Caro padre Livio, il tema scelto per questo nuovo ciclo di conversazioni sembra fare “un passo indietro” rispetto al presente – risaliamo infatti al 1917, anno in cui hanno avuto luogo le apparizioni della Madonna ai tre pastorelli di Fatima – ma in realtà spinge il nostro sguardo verso il futuro, poiché da Fatima a Medjugorje, come vedremo, si snoda una tappa fondamentale della storia della salvezza, decisiva per comprendere i tempi attuali e quanto si prepara dinanzi a noi.
Il metodo che seguiremo in questo nostro dialogo sarà quello che ha caratterizzato i nostri libri fin qui: da una parte, riprenderemo e commenteremo i messaggi che la Regina della Pace ha dato in oltre trentacinque anni di apparizioni a Medjugorje; dall’altra, sulla scia di tali messaggi e nella luce del Vangelo, cercheremo di gettare uno sguardo carico di speranza e di impegno verso il nostro futuro.
E faremo questo a partire da un messaggio che credo riveli il perché della scelta del tema Da Fatima a Medjugorje: «Cari figli, anche oggi vi invito alla preghiera affinché con il vostro aiuto sia realizzato tutto quello che voglio realizzare attraverso i segreti che ho iniziato a Fatima» (25 agosto 1991).
La principale ragione che lega Fatima a Medjugorje è proprio esplicitata dal messaggio che hai citato. Ma occorre tenere presente anche il messaggio del 14 aprile 1982, in cui la Regina della Pace dice: «Questo secolo in cui vivete è sotto il potere di satana ma, quando saranno realizzati i segreti che vi sono stati affidati, il suo potere verrà infranto». Un secolo di prova, dunque, che conduce al compimento delle promesse di Fatima – la conversione della Russia e il trionfo del Cuore Immacolato di Maria – e che va inserito nel contesto della storia sacra, cioè del susseguirsi di eventi che, nella luce della fede, rivelano il cammino di Dio accanto agli uomini. Tutta la storia umana va dunque intesa anzitutto come storia di salvezza, non soltanto come storia profana e materiale, in modo da poter nutrire quella speranza – fondata sulla resurrezione di Cristo – cui sovente la Madonna ci richiama: «la resurrezione di mio Figlio e la mia assunzione al Cielo sono per voi speranza e amore» (2 febbraio 2016).
Se questo è dunque il tempo della salvezza, in cui va progressivamente realizzandosi la vittoria definitiva di Cristo sul male – che si compirà nel suo ritorno glorioso, cioè la parusia – è altresì vero che al presente l’uomo sta rivivendo, come ha detto papa Francesco, il peccato delle origini, allorché i nostri progenitori furono tentati dal serpente di diventare come Dio (cfr. Gn 3,5). Questo è il tempo in cui satana cerca di condurre l’umanità intera al suo stesso peccato: voler essere dio al posto di Dio. E lo fa diffondendo il veleno della menzogna della religione «umanitaria», secondo la quale non è Dio che ha creato l’uomo, bensì è l’uomo ad aver creato Dio. Il piano satanico viene svelato però dalla Madonna nel corso delle apparizioni moderne che hanno inizio a Rue du Bac, a Parigi, nel 1830, allorché la Vergine si presenta a Caterina Labouré su un globo terrestre mentre sotto i suoi piedi schiaccia la testa del serpente infernale che avvolge il mondo con le sue spire. Una immagine che riassume la lotta tra la Donna e il drago che, dalla Genesi all’Apocalisse, illumina l’intera storia della salvezza. Se il piano di Maria si contrappone a quello del maligno fin dalle origini, è però vero che da Fatima a Medjugorje si snoda una tappa particolare di questo piano, cioè il «secolo di prova», segnato dal dilagare delle tre ideologie del male – nazismo, comunismo e nuovo totalitarismo del relativismo odierno – denunciate da san Giovanni Paolo II nel suo Memoria e identità. È in questo contesto che si colloca la presenza salvifica di Maria da Fatima a Medjugorje, due nomi che hanno ormai acquisito risonanza mondiale, due luoghi decisivi per il futuro dell’intera umanità.
A questi due riferimenti spaziali – Fatima e Medjugorje, appunto – possiamo anche aggiungere l’indicazione temporale del «secolo di prova», secondo il messaggio che in apertura ho ricordato:
«Dovete sapere che satana esiste. Egli un giorno si è presentato davanti al trono di Dio e ha chiesto il permesso di tentare la Chiesa per un certo periodo con l’intenzione di distruggerla. Dio ha permesso a satana di mettere la Chiesa alla prova per un secolo ma ha aggiunto: “Non la distruggerai!”. Questo secolo in cui vivete è sotto il potere di satana ma, quando saranno realizzati i segreti che vi sono stati affidati, il suo potere verrà infranto. Già ora egli comincia a perdere il suo potere e perciò è diventato ancora più aggressivo: distrugge i matrimoni, solleva discordie anche tra le anime consacrate, causa ossessioni, provoca omicidi. Proteggetevi dunque con il digiuno e la preghiera, soprattutto con la preghiera comunitaria. Portate addosso oggetti benedetti e poneteli anche nelle vostre case. E riprendete l’uso dell’acqua benedetta!» (14 aprile 1982).
