Verso l'illuminazione
eBook - ePub

Verso l'illuminazione

Come la meditazione insegna la felicità

  1. 256 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
eBook - ePub

Verso l'illuminazione

Come la meditazione insegna la felicità

Dettagli del libro
Anteprima del libro
Indice dei contenuti
Citazioni

Informazioni sul libro

Se nel XX secolo la violenza ha sprigionato tutto il suo potere distruttivo in due guerre mondiali che hanno provocato milioni di morti, nei decenni inaugurali del Terzo millennio sembra aver assunto nuove forme, forse meno cruente ma altrettanto devastanti.

Fra le principali cause di queste tragedie che si stanno consumando sotto i nostri occhi, Sua Santità il Dalai Lama individua la mancanza di quell'altruismo - o meglio, di quell'«assenza di sé» - che invece il buddhismo insegna e pratica per condurre ogni individuo alla piena realizzazione delle proprie potenzialità e aiutarlo a conseguire l'illuminazione, il suo stato spirituale più elevato. È l'illuminazione, quindi, il nostro vero obiettivo, che può essere raggiunto percorrendo le tracce sapientemente indicate dal Buddha: saggezza, concentrazione meditativa, condotta morale, soprattutto se esaltate dalla compassione. Quest'ultimo sentimento, sottolinea il Dalai Lama, va ben oltre l'empatia, poiché si estende all'impegno in prima persona ad alleviare le sofferenze del prossimo e di ogni essere senziente, senza limiti spaziali. In tal luce, diventa anche più chiaro come possiamo intervenire sulle nostre afflizioni mentali, trasformando gran parte dei sentimenti negativi e autodistruttivi in atteggiamenti aperti e positivi, che sono fonte di serenità e benessere non solo per noi ma per tutti coloro che ci circondano.

Ricche di aneddoti personali e di acute riflessioni, queste pagine presentano del Dalai Lama un'immagine inedita: oltre che massima guida spirituale del buddhismo tibetano, premio Nobel per la pace, leader politico e personalità internazionale, anche studente alla continua ricerca della felicità, che - ci ricorda - è frutto di una disposizione interiore, ma è piena solo se condivisa.

Domande frequenti

È semplicissimo: basta accedere alla sezione Account nelle Impostazioni e cliccare su "Annulla abbonamento". Dopo la cancellazione, l'abbonamento rimarrà attivo per il periodo rimanente già pagato. Per maggiori informazioni, clicca qui
Al momento è possibile scaricare tramite l'app tutti i nostri libri ePub mobile-friendly. Anche la maggior parte dei nostri PDF è scaricabile e stiamo lavorando per rendere disponibile quanto prima il download di tutti gli altri file. Per maggiori informazioni, clicca qui
Entrambi i piani ti danno accesso illimitato alla libreria e a tutte le funzionalità di Perlego. Le uniche differenze sono il prezzo e il periodo di abbonamento: con il piano annuale risparmierai circa il 30% rispetto a 12 rate con quello mensile.
Perlego è un servizio di abbonamento a testi accademici, che ti permette di accedere a un'intera libreria online a un prezzo inferiore rispetto a quello che pagheresti per acquistare un singolo libro al mese. Con oltre 1 milione di testi suddivisi in più di 1.000 categorie, troverai sicuramente ciò che fa per te! Per maggiori informazioni, clicca qui.
Cerca l'icona Sintesi vocale nel prossimo libro che leggerai per verificare se è possibile riprodurre l'audio. Questo strumento permette di leggere il testo a voce alta, evidenziandolo man mano che la lettura procede. Puoi aumentare o diminuire la velocità della sintesi vocale, oppure sospendere la riproduzione. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Sì, puoi accedere a Verso l'illuminazione di Dalai Lama, Elisabetta Valdré in formato PDF e/o ePub, così come ad altri libri molto apprezzati nelle sezioni relative a Theology & Religion e Religion. Scopri oltre 1 milione di libri disponibili nel nostro catalogo.

