La verità, vi spiego, sull'amore
eBook - ePub

La verità, vi spiego, sull'amore

  1. 240 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
eBook - ePub

La verità, vi spiego, sull'amore

Dettagli del libro
Anteprima del libro
Indice dei contenuti
Citazioni

Informazioni sul libro

Aprire questo libro è un'esperienza sorprendente, capace di portare allegria nella più grigia delle giornate. Proprio come entrare in casa di Dora, la protagonista. Nel suo appartamento torinese potrete incontrare: i suoi due bambini, piccoli saggi e buffissimi; il loro tato Simone, magari sul balcone intento a fumare (meglio non chiedersi che cosa); Sara, la migliore amica senza figli di Dora, stavolta alle prese con la decisione più difficile; il massimo del disordine che una donna nata alle nostre latitudini possa sopportare; un paio di nonni molto diversi da quelli delle pubblicità; un quadro con un pappagallo zampe all'aria, in grado di infondere pace a chi lo guarda; un sacco di ricordi felici sospesi nell'aria - quelli del tempo in cui il padre dei bambini, nonché compagno di Dora, abitava ancora in quella casa -, diversi angoli dove ristagna la malinconia per tutto ciò che invece non è stato o non sarà, e grandi finestre per lasciar entrare il sole. Zitti, se fate attenzione sentirete bussare alla porta! È un giovane vicino di casa, decisamente sexy a dirla tutta, ed è qui per Dora. Ma eccola che arriva, Dora, è appena sveglia e già sa che dovrà correre, e correre, sempre in ritardo su tutto, da vera "madre Gazzella": due bambini, un lavoro, un mutuo e una separazione con cui fare i conti. La storia di questa giovane donna coraggiosa, anticonformista e piena di vita, e di tutto il mondo che la circonda, fa riflettere proprio perché prende forma in scene esilaranti o tenere, sempre profondamente sincere. Enrica Tesio sa giocare con le parole, come se non avesse mai perso un po' dell'innocenza e del divertimento di quando era bambina e ogni giorno il mondo le appariva tutto nuovo. E costruisce un romanzo pieno di freschezza e di humour, la fotografia in movimento di una donna contemporanea, che "vorrebbe tutto" ma sorride di sé e degli altri e sa trovare la pazienza per costruirselo giorno dopo giorno. «Per quanto mi riguarda, sono della vecchia scuola di mia nonna: la felicità di un bambino si misura in dita di sporco lasciate nella vasca dopo il bagno serale. Più sporco, più felicità», dice Simone, il babysitter di Pietro e Micol. Ma qual è il metro con cui misurare la felicità di una donna, di una mamma? La verità, vi prego! Tra le pagine di questo libro forse la troverete, di certo sorriderete.

Domande frequenti

È semplicissimo: basta accedere alla sezione Account nelle Impostazioni e cliccare su "Annulla abbonamento". Dopo la cancellazione, l'abbonamento rimarrà attivo per il periodo rimanente già pagato. Per maggiori informazioni, clicca qui
Al momento è possibile scaricare tramite l'app tutti i nostri libri ePub mobile-friendly. Anche la maggior parte dei nostri PDF è scaricabile e stiamo lavorando per rendere disponibile quanto prima il download di tutti gli altri file. Per maggiori informazioni, clicca qui
Entrambi i piani ti danno accesso illimitato alla libreria e a tutte le funzionalità di Perlego. Le uniche differenze sono il prezzo e il periodo di abbonamento: con il piano annuale risparmierai circa il 30% rispetto a 12 rate con quello mensile.
Perlego è un servizio di abbonamento a testi accademici, che ti permette di accedere a un'intera libreria online a un prezzo inferiore rispetto a quello che pagheresti per acquistare un singolo libro al mese. Con oltre 1 milione di testi suddivisi in più di 1.000 categorie, troverai sicuramente ciò che fa per te! Per maggiori informazioni, clicca qui.
Cerca l'icona Sintesi vocale nel prossimo libro che leggerai per verificare se è possibile riprodurre l'audio. Questo strumento permette di leggere il testo a voce alta, evidenziandolo man mano che la lettura procede. Puoi aumentare o diminuire la velocità della sintesi vocale, oppure sospendere la riproduzione. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Sì, puoi accedere a La verità, vi spiego, sull'amore di Enrica Tesio in formato PDF e/o ePub, così come ad altri libri molto apprezzati nelle sezioni relative a Letteratura e Letteratura generale. Scopri oltre 1 milione di libri disponibili nel nostro catalogo.