È un messaggio denso di significato, che ci ricorda che satana vuole anzitutto distruggere la Chiesa. Siamo però sostenuti nella speranza che la Chiesa non soccomberà in virtù della promessa di Gesù – «Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa» (Mt 16,18) – e delle parole della Regina della Pace: «Figli miei, la Chiesa è stata perseguitata e tradita fin dai suoi inizi, ma è cresciuta di giorno in giorno. È indistruttibile, perché mio Figlio le ha dato un cuore: l’Eucaristia» (2 dicembre 2015). Se la Chiesa è indistruttibile, per quanto il demonio provi a colpirla, essa non cederà. Abbiamo visto quanti attacchi ha subito in questi due millenni: le persecuzioni romane contro i cristiani, i secoli della conquista islamica, il razionalismo del Seicento, la rivoluzione francese, le ideologie anticlericali dell’Ottocento, i totalitarismi del Novecento, i nuovi martiri del XXI secolo, le odierne ideologie anti-cristiane... Tutto questo infuriare delle potenze delle tenebre contro la Chiesa non deve stupirci poiché, come ci ricorda la Regina della Pace, appartiene fin dalle origini alla sua storia. Un attacco diabolico che si esprime in violenti assalti dall’esterno – basti pensare che nel Novecento si contano oltre quaranta milioni di martiri cristiani, un numero in crescita costante a causa del terrorismo islamico che ogni giorno miete sempre più vittime in odio alla fede – e altresì in tradimenti dall’interno, cioè nella apostasia dei Paesi di antica cristianità, nella perdita della fede, nella scelta di aderire allo spirito del mondo, nel tradimento della vocazione ricevuta... tutti casi che san Giovanni riconduce a quegli anticristi che sono «usciti di mezzo a noi, ma non erano dei nostri» (1Gv 2,19). La Madonna è qui per sostenere la Chiesa nella prova, in un tempo di Via Crucis che è quello descritto nella terza parte del segreto di Fatima, laddove si parla delle persecuzioni ma altresì del sangue dei martiri come seme di nuovi cristiani.
La consapevolezza di trovarsi in un tempo di particolare attacco satanico contro la Chiesa la ritroviamo già in papa Leone XIII. L’autore della enciclica Rerum Novarum (1891), il 13 ottobre 1884, al termine della santa messa, rimase immobile davanti al tabernacolo per diversi minuti. Quando si “riprese”, il suo volto era preoccupato e angosciato. Raccontò ai suoi collaboratori che aveva assistito a un “colloquio” tra Nostro Signore e satana. Quest’ultimo dichiarava con orgoglio che avrebbe potuto facilmente distruggere la Chiesa, se avesse avuto maggiore potere su coloro che si mettono al suo servizio, e più libertà per circa cento anni. Il Signore rispose a satana che gli avrebbe concesso sia più libertà che i cento anni necessari. Leone XIII rimase così sconvolto da questo “colloquio” che scrisse la famosa preghiera a san Michele Arcangelo per la protezione della Chiesa e volle che fosse recitata, in ginocchio, dopo ogni santa messa. Tale pratica durò fino a che, con il Concilio Vaticano II, venne soppressa con la riforma del Rito della santa messa. Credo però che sia utile, per i nostri lettori, richiamare il testo di questa famosissima orazione di Leone XIII:
«San Michele Arcangelo, difendici nella battaglia contro le insidie e la malvagità del demonio, sii nostro aiuto. Te lo chiediamo supplici che il Signore lo comandi. E tu, principe della milizia celeste, con la potenza che ti viene da Dio, ricaccia nell’inferno satana e gli altri spiriti maligni, che si aggirano per il mondo a perdizione delle anime. Amen».
Una preghiera che stava molto a cuore anche a san Giovanni Paolo II che nel ’94 esprimeva questa richiesta:
«Che la preghiera ci fortifichi per la battaglia spirituale... Papa Leone XIII ha certamente avuto un vivo richiamo di questa scena quando ha introdotto in tutta la Chiesa una speciale preghiera a san Michele Arcangelo... Chiedo a tutti di non dimenticarla e di recitarla per ottenere aiuto nella battaglia contro le forze delle tenebre e contro lo spirito di questo mondo».
Quindi, a distanza di oltre un secolo uno dall’altro, due papi che confermano che è in atto un potente assalto satanico contro la Chiesa.