Informazioni

Editore
Mondadori
Anno
2017
ISBN
9788852082658
Categoria
Religion

IL LIVELLO ELEVATO DELLA PRATICA

XIV

L’altruismo

L’altruismo è fonte di bene per te e per gli altri,
medicina che allevia tutte le pene,
il grande sentiero percorso dai saggi,
nutrimento per tutti coloro che lo vedono, lo odono, lo rammentano e lo contattano,
dotato di grande efficacia per migliorare il benessere altrui,
per suo tramite conseguirai indirettamente grandi vantaggi.
TZONG KHAPA, Il grande trattato sugli stadi del sentiero
La ragione principale per cui il Buddha Shakyamuni è tuttora identificato come individuo esemplare, pur essendo vissuto duemilacinquecento anni fa, è il fatto che fu potentemente influenzato dalla sua grande compassione. Il suo impegno nei confronti dell’altruismo non si limitò a qualche gesto di gentilezza e non si protrasse per un breve periodo; il Buddha praticò la grande compassione per innumerevoli eoni, una vita dopo l’altra, concentrandosi unicamente su di essa. L’interesse per gli altri, unito a una saggezza pienamente sviluppata, lo portò a liberarsi di tutti i difetti e a dotarsi di tutte le buone qualità di un maestro illuminato, la cui fama dura fino a oggi.
È altrettanto evidente che la fama di altri grandi maestri che attirarono molto seguito, come Mosè, Gesù e Maometto, provenne dal potere dell’altruismo. In tutto il corso della storia, le persone dalle cui vicende oggi traiamo ispirazione si dedicarono all’aiuto del prossimo. Le ammiriamo e leggiamo con grande piacere i testi che ne parlano. Le biografie delle persone che hanno fatto del male agli altri provocano in noi paura e antipatia quando le leggiamo, o anche solo ci pensiamo. Si tratta, nei due casi, di biografie di persone, ma la differenza risiede nell’atteggiamento, nell’intento di aiutare o nuocere. In effetti, se valutiamo senza preconcetti le biografie delle persone importanti vissute negli ultimi tremila anni, le vite positive furono motivate dall’altruismo, quelle di segno contrario dal tentativo di nuocere agli altri.
Se passiamo un po’ di tempo con qualcuno che ha un aspetto piacevole, ma interiormente non lo è altrettanto, la nostra reazione iniziale cambia; se, al contrario, la persona esternamente è poco allettante, ma il suo atteggiamento ci affascina, ci ritroviamo a pensare: «È proprio una bella persona». La bellezza dell’atteggiamento interiore è più importante. Persino agli animali piacciono le persone che hanno un bel modo di fare. Dubito che gli animali giudichino le persone dalla bellezza esteriore; avvertono se per indole una persona è amichevole o pericolosa. In questo senso, gli animali sono forse più affidabili, mentre gli esseri umani, pensando a un vantaggio temporaneo, sanno essere più subdoli e sono più facili da raggirare.
Quanto vado sostenendo è che, se vogliamo che gli altri siano gentili con noi, dovremmo tenere un atteggiamento positivo nei loro confronti. Gli esseri umani spendono enormi quantità di denaro per avere un bel corpo e, a paragone, ne spendono pochissimo per avere una mente affascinante. Gli altri possono farvi avere un corpo bellissimo, ma soltanto voi potete rendere bellissima la vostra mente.

L’altruista aiuta anche se stesso

Come afferma ripetutamente Tzong Khapa, «se t’impegni a ottenere il benessere altrui, lo realizzerai anche per te stesso». È una profonda verità che, nella misura in cui si è di giovamento agli altri, se ne trae personalmente un vantaggio. Molte persone apprezzano l’altruismo e ne tessono le lodi, ma non ne scorgono l’attinenza con il proprio benessere. Alcuni pensano addirittura che un’intensa dedizione alle preoccupazioni altrui comprometterebbe il loro benessere perché sarebbero costretti a trascurarlo. Ciò che deve cessare, tuttavia, non è l’interesse per la propria evoluzione personale ma l’eccessiva predilezione per se stessi, l’indirizzare tutta l’attenzione su di sé. A questo allude il passaggio dalla preferenza per se stessi alla predilezione per gli altri, invocata dai testi buddhisti.
Se non mettiamo da parte l’assurda predilezione per noi stessi e non adottiamo l’atteggiamento trasformativo di preferenza per gli altri, non troveremo nessuna consolazione in questo mondo, e tanto meno conseguiremo lo stato dell’altruismo supremo, la buddhità. Come afferma Shantideva:
Se al centro del tuo interesse sarà la tua stessa felicità
e non l’impegno ad alleviare il dolore altrui,
non soltanto non conseguirai la buddhità,
ma non vi saranno piaceri nell’esistenza ciclica.

