La luce nella tempesta
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La luce nella tempesta

Medjugorje e il destino del mondo

  1. 312 pagine
  2. Italian
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  4. Disponibile su iOS e Android
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La luce nella tempesta

Medjugorje e il destino del mondo

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«Questo libro si fonda sulla convinzione che a Medjugorje è davvero la Madonna a parlare e a gettare una luce nel buio dei nostri tempi. Esprime un'opinione personale e non vuole certo sostituirsi al giudizio dell'autorità ecclesiastica, che rimane al riguardo l'unico punto di riferimento indiscutibile e sicuro. In questo lungo arco di tempo la Chiesa si è mossa con grande saggezza pastorale, astenendosi dall'esprimere un giudizio definitivo sulla soprannaturalità delle apparizioni, ma lasciando liberi i pellegrini di accorrere nel paesino della Bosnia-Erzegovina, divenuto nel frattempo una fonte inesauribile di rinnovamento spirituale.
La Chiesa ha permesso alla Regina della pace di realizzare il suo piano di misericordia e di salvezza, proteso a salvare le anime dalla rovina eterna e il mondo dalla folle corsa verso l'autodistruzione.
Il tempo ha lavorato a favore di Medjugorje, portando a maturazione frutti straordinari. Il messaggio è divenuto sempre più attuale e la presenza di Maria, in questo passaggio storico drammatico, si rivela sempre più necessaria.
Siamo di fronte al più grandioso intervento della Madre di Dio, come mai c'è stato prima e come mai più ci sarà in avvenire». dalla Presentazione di padre Livio

