La profezia che non finisce
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La profezia che non finisce

Il filo rosso che conduce a Fatima

  1. 228 pagine
  2. Italian
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La profezia che non finisce

Il filo rosso che conduce a Fatima

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Viene spontaneo chiedersi quale sia la motivazione della costante presenza della Madonna nella storia dell'umanità, in particolare negli ultimi due secoli.
Il lungo viaggio dei due vaticanisti che firmano questa inchiesta tocca, una per una, tutte le apparizioni mariane e il loro contenuto profetico, portando alla luce gli innegabili elementi ricorrenti. Fra tutti, spicca l'annuncio di tempi non facili per la Chiesa, per il Papa e per il mondo.
La grande rivelazione di Dio sul presente mette in guardia l'uomo dai pericoli della perdita della fede e del senso morale. L'invito è ad avere uno sguardo realista sul mondo e sulla storia, aperto ai segni del soprannaturale; uno sguardo fiducioso della vittoria finale del bene sul male e consapevole della possibilità concreta che l'uomo, dimentico di Dio e del suo destino, possa autodistruggersi.

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Informazioni

Anno
2017
ISBN
9788858517895
1

LE PROFEZIE DI GUADALUPE E QUITO

Il 9 dicembre 1531 una fanciulla, che si presentò come la «perfetta sempre Vergine santa Maria», apparve all’indio Juan Diego, che nel 1524 si era convertito al cristianesimo. L’uomo stava salendo lungo la collina del Tepeyac, alla periferia nord dell’attuale Città del Messico, per recarsi a una lezione di catechismo e la richiesta che la Madonna gli rivolse fu di costruire in quel luogo «la mia piccola casa sacra».
Juan Diego si recò dal vescovo, il francescano Juan de Zumárraga, che però gli chiese un segno per essere certo che si trattasse realmente di un’apparizione soprannaturale. Dopo altre due visioni, il 10 e l’11 dicembre, l’indio ebbe l’ultima apparizione il 12 dicembre, quando la Vergine gli pose nel mantello dei fiori prodigiosamente sbocciati sul monte, dicendogli di mostrare tutto al vescovo.
Il veggente seguì fedelmente le indicazioni e, non appena mostrò a monsignor de Zumárraga il mantello, vi comparve impressa l’immagine della Madonna, tuttora visibile. Il vescovo si attivò immediatamente per la costruzione di una cappella sul luogo dell’apparizione, disponibile già il 26 dicembre successivo. La festa di san Juan Diego si celebra il 9 dicembre, mentre quella di Nostra Signora di Guadalupe è il 12 dicembre.
L’apparizione di Guadalupe ebbe luogo dodici anni dopo che le caravelle dello spagnolo Hernán Cortés avevano raggiunto quello che oggi noi chiamiamo Messico. L’arrivo dei conquistatori europei era avvenuto in concomitanza con una leggenda azteca secondo la quale proprio in quell’anno, il 1519, Quetzalcoatl, il dio azteco dal viso pallido, sarebbe tornato per rivendicare la guida della nazione. La credenza degli indigeni in questa antica tradizione bloccò la resistenza del re azteco Montezuma e favorì notevolmente la conquista spagnola. Gli indios erano infatti convinti di non avere davanti un uomo, ma un dio tornato sulla Terra. Il giorno dello sbarco, il 22 aprile, era il Venerdì santo, e per questo motivo Cortés vestiva di nero. Gli aztechi ritenevano che Quetzalcoatl sarebbe tornato il giorno del suo onomastico, che secondo il loro calendario cadeva proprio quel 22 aprile, e per di più erano convinti che il dio sarebbe giunto vestito di nero.