Informazioni

Editore
Mondadori
Anno
2015
ISBN
9788852060861

1

Sono qui, davanti alla porta di casa. Le borse della spesa mi hanno segato le dita. Ho questo ottuso ottimismo da supermercato che mi spinge a riempire il carrello, presa dalla smania di risolvere tutta una settimana di provviste. Poi arrivo alla cassa, ripeto il solito rituale in cui mi stramaledico per aver dimenticato le borsone da un euro Carrefour che tengo impilate sotto il lavandino, ne acquisto di nuove.
Lì giunge la consapevolezza: non ce la farò mai a portare tutto a casa, da sola. E invece ce la faccio, piccolo sherpa, a forza di bestemmie: dieci metri – sosta – perché Dio mi hai abbandonato? – dieci metri – sosta – perché Dio mi hai abbandonato? Arrivo a casa e appoggio sul pianerottolo la zavorra infame.
Contiene cibo per me, per Pietro, il mio bambino di tre anni, per Micol, la mia bambina di tredici mesi. C’è anche una bottiglia di vino da bere con Sara dopo aver messo a letto i minorenni, ma niente, nemmeno un pacchetto di Ringo, per Davide, il mio compagno di trentacinque anni che dopo sette di vita insieme è diventato un posto vuoto a tavola. Mi ha lasciata, è andato via, è successo due mesi fa, e da allora faccio una spesa per tre, che pesa come un macigno.
E così mi ritrovo con le dita trasformate in artigli bluastri, anestetizzate e incapaci di cercare le chiavi nelle tasche, imbambolata davanti alla targhetta di ottone dove campeggiano due nomi: D. BIAGI e D. TEALDI. La prima D. sta per Dora, che sarei io.
È una lapide dell’amore, perfettamente lustra, solenne. Manca solo la data di nascita e di morte, magari una piccola epigrafe commemorativa. “Dora Biagi e Davide Tealdi. 2006-2013. Un amore nato per caso, finito per disattenzione.” O ancora, “Dora Biagi e Davide Tealdi. A imperitura memoria di qualcosa che ora mi sfugge.” “Dora Biagi e Davide Tealdi. C’eravamo tanto armati.” “Dora Biagi e Davide Tealdi. Dicono che il matrimonio sia la tomba dell’amore, ma pure la convivenza a ’sti due non ha fatto mica bene.” “Dora Biagi e Davide Tealdi. L’amore dura sette anni, il mutuo è per sempre.” “Dora Biagi e Davide Tealdi. L’amore ai tempi della collera.”
Do un’occhiata alla targa di ottone dei vicini, così lontani dalla tumulazione. Si chiamano Marco e Barbara, ma si rivolgono l’un l’altra a suon di Bibi e Bubu. Per me e Davide sono sempre stati Yoghi e Bubu, lui grande, barbuto e goffo, lei piccoletta, svampita, con le spalle spioventi, a gruccia. Non erano male all’inizio, un paio di volte Barbara mi aveva pure aiutato con i bambini, tenendomi Pietro mentre correvo a comprare il latte, erano anche venuti a cena, ansiosi di scoprire i segreti di una giovane coppia con figli, di fare un po’ di pratica, di immaginare i loro bambini futuri, bambini di sogno senza bisogni.
Ma poi c’era stata la svolta New Age, la scoperta delle tecniche di meditazione, i fiori di Bach, l’omeopatia, il veganesimo, infine il crudismo, il reiki e Sai Baba. Fu allora che Yoghi e Bubu per noi divennero Yoga e Sai Bubu o anche Mangia prega chiava, per via delle infinite sessioni di sesso tantrico aromatizzate al patchouli, amplessi che superavano le due ore e le spesse mura tra i nostri appartamenti.
Li ascoltavamo nel silenzio del letto matrimoniale, noi strozzando le risate, loro dando la stura ai rispettivi orgasmi e, in una logica del tutto perversa, credevamo che quelli ridicoli fossero loro. La verità è che oggi temo il giudizio di quelle due anime belle con le idee così chiare su ciò che è bene e ciò che è male. Sul cibo giusto e sbagliato. Le abitudini che ti uccidono e quelle che ti elevano.
Quando sento i loro passi per le scale abbasso al minimo il volume del televisore, perché non pensino che Pietro sia imbambolato davanti ai cartoni. La sera, sapendoli al di là del muro di fronte a seitan e crudité, urlo: «Bimbi a tavola, c’è la minestra con le verdure bio di stagione», e intanto servo gran piatti di salsiccia e patatine fritte. La spazzatura la butto solo a orari improbabili, il mio umido mi pare sempre troppo secco per i loro altissimi standard da raccoglitori e differenziatori seriali.
Perché lo faccio? Perché do una rassettata prima che arrivi la donna delle pulizie? Perché mi sfoltisco i peli prima di andare dall’estetista? Perché sono una sociopatica. Inutile dire che né la donna delle pulizie, né Mangia prega chiava sanno della separazione. Ed è meglio che mi schiodi da questo pianerottolo prima che arrivino e io debba nascondere tutti i prodotti Nestlé dalla spesa sega-dita.