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Informazioni

Anno
2017
ISBN
9788858517185
1

IL PASSO LUNGO DEL TEMPO

Medjugorje eterna primavera

L’entusiasmo col quale, anni fa, ho iniziato la mia testimonianza, pubblicando il mio libro Perché credo a Medjugorje, non si è affatto affievolito col passare del tempo. Al contrario è divenuto più consapevole e più motivato, come il seme di senape che, piantato nel giardino, si sviluppa fino a diventare un albero vigoroso e ospitale. Le cose di Dio incominciano sempre nella piccolezza e crescono nel silenzio e nella fedeltà, in modo tale che, quando si manifestano al mondo, sono preparate a resistere alle insidie e alle difficoltà del serpente antico. Uno dei motivi di credibilità di Medjugorje è la vitalità inesauribile dell’evento, che è iniziato in quel 24 giugno del 1981, festa della nascita di san Giovanni Battista. Da allora si è aperta una sorgente d’acqua viva che alimenta un fiume di grazia e di pace che scorre nel mondo intero. In questi anni delle apparizioni Medjugorje ha vissuto una storia esaltante e travagliata, dove i momenti di pace si sono alternati a quelli delle persecuzioni e delle incomprensioni. Le schiere dei pellegrini si sono succedute con una continuità impressionante, coinvolgendo persone da ogni parte del mondo. Non vi è santuario mariano che abbia una presenza così universale, nonostante i pellegrinaggi siano organizzati solo privatamente. Sono innumerevoli i pellegrini che non si stancano di ritornare, come se non potessero fare a meno di venire a dissetarsi e a ritemprare le forze nell’arduo cammino della vita.
Da quando, nel marzo del 1985, mi sono recato a Medjugorje per la prima volta, anch’io, come tanti altri pellegrini, ho sentito il bisogno di ritornare, anche più volte all’anno, trascorrendo in quell’oasi di preghiera e di pace i miei giorni di riposo. I primi tempi ero attratto dalla novità dell’evento e dalla presenza dei veggenti, con alcuni dei quali ho stretto una fraterna amicizia. I neofiti di Medjugorje fanno tutti un’esperienza particolare. Il primo incontro col soprannaturale sconvolge la loro vita, dando loro un nuovo modo di pensare e di vedere. L’incontro con la Madonna apre le porte del cuore e fa cadere le squame dagli occhi. Scoprono un mondo nuovo, dove la mano di Dio guida gli avvenimenti e intreccia le vicende della vita quotidiana. Ora comprendono che il cielo esiste veramente e che si apre sulla terra, chinandosi su ognuno di noi. Il ghiaccio dell’incredulità e dell’indifferenza si scioglie e il cuore si dilata al soffio soave dell’amore. Nessuno va a Medjugorje per caso, anche se le motivazioni per intraprendere il viaggio sono le più svariate. In realtà è la Madonna che chiama personalmente e si prende cura di ogni pellegrino al suo arrivo. Le moltitudini che salgono la collina sentono che la Madre è viva e che si fa presente chiedendo di entrare nella nostra vita. La dolcezza dell’incontro con Maria è un’esperienza indimenticabile e accompagna anche nel ritorno a casa. È inevitabile desiderare di ritornarvi ancora, per ritrovare quell’incanto che la fatica della vita quotidiana dissolve rapidamente.
Non si ritorna a Medjugorje per abitudine, ma perché spinti da un desiderio insopprimibile. Anche quelli che hanno accumulato i viaggi a decine o a centinaia, si commuovono ogni volta all’arrivo, quando dal groviglio dei tetti spunta la chiesa dai due campanili. Personalmente ho superato da tempo la fase dei primi entusiasmi, della ricerca dei segni, dell’incontro con i veggenti e persino della presenza ai momenti dell’apparizione, per quanto siano una grazia inestimabile. Anche quando i veggenti sono assenti e non ci sono apparizioni, Medjugorje conserva il suo incanto soprannaturale di oasi di preghiera e di pace, dove la Madonna concede grazie particolari. Nulla in questo lungo tempo ha potuto offuscare o allontanare la presenza di Maria. Né le persecuzioni dei primi tempi, né gli anni drammatici della guerra, che hanno rarefatto i pellegrinaggi, né le seduzioni del benessere, né l’atteggiamento prudente dell’autorità ecclesiastica. La Madonna, ringraziando fin dal principio per aver risposto alla sua chiamata, ha voluto assicurare i pellegrini della sua costante presenza e del dono delle sue grazie. Il nemico, per quanto si dia da fare, non è riuscito a far prevalere la zizzania là dove la Madonna ha seminato il buon grano. Solo la nostra infedeltà può rendere sterile questa terra di elezione.
La lunga presenza della Regina della pace ha visto susseguirsi moltitudini di pellegrini, a ondate incessanti. A volte mi chiedo quanti di loro abbiano già raggiunto la Madre in cielo, dopo che hanno così tanto desiderato vederla qui sulla terra. Ivan testimonia che, quattro ore dopo la morte di san Giovanni Paolo II, durante l’apparizione ha visto il grande Papa che contemplava la Madonna raggiante di gioia. Forse anche noi un giorno potremo godere di questa visione, dopo che per tanto tempo abbiamo colto sul volto dei veggenti in estasi un tenue raggio della bellezza di Maria. Per i molti che ci hanno preceduto in cielo, un numero non meno grande è andato a ingrossare le ondate provenienti da ogni parte del mondo. I giovani che arrivano a Medjugorje sono nati quando le apparizioni erano già incominciate. La Madonna in questo lungo tempo è stata testimone di un cambio generazionale. Medjugorje è un albero sempre verde, che cresce e si rinnova. Nel frattempo a capo della Chiesa si sono succeduti tre Papi, ognuno dei quali scelto da lei e suo figlio prediletto e devotissimo. Il tempo, che corre sempre più veloce, ha visto il mondo trasformarsi radicalmente. La storia ha assunto tratti imprevedibili e inquietanti. Medjugorje stessa non è più il villaggio delle origini. Tutto sta cambiando e il mondo incomincia a dubitare delle sue certezze. Ci sarà ancora un futuro per il nostro pianeta, dove soffia il vento pernicioso dell’odio e della violenza che potrebbe distruggerlo da un momento all’altro? Sono interrogativi angosciosi che è inutile soffocare e che ritornano inevitabilmente a bussare alla porta del cuore.
Più il tempo passa e più Medjugorje è attuale. Più si addensano le tenebre e più rifulge la sua luce. Più l’umanità è in balìa dell’imprevedibile e più ha bisogno di una roccia a cui aggrapparsi. Più l’impero delle tenebre ostenta la sua forza e più si fa necessaria la presenza del cielo. Chi ha seguito l’evento fin dai primi anni ha visto l’attuarsi di un piano mirabile per la salvezza della nostra generazione. Non una sola parola della Santa Vergine ha perduto il suo valore e la sua attualità. I suoi messaggi sono vivi e donano la vita. La sua presenza si fa sempre più intensa e più necessaria. La Regina della pace, con il fulgore della sua perenne giovinezza, ha portato su quella terra benedetta un oasi di paradiso. Il tempo, che divora uomini e cose, nulla può contro quella luce immortale, che brilla e illumina senza consumarsi. Gli uomini, assetati di assoluto, bisognosi di riaccendere la fiaccola della fede, fiaccati dalla zavorra dell’effimero, accorrono sempre più numerosi a quella fonte di grazia e di speranza che la Madre misericordiosa alimenta per le anime aride e assetate dei suoi figli dispersi.

