La pace del cuore
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La pace del cuore

  1. 204 pagine
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La pace del cuore

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Il cuore desidera la pace, ma non sa dove cercarla e come conseguirla, quasi fosse una chimera irraggiungibile. Non mancano tuttavia persone che hanno scoperto questo tesoro prezioso e aiutano gli altri a trovarlo. Chi vive dentro di sé la pace sa che non vi è nulla di più desiderabile sulla terra.
La Regina della pace, nei suoi materni messaggi, non si stanca di ripetere che non basta aspirare alla pace per ottenerla. Nessun uomo, per quanto si dia da fare, riesce a farla propria. La pace è un dono che viene da Dio, come una sorgente d'acqua viva alla quale ogni cuore può liberamente attingere. Dio è la fonte della pace, perché lui solo ci ama incondizionatamente e solo da lui può venire il perdono. Ciò che tormenta l'uomo è il rimorso per il male compiuto, il senso profondo di una responsabilità tradita verso il bene. È impossibile vivere in pace se si è complici del maligno.
In questa appassionata meditazione sugli ultimi messaggi di Medjugorje, padre Livio suggerisce il primo passo verso una progressiva riconquista della pace del cuore: ritornare al Dio dell'amore con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutta la mente. Solo così si sperimenta la dolcezza di Dio, l'abbraccio della sua infinita tenerezza.

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Informazioni

Anno
2018
ISBN
9788858519776
1

L’INQUIETUDINE ESISTENZIALE

Hai mai avuto momenti della tua vita nei quali ti sei sentito contento dentro e hai sperimentato una pienezza oltre ogni aspettativa? Si tratta di frammenti di luce fuggitivi, che non sei riuscito a trattenere e si sono dileguati nella dimenticanza. Invano cerchi di rievocarli per poter assaporare di nuovo una dolcezza che aveva fatto trasalire il cuore. L’inquietudine ha ripreso il sopravvento e tu, come un mendicante, bussi a ogni porta che trovi per ritrovare quell’istante magico. Ci sono momenti particolari nella vita in cui la pace non è una chimera, ma un dono inaspettato. Non lasciarli cadere nell’oblio come se fossero stati un’illusione passeggera. Riportali alla superficie, quando nel cuore prendono il sopravvento le acque torbide, perché la pace è possibile ed è ciò che il cuore desidera al di sopra di ogni altra cosa. Trovare persone che sono in pace è cosa rara, ma la loro presenza accende la speranza. Quando le incontri, ti rendi conto che hanno realizzato ciò che desideri per te stesso. Sono persone come te, fragili ed esposte alle intemperie della vita. Anch’esse hanno vagato qua e là, inquiete e insoddisfatte, come relitti in balìa delle onde. Se loro hanno trovato la pace, significa che l’impresa è alla tua portata. Stando vicino ad esse, senti la pace che irradia soave, come una forza benefica che penetra nel cuore. Il volto, lo sguardo, il sorriso, la parola cantano la melodia della pace nel frastuono del mondo. Qual è il segreto della loro vita? Con quale chiave hanno aperto la porta misteriosa della pace?
L’uomo non nasce in pace. Al contrario è affetto da un’inquietudine endemica che non riesce a placare. La sua bocca è sempre affamata, le sue labbra perennemente assetate, il cuore mai soddisfatto. È sempre alla ricerca di un tesoro che non trova, di una pienezza che gli sfugge, di una meta dove piantare la sua tenda. È un pellegrino che ogni giorno percorre un tratto di cammino. Al mattino si alza scrutando l’orizzonte, nella speranza che un evento imprevisto gli cambi la vita. Quelli che incrocia lungo la strada sono nella sua stessa condizione: stanchi, inquieti e scontenti. La vita è il cammino tribolato dell’insoddisfazione perenne, delle illusioni che si dissolvono, delle delusioni che si affastellano. Alla sera l’amarezza prende il sopravvento, mentre la speranza si affievolisce e la stanchezza paralizza. Il cuore inquieto prepara notti insonni. È in quei momenti che la voglia di pace si fa più forte e ti domandi dove dovresti cercare, immaginando che esista un luogo dove finalmente dissetare le labbra inaridite. Caro amico, quel luogo esiste, ma non è lontano da te. Non devi affaticarti per andare a cercarlo. È dentro di te, dove si agita l’inquietudine, che devi scavare, perché sgorghi l’acqua pura e fresca capace di dissetarti.