L’interrelazione

L’essenza della società umana è l’interdipendenza. Poco importa quanto sia potente il singolo individuo, è impossibile che una persona conquisti il successo con le sue sole forze. Gli esseri umani hanno una natura sociale, pertanto devono dipendere l’uno dall’altro. La bramosia non riesce neppure nel compito di amalgamare ciò che potrebbe esserci favorevole poiché è essenzialmente condizionata. Quando siamo preda della bramosia, l’affetto apparente per un’altra persona è in realtà compromesso poiché basta la minima interferenza perché s’insedi l’avversione. L’altruismo, al contrario, è della massima efficacia nell’amalgamare fattori benefici perché la sua natura incondizionata non c’indurrà mai a nuocere in modo irrazionale. L’altruismo è dotato soltanto di buone qualità.
Se vogliamo rimanere in vita, dobbiamo agire; se non passassimo all’azione, moriremmo. Quando le nostre azioni in qualsiasi settore d’intervento sono attinenti alla situazione reale, riescono a ottenere il risultato voluto. Pensate a quello che serve per preparare un pasto (anche se devo ammettere che non so cucinare!). Non basta il desiderio di preparare un buon pranzo, se non si sa quali verdure servono, come si tagliano e si cuociono. Se sapete che cosa occorre, riuscirete a preparare un buon pranzo. È altrettanto essenziale conoscere la realtà di una situazione quando ci impegniamo in un’azione qualsiasi.
Qual è la situazione reale? La felicità che desideriamo dipende da molte cause e condizioni, così come la sofferenza che cerchiamo di evitare. Stando così le cose, le vere condizioni della felicità e della sofferenza si possono comprendere solo ampliando la visuale; non si riescono a capire da una prospettiva ristretta. Prendendo in considerazione un singolo fattore non si ottiene la felicità e non si evita il dolore.
Quando siete preda della bramosia o dell’avversione, la vostra visuale è necessariamente angusta, limitata a un obiettivo ristretto. Per fare un esempio, se vi arrabbiate in una circostanza dolorosa, non riuscite a cogliere la rete delle condizioni che vi hanno contribuito, mentre se abbracciaste l’ampia portata delle cause concomitanti, l’avversione sarebbe impossibile. Concentrandovi su un unico fattore specifico tra i tanti che hanno fatto sorgere un problema, chiudete la porta all’apertura mentale e, di conseguenza, alla felicità.
Le afflizioni hanno bisogno di un obiettivo stabilito, apparentemente vero e reale, che esiste di per sé ed è autonomo. Quando entrano in scena le emozioni distruttive, diventa tanto più difficile rendersi conto che la situazione dipende da una moltitudine di circostanze interconnesse, mentre è più facile accorgersene quando bramosia e avversione sono assenti.
Tutti si rendono conto che, al contrario, l’altruismo è un atteggiamento non afflittivo; la sua stessa natura prevede un’apertura mentale che agevola la comprensione di un vasto assortimento di fattori interdipendenti. Che si tratti di economia, politica, commercio, scienza, cultura, servizi sociali, o qualsiasi altro genere di attività, nulla scaturisce da una singola condizione. Poiché la verità è sempre inglobata in una vasta rete di condizioni, più ampia sarà la vostra visuale, maggiore la possibilità di creare qualcosa di positivo o annullare qualcosa di negativo.
Quando tentiamo di risolvere un problema senza tale ampiezza di vedute, creiamo una quantità di inconvenienti a noi e agli altri. Molte situazioni difficili di cui siamo testimoni in questo mondo derivano dal non aver osservato il quadro generale ed essersi concentrati soltanto su una sua sfaccettatura, individuando, per esempio, una singola persona come fonte dei problemi; sorge allora il pensiero: «È lui il nemico». Focalizzarsi solo sul proprio tornaconto è il problema; interessarsi agli altri è la soluzione.
Alle persone che incontro dico spesso che, pur essendo il buddhismo a spiegarla in modo approfondito, l’originazione dipendente non è una concezione meramente buddhista. È di fondamentale importanza in molte situazioni che si presentano nel nostro mondo. La prospettiva dell’interconnessione è pertinente a una miriade di settori perché fornisce una visuale olistica. L’altruismo è la porta che si affaccia su quel vasto panorama.

