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  1. 384 pagine
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Informazioni sul libro

Da questo romanzo la serie tv Netflix con Penn Badgley, Elizabeth Lail e Shay Mitchell.

Basta una mano che chiude con gentilezza la porta della libreria per non farla sbattere, basta la scelta di un libro né troppo sofisticato né troppo sciocco, basta un maglione a V senza reggiseno, ed ecco che la fantasia di Joe si mette in moto.

Joe è un libraio dell'East Village, ama il suo lavoro e ha una personalissima idea sui libri che bisognerebbe leggere, e poi ha un certo occhio per i suoi clienti. Non gli può sfuggire la giovane, carina, sessualmente provocante Guinevere Beck, aspirante scrittrice che ha appena varcato la soglia e ora vaga tra gli scaffali rifugiandosi tra la F e la K, lanciando dietro di sé un sorrisetto malizioso.

Beck è tutto ciò che Joe ha sempre desiderato: glaciale e al contempo più sexy di qualsiasi fantasia estrema, ha l'aria da dura, e racconta un sacco di bugie che la rendono misteriosa e ancora più affascinante. E poi non la smette di scrivere, scrive di tutto tranne che il proprio romanzo: mail alle amiche, twitter, sms, un mondo intero di informazioni private facilmente accessibili e tutti sembrano essere molto, ma molto interessati a lei.

Beck ancora non lo sa, ma lei è perfetta per Joe, è la sua anima gemella. E presto non potrà più resistere a un ragazzo che sembra disposto a tutto per lei.

Ma c'è qualcosa che sfugge a entrambi. Qualcosa di Joe che Beck non ha del tutto realizzato. Qualcosa di nascosto dietro la meravigliosa facciata di Beck. E la loro reciproca ossessione potrebbe rivelarsi non così innocua...

