Il genio criminale
eBook - ePub

Il genio criminale

Storie di spie, ladri e truffatori

  1. 210 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
eBook - ePub

Il genio criminale

Storie di spie, ladri e truffatori

Dettagli del libro
Anteprima del libro
Indice dei contenuti
Citazioni

Informazioni sul libro

Quando parliamo di crimine, pensiamo immediatamente a storie efferate, intessute di crudeltà e di sangue. Ma il crimine non è fatto solo di violenza e paura, e spesso le imprese dei suoi protagonisti ci stupiscono per intelligenza, talento creativo e, talvolta, guizzi di vera e propria genialità. Carlo Lucarelli e Massimo Picozzi tornano insieme per guidarci attraverso le incredibili vicende di quanti della propria attività criminale sono riusciti a fare "un'arte": da Vincenzo Peruggia, che un giorno del 1911 si mise sotto il braccio la Gioconda di Leonardo e se ne andò indisturbato dall'uscita di servizio del Louvre, a Ted Kaczynski, più noto come Unabomber, che ha tenuto in scacco l'fbi per quasi vent'anni, fino alla celebre evasione da Alcatraz di Frank Morris e dei fratelli Anglin, che sono riusciti a scappare da uno dei penitenziari più sicuri del mondo. Nelle storie di genialità che Lucarelli e Picozzi ci raccontano c'è sempre qualcosa di davvero straordinario, potremmo dire unico: qualcosa che ci fa dimenticare che, in fondo, stiamo parlando di criminali.

Domande frequenti

È semplicissimo: basta accedere alla sezione Account nelle Impostazioni e cliccare su "Annulla abbonamento". Dopo la cancellazione, l'abbonamento rimarrà attivo per il periodo rimanente già pagato. Per maggiori informazioni, clicca qui
Al momento è possibile scaricare tramite l'app tutti i nostri libri ePub mobile-friendly. Anche la maggior parte dei nostri PDF è scaricabile e stiamo lavorando per rendere disponibile quanto prima il download di tutti gli altri file. Per maggiori informazioni, clicca qui
Entrambi i piani ti danno accesso illimitato alla libreria e a tutte le funzionalità di Perlego. Le uniche differenze sono il prezzo e il periodo di abbonamento: con il piano annuale risparmierai circa il 30% rispetto a 12 rate con quello mensile.
Perlego è un servizio di abbonamento a testi accademici, che ti permette di accedere a un'intera libreria online a un prezzo inferiore rispetto a quello che pagheresti per acquistare un singolo libro al mese. Con oltre 1 milione di testi suddivisi in più di 1.000 categorie, troverai sicuramente ciò che fa per te! Per maggiori informazioni, clicca qui.
Cerca l'icona Sintesi vocale nel prossimo libro che leggerai per verificare se è possibile riprodurre l'audio. Questo strumento permette di leggere il testo a voce alta, evidenziandolo man mano che la lettura procede. Puoi aumentare o diminuire la velocità della sintesi vocale, oppure sospendere la riproduzione. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Sì, puoi accedere a Il genio criminale di Carlo Lucarelli,Massimo Picozzi in formato PDF e/o ePub, così come ad altri libri molto apprezzati nelle sezioni relative a Storia e Teoria e critica storica. Scopri oltre 1 milione di libri disponibili nel nostro catalogo.

