I numeri dell'universo
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I numeri dell'universo

Le costanti di natura e la Teoria del Tutto

  1. 336 pagine
  2. Italian
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I numeri dell'universo

Le costanti di natura e la Teoria del Tutto

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Informazioni sul libro

I più recenti risultati della ricerca scientifica hanno portato all'identificazione di quei numeri misteriosi che stanno alla radice di tutti i fenomeni del mondo e ne determinano il ripetersi sempre uguale. Sono i numeri dell'universo: quei valori che definiscono l'intensità della forza di gravità e del magnetismo, la velocità della luce o la massa delle più piccole particelle di materia. Nel libro John D. Barrow conduce in un'emozionante esplorazione dei loro enigmi: perché hanno certi valori e non altri? Sono davvero "costanti", oppure, come nuove ricerche dimostrerebbero, evolvono nel tempo? Le costanti di natura sono allo stesso tempo l'espressione della nostra più vasta conoscenza e della nostra più profonda ignoranza del cosmo.

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Informazioni

Editore
Mondadori
Anno
2015
ISBN
9788852057908

Note

«Voglio proprio farle conoscere Miss Leighton-Buzzard» disse la signora Bovey-Tracey, invitandomi a pranzo l’altro giorno. «È una donna così interessante, e davvero fuori del comune. Non scrive, sa.»
WILLIAM PLOMER, Electric Delights

I. Prima dell’inizio

1. H. Mankell, La falsa pista, Venezia, Marsilio, 1998, p. 302.
2. J. Donne, Sermone del giorno di Pasqua, 25 marzo 1627, in The Complete Poetry and Selected Prose of John Donne, a cura di C.M. Coffin, New York, Modern Library, 1952, p. 536.
3. B. Appleyard, Understanding the Present. Science and the Soul of Modern Man, London, Doubleday, 1992; e Vaclav Havel, Philadelphia Liberty Medal Address, 4 luglio 1994: www.hrad.cz/president/havel/speeches/1994/0407_uk.html. Havel sembra identificare la scienza con la tecnologia, rendendola così responsabile di tutti gli effetti indesiderabili che la tecnologia ha causato alle persone e all’ambiente nei paesi comunisti dell’Europa orientale.