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Informazioni

Editore
Mondadori
Anno
2015
ISBN
9788852061233

1

Entri in libreria e tieni la mano sulla porta per evitare che sbatta. Sorridi, imbarazzata dalla gentilezza del tuo gesto, e le tue unghie sono nude e il tuo maglione a V è beige ed è impossibile capire se porti il reggiseno ma secondo me no. Sei così pulita che sei indecente e mormori la tua prima parola – ciao – mentre la maggioranza delle persone tirerebbe dritto e basta, ma non tu, con i tuoi jeans rosa larghi, un rosa uscito dalla Tela di Carlotta e da dove sei sbucata?
Sei classica e minuta, la mia piccola Natalie Portman verso la fine del film Closer, quando ha il viso giovane e fresco e ha chiuso con quei due brutti ceffi inglesi e se ne torna in America. Sei arrivata da me, finalmente recapitata a casa, un martedì alle 10.06 del mattino. Ogni giorno faccio il pendolare dalla mia casa a Bed-Stuy a questa libreria nel Lower East Side. Tutti i giorni chiudo senza trovare nessuno come te. Guardati, nata nel mio mondo oggi. Sto tremando e mi calerei un Tavor ma le pastiglie ce le ho al piano di sotto e non mi va di calarmi niente. Non voglio andare dabbasso. Voglio stare qui, pienamente, a guardarti mentre ti mordi le unghie senza smalto e giri la testa a sinistra, no, ti mordi quel mignolo, sgrani quegli occhi, a destra, no, passi oltre le biografie, il self-help (grazie a Dio) e rallenti quando arrivi alla narrativa.
Sì.
Ti lascio sparire tra gli scaffali – Narrativa F-K – e non sei la solita ninfa insicura a caccia di un Faulkner che non finirai mai, non comincerai mai; un Faulkner che si indurirà e calcificherà, sempre che i libri possano calcificare, sul tuo comodino; un Faulkner che ha l’unica funzione di convincere gli uomini da una botta e via che sei sincera quando giuri che non fai mai quelle cose. No, tu non sei come quelle ragazze là. Non metti in mostra Faulkner e i tuoi jeans sono larghi e hai un colorito troppo sano per Stephen King e sei troppo poco trendy per Heidi Julavits e chi, chi comprerai? Starnutisci, forte, e io immagino come strilli quando raggiungi l’orgasmo. «Salute!» grido.
Fai una risatina e gridi pure tu, arrapata che sei: «Anche a te, amico».
Amico. Stai flirtando e se fossi il classico stronzo che usa Instagram, fotograferei la targhetta F-K, ripulirei la bimba da tutta la roba che non serve e scriverei sotto:
F**K, cazzo, l’ho trovata.
Calmati, Joe. Alle donne non piace quando un tizio va troppo diretto, ricordo a me stesso. Grazie a Dio è entrato un cliente ed è difficile trovare un senso al suo prevedibile Salinger – del resto, è sempre difficile. Quanti anni ha ’sto tizio, trentasei?, e se lo legge solo adesso Franny e Zooey? Ma per piacere. Figurarsi se lo legge. Serve solo a coprire i Dan Brown che ha in fondo al cestino. Se lavori in una libreria impari subito che la maggior parte della gente si sente in colpa per essere quel che è. Infilo il Dan Brown per primo nel sacchetto come se fosse pedopornografia e gli dico che Franny e Zooey è un libro figo e lui fa di sì con la testa e tu sei ancora nella zona F-K perché intravedo il tuo maglione beige tra gli scaffali, a malapena. Se allunghi il braccio ancora un po’, ti vedo la pancia. Ma non lo farai. Prendi un libro e ti siedi in corridoio e magari rimani lì tutta la notte. Magari va a finire come nel film con Natalie Portman Qui, dove batte il cuore, liberamente tratto dal romanzo di Billie Letts – sopra la media, per quel genere di schifezze –, e ti troverò qui nel cuore della notte. Solo che non sarai incinta e io non sarò il tizio innocuo del film. Mi chinerò su di te e ti dirò: “Mi scusi, signorina, ma siamo chiusi” e tu alzerai lo sguardo e sorriderai. “Be’, io non sono chiusa.” Un respiro. “Io sono apertissima. Amico.”
«Ehi» attacca il Salinger-Brown. È ancora qui? È ancora qui. «Posso avere lo scontrino?»
«Mi scusi.»
Me lo strappa di mano. Non odia me. Odia se stesso. Se la gente sapesse gestire il disprezzo di sé, il servizio clienti filerebbe molto più liscio.
«Senti, ragazzino, abbassa la cresta. Lavori in una libreria. Non pubblichi libri. Non scrivi libri, e se fossi minimamente capace di leggerli, probabilmente non lavoreresti in una libreria. Quindi levati quell’aria di biasimo dalla faccia e augurami una buona giornata.»
Quest’uomo può dirmi tutto quel che vuole ma rimane comunque uno che compra Dan Brown e se ne vergogna. Adesso compari tu con il tuo sorriso intimo alla Natalie Portman, e l’hai sentito, quel pezzo di merda. Io guardo te. Tu guardi lui e lui continua a guardare me, in attesa.
«Buona giornata, signore» dico e lui sa che non è un augurio sincero e odia desiderare di sentirsi dire parole scontate da uno sconosciuto. Dopo che è uscito, grido di nuovo, perché stai ascoltando: «Goditi il tuo Dan Brown, coglione!».
Ti avvicini, ridendo, e grazie a Dio è mattina, siamo nel bel mezzo della mattinata e nessuno ci interromperà. Posi il cestino di libri sul banco e mi dici sfacciata: «Hai intenzione di giudicare anche me?».
«Che stronzo, eh?»
«Eh, sarà stato di cattivo umore.»
Sei un tesoro. Vedi il lato migliore delle persone. Ci compensiamo.
«Be’» dico e dovrei stare zitto e voglio stare zitto ma tu mi fai venir voglia di parlare. «Quello lì dimostra che Blockbuster non avrebbe dovuto chiudere.»
Mi guardi. Sei curiosa e io voglio sapere di te ma non posso fare domande, perciò continuo a parlare.