Informazioni

Editore
Mondadori
Anno
2017
ISBN
9788852043635

La banda di Anthony Pino

I rapinatori
È difficile capire la psicologia di un rapinatore di banche.
Ci sono quelli che non hanno guadagnato onestamente un soldo in tutta la vita. E poi, accanto a veri e propri geni del crimine, magari spinti dal brivido della sfida, ecco spuntare personaggi di incredibile stupidità.
Prendiamo l’esempio del colpo alla Bank of America del World Trade Center, nel 1998, un agguato alle guardie della sicurezza rapido e determinato, scattato proprio nel momento della consegna agli sportelli dei sacchi con il contante. Non c’è nemmeno il tempo di capire cos’è successo che i quattro criminali si sono già allontanati.
Ma sono così carichi di adrenalina e di presunzione che finiscono per togliersi troppo presto la maschera indossata nella rapina, quando ancora si trovano nel raggio d’azione delle telecamere a circuito chiuso della banca.
Questione di ore e li arrestano tutti.
Di tutt’altro spessore la banda di ladri che a Beirut, una ventina d’anni prima, si porta via cinquanta milioni di dollari dalla British Bank of the Middle East.
Entrati in una chiesa che confina con la banca, fanno saltare con una carica di esplosivo il muro che separa i due edifici, certi che nessuno si sarebbe stupito del botto con il Libano nel bel mezzo di una guerra civile. Il bottino non è mai stato recuperato, né si è scoperta l’identità dei rapinatori. Forse è stata l’OLP, l’Organizzazione per la liberazione della Palestina, oppure la SAS, i servizi segreti britannici, o ancora la banda dei corsi.
Nel 2005, per svuotare il Banco Central di Fortaleza, in Brasile, i rapinatori si dimostrano ancora più ingegnosi.
Si prendono tre mesi di tempo per scavare un tunnel di settanta metri, lo rivestono con pannelli di legno e, come se non bastasse, ci mettono pure l’impianto elettrico e i condizionatori. Alla fine si portano via settanta milioni di dollari, e la maggior parte del bottino non è ancora stata recuperata.
Colpi strabilianti, pianificati fino all’eccesso, ma niente a paragone di quella che ancora oggi è chiamata «la rapina del secolo», la Brink’s Robbery.
Oggi, la sede centrale della Brink’s Incorporated è a Richmond, in Virginia. Con almeno seicentocinquanta filiali sparse nel mondo, un parco di quasi ottomila vetture blindate e cinquantaquattromila impiegati, la Brink’s Inc. ha un giro d’affari di circa due miliardi e ottocento milioni di dollari l’anno.
Fondata nel 1859 per diventare la compagnia più affidabile al mondo nel campo della sicurezza, nel tempo si è conquistata la fama d’essere inattaccabile. Qualunque banca, società o istituzione può affidare tranquillamente il proprio denaro agli uomini della Brink’s: ci pensano loro a raccoglierlo, conservarlo e farlo arrivare a destinazione.
È sempre stato così, almeno fino alla sera del 17 gennaio 1950.
Thomas Lloyd fa il capo cassiere negli uffici di Boston, e sono almeno trent’anni che lavora per la compagnia. Ogni mattina prende la sua auto, saluta la famiglia e la cittadina di Braintree dove vive e si fa tredici miglia per arrivare all’edificio che sta all’angolo tra la Commercial e la Prince Street. A pianterreno c’è il garage con i furgoni blindati e sopra gli uffici, le stanze dove gli impiegati contano e dividono il denaro in arrivo dalle banche di Boston, in parte destinato alle paghe dei dipendenti di grandi aziende come la General Electric.
Con Lloyd, quella sera d’inverno, ci sono James Allen, spedizioniere, Sherman Smith, autista, e poi le guardie, Charles Grelle e Herman Pfaff.
Ancora un piccolo sforzo, esorta Lloyd, perché manca poco alle sette, e poi si va tutti a casa.
C’è chi sta già pensando alla cena, chi al ghiaccio che troverà per strada, quando si sente un rumore simile a un fruscio di passi cauti e voci bisbigliate. A Lloyd sembra vicino, dall’altra parte della stanza addirittura, e allora solleva lo sguardo.
Sono in cinque, forse in sei, uomini saltati fuori dal nulla con berretti e giubbe della marina, guanti di cotone e soprascarpe. Ma a spaventare lui e i suoi compagni sono soprattutto le maschere di gomma che hanno sulla faccia, tutte uguali, tanto che sembrano fotocopie dello stesso incubo.
E poi le pistole.
