 e lode in Fisica teorica alla Normale di Pisa non riesca a imparare le quattro mosse di balletti che esistono da almeno vent’anni!)
E vogliamo parlare dei testi??? Altra nota dolente sono i testi dei balli di gruppo: ma vi rendete conto su quali parole questi muevono el culito? “Parranda? Sììì… Parranda? Sì sì!!! Parranda… sì!… Sì que me gusta la parranda sì sì sì que me gusta la parranda… sììì!!! Eeeee parranda!!!” Ma ci siamo rincoglioniti!? La fantasia dei cantanti latinoamericani è pari a quella di Luca Sardella nello scegliere le cravatte… ’na merd’!
Nonostante questa lunga premessa, non è dei ballerini occasionali estivi che parleremo, né di quella gente che dimentica un anno di lavoro e si fa coinvolgere in “un movimiento sexy, un movimiento sexy” e nemmeno di quella schiera di operai che si sono spaccati il culo per guadagnarsi quella settimana di vacanza con famiglia al camping, e che si divertono ululando nella pista quando c’è da rivendicare l’essere uomo nella Colita con un “Ah sì, ah sììì” abbinato al movimento di una spinta pelvica veemente… No, signori, noi vogliamo parlare dei “professionisti”, dei “fenomeni”, quelli che il ballo di gruppo lo fanno d’estate solo per dimostrare la loro superiorità nel movimento dell’anca e la capacità di muoversi senza guardare mai l’animatore, anzi improvvisando una coreografia tutta personale trenta volte più difficile e umiliando il bancario che si sentiva Tony Manero… Sì, signori, perché per loro il latinoamericano, anche di gruppo, è uno stile di vita, e non si scherza!
Facciamo subito chiarezza, amici: ci sono quelli che spendono un inverno intero in palestre e serate a tema di bachate, salse e merengue… E i balli di gruppo che ascoltiamo d’estate nei villaggi turistici, sì, sono latinoamericani, ma per loro sono quisquiglie… Loro si approcciano ai balli di gruppo come Selen a una pomiciata… roba elementare!
Abbiamo cercato di analizzare come sia nato il fenomeno latino in Italia. Per quanto riguarda le ragazze, sappiamo che oltre ad avere sicuramente più sensibilità di noi per il ballo, ribadiamo che il semplice pensiero di poter obbligare il proprio ragazzo ad accompagnarle al corso proprio durante una partita importante di Champions League le rende sicuramente più felici. Ma per i maschietti senza fidanzata? Come si può giustificare questa tragedia? Facile: per la gnagna! Sì, i maschi che ballano i latini sono quelli che, per la grande maggioranza, non hanno questa padronanza linguistica e questo carisma da poter mettere a segno tante conquiste, il loro spirito di iniziativa non va al di là del classico “Psss… a te… sì, tu con le scarpe rosse… bellaaa!” e il contatto, lo struscio, perlomeno li illude di essere appetibili.
L’abbigliamento: lei va prevalentemente di vestitino con cinta di diamanti di bigiotteria e, sotto, il perizoma che si vede nitido, scarpe con tacco… ma non in pista! Nella borsa ha una busta della spesa contenente i tacchi bassi per quando deve dimostrare il concetto “Brutta cessa, so ballare tre volte meglio di te!”. Per lui il pantalone è attillato e lo stivaletto nero o pitonato, abbinato alla cinta a tenere i pantaloni alti, altissimi, a dolcevita quasi, e poi la camicia, il pezzo forte.
La camicia del salsero di qualunque tipo ha un grande e solo punto in comune per tutti: è sudatissima, è così sudata che se la strizzi risolvi il problema della siccità in Uganda… più il ballerino suda più è bravo. Possiamo trovare vari tipi di camicia: c’è la classica, la bianca, d’estate in lino, aperta fino all’ombelico per permettere alla collanina di rosario col crocifisso di sbattere sul petto depilato. Poi c’è la camicia mista, tutta blu o celeste coi polsini e il colletto bianchi; il collo è rigido come il cartone della pizza d’asporto ed è alto come la fronte di Marzullo, i polsini così grandi che sembra abbiano due rotoli di carta igienica come braccialetti: saranno gli unici elementi a salvarsi dal sudore. La mista, a fine serata, è una pozzanghera, la camicia mista alle 3 di notte può definirsi sindone!
E infine c’è la camicia lucida, nera o celeste o, per i fenomeni veri… rossa! Sì, rossa lucida di raso, fatta dello stesso materiale dei fiocchi dei regali di Natale. Sui fianchi, con quel tessuto e con quei movimenti, si rischiano ustioni anche di terzo grado, ma in compenso si vede meno la “sudata”, sì, perché la lucida quando sudi cambia colore come le Micro Machines, ma non ci si accorge della pezza perché assorbe poco… La lucida è sinonimo di sicurezza e sfrontatezza, la lucida è per quelli senza vergogna.