La prima importante apparizione della Madonna nell’era moderna, questa del 1531 a Guadalupe, non soltanto si verificò a pochi anni di distanza dallo sbarco dei conquistadores in Messico, suggellando di fatto l’incontro fra gruppi etnici diversi (dato che qui la Vergine si presentò con una fisionomia meticcia), ma soprattutto avvenne durante la Riforma protestante, quando la Chiesa cattolica stava intraprendendo la cosiddetta “controriforma” per rispondere all’iniziativa avviata da Martin Lutero nel 1517. «Dal momento che le apparizioni della Madonna di Guadalupe ebbero luogo durante il periodo della Riforma», scrive Donald Anthony Foley nel suo Libro delle apparizioni mariane, «possiamo comprenderne realmente il vero significato solo in rapporto con questo evento storico. In quest’ottica, emerge con chiarezza che non è fantasioso considerare Guadalupe una parte della risposta di Dio alla frattura prodottasi nella cristianità e formalizzata dalla rivolta di Martin Lutero».
Il luogo delle apparizioni avrebbe acquisito una particolare importanza per gli indios, dato che proprio lì veniva venerata la presenza di Tonantzin, la «madre degli dèi». E anche il nome di «Guadalupe» è significativo: non soltanto è legato all’omonimo santuario mariano in Spagna, ben noto al vescovo francescano Zumárraga, ma è possibile che la denominazione derivi dal tentativo dell’interprete, che ascoltava il racconto del veggente, di tradurre in linguaggio nahuatl questo titolo mariano. La parola utilizzata fu Coatlaxopeuh, un’espressione che significa «Colei che spezza, calpesta o schiaccia il serpente», con un interessante riferimento alla Donna dell’Apocalisse ma anche alle future apparizioni di Rue du Bac.
Fra l’altro, il serpente era uno dei simboli più diffusi tra gli aztechi, che avevano divinità raffigurate in questo modo. Quetzalcoatl, rappresentato come un serpente piumato, era una delle divinità più importanti, venerato come creatore e dio del vento, della cultura e della conoscenza. Altri dèi-serpenti erano Mixcoatl, il «serpente-nuvola», e le due divinità femminili Cihuacoatl, la «donna-serpente», e Coatlicue, la «veste di serpente».
Ha osservato Warren H. Carroll: «Il serpente era un simbolo quasi universale della religione messicana. I sacrifici erano annunciati dal rullo prolungato di un immenso tamburo, fatto di pelle di serpenti giganti, udibile a tre chilometri di distanza. In nessun altro momento della storia umana Satana ha a tal punto formalizzato e istituzionalizzato il proprio culto con così tanti titoli e simboli demoniaci». Appare dunque comprensibile come la principale apparizione mariana dell’era moderna presentasse un parallelismo con i capitoli che aprono il libro della Genesi, cioè il primo testo della Bibbia, là dove si parla della Donna che schiaccia la testa al serpente. Si può dunque affermare che a Guadalupe la Vergine, la «Donna della Genesi», la nuova Eva, abbia schiacciato la testa del serpente, simbolo tipico dell’adorazione nella religione azteca, aprendo così la strada all’adorazione del vero Dio in Messico.
I padri della Chiesa, oltre a paragonare Maria con Eva, accostano la verginità primigenia del giardino dell’Eden con quella della Madonna. Le apparizioni guadalupane avvengono in quelle zone del nuovo continente americano che, dal punto di vista occidentale, rappresentano le “terre vergini”, anche se pagane. Maria appare dunque nel Nuovo Mondo come segno di una rinascita del genere umano, proprio quando la Riforma protestante stava minando i princìpi sui quali si era basata la civiltà cristiana medievale.
