I 365 giorni che hanno cambiato la storia
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I 365 giorni che hanno cambiato la storia

  1. 780 pagine
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I 365 giorni che hanno cambiato la storia

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Lo sbarco sulla luna, la battaglia di Waterloo e quella di Stalingrado, la caduta del Muro di Berlino. E poi il rapimento di Aldo Moro, il voto alle donne, la prima esposizione di Picasso a Parigi. Ma anche il lancio dell'iPhone e l'invenzione della lattina o dell'anestesia chirurgica: ci sono giorni in cui il destino del mondo ha preso una svolta. Scopriamoli tutti in questo volume pieno di aneddoti e curiosità che spazia attraverso i secoli, i continenti, i popoli e le culture. Giorno per giorno, come un calendario, riporta fatti celeberrimi o quasi ignoti, ma di importanza epocale nei vari campi della vita umana, eventi che hanno segnato lo spartiacque tra un "prima" e un "dopo" nei diversi ambiti: dall'economia alla cultura, dalla politica al costume. Conoscerli significa comprendere come si è giunti a vivere nel nostro mondo.

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Informazioni

Editore
Mondadori
Anno
2015
ISBN
9788852069871
Argomento
History
Categoria
World History

DICEMBRE

1º DICEMBRE

Completamento del tunnel della Manica

(1990)
Già nel 1802 l’ingegnere francese Albert Mathieu propose a Napoleone la costruzione di un tunnel che collegasse la Gran Bretagna al continente europeo. Da allora sono stati proposti diversi progetti.
Nel 1875 la compagnia Channel Tunnel, creata dall’ingegnere britannico John Hawkshaw, ricevette l’autorizzazione del governo britannico e di quello francese per la costruzione di un tunnel. Nel 1881 una nuova legge approvò un progetto concorrente promosso da William Low. Si diede inizio alla costruzione del tunnel, che però fu interrotta molto presto: nel 1882 il Parlamento britannico abbandonò l’idea perché la considerava rischiosa dal punto di vista militare. Tra il 1882 e il 1950 il Parlamento avrebbe respinto dieci disegni di legge che riguardavano il canale della Manica, la maggior parte per ragioni di sicurezza nazionale. La costruzione del tunnel fu ripresa nel 1922, ma poi abbandonata di nuovo.
Nel 1966 il governo britannico e quello francese annunciarono che avrebbero scavato il tunnel sotterraneo a un costo di 365 milioni di sterline, ma il progetto cadde a causa dell’instabilità della politica britannica agli inizi degli anni Settanta e della preoccupante spesa di 373 milioni di sterline che lo Stato britannico avrebbe destinato alla costruzione del collegamento con Londra.
I lavori si bloccarono nel gennaio del 1975, dopo che erano stati scavati due tunnel di accesso di 740 metri di lunghezza. Negli anni Ottanta l’impresa di costruzioni Tarmac si sostituì alla RTZ come sponsorizzatrice del progetto. Nel novembre del 1984 entrambi i governi decisero di appoggiare la ripresa dei lavori e nell’aprile del 1985 furono convocati i possibili sponsorizzatori perché presentassero un progetto. Nel 1986 fu approvato quello della azienda TransManche Link (TML).
Nel 1987 Eurotunnel cominciò la costruzione del tunnel. Gli operai riuscirono a scavare 426 metri in una settimana.
Alle 11.11 del 1º dicembre 1990 gli operai Robert Graham Fagg, inglese, e Philippe Cozette, francese, perforarono gli ultimi metri di roccia e si incontrarono a metà del tunnel.
Il tunnel fu inaugurato ufficialmente il 6 maggio 1994, un anno più tardi rispetto alle previsioni, ma diversi imprevisti ritardarono ulteriormente il suo pieno funzionamento fino al dicembre dello stesso anno. Per realizzare gli scavi fu necessario l’utilizzo di dodici escavatrici meccaniche (talpe), con la particolarità che si iniziò a scavare da entrambi i lati, essendo metà delle escavatrici francesi e l’altra metà inglesi. A metà degli scavi cominciò a entrare acqua nel tunnel, perché il sostrato non era stato accuratamente studiato. Il problema fu risolto rinforzando le pareti principalmente con ferro fucinato, invece che solo con cemento.
Dopo aver iniziato gli scavi dalle due estremità, gli operai avrebbero dovuto incontrarsi esattamente nel punto centrale. Per guidare le macchine escavatrici e perché non facessero deviazioni indesiderate, furono dotate di un puntatore laser che verificava che lo scavo procedesse nei margini stabiliti.