Gridano di mettersi pancia a terra, disarmano le guardie e cominciano a muoversi per la stanza, riempiendo sacchi di denaro, raccogliendo titoli e obbligazioni. Nei loro gesti con c’è niente di casuale e improvvisato, si spostano come se conoscessero bene l’ambiente, con metodo, senza fretta.
Passano i minuti – cinque, dieci, quindici –, che agli ostaggi sembrano un’eternità, in un silenzio rotto solo dal rumore dei sacchi trascinati.
È per questo che tutti fanno un salto al suono improvviso e stridente del campanello.
Chiedono a Lloyd chi diavolo possa essere e il cassiere risponde che si tratta certamente di William Manter, un tipo non troppo sveglio che fa il custode nel garage. William insiste a suonare, due, tre, dieci volte, e gli uomini della banda decidono che è meglio farlo entrare, per poi immobilizzarlo e metterlo insieme agli altri.
Ma com’è cominciato, di colpo il suono s’interrompe e i rapinatori si rimettono al lavoro.
Thomas Lloyd inizia a sperare che forse ne usciranno tutti vivi: alla banda infatti non resta molto tempo, c’è un sistema d’allarme automatico che scatta alle otto in punto, a meno che non ci pensi lui a disattivarlo.
Come se gli avessero letto nel pensiero, i rapinatori sembrano muoversi più in fretta. Poi il silenzio.
Il cassiere prova allora a muovere le mani legate dietro alla schiena, con la paura di essere colpito da un calcio, o magari anche peggio.
Ma non succede niente, perché se ne sono andati tutti.
Allora Lloyd si gira sulla schiena e prende a divincolarsi fino a liberare una mano, poi l’altra.
Sono le 19.27 quando la polizia riceve la sua telefonata.
Per scoprire cos’hanno rubato non basta tutta la notte, e alla fine il risultato è impressionante. Dalle casse della Brink’s mancano 1.218.211 dollari e 29 centesimi in contanti, e 1.557.183 dollari e 83 centesimi in assegni, obbligazioni e certificati di deposito vari.
Non c’è dubbio che si tratti della rapina del secolo.
A compierla sono state dieci persone. Dieci uomini che l’hanno ideata, organizzata e poi messa in pratica, dieci uomini con una storia da raccontare. A cominciare da quella del mastermind, il «cervello» della banda.
Anthony Pino è un commediante nato, un istrione capace di strappare un sorriso a tutti, siano sbirri o delinquenti come lui. Forse il segreto sta nelle parole che sceglie, nel modo in cui le mette insieme, nel tono della voce, fatto sta che riesce a incantare, a far creder d’essere poco più di un buffone e non un serio professionista del crimine, quale è nella realtà.
Ottimo cuoco, uomo legato alla famiglia, Anthony Pino nasce in Sicilia il 10 maggio 1907 e si trasferisce con i genitori in America quando ha solo otto mesi, stabilendosi nei quartieri popolari a sud di Boston.
L’inglese lo impara per strada, giocando, o piuttosto facendo a botte con gli altri ragazzi, e per strada si trova anche quando la città viene colpita da uno dei più drammatici e bizzarri incidenti della sua storia. Succede nell’estate del 1919, quando un enorme serbatoio di melassa esplode uccidendo ventun persone e proiettando ovunque schizzi nerastri di liquido appiccicoso.
Il fatto resterà per sempre impresso nella memoria di Anthony, che ben presto dà inizio alla sua attività criminale e già a quindici anni si prende una pallottola alle spalle, mentre scappa da un poliziotto. Ne ha solo diciannove quando gli capita una storia ancora più brutta: una ragazzina di quindici anni lo accusa di violenza sessuale. Anthony viene arrestato e finisce in carcere, ma chi lo conosce è sicuro che lo abbiano incastrato e poi obbligato a tacere il nome del vero responsabile.
Di fatto la galera gli permette di incontrare un buon numero di giovani delinquenti e di imparare al meglio l’arte dello scassinatore.
Esce nel novembre del 1930, e nei sette anni che seguono si fa arrestare almeno quindici volte.
Il Giorno del Ringraziamento del 1937, Pino, con quattro complici, forza l’entrata dei magazzini Rhodes Brothers. L’obiettivo è la cassaforte, ma la polizia li intercetta e ne viene fuori una battaglia a pugni e calci.
La cosa non sembra poi così grave, dato che nessun colpo di pistola è stato sparato e nessuno si è fatto male seriamente.