La Madonna non è stanca

Le apparizioni della Regina della pace sono le più lunghe della storia bimillenaria della Chiesa. Nessun’altra potrebbe essere paragonata per continuità e per universalità. La Madonna ne ha rivelato indirettamente la ragione con due messaggi consecutivi, perché il significato risultasse chiaro: «Queste mie apparizioni qui a Medjugorje sono le ultime per l’umanità. Affrettatevi a convertirvi» (17-4-1982). «Sono venuta a chiamare il mondo alla conversione per l’ultima volta. In seguito non apparirò più sulla terra: queste sono le mie ultime apparizioni» (2-5-1982). Intanto lo scorrere del tempo ha ricevuto un’accelerazione impressionante e il mondo è passato attraverso trasformazioni radicali, tanto da essere irriconoscibile. È inevitabile porsi la domanda: perché un tempo così lungo, con così tanti messaggi e con un coinvolgimento così ampio che, grazie alla presenza capillare dei mass media, riesce a toccare ogni angolo della terra? Perché la Madonna non ha limitato le sue apparizioni ad alcuni mesi, come a Fatima, dove ha iniziato il suo piano ora in pieno svolgimento? Non vi è dubbio che, se il messaggio della conversione fosse stato accolto, il piano di Maria si sarebbe rapidamente realizzato e le apparizioni sarebbero già terminate. Il loro protrarsi nel tempo trova la sua ragion d’essere nella chiusura dei cuori che non rispondono alla chiamata. La Regina della pace è addolorata per il fatto che, «pur avendo invitato il mondo intero, è enorme il numero di coloro che non vogliono sentire né accettare il mio invito» (25-8-2011).
Tuttavia la Madonna non si è arresa e per tutto questo lungo tempo è apparsa ogni giorno, assicurando la sua inestimabile presenza e la luce della sua parola che guida, consola e incoraggia. La Madre più volte ha invitato a ringraziare l’Onnipotente perché le permette di stare ancora con noi, donandoci i suoi messaggi. La lunga durata delle apparizioni è una grazia che lei chiede a suo Figlio, perché animata da un amore immenso per noi. Non bisogna mai dare per scontata un’apparizione e tanto meno farne un’abitudine. Essa è ogni volta un dono di amore per il quale ringraziare: «Cari figli! Anche oggi l’Altissimo mi ha permesso di essere con voi e di guidarvi sul cammino della conversione. Molti cuori si sono chiusi alla grazia e non vogliono dare ascolto alla mia chiamata» (25-3-2015). «Cari figli! Anche oggi l’Altissimo mi dona la grazia di potervi amare e invitare alla conversione» (25-6-2015). Come ogni madre la Madonna sa che bisogna essere instancabili nel richiamare i figli sulla via del bene. Se in tutto questo tempo fosse mancata la sua voce, il male avrebbe traboccato come un fiume limaccioso, provocando rovina e morte. Senza la presenza di Maria l’umanità avrebbe saputo evitare l’olocausto nucleare che incombe come una spada di Damocle sul suo futuro?
Il lungo tempo delle apparizioni è un segno eloquente che manifesta la “pazienza materna” di Maria e la sua sollecitudine per la salvezza eterna delle anime e dell’avvenire dell’umanità. Inoltre ci avverte del pericolo gravissimo che corre la nostra generazione, come mai prima era avvenuto nel passato.