2

Sara stappa il vino rosso da sola in cucina, Pietro mi trattiene seduta per terra accanto al suo letto, dice che non riesce a dormire, ha paura di Babbo Natale.
«Non ti preoccupare, amore, siamo a marzo. Babbo Natale si gode le sue vacanze fuori stagione.»
Cerco di rassicurarlo.
«Fuoli stagione...»
Lo ripete più per ribadire il concetto e farselo entrare bene in testa che per chiedere ulteriori delucidazioni. Poi abbraccia il suo inseparabile thermos, dà una carezza alla testa di Micol, in braccio a me mentre succhia dal suo biberon, e affonda la manina nei miei ricci. Sono una Madonna sui generis, o più una Gorgone con bambino. Mi cotona, ha ancora la forza di dire: «Mamma, mi tenghi? Sennò io cado!», e si addormenta.
Dove pensi di cadere il mio ragionier Filini non lo so, forse semplicemente dal letto. O forse a parlare è il timore, ma anche la voglia di essere risucchiato nel gorgo dei sogni, mangiato dalle coperte e dalle lenzuola per essere risputato fuori tutto arruffato la mattina. Cadere in un terreno sconosciuto che è poi il preludio del domani. Stacco Micol dalla tettarella in uno schiocco e la lascio succhiare a vuoto i suoi sonni di latte.
Mentre raggiungo Sara penso che una volta credevo davvero che amarsi significasse stringersi nel letto e, prima del sonno, sussurrarsi all’orecchio “Mi tenghi? Sennò io cado”. Poi sono caduta.
«Lo sai che è strano che tuo figlio abbia paura di Babbo Natale?» esordisce secca appena entro in cucina.
«Non più strano che scegliersi un thermos come coperta di Linus» minimizzo. «Lo sai, amica, la notte della Vigilia ci sono entrati i ladri in casa. Pietro è convinto che sia stato Babbo Natale.»
«Tutti strani ’sti figli di genitori separati...»
Sara è stata la prima a cui ho telefonato quando Davide è andato via. Ha ascoltato in silenzio le mie parole tutte razionalità e fermezza e poi ha commentato: «Cioè, Dora, spiegami... lui ha lasciato te. Lui. Te. Ma come cazzo si è permesso?». Venti minuti dopo eravamo insieme per una sessione di pigiama drama, una sorta di pigiama party cinico e anacronistico; una puntata di “Sex and the City” senza bei vestiti, senza lieto fine e soprattutto senza sex, con la Mole al posto dell’Empire.
È quella sera che le ho raccontato di Natale, del furto e della netta sensazione che fosse finita. La mia relazione aveva avuto un ictus: dieci minuti prima stava bene, dieci minuti dopo era senza speranza, se si fosse ripresa sarebbe stato un amore invalido, biascicante e con la zoppia. E anche per quello ci sarebbe voluta fatica, mesi di fisioterapia, ricadute e nessuna garanzia. L’ischemia emotiva ci ha colti alla Vigilia, un interruttore che si spegne, un’epifania a Natale.
Cos’è accaduto è presto detto. Sono le undici e mezzo del 24, la nostra famiglia al completo ritorna da una cena di spacchettamenti e leccornie dai genitori di Davide. La porta è aperta, Davide se ne accorge dalle scale, mi guarda preoccupato e Pietro si spaventa, molto più di me a dire il vero. Entriamo, tutto è in ordine, solo qualche maglia e qualche capo di biancheria buttati sul letto. Il ladro voleva stirare ma è stato colto sul fatto da un vicino tempestivo? Non lo so. A un primo controllo non manca niente, solo un cappotto, ma potrebbe anche essere stato divorato da un armadio durante i miei selvaggi cambi di stagione.
Chiamiamo la polizia giusto per segnalare l’accaduto, i poliziotti si fanno una risata, ironizzano sul fatto che probabilmente non ci fosse nulla da rubare, che Natale di merda passerà quel ladro. Ridiamo anche noi. Mettiamo le due maglie a posto, i bimbi a nanna. Ci infiliamo sotto le coperte. Davide tenta di scherzare facendo il pensionato piemontese, un gioco tra noi, dice: «Meno male che abbiamo l’un l’auta». Suona male, suona falso come l’alberello sintetico di là. Noi di qua non ridiamo più. Ecco l’ictus fulminante, tutto insieme mi appare chiarissimo che le cose importanti non ce le hanno rubate, le cose importanti le abbiamo perse.
