Gli Iniziati
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Gli Iniziati

Il linguaggio segreto della massoneria

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  1. 228 pagine
  2. Italian
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Gli Iniziati

Il linguaggio segreto della massoneria

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Chi erano, e chi sono davvero, i massoni? Cosa c'è di vero su quanto si racconta di loro? Come si diventa massoni? In questo libro un grande esperto di esoterismo e simbologia ripercorre la storia della massoneria dalle origini medievali alla nascita delle logge attuali. Con un occhio particolare per la situazione italiana, descrive le diverse realtà diffuse nel Vecchio e nel Nuovo Mondo e la secolare insofferenza del potere per la massoneria. Inoltre, l'autore ci porta a conoscere i tantissimi affiliati celebri, da Cagliostro a Voltaire, da Mozart a Goethe, da Garibaldi a Churchill, per finire con ben quattordici presidenti degli Stati Uniti. Attraverso una precisa spiegazione dei rituali, dei codici, della simbologia massonica e del suo linguaggio, Gli iniziati finalmente mostra cosa sia davvero questa «setta», quali siano i suoi scopi, quale ruolo abbia svolto e tuttora svolga nella nostra società.

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Informazioni

Editore
Mondadori
Anno
2014
ISBN
9788852055362

1

Origine e diffusione della massoneria
nel mondo

Le origini della libera muratoria medievale, quella di mestiere, risalgono all’antica Roma, ove operavano associazioni di lavoratori e religiose di tipo corporativo chiamate collegia. Fra queste ebbero una particolare importanza le associazioni professionali, le quali avevano per scopo la tutela degli iscritti, la difesa dei segreti dell’arte e la garanzia di un’assistenza reciproca. Per un lungo periodo di tempo il diritto di associarsi fu libero; poi, con l’introduzione della lex Iulia de collegis del 7 d.C. Augusto normò giuridicamente siffatti organismi, sciogliendone molti e imponendo che per la costituzione di nuovi vi fosse l’approvazione del Senato.
Con il crollo dell’impero anche i collegia decaddero, per poi rivivere e diffondersi nel Medioevo, quando si trasformarono in corporazioni di mestiere, tra le quali ebbero un particolare successo quelle di alta professionalità, il cui fine era la costruzione di grandi opere, come gli edifici religiosi. Si diffusero così in buona parte dell’Europa occidentale le compagnie di liberi muratori. Gli scopi delle associazioni erano sempre quelli degli antichi collegia: proteggere i membri dall’arroganza del potere, fornire un mutuo soccorso, difendere i segreti delle tecniche costruttive, insegnare ai giovani apprendisti l’arte e precetti morali e religiosi. Questa funzione formativa e educativa era esercitata dagli operai più esperti, che si avvalevano di una didattica impostata sulla gradualità, sul simbolo, sul mito e sull’abitudine alla riservatezza necessaria a garantire il rispetto del segreto professionale. Ogni compagnia aveva propri marchi, incisi sulle pietre, un particolare linguaggio e usi e costumi specifici. I cantieri erano il luogo di lavoro e di vita e prevedevano uno spazio comune adibito alle riunioni: spesso si trattava di una baracca che prese il nome di «loggia». Qui ci si consultava, si assegnavano i compiti, si esaminavano i problemi, si discuteva sotto la guida del capomastro, rispettando una metodica regolarizzata dalla normativa della corporazione. Non solo: le riunioni in loggia prevedevano il rispetto delle gerarchie e una ritualizzazione nello svolgimento dei lavori.
I muratori appartenenti a gilde, arti, compagnie erano definiti «liberi», giacché la corona riconosceva loro particolari franchigie che li mettevano al riparo dai numerosi diritti e servitù feudali. Con il passare del tempo nelle compagnie dei costruttori si diffuse il fenomeno dell’«accettazione»: alle riunioni furono infatti ammessi anche committenti, protettori, religiosi, artisti che per motivi d’ordine diverso erano vicini all’arte pur non facendone parte. Nell’età moderna le compagnie di liberi muratori persero la loro funzione originaria, trasformandosi in gruppi di appartenenza costituiti in massima parte di «accettati»: molti di loro erano intellettuali, artisti, filosofi, studiosi interessati alla ricerca, alla sperimentazione e a discipline, come l’alchimia, viste con sospetto dall’opinione pubblica.
