Volo di notte
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Volo di notte

Antoine De Saint-Exupéry, Cesare Giardini

  1. 126 pagine
  2. Italian
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  4. Disponibile su iOS e Android
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Volo di notte

Antoine De Saint-Exupéry, Cesare Giardini

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In mezzo all'uragano il pilota postale Fabien continua il suo disperato volo senza ritorno nella notte, mentre all'aereoporto la giovane moglie segue impotente lo sviluppo della tragedia. I voli però devono continuare e all'alba un altro pilota prenderà il posto dello scomparso. Un romanzo lirico ed essenziale sul periodo eroico dell'aviazione narrato dal pilota-scrittore Saint-Exupéry (1900-44).

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Informazioni

Editore
Mondadori
Anno
2015
ISBN
9788852042164

La vita di Antoine de Saint-Exupéry

L’autore del Piccolo principe nasce a Lione il 29 giugno del 1900, terzo tra i cinque figli del conte Jean de Saint-Exupéry (discendente da un’antica famiglia limosina) e di Marie Boyer de Fonscolombe, pure nobile, originaria della Provenza. L’infanzia di Antoine, sulla quale la morte improvvisa del padre, nel 1904, viene a imprimere il marchio doloroso della perdita, si svolge tra Lione e l’atmosfera incantata di Saint-Maurice-de-Rémens, alle pendici del Giura: in un castello settecentesco circondato da un parco, e spesso evocato dal futuro scrittore, la zia Gabrielle de Tricaud ha accolto la giovane vedova e i suoi bambini, che si trovano a crescere in un ambiente monarchico e tradizionalista. Ma l’influenza affettiva e morale della madre (profondamente religiosa, amante dei libri, della musica, della natura, nonché pittrice di talento) trascende i limiti angusti di un’educazione secondo le regole: la vocazione di Antoine per la scrittura è precocissima, e il suo bisogno radicato di assoluto, che sfocia a tratti in un laico misticismo, non sarà spento dall’abbandono del cattolicesimo.
Nell’ottobre del 1909, insieme al fratello François, più giovane di lui di due anni, Antoine si reca a Le Mans per frequentare il collegio gesuita di Notre-Dame-de-Sainte-Croix, che lascia nel giugno del 1915. I due ragazzi, poi, studiano a Friburgo, in Svizzera, fino al 1917 (quando François muore di febbre reumatica, ed è un’altra ferita nell’esistenza di Antoine), alla scuola illuminata e tollerante dei padri maristi. Una prima volta nell’Aviatore, come un breve lampo, e poi più distesamente in Corriere del Sud, lo scrittore evocherà quella villa bianca tra i pini, luogo privilegiato di studi filosofici e di letture. Scolaro mediocre, Saint-Ex compone poesie in alessandrini e si accosta alle opere di Balzac, Baudelaire, Mallarmé, Dostoevskij, Cartesio, Taine, Nietzsche e Pascal. Quest’ultimo, con il suo appello alle ragioni del cuore contrapposte a quelle dell’intelletto, con la sua straordinaria capacità di condensare una lunga meditazione in una frase, non mancherà di esercitare il suo influsso sull’autore di Pilota di guerra e del Piccolo principe. Risalgono agli anni di Friburgo anche le prime amicizie: Charles Sallès, Marc Sabran e Louis de Bonnevie, ai quali Antoine rimarrà legato fino all’età adulta.
Non sono soltanto i libri, del resto, a sedurre il giovane Saint-Exupéry: il gusto dell’avventura, unito a un interesse spiccato per la meccanica, lo ha portato ben presto ad appassionarsi alle imprese pionieristiche dell’aviazione. È presso il campo di Ambérieu-en-Bugey, distante pochi chilometri da Saint-Maurice, che Antoine ha ricevuto il battesimo dell’aria nell’estate del 1912, quando il pilota Gabriel Wroblewski-Salvez lo ha portato con sé in volo. A partire dal baccalauréat nel 1917, ogni tappa della sua educazione scolastica (il Lycée Saint-Louis, a Parigi, per preparare il concorso d’ammissione all’École Navale; poi, dopo il fallimento all’esame nel giugno del ’19, la sezione Architettura dell’École des Beaux-Arts) sembra essere un intralcio alla realizzazione del suo vero sogno: diventare un pilota.