Infatti l’uomo, sedotto da satana «sciolto dalle catene», sta rinnovando il peccato delle origini, costruendo «un mondo nuovo senza Dio», per il quale non c’è «futuro, né gioia, ma soprattutto non c’è salvezza eterna» (25-4-1997). Quelli che «non credono, non sanno e non vogliono sapere» (2-7-2015) fanno le spallucce e si mostrano infastiditi da un evento che sfida il logorio del tempo e dell’oblio, dimostrandosi più tenace di ogni tentativo di soffocarlo. Il mondo che si oppone a Dio e fa dell’uomo un idolo, non sopporta Medjugorje e vorrebbe che la Chiesa lo stroncasse. «Medjugorje delenda est» è lo slogan dei nuovi Catoni, dentro e fuori la Chiesa, che vorrebbero chiudere definitivamente il conto, cospargendo il sale sulle sue rovine. La Regina però non si lascia né impressionare né intimidire, preoccupata che almeno un numero sufficiente di fedeli la seguano e si mettano al suo servizio. Se l’odio spinge la serpe velenosa a seminare insidie e morte, senza concedersi una sosta, un amore immenso rende la Madre infaticabile nel chiamare il mondo alla conversione: «Dio mi ha mandato per guidarvi verso la vita eterna. Io, figlioli, non sono stanca, anche se vedo i vostri cuori appesantiti e stanchi di tutto ciò che è grazia e dono» (25-10-2006). «Io sono con voi e non sono stanca. Desidero portarvi tutti con me in paradiso, per questo decidetevi ogni giorno per la santità» (25-3-2007).
Mentre noi, in tutto questo lungo tempo che ci è sembrato interminabile, abbiamo contato i giorni, i mesi e gli anni, chiedendoci fino a quando le apparizioni sarebbero continuate, la Madonna ci ha svelato un piano infinitamente più vasto, che abbraccia l’ultimo secolo dello scorso millennio e si spinge avanti nel terzo millennio fino a quando solo Dio sa. È la Regina della pace infatti che ci ha svelato, in un messaggio drammatico, di essere venuta a Medjugorje per realizzare quello che ha iniziato a Fatima: «Cari figli, anche oggi vi invito alla preghiera, ora come non mai, da quando il mio piano ha cominciato a realizzarsi. Satana è forte e vuole disturbare i miei progetti di pace e di gioia e farvi pensare che mio Figlio non sia forte in ciò che ha deciso. Perciò vi invito, cari figli, a pregare e a digiunare ancora più intensamente. Vi invito a qualche rinuncia per la durata di nove giorni, affinché con il vostro aiuto si realizzi tutto ciò che voglio realizzare secondo i segreti iniziati a Fatima. Vi invito, cari figli, a comprendere l’importanza della mia venuta e la serietà della situazione. Voglio salvare tutte le anime e presentarle a Dio. Perciò preghiamo affinché tutto quello che ho cominciato si realizzi completamente» (25-9-1991).
Ciò che la Madonna ha iniziato a Fatima, e che è racchiuso nei cosiddetti tre segreti, è uno sguardo che si dilata nel futuro e che investe direttamente la nostra generazione, posta davanti al bivio della vita e della morte: «La guerra sta per finire; ma se non smetteranno di offendere Dio, durante il pontificato di Pio XI ne comincerà un’altra ancora peggiore. Quando vedrete una notte illuminata da una luce sconosciuta, sappiate che è il grande segno che Dio vi dà che sta per castigare il mondo per i suoi crimini, per mezzo della guerra, della fame e delle persecuzioni alla Chiesa e al Santo Padre. Per impedirla, verrò a chiedere la consacrazione della Russia al mio Cuore Immacolato e la comunione riparatrice nei primi sabati. Se accetteranno le mie richieste, la Russia si convertirà e avranno pace; se no, spargerà i suoi errori per il mondo, promuovendo guerre e persecuzioni alla Chiesa. I buoni saranno martirizzati, il Santo Padre avrà molto da soffrire, varie nazioni saranno distrutte. Finalmente, il mio Cuore Immacolato trionferà. Il Santo Padre mi consacrerà la Russia, che si convertirà, e sarà concesso al mondo un periodo di pace». Ciò che la Madonna ha profetizzato si è tragicamente avverato a causa della nostra cecità e durezza di cuore. Ora però è fortemente decisa a compiere ciò che ha promesso. In questi decenni delle apparizioni molto è stato realizzato, ma nuovi pericoli incombono come mai prima era avvenuto.