Nella seconda metà del XVII secolo fra gli accettati vi furono anche soggetti affascinati dal mito rosacrociano, nato dalla pubblicazione in Germania di tre opere anonime, dovute probabilmente al pastore protestante Johann Valentin Andreae (1586-1654), che auspicavano il superamento delle divisioni fra luterani, calvinisti e cattolici, in una visione del cristianesimo mistica e cosmopolita.
Emblematica è a tal proposito la storia di Elias Ashmole, uno dei fondatori della Royal Society, studioso di matematica, astronomia, astrologia e occultismo, arti delle quali era stato un vero e proprio maestro il celebre John Dee. Ashmole fu iniziato quale libero e accettato muratore in una loggia a Warrington, nel Lancashire, nell’anno 1646. Probabilmente il gruppo era formato esclusivamente da accettati e aveva lo scopo di coltivare le misteriose scienze ermetiche di cui tanto si parlava.
Con l’avvento del secolo successivo la metamorfosi si completò: delle antiche corporazioni non rimase più niente, le nuove logge erano ormai solo dei club chiusi ove confluivano borghesi e nobili, motivati culturalmente, curiosi del sapere, che si avvalevano di simboli, tradizioni, linguaggi e mitologie dei loro antenati medievali.
Il 24 giugno 1717 le logge londinesi «The Goose and Gridiron», «The Crown», «The Apple Tree», «The Rummer and Grapes» si riunirono per festeggiare il giorno dedicato a san Giovanni Battista. In quella occasione le quattro officine decisero di ritrovarsi per regolare le questioni di comune interesse e stabilirono di eleggere un Gran Maestro. Nacque così la Gran Loggia di Londra, e con essa la massoneria moderna o speculativa.
Sei anni più tardi la Gran Loggia acquisì stabilità e certezza normativa grazie alla pubblicazione de Le Costituzioni dei Massoni, comprendenti la storia, i doveri, le regole di questa antica e venerabile confraternita. Autore dell’opera fu il pastore presbiteriano James Anderson che, ispirato da un altro ministro protestante, Jean-Théophile Desaguliers, vi lavorò a partire dal 1718 e la completò in circa cinque anni, tanto che il 14 gennaio 1723, mentre era Gran Maestro il duca di Wharton, le Costituzioni furono approvate.
L’opera si divide in due parti: la prima è costituita da una storia leggendaria dell’associazione che, partendo da Adamo, arriva, attraverso Caino, Tubal-Cain, Salomone, Pitagora e Archimede, al XVIII secolo; la seconda espone i diritti e i doveri dei liberi muratori. Interessante è l’obbligo «a seguire la religione sulla quale tutti gli uomini sono d’accordo: essa consiste nell’essere buoni, sinceri, modesti e persone d’onore, qualunque sia il credo che li distingue; da ciò se ne deduce che la Massoneria è il centro d’unione e il mezzo atto a conciliare una sincera amicizia fra le persone che non avrebbero potuto mai, senza ciò, divenire componenti della stessa famiglia». Questa definizione comportava l’accettazione non solo dei credenti di qualsiasi fede rivelata, ma anche di razionalisti e deisti. Se, dunque, la tolleranza religiosa era introdotta nell’accezione più ampia del termine, il rito massonico implicava il superamento delle differenze di casta, diventando uno strumento idoneo alla costituzione di un’associazione interclassista e polireligiosa.
Pochi decenni dopo la nascita, la massoneria inglese si divise. Nel febbraio del 1752, infatti, nove logge, in gran parte costituite da massoni irlandesi di fede cattolica e da diversi scozzesi fedeli alla causa giacobita, fondarono la «Gran Loggia dei Liberi e Accettati Muratori secondo le Antiche Istituzioni». Gli scissionisti si autonominarono Ancients (o Antients), per distinguersi dagli aderenti alla Gran Loggia di Londra che chiamarono Moderns, in quanto, a loro avviso, avevano travisato e tradito la genuina tradizione e i princìpi liberomuratori. Un animatore degli Ancients fu Laurence Dermott, che nel 1756 pubblicò Ahiman Rezon, un testo che voleva anteporsi alle Costituzioni di Anderson per ristabilire quella purezza originaria, ritualistica e simbolica che, a suo avviso, era stata abbandonata dai Moderns. In realtà, dietro la nascita degli Ancients non vi erano tanto le questioni addotte, quanto le ataviche frizioni tra inglesi da una parte e irlandesi e scozzesi dall’altra.
La divisione della massoneria britannica continuò fino al 1811, quando iniziò un processo di riunificazione che si concluse felicemente due anni più tardi. Il 27 dicembre 1813, infatti, il duca di Sussex, Gran Maestro dei Moderns, e il duca di Kent, Gran Maestro degli Ancients, firmarono un accordo che prevedeva la fusione degli uni con gli altri in una nuova struttura che prese il nome di «United Grand Lodge of England». Per unificare anche l’aspetto ritualistico fu inoltre costituita un’apposita officina, la «Lodge of Reconciliation», che, lavorando sui rituali usati precedentemente da Ancients e Moderns, ne elaborò uno nuovo, l’«Emulation», ancora in uso nella Comunione inglese che attualmente conta quasi 400.000 iscritti.
