- 104 pagine
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La strategia dell'ombra
Informazioni sul libro
Quarta raccolta poetica di Sergio Zavoli pubblicata nello "Specchio", La strategia dell'ombra conferma l'auspicio espresso da Carlo Bo all'uscita della prima silloge: «Zavoli aveva in serbo un discorso poetico che ci auguriamo lungo». Un lavoro poetico, quello di Zavoli, che mostra una nitida coerenza tra pensiero e linguaggio, mettendo in un decisivo risalto la maturità della sua vocazione. E, rivelandoci la zona rimasta "in ombra" dell'animo del poeta, i suoi versi non tendono ad alzare i toni, ma confermano una scelta profondamente e stilisticamente rigorosa.
In questo nuovo libro c'è una forza e una grazia, un'ironia e una gravità che nelle intonazioni della "narrazione" più privata sono il frutto di un prestigioso impegno comunicativo, già incline a una ferma cultura dell'immaginazione e del reale, dell'esistenza e del civismo, del laicismo e della spiritualità, tali da non interrompere, semmai ribadire, l'esplicito giudizio di Carlo Bo, secondo cui «i versi destinati all'arcano disegno di una creazione che ci obbliga di continuo a una difficile scelta restituiscono bene una sorta di sacro allarme» di fronte all'«infinito bivio». Al quale «il padrone di tante voci umane – maestro del "mestiere di chiedere", per usare una sua espressione – allega una sfida consapevole e libera, mostrandosi con il suo volto tutto rischiarato, in una luce ancor più dichiarata e pura».
La strategia dell'ombra ricrea, citandoli come in una sorta di diario, i segni di una sempre più sorprendente continuità tra le parole rivolte al passato, affrontando la loro complessa, ardua, nondirado drammatica contemporaneità.
Domande frequenti
Informazioni
Indice dei contenuti
- Copertina
- Frontespizio
- La strategia dell’ombra
- Chissà cosa vuol dire il cauto indugio
- Perché non dire cosa rimane della guerra
- La vita ritornava
- Ed è venuto il giorno, mia città
- Dentro quei pochi metri del pianeta
- Non vivere aggrappato, come l’ombra
- È una remota idea la storia
- Le inconsumate idee, i progetti
- Conosco le afflizioni dovute alle prove
- Mi guardo intorno
- Rimini cadrà
- Ormai la guerra andava altrove
- Ho in mente quel mattino, tornavamo
- Le sere si stringevano d’un tratto
- Le guerre si ricordano l’un l’altra
- Bisognava indovinare la traccia
- Stanotte non sognerò
- Occorrerebbe un vento
- In un’aria leggera
- Riandavo alla mia mano presa nella tua
- Mi proverò a sbucciare le parole
- Tutto tornava a un bivio
- Restavi aggattonata sul divano
- Ti dicevo
- Il passato, ragazza
- Ma tu continua a vivere di te, cercati dove sei
- So che mi aspetti dove
- Ogni cosa è anche la sua fine
- Cerca l’aria del porto
- Dura poco il ricordo
- Il tuo girino si è mostrato, Vale
- Ti devo, Vale, l’idea di avere gli anni tuoi
- Andrea è cresciuto in fretta
- Andrea vuole sapere perché il buio
- Quando l’agosto celebrava i giorni
- L’alba ha già spalancato le navate
- Non darti pena, madre
- Muore l’estate, con la terra crepata come quando
- Arrossa sul casale la vite americana
- Un nebbioso febbraio nascondeva
- I nostri inverni, così lenti a scaldare
- Siamo come le rose antiche
- Credo che non prenderò parte
- Temo di non sapere
- Eravamo curiosi di sapere
- Tutto accadeva altrove, e noi eravamo
- Benché si stenti a te siamo protesi
- Non cresceranno
- Tornerò a marzo quando
- Perché non dire, animo mio, degli anni
- Prima che tutto s’inserpenti
- Siamo, dice una ragion pratica
- Nello spazio, si sa
- Detesto le metafore
- Esser nati, scelti da un caso prodigioso
- E se scoprissimo d’essere solo anime
- Ma non tutti, dentro, ascoltiamo le “voci” ammonitrici
- Il canto dolce e aspro degli uccelli
- Ogni tanto tornavo a rivederti
- Spesso mi perdo
- Torno ogni tanto ai rami
- Sono tornato alle tue vie, Volterra
- Misuravo il filo della voce
- Il gelo abbaglia, all’alba
- Vorrei essere l’uno e l’altro di me
- Io vidi il fulmine venire giù dal sole
- Ho riscoperto quella piccola chiesa
- Io credo di credere, Francesco, e voglio dirlo a te
- Voglio vedere gli alberi
- E mentre crollano poteri, linguaggi
- Una mattina, al largo, il mare lascia dondolare
- Un anello di morte già circonda
- Da noi i ragazzi si stendevano
- Poco del mare resisterà
- Non so quali rinunce
- E quanto alle rinunce
- Se davvero è un mistero, ma la scienza
- Non si può stare a lungo sulla soglia
- Ti allontani, ombra mia
- Ma vivere non è solo per noi
- Lo so, sei il mio coraggio, Ale
- Ora vado a dormire
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