A Parigi, nonostante il sostegno dei parenti, le ristrettezze economiche rendono la vita di Antoine piuttosto difficile. Abita in un modesto alberghetto di rue de Seine. Ma durante il servizio militare, iniziato a Strasburgo nell’aprile del ’21 in qualità di meccanico e proseguito a Casablanca, Saint-Exupéry ottiene il brevetto: si congeda nel 1923 con il grado di sottotenente d’aviazione. Dopo un periodo di sbandamento e di lavori occasionali come impiegato e rappresentante (l’inquietudine era in parte dovuta al contrastato fidanzamento con Louise de Vilmorin, incontrata negli anni della bohème parigina e frequentata fino all’autunno del ’23, fidanzamento che costa ad Antoine la rinuncia a una carriera di pilota militare), comincia nel 1926 l’esperienza di maggiore pienezza nella vita di Saint-Exupéry, con l’assunzione presso la Société Latécoère, che l’anno successivo diventerà la Compagnie Générale Aéropostale, nel 1933 sarà nazionalizzata e confluirà in Air France.
All’avanguardia nel trasporto della posta, diretta dall’intransigente Didier Daurat (la cui trasposizione letteraria sarà, in Volo di notte, il personaggio di Rivière), la Société Latécoère ha base a Tolosa, e gioca la sua scommessa commerciale assicurando un collegamento rapido tra la Francia e Dakar, attraverso Spagna e Marocco, e in seguito con l’America del Sud. Nei cinque anni in cui rimane al suo servizio, Saint-Ex ha l’occasione di legarsi ai più grandi eroi dell’aviazione civile francese, come Jean Mermoz e Henri Guillaumet (il primo sarebbe scomparso nel 1936 sorvolando l’Atlantico meridionale, il secondo nel novembre del ’40, sul Mediterraneo, forse abbattuto da un caccia italiano mentre portava in Siria l’alto commissario Jean Chiappe), e di imprimersi negli occhi gli spazi sconfinati del deserto africano, dell’oceano e della Patagonia. Può, soprattutto, provare finalmente anche se stesso nel ruolo di pilota e di protagonista. Inviato a dirigere lo scalo di Cabo Juby, nel Sahara Spagnolo (1927), riesce a intrattenere buoni rapporti con le tribù nomadi del luogo, ostili alla dominazione coloniale, salvando compagni e apparecchi atterrati fortunosamente in territorio ribelle. Nel 1929, a Buenos Aires, viene nominato direttore dell’Aeroposta Argentina, affiliata all’Aéropostale, con l’incarico di aprire la linea tra Comodoro Rivadavia e Punta Arenas.
Antoine, in questi anni, sperimenta valori essenziali per la sua visione umanistica della vita: il coraggio, l’amicizia che non conosce barriere sociali, il sacrificio per un ideale comune, il senso della responsabilità. Nei rischi, spesso fatali, che le prime rotte fra un continente e l’altro comportano, il servizio postale aereo incarna simbolicamente il bisogno assoluto di comunicazione tra gli uomini. E la consapevolezza un po’ elitaria di appartenere a un gruppo di privilegiati – i pochi pionieri che possono guardare la terra dal cielo – sfocia in un vitalismo che non ha nulla di decadente, nulla di estetizzante, perché l’azione in cui si consuma non è fine a se stessa.
Indissolubilmente legata alle imprese aeronautiche, prende corpo nel frattempo l’attività letteraria di Saint-Exupéry, destinata ad assicurargli ben presto, in Francia come all’estero, una fama solida e duratura. A partire dal 1917, nel salotto parigino di una lontana cugina della madre, Yvonne de Lestrange, Antoine ha potuto avvicinarsi all’ambiente della «Nouvelle Revue Française»: André Gide, Léon-Paul Fargue, Jean Schlumberger, Marc Allégret e Jean Prévost. Si è immerso nella lettura, ha amato i versi di Samain e Régnier, i romanzi di Jean Giraudoux e Henry de Montherlant, è andato a teatro, ha bazzicato i caffè della Rive gauche e ha composto poesie. Del 1925 è il racconto lungo Manon ballerina (Manon, danseuse), che uscirà postumo nel 2007.
