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Una delle molte immagini della Terra scattate dalla Luna. Questa, in particolare, è stata ottenuta nel 1968 dall’equipaggio dell’Apollo 8, la prima missione lunare con uomini a bordo, che si limitò a entrare nell’orbita lunare e a percorrerla dieci volte, senza atterrare.
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Foto della superficie lunare scattata dalla sonda NASA LRO (Lunar Reconnaissance Orbiter). I puntini luminosi indicati dalle frecce sono manufatti lasciati sulla superficie lunare dalla missione Apollo 11. Sono visibili, in particolare, il Modulo Lunare (LM), lo specchio usato per riflettere i laser (vedi testo), indicato dall’acronimo LRRR, la sua copertura e gli strumenti usati per alcune misurazioni (PSEP).
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Una delle immagini prodotte dalla sonda New Horizon nel suo fly-by intorno a Plutone. Nell’ingrandimento, una regione montuosa, con montagne alte fino a 3500 m.
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Confronto fra un tramonto terrestre…
e uno marziano. È curioso che la Terra, il Pianeta Azzurro, abbia tramonti rossi, e Marte, il Pianeta Rosso, abbia tramonti azzurri.
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Il nucleo della cometa 67P/Churymov-Gerasimenko, intorno al quale orbita la sonda ESA Rosetta e sul quale, nel novembre 2014, è atterrato il lander Philae.
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Un’immagine dell’ammasso aperto delle Pleiadi, nella quale è possibile osservare anche la nube di gas che circonda queste stelle.
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Il volto di Marte. Preso da altre angolazioni e in condizioni di luce differenti, si mostra per quel che è: un rilievo montuoso qualsiasi, senza forme particolari.
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Un’immagine ottica dei “pilastri della creazione” nella nebulosa Aquila, una vasta regione di formazione stellare.
IMMAGINE 9
I “pilastri della creazione” visti però nell’infrarosso. Qui è possibile vedere molte stelle, che nell’immagine precedente erano oscurate da gas e polvere.
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Un esempio di immagine infrarossa così come viene prodotta dal telescopio, senza alcuna successiva manipolazione. Queste immagini sono chiamate “raw”, grezze; è necessario un lavoro di elaborazione, detto “preriduzione”, per estrarne il contenuto scientifico.
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L’Italia di notte ripresa dalla Stazione Spaziale Internazionale (ISS). L’arco luminoso in alto è il cosiddetto “airglow”, la debole luminosità notturna dell’atmosfera terrestre.
IMMAGINE 12
L’Orsa maggiore ripresa dalla ISS. Come si vede, le stelle qui rivelano un colore: alcune possiedono una luce che tende al rosso, altre al blu.
IMMAGINE 13
Albireo, sistema doppio costituito da una stella gigante arancione e una di sequenza principale (a sua volta, in realtà, una stella doppia).
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Diagramma di Hertzsprung-Russell con i valori temperatura-luminosità. Le stelle si posizionano in diverse regioni a seconda della loro fase evolutiva.
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L’imperatore Enrico III che indica una stella nuova sul cielo di Tivoli in un manoscritto del 1450. Potrebbe trattarsi di una testimonianza dell’osservazione in Occidente della supernova SN1054.
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Un dipinto rupestre a Chaco Canyon, negli Stati Uniti, realizzato dagli indiani Anasazi, che sembrerebbe rappresentare una stella, forse SN1054, di fianco alla Luna.
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Un’immagine della nebulosa planetaria Eschimese.
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La nebulosa planetaria Occhio di gatto.
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Immagine verde e rossa della supernova SN2002CV. In alto, la galassia ospite prima dell’esplosione, in basso viene evidenziata la supernova. La sua luminosità dopo l’esplosione è paragonabile a quella della galassia ospite.
IMMAGINE 20
Un’immagine ottica della nebulosa del Granchio; è ciò che resta dell’esplosione della supernova SN1054.
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La nebulosa del Granchio ai raggi X fotografata dal satellite Chandra: sono visibili il disco di accrescimento e i due getti dai quali viene espulsa materia.
IMMAGINE 22
Immagine di campo profondo del telescopio spaziale Hubble. Gli “archi” sono lenti gravitazionali, una delle conferme più spettacolari della teoria della relatività.
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La galassia di Andromeda.
IMMAGINE 24
La galassia NGC1300.
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La galassia Sombrero.
IMMAGINE 26
La galassia Antenne. In realtà si tratta di due galassie in interazione, che si stanno fondendo insieme.
IMMAGINE 27
Un’immagine del centro della nostra galassia, nella costellazione del Sagittario: nubi di gas e polveri lo oscurano.
IMMAGINE 28
Un’immagine dell’ammasso globulare M3.
IMMAGINE 29
La galassia sferoidale nana Leo II, una delle più distanti tra le satelliti della Via Lattea.
IMMAGINE 30 Le Nubi di Magellano, due galassie nane irregolari visibili dall’emisfero sud.
IMMAGINE 31
Rappresentazione pittorica della Via Lattea (la grossa galassia a disco), Sagittarius (in rosso) con i suoi stream stellari (in bianco).
IMMAGINE 32
La storia del nostro universo dal Big Bang a oggi.
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La mappa della radiazione cosmica di fondo prodotta dal satellite Plank. Il codice di colore indica le differenze di temperatura e, dunque, di densità.
IMMAGINE 34
L’immagine del pale blue dot, il nostro pianeta Terra, fotografato dalla sonda Voyager 1 mentre si trovava a circa 6 miliardi di chilometri di distanza da noi.