Basta dare una rapida occhiata ai numeri per rendersi conto di quanto avvenuto in quelle terre dopo l’evento di Guadalupe. Già nel 1537, appena sei anni dopo, il francescano Toribio de Benavente, conosciuto anche come «il poveretto» dagli indios, avrebbe dichiarato che erano stati battezzati nove milioni di indigeni. Non era accaduto lo stesso in altre regioni sottoposte alla conquista di spagnoli e portoghesi, dove l’evangelizzazione era stata più lenta ed era durata secoli. In Messico, in quegli anni di inizio Cinquecento, accadde invece qualcosa di straordinario. Anche per questa ragione il mariologo René Laurentin ha scritto che Guadalupe è considerata dagli storici «il fondamento della cultura e della civiltà meticcia del Nuovo Mondo».
Il simbolismo che accompagna l’immagine rimasta impressa sul mantello di Juan Diego fu di particolare importanza per i messicani, poiché, anche se Maria non era vestita come una principessa azteca, gli indios comprendevano che la Madonna rappresentava una persona più potente delle loro divinità. Si era presentata come la Madre di Dio, una regina potente, tuttavia non come una dea, dato che le sue stesse mani erano giunte in segno di supplica, poiché intenta a pregare Dio. E aveva sul capo la corona di dodici stelle che ritroveremo in altre apparizioni e che la qualifica come la Donna dell’Apocalisse.
Dobbiamo anche notare che a Guadalupe la Madonna si manifestò come l’«Immacolata Concezione», innanzitutto perché nel giorno dell’apparizione, il 9 dicembre, all’epoca si festeggiava in alcune diocesi proprio questa ricorrenza liturgica. Tre secoli dopo, la Vergine, apparendo a Bernadette Soubirous a Lourdes, dirà di se stessa: «Io sono l’Immacolata Concezione», confermando il dogma definito quattro anni prima da Pio IX, dopo aver consultato l’episcopato mondiale, con la solenne cerimonia in Vaticano l’8 dicembre 1854.
Le conversioni di massa nel Nuovo Mondo risultarono ai conquistadores come una conferma celeste, in un momento nel quale, nel Vecchio Continente, molte popolazioni abbandonavano invece la fede cattolica per abbracciare il luteranesimo. È da sottolineare, ancora, che proprio nel 1531, il 27 febbraio, i principi protestanti del Sacro romano impero avevano istituito la Lega di Smalcalda, per contrastare qualsiasi tentativo dell’imperatore Carlo V di imporre nuovamente il cattolicesimo. La Lega si sarebbe rivelata fondamentale per consolidare la Riforma di Lutero, e in quel medesimo anno avviene l’apparizione di Guadalupe.
Quarant’anni dopo, nel 1571, l’Europa fu oggetto di una nuova minaccia di invasione islamica, dopo quella sventata a Vienna nel 1529. Papa Pio V decise di promuovere una crociata contro l’agguerrita flotta composta da oltre duecentocinquanta navi turche, che si era raccolta nel Mediterraneo orientale. Il 7 ottobre 1571 le due armate si affrontarono a Lepanto e la coalizione cristiana vinse, riuscendo a distruggere quasi completamente la flotta turca. Carlo V di Spagna aveva dato una copia dell’immagine della Madonna di Guadalupe all’ammiraglio, il principe genovese Doria, il quale durante l’aspra battaglia la conservò nella sua cabina. «La sua flottiglia», scrive Foley, «fu isolata dal resto della flotta cristiana e si dice che, quando la situazione era ormai disperata, egli si inginocchiò e pregò davanti all’immagine affinché li salvasse dalla sconfitta; a quel punto la battaglia assunse una piega diversa, mutando a loro favore, e la distruzione della flotta turca permise la liberazione di quindicimila rematori di galea cristiani». Anche il Papa, durante la battaglia, avrebbe avuto una visione e la rassicurazione da parte di Maria che i cristiani sarebbero risultati vittoriosi.