Non tutti sanno che…

1. In totale furono rimossi 7 milioni di tonnellate di terra.
2. Circa 100 dei 10.000 operai del progetto erano presenti al momento dell’incontro delle escavatrici inglese e francese, per festeggiare con champagne 40 metri sotto il livello del mare.
3. Nei momenti di massima attività, furono impiegati fino a 15.000 operai.
4. Il costo originale preventivato per la costruzione del tunnel ammontava a 4800 milioni di sterline, quello effettivo fu di 10.500 milioni di sterline.
5. Le escavatrici meccaniche furono sotterrate a 20 chilometri dalla costa, in mezzo al canale, perché con la rivestitura in cemento il diametro del tunnel risultò inferiore a quello delle escavatrici, ed era di conseguenza impossibile farle retrocedere e riportarle in superficie.
2 DICEMBRE

Prima reazione nucleare

(1942)
Negli anni Trenta furono scoperti l’elettrone positivo, il neutrone, la radioattività artificiale e la fissione nucleare: nel 1939 c’erano già tre centri di ricerca dedicati allo sviluppo di armi nucleari in Francia, Gran Bretagna e Germania. Gli scienziati che facevano parte del Progetto Manhattan temevano che la Germania riuscisse a costruire per prima un’arma nucleare, perché disponeva della materia prima indispensabile, le miniere di uranio in Cecoslovacchia.
Il Progetto Manhattan era composto da scienziati di diverse nazionalità, tra cui l’italiano Enrico Fermi e l’ungherese Leó Szilárd. È curioso che Fermi, fisico di fama che veniva da una nazione che faceva parte dell’Asse Roma-Tokyo-Berlino, fosse finito nel gruppo degli scienziati che costruirono negli Stati Uniti la prima bomba atomica, con la quale si pose fine alla Seconda guerra mondiale.
Per comprendere le ragioni di Fermi, Szilárd e dello stesso Einstein, bisogna ricordare che sia il fascismo italiano sia il nazismo tedesco avevano fomentato la discriminazione, il razzismo e l’odio verso gli ebrei. Laura, la moglie di Enrico Fermi, era ebrea – così come Szilárd e Einstein – e fu per questa ragione che, dopo aver ricevuto il premio Nobel per la Fisica nel 1938, Fermi si trasferì negli Stati Uniti per proteggere la sua famiglia e lavorare al Progetto Manhattan.
Enrico Fermi nacque a Roma nel 1901. Studiò e si laureò in fisica alla prestigiosa Scuola normale superiore di Pisa, e ottenne una borsa di studio dal governo per studiare presso l’Università di Göttingen con il professore Max Born. Ritornò in Italia per tenere alcune conferenze di fisica matematica e meccanica all’Università di Firenze. Fermi, esperto di neutroni, ottenne il premio Nobel nel 1938 per aver trovato nuovi elementi radioattivi prodotti dalla radiazione dei neutroni, e per la scoperta delle reazioni nucleari associate, causate dai neutroni lenti. Nel 1939 gli fu offerto un lavoro come professore di fisica alla Columbia University, ed emigrò in America.
Negli Stati Uniti diresse il team di scienziati che sperimentò la prima reazione nucleare a catena con una pila atomica, il 2 dicembre 1942, provocando la prima disintegrazione autosostenuta e controllata, ovvero la reazione a catena. La disintegrazione di un atomo provoca quella di un altro atomo, e così via, fino a raggiungere l’energia e il calore ricercati. Per questo studio, Fermi è conosciuto come il «padre della bomba atomica».

Non tutti sanno che…

1. Durante la Seconda guerra mondiale Fermi partecipò alla costruzione della bomba atomica nei laboratori di Los Álamos, New Mexico, nell’ambito del Progetto Manhattan.
2. In seguito si oppose allo sviluppo della bomba all’idrogeno per ragioni etiche.
3 DICEMBRE