Sempre nel ’25, grazie a Prévost, Antoine entra in contatto con Adrienne Monnier, proprietaria della Maison des amis des livres, la rinomata libreria di rue de l’Odéon frequentata da Gide, Valéry, Aragon, Breton... Adrienne pubblica una rivista, «Le Navire d’Argent», il cui redattore è appunto Prévost, ed è su quelle pagine che avviene l’esordio letterario di Saint-Exupéry. Nel numero del 1° aprile 1926 esce L’aviatore (L’Aviateur), un breve testo in prosa che rivela immediatamente la cifra stilistica dell’autore e i suoi temi, la sua originalità. Parte di un progetto narrativo più ampio e oggi perduto (ma di cui è noto il titolo, L’Évasion de Jacques Bernis), il racconto contiene comunque alcuni elementi, a cominciare dal nome del protagonista, Jacques Bernis appunto, che vengono ripresi in Corriere del Sud (Courrier Sud). Scritto durante la permanenza a Cabo Juby, pubblicato nel 1929 da Gallimard, questo primo romanzo è un successo immediato. Il secondo, Volo di notte (Vol de nuit, 1931), ispirato all’esperienza sudamericana dell’autore e accompagnato da una prefazione di André Gide, vince il Prix Fémina. Oltre agli elogi della critica e alle traduzioni, il libro conosce una fortunata trasposizione cinematografica nell’omonimo film (Night Flight, 1933, arrivato in Francia l’anno seguente) interpretato da Clark Gable, Helen Hayes e John Barrymore per la regia di Clarence Brown.
Intanto, nel settembre del 1930, durante una serata all’Alliance Française di Buenos Aires, il critico letterario Benjamin Crémieux ha presentato ad Antoine una donna di El Salvador: Consuelo Suncín-Sandoval (1901-1979), vedova del giornalista guatemalteco Enrique Gómez Carrillo. Con questa creatura fantasiosa, esuberante e bohémienne, dedita alla scultura e alla pittura, lo scrittore si unisce in matrimonio il 12 aprile 1931 ad Agay, nel dipartimento del Var: sua sorella Gabrielle, infatti, aveva sposato nel 1923 Pierre de Giraud d’Agay e si era stabilita nel castello del marito, in quella Provenza, terra d’origine della madre Marie, che avrà sempre per Saint-Exupéry un valore affettivo particolare.
L’unione tra Antoine e Consuelo (di cui si è voluta vedere una trasfigurazione nel Piccolo principe, con riferimento al “personaggio” della rosa) non sarà tra le più felici: l’incompatibilità fra i due caratteri, la lontananza continua dell’aviatore e gli alti rischi del suo mestiere segneranno questa storia contrastata, che attraverso Casablanca, Parigi e New York, tra separazioni e riavvicinamenti, continuerà comunque fino alla scomparsa dell’autore. Molto si è parlato, con maggiore o minor fondamento, di infedeltà reciproche. Certamente ha grande importanza per Antoine la relazione con Nelly de Vogüé (1908-2003), notevole figura di donna manager ante litteram, conosciuta nel 1929 e rimasta nella vita di Saint-Ex, lei pure, fino all’ultimo. Nelly è estremamente protettiva nei confronti dello scrittore, che sostiene con i suoi consigli letterari e il suo aiuto economico. Sarà lei, sotto lo pseudonimo di Pierre Chevrier, a firmare nel 1949 il primo lavoro di carattere biografico su Saint-Exupéry, e a occuparsi poi della pubblicazione di opere postume come Cittadella (Citadelle, 1948) e i Taccuini (Carnets, 1953). Questa vicenda getta luce sulla scissione interiore che caratterizza l’indole di Antoine. Oltre che da una costante tensione morale, da un sentimento intenso della prova come misura di dignità per l’uomo, lo scrittore è abitato dall’ansia, e alterna momenti di gaiezza e proverbiale giovialità (con i suoi scherzi, i suoi giochi di prestigio, la sua corte di strani animali addomesticati) ad altri di profonda malinconia. Saint-Ex è un inguaribile sognatore. Disordinato, maldestro, bisognoso di pareri e di conferme, specie per quanto riguarda la qualità dei suoi testi in gestazione, intrattiene con il denaro un rapporto sbilanciato, dalla noncuranza alla frenetica urgenza di guadagno. Fisicamente è altissimo, dinoccolato, con una precoce stempiatura. Non proprio il tipo del bell’aviatore, insomma. Ma le donne lo trovano irresistibile.