San Pio V attribuì il positivo esito dello scontro all’intercessione della Vergine, supplicata dalle preghiere delle confraternite del Rosario, e stabilì che la battaglia di Lepanto venisse commemorata ogni anno. Inizialmente conosciuta come festa di Santa Maria della Vittoria, questa celebrazione sarebbe poi diventata la festa di Nostra Signora del Rosario. Un secolo dopo, quando ancora una volta l’Europa fu sotto la minaccia islamica, anche la vittoria di Vienna riportata dal re polacco Giovanni III Sobieski, nel 1683, sarebbe stata attribuita al potere di intercessione della Madonna del Rosario. «Da questo momento in poi», osserva Foley, «il Rosario assunse un’importanza ancora maggiore nella vita della Chiesa. Una preghiera raccomandata da numerosi santi, fra cui san Louis-Marie Grignion de Montfort, e che i cattolici sono stati incoraggiati a recitare praticamente da tutti i Papi dal XV secolo in poi».
Alcuni decenni dopo le apparizioni di Guadalupe, fra il 1588 e il 1634, nel convento dell’Immacolata Concezione a Quito in Ecuador, suor Maria-Anna di Gesù ebbe diverse apparizioni della Madonna sotto il titolo di «Maria del Buon Successo, la Regina del Cielo e della Terra». La Vergine le fece diverse profezie riguardo a quello che sarebbe accaduto in quella nazione e nel mondo, anticipandole per esempio che l’infallibilità papale «sarà dichiarata dogma di fede dallo stesso Papa scelto per la proclamazione del dogma e del mistero della mia Immacolata Concezione. Egli sarà perseguitato e imprigionato in Vaticano dalla ingiusta usurpazione degli Stati pontifici attraverso l’iniquità, l’invidia e l’avarizia di un monarca terreno». Cosa che accadde nel 1870, su disposizione dello stesso Pio IX che nel 1854 aveva proclamato il dogma dell’Immacolata concezione.
In un’occasione, la religiosa vide sopra la testa di una statua di Gesù agonizzante tre spade sulle quali era scritto: «Punirò l’eresia», «Punirò l’empietà», «Punirò l’impurità». Quindi udì la voce di Dio Padre che diceva: «Questo castigo sarà per il secolo XX!». La Madonna le confermò che la vicenda delle apparizioni di Quito sarebbe stata conosciuta nel mondo soltanto a partire da questo tempo e le chiese di offrirsi «come vittima sacrificale per placare la divina giustizia per le eresie, le empietà e le impurità che sarebbero state commesse nel secolo XX».
Il 2 febbraio 1634, mentre pregava da alcune ore davanti al Santissimo Sacramento, vide spegnersi la lampada e la chiesa fu avvolta da una luce soprannaturale. Suor Maria-Anna udì la voce della Madonna che le spiegò le motivazioni di quello spegnimento: «Lo spirito di impurità che saturerà l’atmosfera in quei tempi, come un oceano ripugnante, inonderà le strade, le piazze e i luoghi pubblici con un’incredibile libertà»; «L’invidioso e pestifero diavolo cercherà di introdursi anche in questi giardini chiusi dei conventi dei religiosi per far appassire questi fiori meravigliosi e delicati; vi saranno anime incaute che volontariamente si getteranno tra i suoi artigli; altri, ritornati al mondo, diventeranno gli strumenti del diavolo per la perdita delle anime»; «Il clero secolare abbandonerà i suoi ideali, perché i sacerdoti diventeranno negligenti nei loro sacri doveri; persa la bussola divina, essi si allontaneranno dalla strada tracciata da Dio per il ministero sacerdotale e saranno attaccati ai beni e alle ricchezze, che essi si sforzeranno illecitamente di ottenere»; «Tutti i vizi entreranno, e attrarranno, a loro volta, ogni tipo di castigo, come calamità, carestie, guerre intestine, dispute con altre nazioni e apostasia, la causa della perdizione di così tante anime così care a Gesù Cristo e a Me». Un messaggio profetico che, con secoli d’anticipo, appare coincidente con quelli delle apparizioni più recenti.
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OCCHI APERTI SULLA RIVOLUZIONE