Primo trapianto di cuore

(1967)
Il 3 dicembre 1967, a Città del Capo (Sudafrica), il chirurgo Christiaan Barnard, assistito da una équipe di venti professionisti, salvò la vita a Louis Washkansky, di cinquantacinque anni, sostituendo il suo cuore malato con quello di una donna deceduta in un incidente stradale. Denise Darvall, di venticinque anni, aveva riportato gravi ferite alla testa a causa dell’impatto, ma il suo cuore era rimasto illeso e continuava a battere per gli impulsi del sistema nervoso.
Le circostanze diedero a Barnard l’opportunità di praticare un intervento sperimentale, e a Washkansky, che stava morendo di una disfunzione cardiaca, l’opportunità di sopravvivere. L’operazione, il primo trapianto cardiaco portato a termine con successo, suscitò un grande interesse. I giornali descrissero l’intervento nei dettagli. Per prima cosa, Barnard e la sua équipe aprirono il torace di Washkansky, tagliando lo sterno. Poi allargarono le costole e il pericardio – il rivestimento del cuore – e il cuore rimase scoperto. Attraverso una macchina, il sangue di Washkansky circolava attorno all’organo malato. Tagliarono poi il 95 per cento del cuore sano di Darvall e lo cucirono alla «copertura» del cuore di Washkansky. Per farlo battere di nuovo, gli diedero una potente scarica elettrica tramite due dischi posti sopra il cuore. Il corpo incosciente di Washkansky ebbe una convulsione e, mentre Barnard e i suoi venti collaboratori lo osservavano ansiosi, il suo cuore iniziò di nuovo a palpitare, senza smettere. Staccarono la macchina cardiopolmonare e, più di otto ore dopo l’inizio dell’operazione, il paziente fu portato in una stanza sterile, con il corpo pieno di cavi collegati a diversi strumenti e apparecchiature cliniche.
A quel punto cominciò la lotta contro le infezioni postoperatorie e contro il rigetto dell’organo trapiantato, che l’organismo del ricevente tendeva a distruggere. Gli furono somministrati farmaci antirigetto e, una volta passato il periodo di pericolo, iniziarono per Washkansky giorni meravigliosi e pieni di ottimismo.
Tuttavia, dodici giorni dopo l’intervento una radiografia rivelò una macchia scura in un polmone di Washkansky. Sua moglie aveva già notato una forma lieve di tosse, mentre in realtà si trattava di polmonite. I farmaci che stava prendendo gli avevano abbassato le difese immunitarie e lo avevano lasciato inerme contro i germi, che avevano invaso e infiammato i polmoni. Nonostante gli sforzi di Barnard e dei suoi colleghi, Washkansky morì all’alba del 21 dicembre. Il suo nuovo cuore, trapiantato diciotto giorni prima, funzionò perfettamente fino al momento finale.
Un famoso teologo gesuita respinse le obiezioni etiche ai trapianti; altri religiosi sostennero invece che alterare radicalmente il corpo di una persona era come usurpare il ruolo divino. I medici offrirono una definizione nuova della morte: l’inattività elettrica del cervello. Il dibattito su quando mettere fine alla vita di una persona e quando invece prolungarla, e su chi deve prendere queste decisioni, è ancora acceso.

Non tutti sanno che…

1. L’operazione aprì il dibattito etico sui limiti della vita e della morte, e sul ruolo della medicina in questo campo. Si era sempre pensato che la vita finisse quando il cuore smetteva di battere, mentre ora i medici erano in grado di rianimare o sostituire i cuori che non funzionavano.
4 DICEMBRE

Fine del Concilio di Trento

(1563)
Nel contesto della Controriforma – il processo di rinnovamento della Chiesa cattolica per contrastare la minaccia dei riformatori luterani e calvinisti – furono intraprese due azioni: venne indetto il Concilio di Trento, e fu creato il nuovo ordine della Compagnia di Gesù.
Papa Paolo III riuscì a riunire a Trento un Concilio generale della Chiesa nel 1545, che tracciò le linee fondamentali della Controriforma. Il Concilio fissò i principi della fede cattolica, stabilendo che Dio aveva creato l’uomo buono e che questi, nonostante il peccato originale che aveva corrotto la sua natura, conservava il libero arbitrio e l’aspirazione al bene. Proclamò che la fede si fonda sulle Sacre Scritture, spiegate e completate dai Padri della Chiesa, i canoni dei concili e il magistero della Chiesa.
Il Concilio stabilì che la messa è un sacrificio che rinnova quello della croce e che l’Eucarestia è la vera conversione della sostanza del pane nel corpo di Cristo e della sostanza del vino nel suo sangue. Inoltre, sostenne che Dio vuole la Chiesa e che questa deve essere una, santa, universale e apostolica, ispirata dallo Spirito Santo e infallibile in materia di fede.
Nella ventiquattresima sessione fu promulgato un decreto dogmatico sul matrimonio come sacramento e un decreto di riforma che stabiliva i requisiti per contrarre un matrimonio valido. Nella venticinquesima sessione furono pubblicati la dottrina del purgatorio, il culto dei santi e le indulgenze.
Nella sessione finale, quella che si tenne tra il 3 e il 4 dicembre 1563, furono approvati e promulgati un decreto dogmatico sulla venerazione e invocazione dei santi e sulle loro immagini e reliquie; un decreto di riforma del clero; un decreto di riforma sullo stile di vita dei cardinali e vescovi, certificazioni attitudinali per gli ecclesiastici, lasciti per le messe, amministrazione di benefici ecclesiastici e soppressione del concubinato nel clero.
Il 4 dicembre furono promulgati decreti dogmatici sulle indulgenze, sui giorni di festività e digiuno, sulla preparazione di nuove edizioni del mes...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. I 365 giorni che hanno cambiato la storia
  4. Introduzione
  5. GENNAIO
  6. FEBBRAIO
  7. MARZO
  8. APRILE
  9. MAGGIO
  10. GIUGNO
  11. LUGLIO
  12. AGOSTO
  13. SETTEMBRE
  14. OTTOBRE
  15. NOVEMBRE
  16. DICEMBRE
  17. Calendario
  18. Copyright