Incomincia a chiederti il perché della tua insopprimibile inquietudine. Metti a fuoco i desideri che salgono dal profondo e che sono la spinta che ti rimette ogni giorno in cammino. Che cosa cerchi quando passi come una farfalla di fiore in fiore, attratto dalla loro fugace bellezza? Non vi è nulla di quello che trovi che riesca ad appagarti. L’effimero è una sorgente alla quale non potrai mai dissetarti, per quanto ti sforzi di attingere le labbra. Vi è sempre una sproporzione fra i tuoi desideri e ciò che trovi lungo il cammino. Nel cuore c’è una fame che nessun cibo può placare e una sete che nessuna bevanda può soddisfare. Metti bene a fuoco questa realtà dell’esistenza umana, alla quale nessuno può sfuggire. Solo così potrai evitare l’errore di dissipare il tempo della vita cercando dove non puoi trovare. La tua inquietudine nasce dall’abisso incolmabile fra ciò che desideri e ciò che il mondo ti offre. Prendine atto con realismo e decidi di cambiare una strada che si perde nel nulla. Rientra in te stesso e metti a fuoco la natura delle tue tendenze più profonde. Sotto la coltre delle passioni che ti agitano, si aprono abissi di luce, da dove salgono le aspirazioni più nobili. Gusterai la pace solo quando le avrai soddisfatte. È dentro di te che devi concentrare le tue ricerche.
Forse ti meravigli che, riflettendo sulla pace, non mi soffermo sullo spettacolo di violenza e di morte che la storia umana ci mette sotto gli occhi, a partire da Caino fino ai nostri giorni. L’uomo, creato per amare, si perverte facilmente nel suo contrario e diventa un lupo nei confronti dei suoi fratelli. La guerra, in tutte le sue proliferazioni, è un virus inarrestabile, che si rafforza a ogni generazione. La follia umana della violenza ha creato armi sempre più distruttive, fino a mettere a rischio il futuro stesso dell’umanità. Come le onde agitate dell’oceano, le guerre si abbattono sulle moltitudini inermi, senza che nessuno abbia la forza di fermarle. Che cosa fare per arrestare la carneficina che assedia l’uomo fin dal momento del concepimento? Da che parte guardare per cercare un soccorso? Dove mettere mano per arginare l’incendio devastatore? Inevitabilmente la violenza chiama la violenza. I cuori si accendono di odio, gli occhi si offuscano e, nella cecità del furore, non si vede più nulla e nessuno. È nel cuore dell’uomo che va costruita la pace. Nessuno può sostituirti in questo compito primario della vita, che il Dio della pace ha affidato alla tua responsabilità. Se nel cuore dell’uomo non c’è la pace, non ci sarà neppure nelle famiglie e nella società. È necessario andare all’origine del veleno che il serpente antico ha iniettato nel cuore dell’uomo, mettendolo in guerra contro Dio e contro i propri simili.
Quando l’uomo è inquieto e senza pace, inutilmente si guarda intorno, cercando qualcuno sul quale puntare il dito accusatore. Tu stesso sei causa della tua inquietudine, delle tue insofferenze, delle tue esplosioni d’ira, delle tue vendette e dell’odio che tracima dal tuo cuore, infestando ciò che ti sta intorno. Nel mondo non c’è la pace, perché gli uomini non sono in pace con se stessi. Desiderano la pace, ma non sanno da dove incominciare. Moltiplicano iniziative in sé lodevoli, ma i loro cuori sono agitati. Caro amico, tieni ben fermo che porta la luce chi è luminoso, porta il bene chi è buono, porta la pace chi è in pace. La pace regnerà sulla terra quando avrà conquistato il cuore dei suoi abitanti. Interrogati sulla inquietudine che agita i tuoi sonni, che ti riempie di amarezza al risveglio e che ti rende aggressivo nel corso della giornata. Medita sulle parole immortali di sant’Agostino che esclama: «Ci hai fatti per te, Signore, e il nostro cuore è inquieto finché non riposa in te» (Conf. 1,1). La pace è il riposo del cuore. Quando possiamo dire che il nostro cuore riposa, senza desiderare più nulla? Questo è l’interrogativo cruciale sul quale l’uomo gioca la sua vita e la speranza della felicità. Se cederai all’illusione che l’effimero possa soddisfare la tua fame e la tua sete, non gusterai mai quella pace che supera ogni aspettativa e l’inquietudine ti accompagnerà fino all’ultimo dei tuoi giorni. È andando oltre, là dove Dio regna, che troverai la pace che non ha fine.
