La straordinaria avventura di una vita che nasce
eBook - ePub

La straordinaria avventura di una vita che nasce

Nove mesi nel ventre materno

  1. 328 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
eBook - ePub

La straordinaria avventura di una vita che nasce

Nove mesi nel ventre materno

Dettagli del libro
Anteprima del libro
Indice dei contenuti
Citazioni

Informazioni sul libro

Questo libro racconta una straordinaria avventura: quella di una semplice cellula fecondata, così piccola da essere invisibile a occhio nudo, che moltiplicandosi in miliardi di altre cellule riesce a diventare, in soli nove mesi, un Homo sapiens.

La straordinaria avventura di una vita che nasce è la cronaca di questa crescita, raccontata in base alle più recenti scoperte scientifiche. Ma è anche un utilissimo strumento per rispondere ai dubbi, alle curiosità e ai timori dei neogenitori su tutti gli argomenti relativi al benessere di mamma e bambino, dai problemi legati alla fertilità allo sviluppo psicofisico del neonato.

Domande frequenti

È semplicissimo: basta accedere alla sezione Account nelle Impostazioni e cliccare su "Annulla abbonamento". Dopo la cancellazione, l'abbonamento rimarrà attivo per il periodo rimanente già pagato. Per maggiori informazioni, clicca qui
Al momento è possibile scaricare tramite l'app tutti i nostri libri ePub mobile-friendly. Anche la maggior parte dei nostri PDF è scaricabile e stiamo lavorando per rendere disponibile quanto prima il download di tutti gli altri file. Per maggiori informazioni, clicca qui
Entrambi i piani ti danno accesso illimitato alla libreria e a tutte le funzionalità di Perlego. Le uniche differenze sono il prezzo e il periodo di abbonamento: con il piano annuale risparmierai circa il 30% rispetto a 12 rate con quello mensile.
Perlego è un servizio di abbonamento a testi accademici, che ti permette di accedere a un'intera libreria online a un prezzo inferiore rispetto a quello che pagheresti per acquistare un singolo libro al mese. Con oltre 1 milione di testi suddivisi in più di 1.000 categorie, troverai sicuramente ciò che fa per te! Per maggiori informazioni, clicca qui.
Cerca l'icona Sintesi vocale nel prossimo libro che leggerai per verificare se è possibile riprodurre l'audio. Questo strumento permette di leggere il testo a voce alta, evidenziandolo man mano che la lettura procede. Puoi aumentare o diminuire la velocità della sintesi vocale, oppure sospendere la riproduzione. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Sì, puoi accedere a La straordinaria avventura di una vita che nasce di Piero Angela,Alberto Angela,Valter Fogato in formato PDF e/o ePub, così come ad altri libri molto apprezzati nelle sezioni relative a Scienze biologiche e Scienza generale. Scopri oltre 1 milione di libri disponibili nel nostro catalogo.

Informazioni

Editore
Mondadori
Anno
2017
ISBN
9788852080180
Parte II

NOVE MESI DALLA PARTE DELLA MADRE

VI

Il corpo cambia

I primi segnali della gravidanza

L’inizio della gravidanza è sempre un punto interrogativo. Anche le coppie che hanno calcolato il momento migliore per avere un rapporto, non possono mai essere sicure che tutto sia andato come desiderano. Ci vogliono, per così dire, dei «fatti». E i fatti richiedono qualche giorno. Quanti?
Come è noto, il primo sintomo della gravidanza è l’assenza di mestruazioni. Ogni giorno di ritardo fa aumentare in modo esponenziale la probabilità che la gravidanza sia cominciata. Solitamente tale probabilità diventa certezza solo circa una settimana dopo la data delle mancate mestruazioni (praticamente tre settimane dopo la fecondazione, quando l’embrione è già abbozzato).
In farmacia sono disponibili vari tipi di test che si possono fare a casa, in piena riservatezza. Si basano sul fatto che, dopo qualche tempo dal concepimento, l’embrione in formazione comincia a produrre forti dosi di ormoni particolari, le gonadotropine; questi ormoni finiscono anche nel sangue materno e quindi nelle sue urine. I test si compiono ponendo alcune gocce di urina della donna in appositi contenitori che, attraverso semplici reazioni chimiche (visibili a occhio nudo, grazie a delle colorazioni), individuano la presenza o meno di questi ormoni. Alcuni test sono capaci di riconoscere le gonadotropine (e quindi segnalare la gravidanza) fin dal giorno in cui sarebbero dovute comparire le mestruazioni.
Gli esperti raccomandano di rifare il test se, malgrado la risposta negativa, il ritardo delle mestruazioni si protrae, perché può esservi stato un errore nell’eseguirlo, oppure nella valutazione della data del concepimento (per cui in circolazione non ci sono ancora sufficienti gonadotropine). Anche l’uso di certi farmaci (come gli antidepressivi), può falsare i risultati. La visita dal ginecologo toglierà ogni incertezza.
Un consiglio pressante viene comunque dagli esperti: al primo sospetto di gravidanza è necessario fare molta attenzione a non ingerire farmaci o sostanze che possano avere un effetto devastante sullo sviluppo dell’embrione (vedi capitolo XIX).