Se in poco meno di cento anni la massoneria britannica crebbe, si divise e quindi si unì di nuovo, costituendo la più importante Comunione del pianeta, nell’Europa continentale la libera muratoria conobbe uno sviluppo incredibile. Logge furono fondate nelle città più importanti, nelle isole del Mediterraneo, nei paesi scandinavi, nella penisola iberica. In particolare l’istituzione conobbe un estremo successo in Francia, dove già nel 1725 fu fondata la loggia «Saint Thomas»; fu l’inizio di una crescita tumultuosa, accelerata ulteriormente dall’adesione alle officine degli intellettuali più importanti del regno, fra i quali Helvétius, che a Parigi, nel 1766, fondò la loggia «des Sciences», la quale poco dopo cambiò il proprio nome in «des Neuf Sœurs». La loggia fu un atelier, per dirla in francese, che annoverò fra gli iscritti, oltre al fondatore, Court de Gobelin, d’Alembert, Danton, Desmoulins, Benjamin Franklin, Lafayette, Voltaire. La maggior parte delle logge francesi si associò in un ordine massonico che nel 1773 prese la denominazione di «Grand Orient de France». Nel 1877, a quasi cento anni dalla nascita, il Grande Oriente di Francia optò per una scelta laicista, annettendo nelle sue fila atei ed eliminando dai rituali e dalla simbologia ogni riferimento a un principio creatore. Ciò portò a scissioni e a divisioni, con la nascita nel 1894 della Gran Loggia di Francia e nel 1913 della Gran Loggia Nazionale Francese, l’unica Obbedienza transalpina che per un lungo periodo di tempo ebbe rapporti stretti con la Gran Loggia Unita d’Inghilterra. Sempre in Francia nacque il Diritto Umano, la prima Comunione massonica al mondo ad ammettere nelle sue fila, con pari dignità, anche le donne.
Oggi la Francia è uno dei paesi dell’Europa continentale a più ampia concentrazione massonica. Le Comunioni operanti, fra grandi e piccole, sono oltre dieci e annoverano circa 150.000 iscritti. La massoneria francese ebbe fra l’altro la forza di diffondersi in tutte le aree francofone del mondo, dove tuttora sono operative numerose Obbedienze che si rifanno ai princìpi e ai rituali delle principali Comunioni francesi.
Anche nei territori di lingua tedesca la massoneria ebbe successo; ad Amburgo, nel 1735, fu fondata la loggia «Absalom zu den drei Nesseln» e, un anno dopo, fu iniziato Federico II di Prussia che, divenuto re, creò una loggia alla corte di Charlottenburg e promosse la diffusione dell’ordine massonico in tutto lo Stato. Le fortune della massoneria in Germania e nell’Impero austro-ungarico sono testimoniate dalla creazione di nuovi schemi massonici ispirati al templarismo, fra i quali il celebre Ordine degli «Illuminati di Baviera», e dall’adesione alla libera muratoria di moltissimi filosofi, musicisti, poeti fra i quali Gotthold Ephraim Lessing, Johann Gottlieb Fichte, Wolfgang Amadeus Mozart, Franz Joseph Haydn, Johann Wolfgang Goethe.
Nel XX secolo il profondo radicamento della massoneria in territorio tedesco fu combattuto con ogni arma dal nazismo. Già il 28 febbraio 1933, appena assunto il potere, Hitler fece varare una legge contro la massoneria, considerata «organizzazione nemica dello Stato». Fu l’inizio di una lotta senza quartiere che si concluse due anni più tardi, quando il governo nazionalsocialista annunciò che anche gli ultimi gruppi massonici erano stati soppressi e che nel paese era stata eliminata la mala pianta della libera muratoria, sorta con l’ebraismo per sottomettere il mondo. Dopo la seconda guerra mondiale la massoneria risorse in Germania e in Austria, ove ora operano diverse Comunioni che vantano alcune decine di migliaia di iscritti.
Gli altri Stati europei contano una discreta presenza massonica, la cui consistenza dipende dalle vicende storiche del XX secolo. Se, infatti, in Belgio, nei paesi scandinavi, nei Paesi Bassi, in Irlanda, in Islanda e in Svizzera la massoneria non è stata mai perseguitata o è stata soppressa solo durante il breve periodo dell’occupazione nazista, nelle nazioni che hanno subìto per lunghi periodi la presenza di governi autoritari e antidemocratici le cose sono andate in modo diverso. Ne sono esempi la Spagna e il Portogallo, che conobbero le dittature di Francisco Franco e di António de Oliveira Salazar. In entrambi gli Stati la massoneria fu proibita e perseguitata in ogni modo e solo dopo il ritorno alla democrazia le logge riaprirono i battenti.