2

LA PACE È IL BENE PIÙ GRANDE

Ti sei mai chiesto che cosa è la cosa più desiderabile della vita? L’uomo, affacciandosi allo sfolgorante palcoscenico dell’universo, si accende di bramosie che si fanno largo dal profondo del cuore come bocche affamate e mai sazie. I beni della vita sono un dono di Dio, se la nostra natura umana, inquinata dal peccato, non li stravolgesse e non ne facesse degli idoli. Ti sei mai chiesto quali dei tuoi desideri sono puri e degni di essere soddisfatti e quali invece sono impuri e bisognosi di essere mortificati? Questo discernimento è fondamentale perché il tuo benessere dipende da ciò che mangi. Non alludo al cibo materiale, ma a tutto ciò che divori ogni giorno con i sensi, con la mente e soprattutto col cuore. L’uomo nasce affamato, ma non tutto ciò di cui si nutre contribuisce al suo bene e alla sua felicità. È necessario vagliare le voglie che spuntano come le erbe lussureggianti a primavera ed esaminare gli effetti che lasciano dentro di noi. Ti renderai conto che non tutto ciò che mangi è buono e che non tutto ciò che luccica è oro. Al contrario, potrai constatare che il pane duro e le erbe amare ti hanno fatto bene e si sono trasformati in sangue, mentre i cibi succulenti hanno provocato danni alla tua salute. Soddisfare la propria fame senza discernere di quale natura sia e senza esaminare ciò che ti viene offerto, può portarti alla rovina della salute e alla morte prematura. Non pensare che sia una rara eventualità. Se l’uomo vigilasse sul suo cibo spirituale come su quello materiale non sarebbe così infelice. La sofferenza, l’angoscia e la disperazione che aleggiano nel mondo della sazietà sono il segno che manca il discernimento su ciò di cui l’uomo ha bisogno per essere felice.
Che cos’è la felicità? Intorno a questo interrogativo si sono cimentati i grandi maestri della spiritualità umana, dando ognuno la sua risposta, non di rado apprezzabile, perché non mancano frammenti di verità laddove la ricerca è sincera. Potremmo dire, con sant’Agostino, che la felicità è ciò che ogni uomo cerca dal momento della sua nascita fino all’addio da questo mondo. Se l’uomo cerca la felicità significa che non la possiede. La cerca, ma non sa in che cosa consista. Spinto da una fame, della quale non conosce la natura, si butta su tutto ciò che trova sperando di essere felice. Si illude che il soddisfacimento dei desideri gli dia quella pienezza che è sufficiente a se stessa e che metta fine a ogni altra ricerca. Ma così non avviene perché, come osserva il sommo poeta, la bestia dalle innumerevoli teste, che latita nel fondo della natura umana, non sazia mai la sua bramosa voglia e, dopo il pasto, è più affamata di prima. Non hai forse fatto anche tu questa esperienza? Le soddisfazioni non mancano mai nella vita, ma sono un sorso d’acqua che non placano la sete. Ogni volta che sei riuscito a raggiungere ciò che volevi e che pensavi ti facesse felice, ti sei rimesso poco dopo alla ricerca di qualcosa d’altro. Non hai mai raggiunto quella pienezza che è l’adempimento di ogni desiderio. Ogni volta che hai raggiunto un obiettivo e che hai acquisito un bene che era in cima ai tuoi desideri, non ti sei sentito soddisfatto e hai ricominciato da capo.