Quelli che sono perseveranti

«Con materno amore e materna pazienza guardo il vostro vagare e il vostro smarrimento» (2-12-2013). Le parole della Madonna sembrano scritte sulla sabbia, cancellate al primo soffio di vento. Già all’inizio dei messaggi alla parrocchia la Madre si era lamentata che «un numero esiguo aveva accolto le sue richieste. All’inizio erano parecchi, ma poi è diventata come un’abitudine. E ora, in questo ultimo periodo, chiedono dei messaggi solo per curiosità e non per devozione verso mio Figlio e verso di me» (30-4-1984). Superficialità, tiepidezza e mondanità sono perennemente in agguato e seminano vittime lungo il cammino. La parabola del buon seminatore è di grande attualità, anche per quanto riguarda le parole che la Madre di Dio ci rivolge in nome di suo Figlio. Relativamente poco è il seme caduto sulla terra buona e che produce una spiga matura. La Madonna ci conosce a fondo e sa che «molti sono chiamati, ma pochi gli eletti» (Matteo 22, 14). Come Mosè nel deserto conduce il popolo di Dio che si lamenta, recalcitra, rimpiange le cipolle d’Egitto e si costruisce un vitello più paziente di Mosè, ma non meno inflessibile, la Gospa invita, sprona e ammonisce: «Io, cari figli sono instancabile e vi chiamo anche quando siete lontani dal mio cuore. Sono madre, e pur provando dolore per chiunque si allontana dalla strada giusta, perdono volentieri e sono contenta per ogni figlio che ritorna a me» (14-11-1984).
La Madonna, dopo i primi tre anni durante i quali si è dedicata al risveglio della fede, a partire dalla Quaresima del 1984 ha scelto la parrocchia di Medjugorje con una elezione speciale e ha manifestato il desiderio di condurla sulla via della conversione. Nel piano divino si tratta di una scelta non meno importante di quella dei veggenti e la risposta della parrocchia ai messaggi è sempre in cima alle preoccupazioni della Regina della pace: «Cari figli, io ho scelto in modo speciale questa parrocchia ed è mio desiderio guidarla. Con amore la proteggo e desidero che tutti siano miei» (1-3-1984). «Cari figli, convertitevi, voi nella parrocchia: questo è il mio secondo desiderio. Così aiuterete a convertirsi tutti coloro che verranno qui» (8-3-1984). «Cari figli, voi siete un popolo eletto, e Dio vi ha concesso grazie. Non siete coscienti di ogni messaggio che vi do. Ora desidero dirvi soltanto questo: pregate, pregate, pregate» (15-11-1984). Alla parrocchia in senso stretto si sono poi aggiunti tutti quelli che hanno risposto alla chiamata in ogni parte del mondo. La Madonna però tiene sempre l’occhio sulla “sua” parrocchia e interviene ogni volta che è necessario. I primi due segreti saranno ammonimento rivolto a Medjugorje e il terzo segreto sarà un segno sulla collina delle apparizioni, che inevitabilmente porrà la parrocchia al centro dell’attenzione mondiale.
Possiamo dire che i parrocchiani di Medjugorje sono fra quelli che in tutto questo tempo non si sono stancati? Devono far riflettere le parole con cui la Gospa chiude fin dall’inizio i messaggi che rivolge alla parrocchia: «Grazie per aver risposto alla mia chiamata». Perché la Madonna si esprime in un modo così esplicito, nonostante in numerose occasioni usi nei confronti dei parrocchiani delle parole di fuoco, tali da far pensare a quelle dello Spirito alle Chiese dell’Apocalisse? Non dobbiamo dimenticare la straordinaria risposta che ha dato il villaggio nei primi tempi, quando si intrecciavano entusiasmo e tribolazioni. Nella storia delle apparizioni mariane moderne non era mai accaduto che una popolazione intera, fatta eccezione di un numero esiguo di militanti del partito comunista, rispondesse alla chiamata, nonostante le persecuzioni e le ostilità che hanno investito non solo i veggenti e le loro famiglie, ma anche l’intera comunità parrocchiale, compreso il parroco, picchiato, processato e condannato a tre anni di prigione. Nei lunghi anni delle apparizioni la parrocchia, guidata dai francescani, ha perseverato nella risposta alla chiamata, restando fedele anche negli anni difficili della guerra. Medjugorje fin dall’inizio è stata un’oasi di preghiera e di pace. La Gospa in più di una occasione ha dovuto ammonire, correggere, esortare, ma alla fine dinanzi agli occhi di tutti vi è un fatto inoppugnabile: gli abitanti di Medjugorje credono alle apparizioni e, pur con le loro debolezze, sono sempre rimasti fedeli alla chiamata.
