Storia degli ebrei di Roma
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Storia degli ebrei di Roma

Dall'antichità al XX secolo

  1. 828 pagine
  2. Italian
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Storia degli ebrei di Roma

Dall'antichità al XX secolo

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Gli ultimi due secoli di storia della comunità ebraica romana, la più numerosa e antica d'Italia, sono caratterizzati dai profondi - e talvolta drammatici - mutamenti nelle relazioni fra la maggioranza cristiana della Città Eterna e questa piccola minoranza, che, nel volgere di convulsi decenni, ha conosciuto l'emarginazione e l'inclusione, l'integrazione e, in seguito, la discriminazione e lo sterminio.

Nella prima metà dell'Ottocento, i timidi segnali di emancipazione degli ebrei visibili nelle società europee più avanzate si manifestano anche a Roma, dove per una breve stagione la repubblica si sostituisce al dominio pontificio. È solo dopo l'unità d'Italia che nella nuova capitale del regno si avverte chiaramente un'impetuosa ondata di cambiamento: gli ebrei iniziano a partecipare con grande passione alla costruzione del Paese che, in virtù del tributo di sangue da essi versato sui campi di battaglia del Risorgimento e della Grande Guerra, considerano a pieno titolo la loro patria.

La Chiesa di Roma, tuttavia, sconfitta ma non rassegnata, addebitando l'oltraggio di Porta Pia a un complotto di forze anticattoliche rilancia la propaganda antigiudaica e rinnova contro gli ebrei le tradizionali accuse di deicidio e di omicidio rituale, fornendo argomenti e alibi sia ai ricorrenti episodi di violenza antigiudaica sia all'antisemitismo moderno, che condanna senza appello l'ebreo alla sua presunta identità razziale, negandogli ogni reale possibilità di assimilazione.

Esito e culmine di questa martellante campagna d'odio è la pagina nera - vergognosa e incancellabile - delle cosiddette «leggi razziali», promulgate dal regime fascista nel 1938 come atto di adesione all'ideologia del Terzo Reich hitleriano, che sanciscono l'esclusione degli ebrei dal corpo vivo della società italiana.

Accolte dapprima con indifferenza e senza un'esplicita protesta della Santa Sede, dopo l'8 settembre 1943 tali leggi spianano la strada alla deportazione ad Auschwitz e alla morte di oltre 2000 ebrei romani. E anche se molti italiani e una parte del clero si riscattano, creando a proprio rischio e pericolo una vasta rete di solidarietà a favore dei perseguitati in fuga, molte ombre continuano a gravare sul silenzio di Pio XII (a cui Riccardo Calimani dedica un'ampia e lucida analisi), che non condannò mai apertamente lo sterminio, pur essendone informato da diversi prelati dei Paesi in cui venne perpetrato.

La segreta, ma ferma speranza dell'autore è che questo racconto «sia fonte di ispirazione, affinché tutti i popoli, nessuno escluso, in ogni parte del mondo, sappiano trovare la via della concordia e della giustizia, e possano vivere insieme su questa terra, se non con gioia, almeno in pace fra loro».