Indizi, ma non ancora prove

Ma, anche senza bisogno di un test, molte donne intuiscono quasi subito che una gravidanza è cominciata, grazie a piccoli e quasi impercettibili segnali che provengono dal loro corpo.
Per esempio, dormendo sulla pancia si accorgono che i seni sono un po’ più sensibili e si sono impercettibilmente ingrossati. In effetti il seno comincia subito a trasformarsi, a inturgidirsi: sebbene manchino addirittura nove mesi alla nascita del bambino, si sta già preparando all’allattamento. Con il passare delle settimane, questo ingrossamento diventa molto più evidente. E se ne accorge anche il partner.
Le nausee (e soprattutto il vomito) sono un altro pesante indizio. Certo, le nausee possono anche essere dovute a una cena indigesta, oppure può trattarsi di semplice stanchezza o di qualche disturbo di origine patologica (alcune influenze virali, in effetti, danno questi sintomi). Ma se si susseguono in una donna che non ne ha mai particolarmente sofferto, rappresentano un preciso segnale.
Un altro segnale è la stanchezza. Può accadere infatti che la futura madre si senta fiacca e stanca, soprattutto in alcune ore della giornata. Gli esperti, in proposito, consigliano di non ignorare questi messaggi del corpo e di fare frequenti riposini, quando è necessario. Senza tener conto delle eventuali critiche…

Il seno si sviluppa

Durante i primi 3 mesi, quando la pancia non si fa ancora notare, i cambiamenti esterni più evidenti continuano a riguardare il seno, che ingrossa sempre più. Ora è molto più sensibile e sulla sua superficie appaiono delle sottili vene azzurre. I tessuti adiposi aumentano di spessore e si moltiplicano le ghiandole mammarie, che dovranno secernere il latte.
Anche i capezzoli cambiano aspetto, divenendo più turgidi. In alcune donne invece i capezzoli «rientrano», ma non è un problema: per prepararsi all’allattamento è utile cominciare a massaggiare delicatamente il capezzolo, in modo da renderlo più prominente.
Certe madri dalla pelle delicata rischiano di soffrire di ragadi al seno (un problema che in molti casi si risolve ricorrendo all’uso di paracapezzoli in lattice) per prevenire il problema esse debbono iniziare per tempo un massaggio che irrobustisca la pelle, in particolare nella zona dell’areola.
Quando, con il 2° trimestre, il seno diventerà ancora più grosso (e la sua pelle sempre più tesa potrebbe dar qualche segno di smagliatura) le areole si scuriranno notevolmente. Nell’ultimo trimestre le ghiandole mammarie potrebbero fare delle «prove tecniche»: dai capezzoli potranno scendere piccole gocce di color giallino. È il colostro, un liquido che precede il latte vero e proprio, utilissimo al neonato. Contiene infatti, oltre a minerali, proteine e grassi, anche grandi quantità di anticorpi che lo aiuteranno a difendersi dalle malattie.