Più o meno all’epoca delle nozze tra Antoine e Consuelo, la Compagnie, insieme all’Aeroposta Argentina sua succursale, entra in un periodo di difficoltà finanziarie. La coppia decide di rimanere in Francia. Avendo quindi Saint-Ex lasciato un lavoro stabile, la sua vita come pilota è scandita da imprese personali – magari nella speranza di un premio in denaro – e spettacolari incidenti. Nel 1933, in idrovolante, rischia di morire annegato nella baia di Saint-Raphaël. Ma leggendaria è soprattutto l’avventura del 1935. Nella notte tra il 30 e il 31 dicembre, a bordo del suo Caudron Simoun C630, mentre sta cercando di battere il record di volo tra Parigi e Saigon, Saint-Ex si schianta nel deserto libico insieme al meccanico André Prévot. I due, incolumi, rischiano di morire di sete, ma sono salvati tre giorni dopo da una carovana di beduini. Nel 1938, durante il primo soggiorno americano di Antoine (senza Consuelo), lo stesso equipaggio si cimenta con il percorso New York-Terra del Fuoco. Nuovo incidente, stavolta in Guatemala. Saint-Ex riporta gravi ferite e resta diversi giorni in coma.
Quanto all’attività letteraria, questi anni vedono lo scrittore impegnato in progetti cinematografici (le riprese in Marocco di Courrier Sud, per la regia di Pierre Billon, che arriverà nelle sale nel marzo del ’37) e in collaborazioni giornalistiche: con il settimanale progressista «Marianne» (a partire dal 1932) e con due quotidiani: «L’Intransigeant», foglio della destra conservatrice, e «Paris-soir», che vanta all’epoca una tiratura di un milione di copie. Per i due quotidiani realizza come inviato un reportage dall’Unione Sovietica (Moscou, 1935) e due sulla guerra civile spagnola: Espagne ensanglantée, 1936 (dal fronte di Barcellona e di Lérida), e Madrid, 1937. All’hotel Florida di Madrid, fra l’altro, incontra Ernest Hemingway e John Dos Passos. Del ’36 sono anche i primi appunti per Cittadella.
Nel 1939 un nuovo libro, Terra degli uomini (Terre des hommes) – raccolta di testi autobiografici sull’esperienza nell’Aéropostale, in parte già apparsi proprio su periodici, nei quali il filo dei ricordi e il racconto delle avventure si dipanano secondo un andamento saggistico, meditativo –, è pubblicato a distanza di pochi mesi da Gallimard in Francia e da Reynal & Hitchcock negli Stati Uniti, con il titolo Wind, Sand and Stars. L’opera ottiene il Grand Prix du roman de l’Académie française (pur non essendo un romanzo) e il National Book Award, e diventa un best seller. A salutare l’edizione americana, su «The Saturday Review», è un’acuta e calorosa recensione di Anne Morrow Lindbergh, scrittrice, aviatrice e moglie di Charles Lindbergh, il trasvolatore dell’Atlantico. Saint-Ex, che ha conosciuto personalmente la coppia, firma a sua volta la prefazione all’edizione francese del secondo libro di Anne, Listen! The Wind (Le Vent se lève, 1939). E quando, tanti anni dopo, usciranno postumi gli Écrits de guerre 1939-1944 di Saint-Exupéry con una prefazione di Raymond Aron (1982), sarà di nuovo la Morrow Lindbergh a introdurre l’edizione in lingua inglese (Wartime Writings 1939-1944, Harcourt, 1986).