II. Viaggio verso la realtà ultima

1. A. Bennett, Forty Years On, London, Faber, 1969.
2. Rapporto della Commissione di inchiesta sull’incidente del Mars Climate Orbiter, Fase I, 10 novembre 1999, disponibile sul sito ftp://ftp.hq.nasa.gov/pub/pao/reports/1999/MCO_report.pdf. La citazione è tratta dalla pagina 6 dell’Executive Summary.
3. Rapporto della Commissione di inchiesta sull’incidente del Mars Climate Orbiter, Fase I, Appendice, p. 37.
4. Il presidente del comitato scientifico della Camera dei rappresentanti, F. James Sensenbrenner Jr, appresa la notizia, rilasciò alla stampa un commento laconico: «Sono senza parole.»
5. Un esempio interessante è fornito dalla realizzazione della rete ferroviaria in Gran Bretagna che richiese l’accordo tra le unità di tempo di città lontane tra loro.
6. J. Rivers, An Audience with Joan Rivers, trasmissione della London Weekend Television (1984).
7. A.E. Berriman, Historical Metrology, London, Dent, 1953.
8. Ci fu uno strano tentativo di decimalizzare le unità di tempo oltre a quelle di massa e lunghezza. Il 24 novembre 1793 fu emanato un decreto ufficiale che introduceva il nuovo «calendario rivoluzionario», secondo il quale i mesi erano suddivisi in tre cicli di dieci giorni detti decadi. In tal modo l’anno veniva completato con cinque speciali giorni «aggiuntivi» (sei negli anni bisestili), che seguivano l’ultimo mese dell’estate. Il sistema era analogo a quello usato dagli antichi egizi e aveva l’ulteriore intento di abolire i riti religiosi dei tradizionali giorni festivi della settimana. L’innovazione fallì miseramente e la settimana di sette giorni fu ufficialmente reintrodotta da Napoleone nel settembre del 1805. Per un resoconto più particolareggiato vedi J.D. Barrow, L’universo come opera d’arte, Milano, Rizzoli, 1997, pp. 205 sgg.
9. M. Glaser, 100 Jahre Kilogrammprototyp, Braunschweig, Physikalisch-Technische Bundesanstalt, 1989.
10. Dalla parola greca métron che significa misura.
11. In origine Talleyrand aveva proposto un’unità naturale basata sulla lunghezza di un pendolo che oscillasse con un periodo di un secondo alla latitudine di 45 gradi sulla superficie della Terra.
12. Aveva una sezione trasversale rettangolare di 25,3 mm × 4 mm, ed era fatto di platino; vedi T. McGreevy, The Basis of Measurement, vol. I, Chippenham, Picton Publishing, 1995, pp. 148-49.
13. La Royal Society di Londra non rispose a una proposta di incontro con l’Accademia delle scienze di Francia per concordare un sistema internazionale.
14. Fu realizzato, unitamente a due copie, da Johnson, Matthey & Co. a Londra nel 1879.
15. Naturalmente c’è il problema del grado di precisione con cui la massa campione è effettivamente nota. La massa del campione risulta pari a un chilogrammo con un’incertezza di misura di 0,135 milligrammi. Il campione britannico presenta un’incertezza di 0,053 milligrammi e quello statunitense un’incertezza di 0,021 milligrammi.
16. Things you ought to know!, Rawdon, Stoney Evans & Co., s.d., p. 9.
17. Nel 1800 all’industria sarebbe stata sufficiente una tolleranza nella determinazione delle lunghezze di circa 0,25 mm; intorno al 1900 tale tolleranza si era ridotta a 0,01 mm; verso il 1950 era scesa a 0,25 micrometri e nel 1970 a 12 nanometri. Oggi le nanotecnologie sono giunte a manipolare la struttura dei singoli atomi.
18. Va rilevato che parecchi scienziati del XIX secolo, fra i quali Lord Kelvin, usavano l’espressione «sistema metrico» per indicare qualunque sistema di pesi e misure, perché la parola greca métron significava semplicemente misura. Essi si servivano del nome «sistema decimale» per quello che oggi viene chiamato sistema metrico in quanto basato sul metro come unità di lunghezza.
19. James Clerk Maxwell, discorso presidenziale del 1870 alla British Association for the Advancement of Science, citato in B. Petley, The Fundamental Physical Constants and the Frontier of Measurement, Bristol, Adam Hilger, 1985, p. 15. È chiaro che qui Maxwell usava il termine «molecola» ove noi usiamo la parola «atomo».
20. Sembra che l’idea di usare la lunghezza d’onda della luce emessa in particolari transizioni atomiche per definire una lunghezza sia stata proposta per la prima volta nel 1827 da uno scienziato francese, J. Babinet, ma l’apparecchiatura necessaria allo scopo non fu disponibile se non dopo la sua morte avvenuta nel 1872.
21. Più tardi, per consentire una maggiore precisione di misura, fu assunta come lunghezza d’onda di riferimento quella emessa quando si verifica una transizione tra due livelli energetici...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. I NUMERI DELL’UNIVERSO
  4. Prefazione
  5. I. Prima dell’inizio
  6. II. Viaggio verso la realtà ultima
  7. III. Standard extraumani
  8. IV. Nuove, più profonde, meno numerose: la ricerca di una Teoria del Tutto
  9. V. La sinfonia incompiuta di Eddington
  10. VI. Il mistero dei grandissimi numeri
  11. VII. La biologia e le stelle
  12. VIII. Il principio antropico
  13. IX. Modificare le costanti e riscrivere la storia
  14. X. Nuove dimensioni
  15. XI. Variazioni su un tema costante
  16. XII. Arrivare al cielo
  17. XIII. Altri mondi e grandi interrogativi
  18. Note
  19. Copyright