Fra quelli che non si sono stancati hanno un rilievo particolare i veggenti. Si tratta di quattro ragazze e due ragazzi che, da quel 24 giugno 1981, non hanno più avuto una vita per se stessi, ma sono stati al servizio permanente dei desideri del cielo. La Madonna li ha chiamati e ha chiesto la loro disponibilità non per qualche settimana o per qualche mese, ma per l’intera loro vita. All’inizio non se ne rendevano conto e si chiedevano quanto potesse durare il tempo delle apparizioni, tanto che, alla loro domanda, si sono sentiti rispondere: «Siete forse stanchi?». Certo, l’apparizione è una grazia inestimabile e il desiderio di vedere la Madonna è più forte di qualsiasi altro. In quel momento sperimentano l’indicibile e l’ineffabile. Ogni volta che vedono il volto della Beata Vergine Maria sono ricolmi di una gioia sconosciuta sulla terra. Tuttavia, cessata l’apparizione, ritornano come tutti noi nell’oscurità del cammino di fede e nel travaglio della vita quotidiana. Essere veggente non è affatto facile, specialmente per un periodo così lungo, con tutti i doveri che una così alta vocazione comporta. Gli occhi di tutti sono puntati su ogni gesto, su ogni parola, su ogni particolare. La società massmediatica del nostro tempo è invasiva, non rispetta la vita privata, è perennemente alla caccia del sensazionale, non si ferma dinanzi a nessun semaforo ed è sempre pronta a stravolgere, diffamare e calunniare. La vita dei veggenti diventa così oggetto di curiosità, di critiche e di pettegolezzi. Gli amanti del gossip si scatenano senza ritegno a ogni occasione. Muoversi ogni giorno in questo vespaio, circondati da gente di ogni parte del mondo, dove non mancano le serpi insidiose, e conservare il sorriso, la disponibilità all’ascolto e la saggezza della parola, è un miracolo di equilibrio e di maturità.
Eppure questi ragazzi, ora uomini e donne adulti, con a carico una famiglia impegnativa, non si sono stancati, non si sono fermati, non hanno sbandato. Solo chi non conosce la vita e non sa nulla delle prove a cui è sottoposto chi è scelto per un grande compito, si erge a giudice sprezzante e severo. Personalmente conosco i sei veggenti fin da quando erano dei ragazzetti e li ho seguiti fino a oggi, alcuni molto da vicino, rimanendo edificato per la loro purezza d’animo, il loro amore per la Madonna, la fedeltà spesso eroica alla missione. L’elezione, per quanto elevata, non esime dalle debolezze della natura umana, non elimina i difetti, non muta i caratteri. Nessuno è dispensato dal combattimento spirituale quotidiano e nessuno diventa santo in un batter d’occhio. Dopo tre anni di intima convivenza e amicizia con il Maestro divino, gli apostoli si sono mostrati uomini di poca fede, canne sbattute dal vento. Per quanto riguarda i sei veggenti di Medjugorje si dovrebbe meditare quanto afferma l’apostolo Paolo: «Ma Dio ha scelto ciò che nel mondo è stolto per confondere i sapienti, Dio ha scelto ciò che nel mondo è debole per confondere i forti, Dio ha scelto ciò che nel mondo è ignobile e disprezzato e ciò che è nulla per ridurre a nulla le cose che sono, perché nessun uomo possa gloriarsi davanti a Dio» (1 Corinzi 1, 27-29). Nei confronti dei veggenti occorre avere un atteggiamento giusto, lo stesso che ha la Madonna nei loro confronti. Essi sono strumento di una grande missione. Non vanno idolatrati, non vanno cercati se non per ascoltare la loro testimonianza, ma vanno rispettati e protetti, pregando per loro. Il luminoso esempio che danno di fedeltà alla missi...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. LA LUCE NELLA TEMPESTA
  4. Presentazione
  5. 1. Il passo lungo del tempo
  6. 2. Grandezza e serietà dell’evento
  7. 3. Colei che appare a Medjugorje è «la Beata Vergine Maria»
  8. 4. Medjugorje: il ritorno di Dio
  9. 5. «Ogni albero buono produce frutti buoni»
  10. 6. Medjugorje, profezia apocalittica moderna
  11. 7. L’ora dell’impero delle tenebre
  12. 8. La via crucis della Chiesa
  13. 9. La vittoria della Regina
  14. 10. Perché Medjugorje è credibile
  15. Copyright