La guerra. Nel marzo del 1939 Madrid cade nelle mani di Franco, sostenuto dall’Italia di Mussolini e dalla Germania nazista. In settembre Hitler e Stalin invadono la Polonia, e a fine novembre le truppe russe attaccano anche la Finlandia. Durante la rapida capitolazione della Francia di fronte alla Blitzkrieg tedesca, il capitano di complemento Saint-Exupéry, che ha insistito per volare e non rimanere a Tolosa come istruttore, presta servizio nel gruppo di ricognizione aerea 2/33, al comando del maggiore Henri Alias. Tra un volo e l’altro legge Rilke, rilegge Pascal e Baudelaire. Pilota di guerra (Pilote de guerre), scritto poi a New York nel ’41, è il resoconto di un’eroica, disperata missione compiuta su Arras, nel nord della Francia e oltre le linee tedesche, il 23 maggio del 1940 a bordo di un Bloch 174. In pagine assorte e vibranti, l’autore illustra il significato della propria adesione alla lotta contro il nazismo, dando corpo all’idea di patria come difesa amorosa di una civiltà, scevra di qualunque retorica nazionalista. Il libro esce negli Stati Uniti, sia in francese sia in inglese (con il titolo Flight to Arras e la traduzione di Lewis Galantière), nel febbraio del 1942. Ed è un altro best seller. In Francia, Gallimard ottiene dalle autorità tedesche il permesso di pubblicarlo, ma a dicembre il regime di Vichy ne proibisce la circolazione. La Resistenza diffonde due edizioni clandestine, a Lione e a Lille.
Le scelte di Saint-Exupéry dopo l’armistizio del giugno ’40 sono state oggetto di discussione. Nonostante il suo rifiuto di condannare esplicitamente Pétain, nel quale vedeva, in un certo senso, il garante della sopravvivenza stessa della Francia, sull’avversione dello scrittore ai fascismi, da lui conosciuti molto bene in Spagna, non si possono avere dubbi. La sua riflessione sul nazismo, in particolare, esamina con grande finezza la manipolazione delle coscienze e della verità in testi come Il pangermanesimo e la sua propaganda (Le Pangermanisme et sa propagande, 1939) e La morale dell’inclinazione (La Morale de la pente, 1940). Il sentire politico di Saint-Exupéry va rintracciato, malgrado la loro frammentarietà, anche in quei Taccuini, tenuti a partire dal ’36, che – come si è detto – furono pubblicati postumi nel 1953. Innamorato di un’ideale aristocrazia dello spirito, lo scrittore non si identifica in nessun partito: il suo anticonformismo rispetto ai valori tradizionali della famiglia lo ha fatto spesso sospettare, nell’ambiente d’origine, di simpatie filocomuniste. Ma Saint-Ex non può accettare un modello di organizzazione sociale che impone il materialismo, la massificazione. La sua strada è quella di un umanesimo spiritualista molto personale, slegato dall’osservanza cattolica e tendenzialmente sospettoso delle certezze rivelate. Questa visione antimaterialista non esclude, tra i suoi paradossi, un gusto tutto concreto per i mestieri dell’uomo, a cominciare dall’aviatore, e un’esplicita fascinazione per la scienza, per gli studi di aerodinamica, come rivelano i Taccuini stessi e molte lettere scritte a partire dal 1941. Del resto Saint-Exupéry, tra il 1934 e il 1937, aveva br...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. Introduzione di Leopoldo Carra
  4. La vita di Antoine de Saint-Exupéry
  5. Un percorso bibliografico
  6. Nota al testo
  7. VOLO DI NOTTE
  8. I
  9. II
  10. III
  11. IV
  12. V
  13. VI
  14. VII
  15. VIII
  16. IX
  17. X
  18. XI
  19. XII
  20. XIII
  21. XIV
  22. XV
  23. XVI
  24. XVII
  25. XVIII
  26. XIX
  27. XX
  28. XXI
  29. XXII
  30. XXIII
  31. Appendice
  32. Copyright
Stili delle citazioni per Volo di notte

APA 6 Citation

Saint-Exupéry, A. D., & Giardini, C. (2015). Volo di notte ([edition unavailable]). Mondadori. Retrieved from https://www.perlego.com/book/3296514 (Original work published 2015)

Chicago Citation

Saint-Exupéry, Antoine De, and Cesare Giardini. (2015) 2015. Volo Di Notte. [Edition unavailable]. Mondadori. https://www.perlego.com/book/3296514.

Harvard Citation

Saint-Exupéry, A. D. and Giardini, C. (2015) Volo di notte. [edition unavailable]. Mondadori. Available at: https://www.perlego.com/book/3296514 (Accessed: 25 June 2024).

MLA 7 Citation

Saint-Exupéry, Antoine De, and Cesare Giardini. Volo Di Notte. [edition unavailable]. Mondadori, 2015. Web. 25 June 2024.