C’è chi passa la vita ad accumulare. Si illude che ciò che possiede gli possa dare tranquillità e sicurezza. Fa il calcolo minimo della ricchezza che deve ramazzare e vi impegna tutte le sue energie. Quando ha raggiunto il traguardo non è affatto contento e se ne pone un altro, alzando ogni volta l’asticella. L’appetito, come si dice, viene mangiando, ma, nel caso delle cose materiali, il ventre non è mai sazio. Non ci sarà mai nessun cumulo di ricchezza capace di saziare l’avidità umana. L’ingordigia si dilata inarrestabile fino a voler divorare l’intero universo. Più uno è ricco e più è affamato di denaro. Lo stipendio annuale di un lavoratore non gli basterebbe per il caffè quotidiano. Non vi è cifra di denaro capace di rendere felice un uomo. Non appena tu l’avessi conseguita, avresti subito paura di perderla. L’uomo ha bisogno di un minimo necessario per una vita dignitosa, eppure non di rado è più facile trovare un sorriso sul volto di un mendicante. Le cose sono necessarie, ma non rendono felici. Chi oggi potrebbe fare a meno di una casa o di un’automobile? Sono necessarie per vivere, ma non per avere un cuore contento. Il possesso delle cose non ha mai fatto felice nessuno. Quando hai il necessario, non perdere tempo e non dissipare energie per aumentarlo. Investi altrove, se vuoi essere felice. Fai bene ad aiutare i tuoi figli ad affrontare la vita con uno zaino provvisto del necessario, ma se non li avrai addestrati sulla via da percorrere si perderanno in poco tempo.
C’è chi consuma la vita a inseguire l’amore. Fra tutti i desideri questo è il più tenace e, in un certo senso, anche il più prepotente. «Forte come la morte è l’amore» sentenzia il Cantico dei Cantici. C’è l’amore sano e costruttivo, che si concretizza nel patto del matrimonio, nel quale l’uomo e la donna si promettono fedeltà reciproca per tutta la vita e genera la famiglia, fonte inesauribile di gioie e di bene. Così dovrebbe essere ma, ahimè, a causa della fragilità umana, quante sofferenze, disillusioni e persino tragedie si abbattono su questa benedizione del Creatore. Ma c’è anche l’amore vagabondo, che trascina qua e là, agitando i cuori, dissipando le energie, moltiplicando le delusioni. Chi può dire di essere felice quando si piega qua e là, come canna agitata dal vento, incapace di un momento di quiete? L’amore è un grande bene, ma fonte di sofferenze se non si eleva al di sopra delle apparenze, fino ad approdare alla fonte dell’eterna purezza. Quanti poi sono divenuti schiavi non dell’amore, ma della sua degradazione, che si esprime nella sensualità sfrenata e nella schiavitù degli istinti, dove regna la sopraffazione, la violenza e persino il delitto. L’amore, svilito a concupiscenza della carne e degli occhi, non riempie il cuore, ma al contrario lo inquina e lo avvelena.
C’è chi occupa la vita alla ricerca della gloria e del potere. Vede la felicità in cima a una scala, della quale sale instancabile i gradini, non guardando dove mette i piedi e calpestando quelli degli altri. Mentre il ricco riempie le bisacce, il superbo gonfia se stesso, ingoiando la gloria umana, come se fosse una manna celeste. Non è soddisfatto finché non è arrivato lassù, dove nessun altro può arrivare e da dove può guardare il mondo dall’alto in basso. Pur di salire è disposto a tutto, eliminando uno dopo l’altro quelli che intralciano la scalata. Per ogni gradino che sale l’ingordigia aumenta, e la voglia di eccellere, l’appetitus excellentiae, direbbe san Tommaso, lo rende capace di ogni misfatto. La vanagloria si muta in superbia e quest’ultima nell’arroganza di chi si crede un padre eterno. Ma quand’anche uno avesse accumulato il massimo della gloria e del potere, sarebbe forse felice? O forse non sarebbe il più infelice degli uomini, assediato da innumerevoli nemici, tradito dagli amici, agitato dai propri fantasmi, in procinto di precipitare dalle cime su cui si è arrampicato?