L’altruismo dà coraggio

L’interesse per gli altri dà anche coraggio. Quando il vostro unico interesse è l’«io», sorgono paura e ansia, che fanno aumentare l’insicurezza e portano il corpo in una condizione di squilibrio, causando problemi di salute. Al cuore dell’altruismo risiede invece il coraggio, che diminuisce la paura e concede di rilassarsi, producendo di conseguenza effetti salutari sulla pressione sanguigna e sul benessere complessivo.
Durante un congresso di scienziati che si è tenuto a New York e a cui ho partecipato, un medico ha riferito che chi usa ripetutamente il pronome «io» è più soggetto alle malattie cardiache. Non ne ha addotto il motivo, ma a me sembra che porre l’«io» al centro restringa e irrigidisca la visuale di una persona e che quell’atteggiamento non possa essere positivo per il cuore. Quando, al contrario, prevale l’interesse per gli altri, si crea una grande apertura che cambia notevolmente le cose. Se fossi un medico, probabilmente scriverei su tutte le ricette destinate ai pazienti: «Sia altruista, e migliorerà!».
Tutti noi siamo nati in questo mondo; tutti noi siamo provvisti dei mezzi per aiutare gli altri. Rivolgersi alle persone che operano nel nostro campo di attività con fare gentile e premuroso influirà su di essi, fossero pure dieci persone, aumentando la loro tranquillità e diminuendo il conflitto. Se ciascuno di essi tratterà a sua volta i colleghi in modo simile, sebbene l’effetto possa essere graduale, con il tempo diverrà trasformativo. È così che si può cambiare il mondo.

Come diventare praticanti di grandi capacità

Il metodo per assurgere al livello elevato della pratica spirituale consiste nello sviluppo dell’altruismo fino al punto in cui la ricerca dell’illuminazione, per porsi in modo più efficace al servizio degli altri, diventa spontaneamente la motivazione interiore. L’anelito all’illuminazione per il bene del prossimo diventa la forma suprema di altruismo quando opera in concordia con la saggezza dell’originazione dipendente. Per questo motivo, nell’ultima sezione del libro ci occuperemo di come rendere più intensa la compassione e sviluppare la saggezza.
L’intento altruistico di conseguire l’illuminazione prese forma nel Buddha già nel momento dell’ispirazione originaria, e l’ultimo consiglio che diede ai suoi seguaci fu di interiorizzare la propensione a preferire gli altri piuttosto che se stessi. Mi reputo fortunato di poter trasmettere questo insegnamento attenendomi sia al suo pensiero sia alla visione di grandi studiosi e praticanti indiani come Nagarjuna, e spero che anche voi vi riteniate privilegiati nel poterlo leggere. Una storia tibetana tramandataci per tradizione orale racconta di un maestro del tardo XVII secolo devoto a questa pratica. Un giorno, dopo aver spiegato l’argomento, disse: «Oggi ho avuto l’opportunità di offrire spiegazioni sull’amore, la compassione e l’intento altruistico di conseguire l’illuminazione, e mi sento così rinvigorito!».

Contemplazione

Riflettete:
  1. Ci piacciono le narrazioni delle vite motivate dall’al...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Verso l’illuminazione
  3. Premessa
  4. I. Un libro sull’illuminazione
  5. II. Le religioni a confronto
  6. III. Il contesto buddhista
  7. IV. La pratica del buddhismo
  8. V. I requisiti di un insegnante
  9. VI. Il buddhismo in India e in Tibet
  10. IL LIVELLO INIZIALE DELLA PRATICA
  11. IL LIVELLO MEDIO DELLA PRATICA
  12. IL LIVELLO ELEVATO DELLA PRATICA
  13. Bibliografia
  14. Copyright