«Tutti si sforzano sempre di essere migliori, di perdere due chili, di leggere cinque libri, di andare al museo, di comprare un CD di musica classica e di ascoltarlo e apprezzarlo. In realtà vogliono solo mangiare schifezze, leggere riviste e comprare album di musica pop. E i libri? Chi se ne fotte dei libri. Prenditi un Kindle. Sai perché il Kindle ha così successo?»
Tu ridi e scuoti la testa e mi ascolti mentre la maggior parte della gente a questo punto si distrae, si mette a trafficare con il telefonino. Tu invece sei bella e mi chiedi: «Perché?».
«Te lo dico subito perché. Con Internet avevi i porno a domicilio...»
Ho appena detto porno, sono un cretino, ma tu mi stai ancora ascoltando, che tenera.
«Così non dovevi andare a comprarteli fuori. Non dovevi incrociare lo sguardo del tipo del negozio che adesso sa che ti piace guardare le ragazze che vengono sculacciate. Lo scambio di occhiate ci mantiene persone civili.»
I tuoi occhi sono due mandorle e io continuo. «Schiette.»
Non hai la fede al dito e io continuo. «Umane.»
Sei paziente e io devo chiudere la bocca ma non ci riesco. «E il Kindle, il Kindle toglie ogni moralità alla lettura, proprio come ha fatto Internet con i porno. Non ci sono più né freni né controlli. Puoi leggerti il tuo Dan Brown sia in pubblico che in privato. È la fine della civiltà. Ma...»
«C’è sempre un ma» dici e scommetto che vieni da una grande famiglia di persone sane e amorevoli che abbracciano molto e cantano canzoni intorno a un falò.
«Ma visto che non ci sono più posti per andare a comprare film o dischi, rimangono i libri. Non ci sono più videonoleggi, quindi non ci sono più nerd che lavorano in videonoleggi e citano Tarantino e litigano su Dario Argento e odiano la gente che noleggia i film di Meg Ryan. Quella cosa, l’interazione fra venditore e acquirente, è il momento di scambio più importante che abbiamo. E non puoi eliminare di punto in bianco una cosa simile senza aspettarti delle conseguenze, capisci?»
Non lo so se capisci ma non mi dici di smettere di parlare come fa a volte la gente e annuisci. «Mmh.»
«Vedi, il negozio di dischi era il grande livellatore. Dava potere ai nerd – “Sta davvero comprando Taylor Swift?” –, anche se poi tutti quei nerd se ne tornavano a casa e impazzivano per Taylor Swift.»
E smettila di dire Taylor Swift. Stai ridendo di me o con me?
«Comunque» dico, e mi fermo subito se me lo dici tu.
«Comunque» dici tu, e vuoi che la pianti lì.
«Il punto è che comprare è una delle poche cose oneste che facciamo. Quel tizio non è venuto per Dan Brown né per Salinger. Quel tizio è venuto qui a confessarsi.»
«Sei un prete?»
«No. Sono una Chiesa.»
«Amen.»
Guardi il tuo cestino e io parlo come un fuori di testa solitario e sbircio nel tuo cestino. Il tuo telefono. Tu non lo vedi ma io sì. Ha lo schermo rotto. È in una cover gialla. Significa che ti prendi cura di te solo quando sei ormai senza speranza. Scommetto che prendi lo zinco solo il terzo giorno di raffreddore. Raccolgo il tuo telefono e cerco di fare una battuta.
«L’hai rubato a quel tipo?»
Prendi il tuo telefono e arrossisci. «Io e questo telefono...» dici. «Sono una mammina cattiva.»
Mammina. Sei proprio porca.
«Ma va’...»
Sorridi e il reggiseno non ce l’hai di sicuro. Tiri fuori i libri e posi il cestino a terra e mi guardi come se per me non fosse nemmeno lontanamente possibile criticare qualsiasi cosa tu abbia mai fatto. Ti si rizzano i capezzoli. Non te li copri. Noti le trecce di liquirizia Twizzler che tengo vicino alla cassa. Le indichi, affamata. «Posso?»
«Sì» rispondo, e ti sto già dando da mangiare. Sollevo il primo libro, Impossible Vacation di Spalding Gray. «Interessante» dico. «Di solito i clienti prendono i suoi monologhi. È un ottimo libro, ma non è un libro che la gente compra molto, tanto meno le giovani donne che non sembrano inclini al suicidio – se si pensa al destino dell’autore.»
«Be’, a volte ti viene voglia di esplorare le zone buie, hai presente?»
«Sì» dico. «Già.»
Se fossimo adolescenti, ti potrei baciare. Ma sono su una pedana dietro a una cassa con un cartellino con il nome e siamo troppo vecchi per essere giovani. Certe cose che si fanno di notte non funzionano di mattina e dalle vetrine filtra troppa luce. Le librerie non dovrebbero essere buie?
Appunto mentale: dire al signor Mooney di comprare delle tapparelle. Delle tende. Qualsiasi cosa.
Prendo il secondo libro, Quello che rimane, di una delle mie scrittrici preferite, Paula Fox. È un buon segno, ma forse lo stai comprando solo perché hai letto su qualche stupido blog che è la nonna biologica di Courtney Love. Non posso essere sicuro che tu stia comprando Paula Fox perché sei arrivata a lei nel modo giusto, cioè attraverso un saggio di Jonathan Franzen.
Infili la mano nel portafoglio. «È la migliore, vero? Mi spiace un sacco che non sia più famosa, anche se Franzen non fa altro che cantare le sue lodi, hai presente?»
Grazie a Dio. Sorrido. «...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. You
  4. 1
  5. 2
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  9. 6
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  12. 9
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  18. 15
  19. 16
  20. 17
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  23. 20
  24. 21
  25. 22
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  28. 25
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  31. 28
  32. 29
  33. 30
  34. 31
  35. 32
  36. 33
  37. 34
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  39. 36
  40. 37
  41. 38
  42. 39
  43. 40
  44. 41
  45. 42
  46. 43
  47. 44
  48. 45
  49. 46
  50. 47
  51. 48
  52. 49
  53. 50
  54. 51
  55. 52
  56. 53
  57. Ringraziamenti
  58. Copyright