Per quanti beni l’uomo riesce ad afferrare nella vita, nessuno gli dà la felicità. Non è forse accaduto lo stesso per te? Eppure qualche volta ti sei sentito contento, quasi avessi carpito un frammento di felicità vera. Questo è avvenuto ad esempio quando sei riuscito a fare il bene. Allora la felicità non ti è venuta da quello che hai avuto al di fuori di te, ma dal fondo del tuo cuore. Il bene compiuto ti ha dato la pace e allora hai capito che non vi è un bene più grande di quello. È un bene che non si compra, che non richiede attestati culturali, o nobili natali, o appoggi altolocati. È un bene alla portata di tutti quelli che lo vogliono conquistare. La pace del cuore. Questo è il grande bene della vita.
3

LA PACE NASCE NEL CUORE

La pace è ciò che il cuore dell’uomo desidera, ma la cerca fuori di sé come se esistesse un luogo dove trovarla. Mossi dall’inquietudine desideriamo cambiare, perché dove ci troviamo non riusciamo a vivere in pace. C’è sempre qualcosa o qualcuno che ci disturba. Sentiamo il bisogno di lasciare i luoghi della vita quotidiana, per trovare altrove qualche angolo appartato dove stare con noi stessi, senza i problemi e i frastuoni che ci assediano e ci stressano. Sogniamo oasi di pace dove isolarci per godere il contatto con la natura, per poter pregare in silenzio, per riscoprire la semplicità dei rapporti umani. Arriviamo pieni di speranza là dove il desiderio ci ha condotto, ma troviamo davvero la pace? Come una chimera la pace ci precede a distanza e non riusciamo mai ad afferrarla. La vita è una rincorsa frenetica fino al traguardo finale, ma anche allora la pace non è assicurata, perché è concessa solo a chi fa parte del Regno di Dio. È dunque impossibile trovare un luogo dove vivere in pace? Dovremo forse rinunciare a cercare? Sappi che non c’è un luogo particolare dove puoi vivere in pace. Ovunque l’uomo vada, porta con sé le sue inquietudini, le sue scontentezze e i suoi rancori. Nell’Eden originario regnava una pace divina, ma fu di breve durata. Il sibilo del serpente ha scatenato la madre di tutte le guerre, che ha fatto scorrere sulla terra un fiume gonfio di lacrime e di sangue. Neppure se ti trovassi da solo in un’isola deserta, senza alcun contatto col mondo, avresti la garanzia di trovare la pace. Gli eremiti, che hanno popolato i deserti in cerca di pace, hanno dovuto scendere in guerra col più temibile dei nemici. Solo dopo aspri combattimenti hanno trovato la pace.
La pace è ciò che il tuo cuore desidera ed è nel tuo intimo che devi incominciare a cercarla. Infatti se dentro di te non fai l’esperienza della pace, inutilmente vagherai nelle praterie sterminate dell’effimero. Dobbiamo però capire perché il cuore dell’uomo è il luogo della pace. Lo è nel senso più radicale perché o la pace la scopri nel cuore o non la scorgi da nessuna parte. Se uno ha la pace nel cuore è sereno ovunque si trovi, anche in mezzo alle tempeste. Al contrario, se uno è agitato dall’inquietudine, non c’è posto al mondo che lo possa rasserenare. Il cuore dell’uomo è il terreno dove sgorga la pace, come una sorgente inesauribile di acqua viva. Come una luce irradiante traspare sul volto, negli occhi e sul sorriso di chi la possiede. Come una sorgente d’acqua fresca fa germogliare i semi del bene, del vero e del bello nelle parole, nei gesti e nelle azioni. Come un soffio soave di vento effonde gioia e serenità anche nei luoghi più refrattari. Interroga te stesso e cerca nella memoria i momenti di pace che hai goduto, se ti è stata donata questa grazia. Ti renderai conto che la pace non era fuori di te, come l’effetto di qualcosa di cui ti sei impossessato, ma scaturiva dentro di te, come il risultato di un combattimento, di una conquista e di una vittoria. Allora sentivi il cuore contento e ti chiedevi come prolungare quegli attimi, che brillavano come stelle sulle onde agitate del cuore. Ti chiedi come potrai rivivere ciò che in breve tempo si è dissolto. Ti sarà possibile se ritornerai dentro di te, dove hai scoperto che si cela il tesoro che rende la vita bella e degna di essere vissuta.