Il problema è che Pino, Pino il commediante, durante gli interrogatori se ne esce con una spiritosaggine fuori luogo. Quando gli chiedono cosa ci faceva dentro i magazzini nel Thanksgiving Day, risponde che c’era andato a cercare un buon tacchino. Battuta fiacca che il procuratore non gradisce, tanto da mandarlo dritto alla prigione di Stato a Charlestown per scontare una doppia condanna da un minimo di tre a un massimo di quattro anni.
Torna in libertà nel settembre del ’44, e subito comincia a reclutare nuovi compagni d’avventura. Di uno in particolare si fida. Si chiama Vincent James Costa, nato l’8 febbraio 1914 e cresciuto nei sobborghi di South Boston, dove ha imparato i trucchi del delinquente. E poi Pino gli vuol bene perché ha sposato la più piccola delle sue sorelle, con la quale ha messo al mondo cinque figli. Non è che sia un tipo molto brillante, ma al volante di un’auto se la cava bene. E la famiglia è sempre la famiglia.
Thomas Richardson invece è più sveglio. Nato a Boston nel 1907 da genitori irlandesi, ha un sacco di nomi, che usa a seconda della necessità, ma gli amici lo chiamano tutti «Sandy». Per gran parte della sua vita si è tenuto stretto il lavoro di scaricatore al porto, ma, per arrotondare, non si è mai tirato indietro davanti a un buon colpo. Coetaneo di Anthony Pino, i due si sono conosciuti prima dei vent’anni, e si sono trovati talmente bene da combinare insieme un mucchio d’affari, tutti rigorosamente illegali.
Compagno inseparabile di Sandy Richardson è James Ignatius Faherty, «Jimma» per gli amici, uno che si è messo in mezzo ai guai che ancora era un bambino, collezionando sette condanne da minorenne e dodici da adulto.
Jimma e Sandy.
Due gangster che amano l’alcol e non hanno paura di imbracciare un mitra, anche se Faherty è pure una persona intelligente, che legge molto, spaziando dagli articoli scientifici alle poesie.
A questo punto ci sono Anthony Pino, Vinnie Costa, Sandy Richardson e Jimma Faherty.
Sono già in quattro, ma non basta.
Nel 1930 Richardson presenta a Pino un nuovo socio. Si tratta di Michael Vincent Geagan, detto «Vinnie», ventidue anni e un bel curriculum. È riuscito perfino a passare la prima notte di nozze in galera perché, appena finita la cerimonia, si era allontanato in auto con la sposa novella guidando in modo così imprudente che la polizia lo aveva fermato. E lui, anziché spiegarsi, aveva aggredito gli agenti.
Per qualche tempo era stato anche il «pericolo pubblico numero uno» dello Stato del Massachussetts, quando si era portato via, armi alla mano, la cassa del comune di Brockton con dentro tredicimila dollari.
Preso e processato, gli avevano inflitto una condanna pesante, da un minimo di ventotto a un massimo di trentotto anni, da trascorrere in una prigione federale. Ma era riuscito a uscire sulla parola nel 1943, non tanto per la buona condotta, ma piuttosto perché si era offerto volontario per una sperimentazione medica.
Adolph «Jazz» Maffie, invece, non sembra avere niente in comune con la banda che si sta formando. Nato nel 1911 da genitori italiani emigrati in America, ha un passato da ottimo giocatore di football e baseball, un congedo con onore dall’esercito, una moglie adorabile e due bei bambini. Nel mondo della malavita è conosciuto come un allibratore corretto ma pigro, uno che non si sveglia mai prima di mezzogiorno, attento all’immagine, sempre ricercato nel vestire. Richardson lo presenta ad Anthony Pino, che riconosce in Jazz una certa intelligenza, anche se non gli piace il suo atteggiamento di superiorità.
Ma c’è bisogno di uomini, e allora non resta che metterlo alla prova.
Pino, Richardson e Maffie forzano l’ingresso di una fabbrica, poi vanno dritti nell’ufficio del direttore, aprono la cassaforte e arraffanno tutto quello che ci trovano dentro. Qualche ora più tardi, si ritrovano tutti e tre a bere qualcosa in un bar, ciascuno con milleottocento dollari nelle tasche, guadagnati con poca fatica.
E Jazz, che...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. Il genio criminale
  4. Introduzione
  5. Graziano Mesina. Il sequestratore
  6. Felice Maniero. Il bandito
  7. Wanna Marchi. La predatrice televisiva
  8. Charles Ponzi. Il truffatore
  9. Frank Morris e i fratelli Anglin. Per la libertà
  10. Theodore John Kaczynski. Il dinamitardo
  11. Vincenzo Peruggia. Il ladro
  12. La banda di Anthony Pino. I rapinatori
  13. Kevin Mitnick. L’hacker
  14. Han van Meegeren. Il falsario
  15. Amleto Vespa. La spia
  16. Copyright