La strategia dell'ombra
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La strategia dell'ombra

  1. 104 pagine
  2. Italian
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La strategia dell'ombra

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Indice dei contenuti
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Informazioni sul libro

Quarta raccolta poetica di Sergio Zavoli pubblicata nello "Specchio", La strategia dell'ombra conferma l'auspicio espresso da Carlo Bo all'uscita della prima silloge: «Zavoli aveva in serbo un discorso poetico che ci auguriamo lungo». Un lavoro poetico, quello di Zavoli, che mostra una nitida coerenza tra pensiero e linguaggio, mettendo in un decisivo risalto la maturità della sua vocazione. E, rivelandoci la zona rimasta "in ombra" dell'animo del poeta, i suoi versi non tendono ad alzare i toni, ma confermano una scelta profondamente e stilisticamente rigorosa.

In questo nuovo libro c'è una forza e una grazia, un'ironia e una gravità che nelle intonazioni della "narrazione" più privata sono il frutto di un prestigioso impegno comunicativo, già incline a una ferma cultura dell'immaginazione e del reale, dell'esistenza e del civismo, del laicismo e della spiritualità, tali da non interrompere, semmai ribadire, l'esplicito giudizio di Carlo Bo, secondo cui «i versi destinati all'arcano disegno di una creazione che ci obbliga di continuo a una difficile scelta restituiscono bene una sorta di sacro allarme» di fronte all'«infinito bivio». Al quale «il padrone di tante voci umane – maestro del "mestiere di chiedere", per usare una sua espressione – allega una sfida consapevole e libera, mostrandosi con il suo volto tutto rischiarato, in una luce ancor più dichiarata e pura».

La strategia dell'ombra ricrea, citandoli come in una sorta di diario, i segni di una sempre più sorprendente continuità tra le parole rivolte al passato, affrontando la loro complessa, ardua, nondirado drammatica contemporaneità.