Non cercare fuori di te, ciò che non troverai mai. Ogni volta che sei agitato, rientra in te stesso, laddove si accumulano le scontentezze, le ansie e i sensi di colpa che tolgono il sonno. Guardati dentro e mettiti a fuoco, senza infingimenti, cercando le cause della tua perenne inquietudine. Allora scoprirai in primo luogo che non sei in pace con te stesso. Pensavi che la causa del tuo malessere fosse fuori di te, ma ora incominci a renderti conto che sei tu la causa dei tuoi disagi. Non voglio dire con questo che il cammino della vita non sia cosparso di spine e che non bisogna stare attenti a dove mettere i piedi su un terreno popolato da serpenti e da scorpioni. Non c’è giornata in cui non troverai avversità e nuovi problemi da affrontare. Ci sarà sempre qualche persona che ti ostacola e che ti mette il bastone fra le ruote. Eppure, anche se andasse tutto liscio, non per questo saresti in pace. L’inquietudine è una spina conficcata nel cuore e fa male, anche se fuori di te il cielo è sereno e non c’è alito di vento. Al contrario troverai delle persone che, avendo raggiunto la pace interiore, sanno affrontare le difficoltà della vita con una stupefacente serenità e ti chiedi come sia possibile. Per quanto imperversino le tempeste, non vacillano e non arretrano, ma le affrontano e le superano con una forza che tu non conosci. Sono persone che avendo conseguito la pace con se stesse, non sono più canne vacillanti ma alberi robusti che resistono al soffiare dei venti. Chi cerca la pace dentro di sé ha fatto il passo giusto. Infatti se il cuore è agitato, invano cercherai altrove. Per quale motivo il cuore dell’uomo è perennemente agitato, come se fosse afflitto da una malattia inguaribile?
Il cuore non è in pace con se stesso perché è il luogo di una presenza che lo illumina, lo guida e lo giudica. Non sto parlando di qualcosa di astratto o di ipotetico, ma di una esperienza che ogni uomo fa nella sua vita quotidiana. Dopo una giornata di lavoro benfatto, compiuto con applicazione e onestà, ti senti non solo in pace con te stesso, ma persino contento. Senti nel tuo intimo una corrispondenza fra il tuo comportamento e una voce misteriosa che ti approva e...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. LA PACE DEL CUORE
  4. Presentazione
  5. 1. L’inquietudine esistenziale
  6. 2. La pace è il bene più grande
  7. 3. La pace nasce nel cuore
  8. 4. Il cuore è un campo di battaglia
  9. 5. I nemici della pace
  10. 6. Le invidie e le gelosie
  11. 7. Le menzogne e le maldicenze
  12. 8. L’orgoglio e la vanagloria
  13. 9. La cupidigia e l’avarizia
  14. 10. La violenza e la vendetta
  15. 11. L’amarezza del peccato
  16. 12. La falsa pace
  17. 13. La pace è un lungo cammino
  18. 14. Il cuore di Gesù è la fonte della pace
  19. 15. Un cuore che prega
  20. 16. Un cuore che digiuna
  21. 17. Un cuore puro
  22. 18. Un cuore mite
  23. 19. Un cuore sincero
  24. 20. Un cuore umile
  25. 21. Un cuore paziente
  26. 22. Un cuore sensibile
  27. 23. Un cuore intrepido
  28. 24. Un cuore fedele
  29. 25. Un cuore che perdona
  30. 26. La pace nella prova
  31. 27. La pace nella sofferenza
  32. 28. La pace nella persecuzione
  33. 29. La pace nel lasciare il mondo
  34. 30. La pace perduta
  35. 31. Il tormento del peccato
  36. 32. La pace ritrovata
  37. 33. Medjugorje: senza conversione non c’è pace
  38. 34. Medjugorje: «Solo in Dio è la Vera pace»
  39. 35. Medjugorje: vivere la pace nel proprio cuore
  40. 36. Medjugorje: la speranza in un mondo migliore
  41. Copyright