Il 9 luglio 1796 il volto della Madonna dell’Archetto, in una strada al centro di Roma, cominciò ad aprire e a chiudere gli occhi. Ebbe così inizio in tutta la città una sequenza di animazioni prodigiose di immagini mariane: se ne contarono, nell’arco di alcuni mesi, oltre un centinaio, documentate in una relazione di quell’epoca. Papa Pio VI indisse immediatamente un ciclo straordinario di missioni popolari, con predicazioni che si svolsero dal 10 al 26 luglio nelle principali piazze cittadine.
Nel medesimo periodo anche ad Ancona, Rimini, Sant’Agata Feltria, Todi, Sant’Angelo in Vado, Frascati, Ceprano e in diverse altre località, alcune icone della Vergine avevano mosso gli occhi, in coincidenza con l’invasione dello Stato pontificio da parte delle truppe di Napoleone Bonaparte. L’11 febbraio 1797 si ritiene che anche l’imperatore avrebbe personalmente assistito a una ulteriore manifestazione del miracolo, nella cattedrale anconetana.
Dopo un’accurata inchiesta, durante la quale vennero ascoltate le dichiarazioni giurate di moltissimi testimoni oculari, fu sancita la veridicità di tali eventi. Alla data del 9 luglio si inserì nel calendario liturgico la festa dei prodigi della beata Vergine.
È particolarissimo, e per certi versi unico, ciò che accadde sul finire del Settecento a Roma e in altre città d’Italia, quando varie immagini mariane presero – secondo le testimonianze dell’epoca – a muovere gli occhi, avvenuto in concomitanza con l’invasione dello Stato pontificio da parte di Napoleone. Vale la pena di ricordare come l’arrivo delle truppe dell’imperatore francese abbia rappresentato il culmine di un processo, quello della Rivoluzione francese, che si era presentato con violenti accenti anticattolici. «Schiacciamo l’infame!» era lo slogan che Voltaire rivolgeva contro la Chiesa. Una rivoluzione che aveva preso avvio proprio in Francia, cioè in quella che era chiamata la «figlia primogenita della Chiesa».
Nel 1790, l’Assemblea costituente aveva redatto la cosiddetta Costituzione civile del clero, preparata dai giansenisti, mediante la quale vennero conculcati i diritti della Chiesa. L’Assemblea legislativa succeduta alla Costituente aveva ulteriormente inasprito le norme antiecclesiastiche. Nel 1792 erano state soppresse tutte le congregazioni religiose e questo aveva comportato la chiusura di circa tremila conventi, sia maschili che femminili. Era inoltre stato proibito ai consacrati di indossare il loro abito.
L’anno successivo, con un apposito decreto, era stato imposto a tutti i francesi il culto della dea Ragione e della dea Natura. Le due nuove “divinità”, impersonate da due prostitute, erano state portate in pompa magna nella cattedrale di Notre-Dame.
Le leggi antireligiose della Francia rivoluzionaria furono estese anche in Olanda, in Belgio, in parte della Germania e della Svizzera. Nel 1798 il generale francese Berthier occupò Roma e istituì la Repubblica romana. Pio VI dovette rifugiarsi in Toscana, da dove venne quindi deportato, l’anno successivo, a Valenza, nel Delfinato, dove morirà il 29 agosto 1799. Anche la Spagna in questo periodo non fu esente da persecuzioni contro la Chiesa. Il re cattolico Carlo III mise al bando seimila gesuiti. E poco prima, in Austria e Ungheria, Giuseppe II aveva soppresso circa seimila conventi, mettendo al bando ventimila religiosi.
È in questo contesto che, a partire da sabato 9 luglio 1796, accadde il prodigio dell’animazione delle immagini mariane. Sarà ricordato come un anno di paura: alle popolazioni italiane arrivavano infatti notizie sull’avanzata di Napoleone Bonaparte, sulla ferocia dei suoi soldati, con incendi, saccheggi, violenze, stupri, requisizioni, atti contro la religione, e la durissima repressione di chi provava a resistere.
A Roma, il fenomeno iniziato con la Madonna dell’Archetto si diffuse prestissimo e la sera di quello stesso giorno ogni quartiere della città aveva la sua Madonna che muoveva gli occhi. Alla fine se ne conteranno centouno, con ulteriori ventuno in località diverse, sempre nello Stato della Chiesa. «In qualcuna delle immagini», spiegano Vittorio Messori e Rino Cammilleri nel libro Gli occhi di Maria, «si aggiunge anche questo fenomeno: i colori, sbiaditi da...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. LA PROFEZIA CHE NON FINISCE
  4. Introduzione. Nell’attesa dell’Apocalisse?
  5. 1. Le profezie di Guadalupe e Quito
  6. 2. Occhi aperti sulla Rivoluzione
  7. 3. La Medaglia di Rue du Bac
  8. 4. Le lacrime di La Salette
  9. 5. L’Immacolata di Lourdes
  10. 6. Il silenzio di Pontmain
  11. 7. Pellevoisin e la misericordia
  12. 8. Il segreto di Fatima e don Bosco
  13. 9. In Belgio negli anni di Hitler
  14. 10. A Ghiaie le profezie sulla guerra
  15. 11. Gli appelli di Amsterdam e Akita
  16. 12. A Roma la visione della Chiesa in crisi
  17. 13. A Medjugorje dieci segreti
  18. 14. Il lago di sangue a Kibeho
  19. 15. Pianto di sangue a Civitavecchia
  20. Conclusione. Gli inviti di una Madre premurosa
  21. Copyright