«Ti fermi a dormire?» le chiedo mentre si toglie le scarpe e le butta da un lato del divano.
«No, finisco il vino e vado. Mi ha mandato un messaggio il tizio che ti dicevo. Lo raggiungo in giro.»
Mi sembra così remoto il tempo di messaggi come molliche di pane, uno dietro l’altro per trovarsi a notte inoltrata.
«Questo cosa fa?»
«Il poeta.»
«No, dài, sul serio, cosa fa per vivere?»
«Il bidello in una scuola materna. E poi il poeta. Un bravissimo poeta.»
«Promettente?»
«Non lo sono tutti, i primi dieci minuti?»
«Oddio no, te lo ricordi il fotografo minimalista? Quello che scattava solo tappi delle vasche da bagno... lui non prometteva manco i primi dieci minuti.»
«Hai ragione. Ma questo è bravo davvero.»
«Sento puzza di sindrome della musa, scrive di te?»
«Non ancora, ma ci spero.»
«Il poeta bidello è una statuetta che mancava nel tuo presepe. Mi piace.»
In quanto a uomini, ogni donna ha il suo presepe. Le fanciulle perbene hanno giusto un Re Magio. Il secondo, quello che le ricopre d’oro, se lo sposano, di certo non arrivano a Baldassarre, che è nero e per le fanciulle perbene il genere “indovina chi viene a cena” non funziona nemmeno se uno a cena porta la Mirra.
Poi ci sono le fanciulle normali, il loro presepe è pieno di pastorelli, amori mediocri, un poco stereotipati, pizza cinema e sesso con sottofondo dei Negramaro, domenica dai miei, ma la prossima settimana dai tuoi, che mamma si offende.
Poi ci sono le fanciulle come me e come Sara che non si sono fatte mancare niente, compreso il Re Magio nero, il pastore bergamasco, i suonatori di cornamusa, un gatto un topo un elefante non manca più nessuno solo non si vedono i due leocorni. Uno di quei presepi postmoderni dove accanto al bue e l’asinello trovi anche un Puffo, Robin senza Batman e Ciao, la mascotte dei Mondiali di Italia ’90.
Con Davide pensavo di avere chiuso la ricerca di pezzi più unici che rari, Sara invece coltiva con passione il suo presepe di designer, dj, fotografi, architetti, surfisti, designer surfisti, fotografi surfisti, dj surfisti, tecnici delle luci surfisti, tecnici del suono surfisti, ma anche architetti snowboarder, designer snowboarder, fotografi snowboarder. E surfisti snowboarder. Lei stessa è laureata in architettura, ma si occupa di grafica web in un’agenzia molto frequentata da tutte le categorie di cui sopra.
«Ti piace?»
«Non so, mi sembra di conoscerlo da sempre.»
«E non è un bene?»
«Lo sai Dora, io sono una che si annoia in fretta, questo dopo due ore lo conosco da sempre, dopo tre facciamo la pipì con la porta aperta, dopo quattro scoreggia nel letto. No, non è un bene.»
«Meglio non mettersi troppo a proprio agio, vero?»
«Amore e disagio... il titolo del mio libro di memorie.»
«Senti, parlando di disagio, domani andiamo da una psicologa per vedere come affrontare tutto ’sto casino con i bambini.»
«Una psicologa?»
«Sì, è un’idea di Davide.»
«Ti chiederà i disegni di Pietro, nei film lo fanno sempre.»
«A Pietro non piace disegnare.»
«Falli tu allora, prendi il pennarello tra le dita dei piedi e poi fai una casetta, un bambino, robe così. Non vorrai mica dire a una psicologa che tuo figlio non vuole disegnare, vero?»
Così ci togliamo le calze, inforchiamo un paio di evidenziatori e fingiamo di essere Daniel Day Lewis ne Il mio piede sinistro. Dipingiamo con i nostri arti prensili soli gialli, tetti rossi, sgorbi di varia natura. Alla fine ci fanno male gli addominali per la trazione delle gambe e per il troppo ridere. Sara non è solo la mia migliore amica, Sa...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. PROLOGO
  4. 1
  5. 2
  6. 3
  7. 4
  8. 5
  9. 6
  10. 7
  11. 8
  12. 9
  13. 10
  14. 11
  15. 12
  16. 13
  17. 14
  18. 15
  19. 16
  20. 17
  21. 18
  22. 19
  23. 20
  24. 21
  25. 22
  26. 23
  27. 24
  28. 25
  29. 26
  30. 27
  31. 28
  32. 29
  33. 30
  34. 31
  35. 32
  36. 33
  37. 34
  38. 35
  39. 36
  40. 37
  41. 38
  42. 39
  43. 40
  44. 41
  45. 42
  46. 43
  47. 44
  48. 45
  49. 46
  50. 47
  51. 48
  52. Copyright