Un discorso del tutto simile può essere fatto per i paesi dell’Europa dell’Est, dove la rinascita massonica fu possibile dopo la caduta del Muro di Berlino. Oggi si contano Obbedienze attive in tutti questi paesi, dalla Repubblica Ceca alla Serbia, dalla Polonia alla Russia.
Nel corso del XVIII secolo, grazie ai velieri inglesi e francesi, la massoneria si diffuse in ogni angolo del mondo: logge costituite in massima parte da ufficiali, funzionari, mercanti e latifondisti sorsero in India, nelle Antille, nella lontanissima Australia e soprattutto nelle colonie britanniche dell’America del Nord. Qui la libera muratoria riscontrò un grande successo e si diffuse capillarmente; nel 1733 fu fondata la prima officina e nel 1775, quando a Filadelfia si riunirono i rappresentanti delle tredici colonie per firmare la Dichiarazione d’indipendenza americana, su cinquantasei deputati, cinquanta erano massoni. Massoni furono anche i protagonisti della guerra di liberazione dal giogo britannico, a partire da George Washington, che era stato iniziato nel 1752.
La parte avuta dalla squadra e dal compasso nella nascita della grande democrazia d’oltreoceano è incontestabile: lo rilevano gli atti formali che, come in una rappresentazione scenica, scandirono la fondazione degli Stati Uniti. Nell’aprile del 1789 George Washington giurò quale primo presidente dell’Unione su una Bibbia appartenente alla loggia «St. John» di New York, e, successivamente, le cerimonie di fondazione dei principali edifici della capitale federale furono veri e propri riti massonici. Lo furono la posa della prima pietra della Casa Bianca il 13 ottobre 1792 e, quasi un anno dopo, il 18 settembre 1793, la cerimonia che segnò l’inizio dei lavori per erigere il Campidoglio. A questo evento partecipò il presidente, che per l’occasione aveva indossato i paramenti massonici ed era assistito dai maestri venerabili e dai confratelli di numerose logge, con i loro simboli e vessilli. Washington, per posare la prima pietra, si avvalse di un maglietto di marmo e di una cazzuola argentata con impugnatura di avorio realizzata dal gioielliere John Duffey, appartenente alla loggia «Fredericksburg n. 4». Dopo il rito la cazzuola fu consegnata ai fratelli della loggia di Alexandria e in seguito fu adoperata per numerosi eventi di tal genere; oggi è esposta nel George Washington Masonic National Memorial.
Negli Stati Uniti, fra l’altro, nacque uno dei principali riti massonici, quello Scozzese Antico ed Accettato. Questo sistema, che comprende trenta alti gradi, era nato in Francia e da qui fu portato nelle Indie occidentali francesi dal conte Alexandre Auguste de Grasse-Tilly, che si era trasferito nella colonia per amministrare le piantagioni ereditate dal padre. Alla fine del XVIII secolo, però, le Indie occidentali furono sconvolte dalla rivolta degli schiavi, che avevano trovato un capo carismatico in François-Dominique Toussaint, chiamato L’Ouverture. Nel 1796 la situazione si era fatta insostenibile, cosicché de Grasse-Tilly lasciò i propri possedimenti e si rifugiò a Charleston, nella Carolina del Sud. Qui fu accolto fraternamente dai liberi muratori americani, tanto che Washington lo nominò ingegnere delle due Caroline e membro dell’Ordine di Cincinnato. Egli portò con sé il progetto del nuovo rito, che trovò un’accoglienza entusiasta da parte dei confratelli americani, cosicché fu tra quei gentlemen of Charleston che il 31 maggio 1801 fu varato il Rito Scozzese Antico ed Accettato.
In seguito il Rito Scozzese, che si diffuse rapidamente anche in Europa, fu strutturato con testi e appositi rituali, grazie soprattutto all’opera di Albert Pike (1809-1891). Generale sudista durante la guerra di secessione, Pike divenne Sovrano Gran Commendatore per la giurisdizione Sud del Rito Scozzese, revisionò i rituali dei gradi scozzesi e scrisse, nel 1871, un’opera fondamentale per la massoneria: Morals and Dogma of the Ancient and Accepted Scottish Rite of Freemasonry. Per questi motivi storici la massoneria nordamericana, che, secondo Sergio Romano, si è evoluta in «un club di persone genericamente ispirate dagli stessi ideali e dagli stessi interessi», ha avuto e ha uno sviluppo notevolissimo in tutti gli States.
Gli iscritti alle numerose logge sono centinaia di migliaia e, secondo alcune stime ottimistiche, sfiorano i due milioni. Inoltre, ben quattordici presidenti degli Stati Uniti furono massoni, mentre di altri la presenza nelle officine non è certa. Sembra, tuttavia, che negli ultimi anni la massoneria statunitense stia conoscendo una sensibile flessione di iscritti, pur rimanendo la più consistente del pianeta.