Cura del corpo: la donna che balla i latini va dal parrucchiere il pomeriggio prima di ogni serata danzante, è piena di extension, le unghie sono più finte delle espressioni di dispiacere di Barbara d’Urso ma, cosa buona, hanno sempre le gambe depilate, non come quelle donne in carriera che hanno le setole della spazzola dei cani.
L’uomo di questa categoria è, nella maggior parte dei casi, un tronista di serie B (pensate un po’), le sopracciglia ad ali di gabbiano e lampade come se per la pelle non ci fosse un domani. Sono quelli che hanno l’abbonamento al solarium, 10 lampade più 2 in omaggio… e riescono a farsele tutte in dieci giorni! A gennaio sono neri come un toast dimenticato nel tostapane. Raggi UVA a grappoli!
In quanto a capigliature sono molto vicini ai palestrati. Anche perché i palestrati fanno tre cose: i bodyguard, i vigilantes o/e i ballerini di salsa e merengue: quindi, coda gelatinata oppure pelata totale.
Certo, non bisogna generalizzare, magari c’è anche tanta gente diversa, che a ballare si diverte e basta, e non si configura con i modi e i costumi sopraccitati… Ma prima o poi diventerete tutti così!
Questo è un fenomeno che si sta allargando a macchia d’olio… Gente che mai aveva minimamente immaginato d’affacciarsi al mondo latino, ora lo fa. Dilaganti più dell’ebola, nessuno resiste al fascino dei balli latinoamericani: meccanici e muratori si ritrovano a far ruede di salsa cubana e coreografie che anche Steve La Chance avrebbe difficoltà a imparare. Idraulici che fino a poco tempo prima d’iscriversi alla scuola di ballo Cuccaraccia Dance, quando parlavi di avitamiento l’unica cosa che gli veniva in mente era il caro vecchio lavandino che perdeva acqua. Invece adesso non è più così. Bachata, merengue e salsa hanno fatto da Svitol per i bacini di mezz’Italia, ma allo stesso tempo hanno creato dei mostri. Persone che cambiano nome da un giorno all’altro: Paolo che si fa chiamare Pablo, Marco che diventa Marcos e Lino-Michele che diventa d’improvviso Miguel el Salsero…
Ed è per questo che quando sono a corto d’idee si sentono in dovere di tradurre canzoni italiane in spagnolo, mixandole al sound neolatino… Giuro, abbiamo visto gente ballare e divertirsi sulle note di La solitudine di Laura Pausini… esiste, cercate su YouTube la Salsa de Laura Pausini (La Soledad)! Che poi la cosa peggiore non sono le lezioni – quelle se le fanno per conto loro, chi vuole andare ci va, gli altri, i sani, magari vanno a fare sport – ma le serate a tema, alle quali per puro caso, senza volerlo, ci siamo trovati anche noi, a tutti noi è capitato, inesorabile…
Prima di tutto ci è sembrato di sentire sempre la stessa canzone per due ore, tanto che stavamo per ordinare la camicia di forza a un ballerino che ha gridato, dopo un’ora: “Madò, bellissima questa canzone!”… ma che cazzo aveva di diverso da quella sentita per un’ora? Forse i membri della setta sentono gli ultrasuoni in sottofondo come i delfini, non c’è altra spiegazione.
Un’altra cosa che ci ha scioccato è che “loro” bevono solo tanta acqua, mai un alcolico, probabilmente per favorire la sudorazione eccessiva.
Ma poi un momento, in mezzo alla serata, anche noi, sì, anche noialtri all’improvviso ci facciamo rapire, e per un attimo ci sembra di capirli quelli lì che si dimenano in mezzo alla pista come l’anguilla nel lavandino della pescheria, ci sembra per un istante di essere parte del loro mondo…
Mmm… Suavementeeeeeee… Be-sa-me!!!
Illuminazione! E lì accenniamo anche un passetto, dimenticandoci l’imbarazzo e il pregiudizio… Perché adesso, pensandoci e scrivendone, il latinoamericano è una passione che forse noi non conosceremo e comprenderemo mai fino in fondo, ma non è un problema da risolvere…
E allora: “… que yo quiero sentir tus labios besandome otra ves… suave… besame besame…”.
Aspè aspè aspè… un problema rimane… Le camicie dei ballerini! Sì, e lì c’è solo una soluzione… bruciatele! Ma quando lo fate, con quelle lucide di raso state attenti, fanno il ritorno di fiamma!