Cresce il pancione

Il secondo grande cambiamento esterno del corpo, ovviamente, è il pancione che comincia a crescere. Ciò accade di solito a partire dalla 14ª settimana, cioè dopo 3 mesi abbondanti: è il segnale che l’utero comincia a «salire» come un pallone che si gonfia. Non sempre la dilatazione del ventre è visibile in una donna: dipende molto dalla sua struttura fisica. Esistono casi di ragazze-madri che sono riuscite a nascondere la loro gravidanza ai familiari fino alla nascita del bambino, grazie alla loro struttura particolarmente prosperosa e ad ampi vestiti.
La crescita del pancione segue schemi ben precisi. Fino al 3° mese, l’utero sarà «abbracciato» dalle ossa del bacino, come un melone in un’insalatiera. Al 5° mese avrà raggiunto l’ombelico, e in seguito continuerà a «salire», fino a sfiorare la base del costato. A partire da metà gravidanza è possibile valutare, con buona approssimazione, l’età del feto misurando la distanza tra l’osso pubico (l’osso che si sente nel pube a livello dei genitali) e la sommità dell’utero. Nelle donne di peso normale, infatti, ogni centimetro corrisponde più o meno al numero di settimane di gestazione.
La madre vivrà questa crescita guardandosi ogni tanto allo specchio di profilo. E si accorgerà, a un certo punto, che lo sviluppo del feto spingerà dall’interno anche sull’ombelico, provocando una piccola prominenza; ma, soprattutto, sentirà che questa crescita comincerà a premere su vari organi interni e a «salire» verso il diaframma. Solo alla fine tutto il «pacchetto» si sposterà in blocco verso il basso (permettendole anche di respirare meglio): sarà quello il segnale che il feto si sta ormai avvicinando alla porta d’uscita, e che la nascita non è lontana.
Sulla forma della pancia è stato detto molto: la tradizione vuole che se è prominente il figlio sarà maschio, altrimenti nascerà femmina. In realtà non esiste alcuna relazione tra il sesso del feto e la forma della pancia di sua madre: tutto dipende dalla struttura corporea della donna, e anche dalla posizione del feto all’interno dell’utero. L’unica vera previsione che si può fare è che la pelle tesa potrà generare, proprio come avviene per il seno, delle smagliature.
A volte, sotto l’ombelico, compare una linea scura molto fine che scende verticalmente fino al pube (anche sul viso possono apparire delle macchie scure). È del tutto normale.

Il bambino si muove!

Ma c’è un evento meraviglioso che si produce tra la 18ª e la 22ª settimana. Un evento che nessuna donna potrà mai dimenticare. È una strana sensazione che la fa trasalire: un leggero battito di ali dentro il ventre, un qualcosa di vivo che si muove. È il bambino che si anima!
In realtà i movimenti cominciano molto prima che la madre se ne accorga. Addirittura a 5 settimane dal concepimento il piccolo essere in formazione già si muove: man mano che i muscoli si formano, infatti, cominciano i movimenti di estensione e flessione. I primi sono quelli del tronco. A 12 settimane la gamma della motilità è completa: il piccolo può muovere le singole dita, può afferrare un piede o il cordone ombelicale. Ma è solo quando le sue dimensioni (e la sua forza) raggiungono un certo livello che la madre si accorge di questi movimenti.
Con l’ecografia si può vedere cosa fa il feto: esercita le articolazioni, si arrampica con i piedi e con le mani sulla parete dell’utero, si rigira, cambia posizione. La cosa curiosa è che dopo la nascita dovrà reimparare molti di questi movimenti, perché passando dall’elemento acquatico a quello terrestre saranno necessari aggiustamenti e adattamenti nei comandi da inviare alla muscolatura.
La madre si rende conto a quel punto di portare dentro di sé un essere ormai molto sviluppato, da ogni punto di vista.
La strada, dall’ovulo fecondato, è stata lunga: nei primi 3 mesi la massa cellulare è aumentata di 2 milioni e mezzo di volte, per aumentare ancora di 230 volte negli ultimi 6 mesi. La crescita è stata frenetica nella prima parte della gravidanza, le cellule si sono riprodotte a grande velocità (ricordate i neuroni? quasi 5 mila al secondo…); ora la crescita è più di qualità, per apportare i ritocchi finali e mettere a punto gli ultimi sistemi, grazie alle cellule specializzate nelle varie funzioni sensoriali, digestive, ghiandolari, lipidiche.
Nella fase in cui la madre comincia a sentire i primi movimenti (verso i 3-4 mesi), il feto è lungo circa 15 centimetri, ed è ormai molto ben formato: ha già delle piccolissime unghie e sulla sua fronte si distinguono delle sopracciglia. Alterna stati di sonno a stati di veglia, ed è in grado, come vedremo, di ascoltare dei suoni.
È ormai quasi un bebè in miniatura. Nei mesi che ancora lo separano dalla nascita avverranno altre cose importanti, ma il più è fatto: la parte più spettacolare dello sviluppo, la cosiddetta morfogenesi (cioè la nascita delle forme), ha avuto luogo.
I primi timidi battiti, intanto, si amplificano sempre più, al punto che questi movimenti possono essere visti addirittura dall’esterno, direttamente attraverso la pelle, come se qualcuno spostasse un dito sotto un lenzuolo. È uno dei momenti più belli per la coppia, quando anche il padre, appoggiando la mano sul ventre, sente «in diretta» lo scalciare del figlio, e per la prima volta percepisce quella nuova vita non solo come un’idea astratta, ma come qualcosa di reale e palpitante.
I movimenti raggiungeranno il loro massimo tra la 27ª e la 32ª settimana: poi lo spazio all’interno dell’utero diventerà sempre più ristretto e, pur continuando, diminuiranno di intensità.
Quanto si muove il feto? Dipende. Ma la madre, se si distende sul lato sinistro, potrà contare i movimenti. La media è di quasi 10 ogni 2 ore. A volte la madre può avvertire anche dei minuscoli sobbalzi ritmici, ogni 2 o 3 secondi all’interno: è il piccolo che ha il singhiozzo… Nessun problema.
Ma ci sono momenti in cui il bambino si muove maggiormente? Sì, la sera tra le dieci e mezzanotte. Sono state fatte registrazioni continue su donne incinte volontarie, e si è avuta la conferma che (come sanno da tempo le madri in attesa) quella è la punta massima del movimento. La minima si registra verso le quattro del mattino.
La cosa interessante è che queste variazioni del movimento del feto corrispondono alle variazioni del cortisolo nel sangue materno. Esperimenti hanno mostrato che le due cose sono effettivamente collegate, e quindi la motilità del feto è influenzata indirettamente dalla madre (questo vale anche per il ciclo sonno/veglia, come vedremo).
I movimenti del bambino sono anche un segnale che tutto va bene, e accompagneranno il suo sviluppo per il resto della gravidanza. Ma quel primo «fremito», quel primo batter d’ali, quasi impercettibile, rimarrà per sempre nella memoria, come uno dei momenti più magici ed emozionanti di tutto il lungo percorso dei nove mesi.