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Informazioni

Editore
Mondadori
Anno
2017
ISBN
9788852079504
Argomento
Literature
Categoria
Poetry
Io credo di credere, Francesco, e voglio dirlo a te
che ami anche i vicoli dell’anima,
dove incontrando Dio, anziché fermarmi
per incredulità, sbalordimento, confusione,
se penso alle ferite della Terra
mi faccio da una parte, guadagno tempo,
e sale una domanda rovinosa,
ma se l’uomo fallisse
la sconfitta non sarebbe anche di Dio?
A quale autorità affidarsi per saperlo, se non a Lui,
l’inventore dell’uomo?
Per quale inderogabile ragione può aver scelto
che il Figlio nascesse sulla Terra,
confuso nella nostra umanità,
consegnata all’infinito e all’eterno
tra milioni di stelle e di galassie?
Sono ancora, Francesco,
tra l’anima e la mente, se penso
che guidi una Chiesa universale
e ti chini sulla mia fides infirma
al pari di Agostino, e di mia madre;
e sul trascinamento del Signore
in una deriva umanitaria
non turberei la mia laicità
se l’ardita domanda si volgesse
nel nome di chi venne inchiodato
dalla diplomazia di Roma,
e dopo aver gridato al Padre il perché
dell’abbandono,
un cumulo di nembi, irto di fulmini,
si allontanò annunciando che tutto
era accaduto.
Francesco, che non ami teologare
sulle domande appariscenti,
e sei esperto dell’umanità,
prega che Dio rimetta a noi i nostri dubbi,
li stringa a sé, ripeta a chi coltiva la speranza
che vincerà la vita.
Ogni tanto, sul punto di dormire,
vorrei sentire nella fronte le dita di mia madre
come quando togliendole diceva a bassa voce
così sia.
Voglio vedere gli alberi
mettersi le gemme,
darsi le foglie,
aspettare che si aprano i varchi,
e i rami allarghino le braccia
mentre sotto, col vento, sembrano
scambiarsi le ombre.
Mi affido alla bellezza,
che imprime su di noi
il pensiero e l’amore,
i laici sacramenti di quaggiù.
E mentre crollano poteri, linguaggi,
codici, preghiere, e non si grida
a una drammatica qualità del caos,
vorrei ascoltare l’innocenza
di un vento come seta
nascosto persino alla natura,
udire la campana dei paesi di mare
che annunciano i piazzali aperti
dalle basse maree,
dove poter contare gli affogati distesi
sulle trecce di sabbia, indurite
dalla luce lunare.
Pietà, riaffácciati sul mondo
e chiamaci per nome, uno alla volta,
da quel giorno stiamo ancora lavandoci le mani.
Una mattina...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. La strategia dell’ombra
  4. Chissà cosa vuol dire il cauto indugio
  5. Perché non dire cosa rimane della guerra
  6. La vita ritornava
  7. Ed è venuto il giorno, mia città
  8. Dentro quei pochi metri del pianeta
  9. Non vivere aggrappato, come l’ombra
  10. È una remota idea la storia
  11. Le inconsumate idee, i progetti
  12. Conosco le afflizioni dovute alle prove
  13. Mi guardo intorno
  14. Rimini cadrà
  15. Ormai la guerra andava altrove
  16. Ho in mente quel mattino, tornavamo
  17. Le sere si stringevano d’un tratto
  18. Le guerre si ricordano l’un l’altra
  19. Bisognava indovinare la traccia
  20. Stanotte non sognerò
  21. Occorrerebbe un vento
  22. In un’aria leggera
  23. Riandavo alla mia mano presa nella tua
  24. Mi proverò a sbucciare le parole
  25. Tutto tornava a un bivio
  26. Restavi aggattonata sul divano
  27. Ti dicevo
  28. Il passato, ragazza
  29. Ma tu continua a vivere di te, cercati dove sei
  30. So che mi aspetti dove
  31. Ogni cosa è anche la sua fine
  32. Cerca l’aria del porto
  33. Dura poco il ricordo
  34. Il tuo girino si è mostrato, Vale
  35. Ti devo, Vale, l’idea di avere gli anni tuoi
  36. Andrea è cresciuto in fretta
  37. Andrea vuole sapere perché il buio
  38. Quando l’agosto celebrava i giorni
  39. L’alba ha già spalancato le navate
  40. Non darti pena, madre
  41. Muore l’estate, con la terra crepata come quando
  42. Arrossa sul casale la vite americana
  43. Un nebbioso febbraio nascondeva
  44. I nostri inverni, così lenti a scaldare
  45. Siamo come le rose antiche
  46. Credo che non prenderò parte
  47. Temo di non sapere
  48. Eravamo curiosi di sapere
  49. Tutto accadeva altrove, e noi eravamo
  50. Benché si stenti a te siamo protesi
  51. Non cresceranno
  52. Tornerò a marzo quando
  53. Perché non dire, animo mio, degli anni
  54. Prima che tutto s’inserpenti
  55. Siamo, dice una ragion pratica
  56. Nello spazio, si sa
  57. Detesto le metafore
  58. Esser nati, scelti da un caso prodigioso
  59. E se scoprissimo d’essere solo anime
  60. Ma non tutti, dentro, ascoltiamo le “voci” ammonitrici
  61. Il canto dolce e aspro degli uccelli
  62. Ogni tanto tornavo a rivederti
  63. Spesso mi perdo
  64. Torno ogni tanto ai rami
  65. Sono tornato alle tue vie, Volterra
  66. Misuravo il filo della voce
  67. Il gelo abbaglia, all’alba
  68. Vorrei essere l’uno e l’altro di me
  69. Io vidi il fulmine venire giù dal sole
  70. Ho riscoperto quella piccola chiesa
  71. Io credo di credere, Francesco, e voglio dirlo a te
  72. Voglio vedere gli alberi
  73. E mentre crollano poteri, linguaggi
  74. Una mattina, al largo, il mare lascia dondolare
  75. Un anello di morte già circonda
  76. Da noi i ragazzi si stendevano
  77. Poco del mare resisterà
  78. Non so quali rinunce
  79. E quanto alle rinunce
  80. Se davvero è un mistero, ma la scienza
  81. Non si può stare a lungo sulla soglia
  82. Ti allontani, ombra mia
  83. Ma vivere non è solo per noi
  84. Lo so, sei il mio coraggio, Ale
  85. Ora vado a dormire
  86. Copyright