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Storia della massoneria in Italia

La massoneria approdò nella penisola abbastanza presto. Infatti, tra il 1731 e il 1732 alcuni nobili inglesi fondarono una loggia a Firenze che ebbe come primo maestro venerabile mister Fox, padre di Charles James Foz, duca di Holland, al quale subentrò Lord Charles Sackville. L’officina contava fra gli iscritti alcuni esponenti contrari al conformismo cultural-religioso imperante nella capitale del granducato. Erano intellettuali irrequieti, attratti dal nuovo che ormai si era diffuso in Europa. Fra questi ricordiamo Antonio Cocchi, Antonio Niccolini, Tommaso Crudeli e Giuseppe Maria Buondelmonti.
Vi erano poi diversi residenti inglesi e altri stranieri che arte e cultura avevano richiamato in Toscana. Figura emblematica era quella di Philipp von Stosch, celebre antiquario, amico e corrispondente di Winckelmann: egli possedeva 28.000 calchi in zolfo di cammei e gemme intagliate e aveva fama di essere una spia e un avventuriero. La sua casa era considerata dal cardinale Neri Corsini il rifugio di frammassoni e «di alunni e professori dell’Università di Pisa fra i più pervertiti che fuoriescano da tale Università».
La loggia aveva un deciso carattere deista e razionalista; la prima cosa che il neofita vedeva dopo l’iniziazione era un cerchio con dentro la scritta «matematica» e i lavori erano finalizzati al tentativo di rinnovare la ricerca scientifica e filosofica, ispirandosi a Galilei, Leibnitz, Cartesio e Locke. In campo sociale il liberalismo si evidenziava nella promiscuità sociale e religiosa dell’officina. Ben presto, la loggia fu travolta dalla bolla In eminenti Apostolatus specula, emanata da papa Clemente XII il 28 aprile 1738.
La storia del gruppo fiorentino ebbe un risvolto drammatico con il processo a Tommaso Crudeli, vittima predestinata, immolata per dare un esempio e un monito agli affiliati della setta che stava prolificando in tutto il Vecchio continente. Il poeta fu così condannato prima al carcere, poi all’esilio a Poppi e a Pontedera. Ritornò a Firenze solo nel 1745, poco prima di morire.
La vicenda Crudeli rappresentò, dunque, l’epilogo della loggia fiorentina, ma non servì a impedire il diffondersi della massoneria in Italia, che di lì a poco attecchì a Livorno e si radicò a Napoli...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Gli Iniziati
  3. 1. Origine e diffusione della massoneria nel mondo
  4. 2. Storia della massoneria in Italia
  5. 3. L’ostilità di ieri e di oggi verso la massoneria
  6. 4. I valori simbolici del gabinetto di riflessione e del tempio massonico
  7. 5. La coppa delle libagioni: il Graal massonico
  8. 6. I rituali e la ritualità
  9. 7. Gli alti gradi e i riti
  10. 8. Il tempo in massoneria. I calendari massonici
  11. 9. I codici massonici. I tre punti, le abbreviazioni, gli anagrammi, gli alfabeti
  12. 10. I minerali in massoneria. Simbologia minerale
  13. 11. La botanica in massoneria. Simbologia vegetale
  14. 12. Gli animali in massoneria. Simbologia animale
  15. 13. La galleria dei massoni famosi
  16. 14. Il linguaggio massonico
  17. Bibliografia
  18. Copyright