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Informazioni

Editore
Mondadori
Anno
2017
ISBN
9788852079467
Argomento
Storia

NOTE

I. «I Tal Jah»: l’isola della rugiada divina

1. Giuseppe Flavio, 1974, I, 1, 4; 1 Libro dei Maccabei 8. Berliner individua negli anni 159, 144 e 138 a.e.v. le tre date delle visite degli ambasciatori di Gerusalemme a Roma. Vedi anche Shatzman, 2001, pp. 25-26; Smallwood, 1981, pp. 4-11.
2. Milano, 1963, pp. 6-7; Levi, 1970, pp. 76-78.
3. Daniele 11, 30; De Filippis Cappai, 2008, pp. 1-2.
4. Il Primo Libro dei Maccabei ha potuto giovarsi dei cinque libri di Giasone di Cirene, il Secondo Libro dei Maccabei degli Annali di Giovanni Ircano; entrambe queste fonti sono andate perdute. Vedi Juster, 1914a, p. V, che ritiene entrambi i libri soggetti a interpolazioni in tempi successivi.
5. Hadas-Lebel, 1990, p. 19; 1 Libro dei Maccabei 8, 1.3; 5, 14.16.24.
6. Milano, 1988, p. 13: «Le Mirabilia Urbis riferiscono che, verso la metà del Millecento, era ancora possibile veder infissa, nelle mura presso la chiesa di San Basilio, una grande tavola di bronzo, nella quale era trascritto il patto di amicizia stretto tra romani ed ebrei. Era la testimonianza di un avvenimento memorabile, verificatosi tredici secoli innanzi».
7. Hadas-Lebel, 1990, p. 20; 1 Libro dei Maccabei 8, 23-29; Giuseppe Flavio, 1998, XII, pp. 417-418; Rabello, 1987, p. 13. Riguardo al dibattito sull’autenticità del trattato, vedi Shatzman, 2001, pp. 25-27. Se si fosse trattato di foedus aequum o iniquum, è materia di discussione. Infatti De Filippis Cappai, 2008, p. 40, scrive: «Nondimeno la formula “come piacque a Roma” dimostra che a dettare le condizioni erano i Romani, né poteva essere diversamente considerata la posizione di preminenza da loro raggiunta nel Mediterraneo». Dunque, non un trattato paritario, ma, tuttavia, fondato sulla reciproca lealtà e che colloca i contraenti sullo stesso piano giuridico.
8. Giustino, 2004, XXXVI, 3; 1 Libro dei Maccabei 8, 31-32; Berliner, 2000, p. 11.
9. 1 Libro dei Maccabei 12, 1.3-4.
10. Blustein, 1921, p. 1; Milano, 1963, p. 7.
11. Giuseppe Flavio, 1998, XIII, 9, pp. 259-266. Per maggiori dettagli, vedi Hadas-Lebel, 1990, pp. 23-24; Hadas-Lebel, 2009, pp. 14-16.
12. Su Giuseppe Flavio, da segnalare la monografia di Henry St. John Thackeray.
13. Hadas-Lebel, 2009, p. 17. Ottime la biografia di Giuseppe Flavio di Hadas-Lebel, 1992, e quella più sintetica di Lamour, 2000. Da segnalare anche il pregevole Vidal-Naquet, 1980.
14. Comby e Lémonon, 1992, pp. 8-12.
15. Sulla vita e le opere di Filone, vedi Schürer, 1998, pp. 1066-1080. Ottima anche la biografia di Hadas-Lebel, 2003.
16. Valerio Massimo, 1976, I, 3, 3: «Idem Iudaeos, qui sabazi Iovis cultu Romanos inficere mores conati erant, repetere domos suas coegit». Vedi anche Smallwood, 1981, pp. 128-130; Leon, 1995, pp. 2-3; Reinach, 1983, pp. 258-259; Cappelletti, 2006, pp. 33-36; De Filippis Cappai, 2008, pp. 151-152.
17. Barclay, 2004, pp. 272-274.
18. Giuseppe Flavio, 2007, II, 10.
19. Ivi, 28.
20. Filone, 1962, 35, 187.
21. Sull’occupazione di Gerusalemme a opera di Pompeo, vedi Neher-Bernheim, 1969, pp. 25-29.
22. Neher-Bernheim, 1969, pp. 25-26; Smallwood, 1981, pp. 21-30; Noffke, 2006, pp. 35-36; Floro, Epitome, III, 5, 29; De Filippis Cappai, 200...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. Storia degli ebrei di Roma
  4. I. I Tal Jah: l’isola della rugiada divina
  5. II. Gli imperatori romani contro gli ebrei
  6. III. La vittoria cristiana e la sconfitta ebraica
  7. IV. Una vita «quasi» normale
  8. V. Diritti e pregiudizi
  9. VI. Conflitti e aperture
  10. VII. Ebrei e cristiani: affinità e differenze
  11. VIII. I papi e gli ebrei
  12. IX. Inquisitori, eretici e vittime
  13. X. Conculcare per convertire
  14. XI. Il dominio della paura
  15. XII. Economia e teologia
  16. XIII. L’originalità ebraica
  17. XIV. Tolleranza e oppressione nello Stato pontificio
  18. XV. Una vita segregata
  19. XVI. Nei domini della Chiesa
  20. XVII. Sopravvivere, nonostante tutto
  21. XVIII. Una convivenza difficile
  22. XIX. Il Settecento, un secolo insidioso
  23. XX. All’orizzonte, la modernità
  24. XXI. Tra Rivoluzione e Restaurazione
  25. XXII. Il dibattito sull’emancipazione
  26. XXIII. Le convulsioni politiche del primo Ottocento
  27. XXIV. Bambini rubati
  28. XXV. Gli ebrei e l’unità d’Italia
  29. XXVI. Oscurantismo di fine secolo
  30. XXVII. Ebrei in casa e cittadini fuori
  31. XXVIII. Una calma apparente
  32. XXIX. Verso la deriva razzista
  33. XXX. 1938: annus horribilis
  34. XXXI. La persecuzione
  35. XXXII. Gli anni dello sterminio
  36. XXXIII. La caccia all’uomo
  37. XXXIV. La Santa Sede e lo sterminio: interrogativi tragici e imbarazzanti
  38. XXXV. Il caso Zolli
  39. XXXVI. Il ritorno alla vita
  40. XXXVII. Il dopoguerra: luci e ombre
  41. XXXVIII. Il passato che non passa
  42. E infine…
  43. Appendice
  44. Note
  45. Bibliografia
  46. Ringraziamenti
  47. Copyright