#pioeamedeosalviamoilmondo:
LA MONTAGNA

montagna
In effetti il titolo del capitolo è un po’ generico, perché figuriamoci se il problema è la montagna in sé e per sé. Premettiamo che noi amiamo la montagna, anzi ne approfittiamo anche qua per dire che se per caso ci sta leggendo qualche albergatore di Cortina d’Ampezzo o di Courmayeur e ci vuole ospitare gratis quest’inverno (specifichiamo inverno… andando avanti nel capitolo capirete il perché, e statevi calmi e checc…zo), manco la bocca deve aprire che stiamo già là con il nostro pellicciotto sintetico e i doposcì di pelo finto di muflone.
Dicevamo… Vogliamo analizzare in questo capitolo l’approccio con la montagna, e i problemi legati se scegliete di passarci la vacanza in estate, solo un giorno in inverno, oppure una settimana bianca. Partiamo dalla settimana estiva in montagna: amici cari, noi possiamo capire se, dovendoci passare per forza, decidete di godervi il fantastico panorama alpino, per esempio, dal BMW cabriolet affittato, mentre state andando a fare i porci a Lloret de Mar. Addirittura arriviamo anche a capire se, presi dalla fame, decidete di restarci a pranzo, affascinati dalla bellezza di una baita, per mangiare i canederli al sugo di stambecco. Ma rimanerci lì una settimana… no, questo è troppo!
Andare in montagna d’estate è come andare a Ibiza il 2 novembre. Già dopo due giorni il panorama e le passeggiate ti rompono i coglioni più di una di quelle puntate notturne di lezioni universitarie sulla Rai. Pure che ci riesci ad andare con Elisabetta Canalis, ammesso che ci caschi a venire proprio con te, anche ammesso che alla fine lei si convinca a dartela giusto per la noia infinita, il messaggio di sfottò che ti arriva dai tuoi amici che si stanno schizzando con il mojito gigante al Samsara di Gallipoli ti distrugge l’anima. Quindi è giusto che lo usiate al massimo per minacciare vostro figlio se non dovesse andare bene a scuola: «Se non vieni promosso, quest’estate andiamo a Roccaraso Matese una settimana!». La leggenda narra che la mamma di Einstein, quando il figlio titubava in fisica, minacciò di portarlo un mese in montagna ad agosto se non si fosse applicato un po’ di più, e sappiamo tutti come è andata a finire! L’unica mezza giustificazione per questa scelta di vacanza può essere solo se viene fatta come terapia: quando la vita in città vi sembra troppo stressante, vi andate a fare quella bella settimana estiva a cavallo di Ferragosto in montagna e, quando tornate, anche quelle tre ore di stress nell’ingorgo del traffico delle 12.45 le vivrete con un sorriso sulle labbra che manco le prime note alla radio di un Paolo Vallesi ve lo riescono a togliere, anzi che quasi vi viene da commentare come se Vallesi fosse un amico vostro: “La forza della vita, caro Paolo, ora so anch’io cos’è…”.
Passiamo adesso a quelli che ci vanno per un giorno; qui dobbiamo fare due distinzioni: i folgorati che ci vanno in macchina superattrezzati e i folgorati che ci vanno in pullman improvvisati. Come avrete già capito, in entrambi i casi parliamo di gente che non sta bene. Per quanto riguarda i primi sono esseri che spendono 5000 euro in attrezzature la sera prima di partire, per acquistare la tuta e gli scarponi da sci di nuova generazione, gente che carica la macchina con la quantità di roba più o meno uguale a quella ch...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. INTRODUZIONE
  4. ULTIMA CONNESSIONE DI WHATSAPP
  5. LE MAMME 2.0
  6. I CONTESTATORI DEI SOCIAL
  7. I PROFILI DI COPPIA SU FB
  8. LA MACCHINA
  9. IL RICOVERO ALL’OSPEDALE AL SUD
  10. I PALESTRATONI
  11. COME DISTINGUERE AL MARE I BAMBINI DEL SUD DA QUELLI DEL NORD
  12. LA CASA AL MARE
  13. QUELLI CHE SI AMMAZZANO DI FOOTING
  14. L’IGIENE INTIMA
  15. IL CICLISMO
  16. IL PARCHEGGIO
  17. LE ZANZARE
  18. BALLARE IN DISCOTECA
  19. I BALLI LATINOAMERICANI
  20. LA MONTAGNA
  21. LA CRONOLOGIA ANONIMA SUL WEB
  22. RINGRAZIAMENTI
  23. Copyright