Cosa rivelano i ritmi dei movimenti

C’è un altro aspetto molto interessante legato ai movimenti del feto: recentissime ricerche, di cui ci ha parlato il professor Carlo Romanini, direttore della Clinica Ostetrica e Ginecologica dell’Università di Roma Tor Vergata, indicano che, studiando questi movimenti, si possono rilevare eventuali danni neurologici prima ancora della nascita.
Intanto va detto che sono stati identificati nel feto, a partire dalla 27ª-28ª settimana, 4 stati fondamentali: 1 di quiete e 3 di attività motoria. Essi si alternano, con particolari ritmi: i periodi di quiete durano non più di 20-25 minuti, quelli di moto circa 70. Questi stati sono caratterizzati da una diversa frequenza del battito cardiaco, dalla presenza o dall’assenza di movimenti corporei, e dall’assenza o presenza di movimenti oculari (con l’ecografia si riescono infatti a osservare i movimenti oculari del feto, anche se ha le palpebre chiuse).
Durante il periodo di quiete non si verificano praticamente attività corporee, i movimenti oculari sono ridotti (o interrotti) e anche il battito cardiaco si appiattisce. Viceversa negli altri periodi questi vari parametri si attivano. Ma la cosa importante è che nel feto sano tutti questi parametri si modificano simultaneamente, quando cambiano di stato: se manca questo sincronismo vuol dire che qualcosa non va nell’evoluzione del sistema nervoso.
Se per esempio i tracciati mostrano che il feto comincia a muovere gli occhi, ma mantiene la frequenza cardiaca della fase di quiete, ciò significa che ha dei problemi a livelli nervoso.
Un gruppo di ricerca, in Olanda, sta cercando di valutare gli effetti a distanza di queste anomalie. Lavorano in particolare su quello che è stato definito un danno cerebrale minimo, che può tradursi in un minor rendimento a scuola o nell’apprendimento di una lingua straniera. Secondo questi esperti è un danno che è già rilevabile in questa fase ...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. Prefazione
  4. Ringraziamenti e principali fonti bibliografiche
  5. Parte prima. DALLA CELLULA ALL’HOMO SAPIENS
  6. Parte seconda. NOVE MESI DALLA PARTE DELLA MADRE
  7. Parte terza. LA NASCITA
  8. Parte quarta. DOPO LA NASCITA
  9. Parte quinta. LA PROSSIMA GRAVIDANZA
  10. Copyright