Per comprendere questo tempo di prova e di attacco contro la Chiesa, credo si debbano richiamare le parole che Vicka disse nell’intervista a padre Bubalo – uno dei documenti più importanti per conoscere i primi tre anni delle apparizioni di Medjugorje – allorché riferì che la Madonna aveva parlato di una «battaglia» tra suo Figlio e satana, al termine della quale Cristo avrebbe trionfato, ma anche satana avrebbe avuto la sua parte. Queste parole confermano che dietro l’odierna Via Crucis della Chiesa, perseguitata e tradita, c’è dunque il demonio. Che non ha smesso di operare, benché sconfitto dalla resurrezione di Cristo, ma – per divina permissione – agisce fino alla fine del mondo. Attenzione dunque a non cadere nell’inganno di credere che, poiché satana è stato sconfitto da Gesù, non possa più tentare l’uomo al male e al peccato. Pensare questo – come accade anche oggi a vari sedicenti teologi o liberi pensatori – significa fare proprio il gioco del maligno che, appunto, preferisce che non si creda alla sua esistenza né alla sua azione, così da poter agire indisturbato, conducendo le anime alla perdizione eterna e il mondo all’autodistruzione.
Che questo sia un tempo di prova, lo si deduce poi da diversi messaggi della Regina della Pace:
«Cari figli, in questi giorni satana cerca di ostacolare i miei progetti. Pregate che non si realizzi il suo disegno. Io pregherò il mio Figlio Gesù perché vi conceda la grazia di sperimentare – nella prova di satana – la vittoria di Gesù» (12 luglio 1984);
«Cari figli, in questi giorni satana si accanisce perfidamente contro questa parrocchia, mentre voi, cari figli, vi siete impigriti nella preghiera e non partecipate numerosi alla messa. Siate forti nei giorni della prova!» (17 gennaio 1985);
«Pregate, per poter superare in pace ogni prova» (22 agosto 1985).
Senza Dio, siamo però destinati a soccombere alla prova, per cui la Madonna ci esorta a tornare a suo Figlio:
«Guardatevi intorno, figli miei, e osservate dove va il mondo che pensa di fare tutto senza il Padre e che vaga nella tenebra della prova. Io vi offro la luce della Verità e lo Spirito Santo. Sono con voi secondo il piano di Dio per aiutarvi affinché nei vostri cuori vinca mio Figlio, la sua croce e risurrezione» (2 giugno 2011);
e ancora:
«Il mondo si trova in un momento di prova, perché ha dimenticato e abbandonato Dio» (25 agosto 2015).
Si tratta di un momento di attacco al mondo e alla Chiesa che interpella ciascuno di noi – «questo è il tempo della vostra messa alla prova» (2 marzo 2012) – e che si colloca nel «secolo di prova» che va da Fatima a Medjugorje, legate tra loro particolarmente alla luce del messaggio del 25 agosto 1991:
«Cari figli, anche oggi vi invito alla preghiera, adesso come mai prima, quando il mio piano ha cominciato a realizzarsi. Satana è forte e desidera bloccare i progetti della pace e della gioia e farvi pensare che mio Figlio non sia forte nelle sue decisioni. Perciò vi invito, cari figli, a pregare e digiunare ancora più fortemente. Vi invito alla rinuncia durante nove giorni, affinché con il vostro aiuto sia realizzato tutto quello che voglio realizzare attraverso i segreti che ho iniziato a Fatima. Vi invito, cari figli, a comprendere l’importanza della mia venuta e la serietà della situazione. Desidero salvare tutte le anime e presentarle a Dio. Perciò preghiamo affinché tutto quello che ho cominciato sia realizzato completamente. Grazie per aver risposto alla mia chiamata!».
Non possiamo credere che il compimento delle promesse di Fatima si esaurisca con il crollo del comunismo sovietico, realizzatosi nel 1991, poiché il tempo della prova non si è ancora concluso, tanto che la Regina della Pace ha detto che «satana è libero dalle catene» all’inizio del terzo millennio (1° gennaio 2001). Esauritisi i totalitarismi del Novecento, ad essi è subentrata la nuova dittatura del relativismo (Benedetto XVI), la colonizzazione ideologica del pensiero unico (papa Francesco). E mentre a Fatima la Madonna metteva in guardia dal rischio della Seconda guerra mondiale, a Medjugorje la Regina della Pace esorta a guardarsi dal demonio che vuol distruggere il pianeta sul quale viviamo (25 gennaio 1991): la prospettiva è dunque mutata, poiché non si tratta più della possibilità di un conflitto che potrebbe causare molte vittime – 50 milioni furono infatti i morti della guerra combattuta tra il 1939 e il 1945 – bensì del rischio di auto-distruggere il nostro stesso pianeta, poiché l’umanità dispone di armi nucleari dal potenziale mortifero inimmaginabile e incontrollabile. Tanto che alle parole di Einstein – che prevedeva una guerra combattuta con pietre e bastoni dopo una eventuale terza guerra mondiale – potremmo obiettare che, nel caso di un conflitto atomico, non ci sarebbe neppure più la possibilità di una ulteriore guerra, in quanto la stessa umanità sarebbe cancellata dal pianeta terra.
Siamo dunque in un momento di particolare prova, in cui dobbiamo guardare con sempre maggior fiducia alla Madonna, riconoscendo il valore salvifico della sua presenza tra noi, guardando con speranza a questo 2017 che, segnando il centenario delle apparizioni di Fatima, potrebbe in un certo senso significare il compimento del «secolo di prova».