Fangirl
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Fangirl

  1. 352 pagine
  2. Italian
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Informazioni sul libro

Dall'autrice di Eleanor & Park Approdata all'università, dove la sua gemella Wren vuole solo divertirsi tra party, alcool e ragazzi, la timidissima Cath si trova sola per la prima volta e si rinchiude nella sua stanza a scrivere la fanfiction di cui migliaia di fan attendono il seguito. Ma una compagna di stanza scontrosa con il suo ragazzo carino che le sta sempre intorno, una professoressa di scrittura creativa che pensa che le fanfiction siano solo un plagio, e un affascinante aspirante scrittore che vuole lavorare con lei, obbligheranno Cath ad affrontare la sua nuova vita…

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Informazioni

Anno
2016
ISBN
9788858516850

SEMESTRE AUTUNNALE 2011

La serie Simon Snow

Da Encyclowikia, l’enciclopedia libera
Disambiguazione – Questo articolo riguarda la serie di libri per ragazzi. Per altri usi, vedi Simon Snow (disambigua).
Simon Snow è una serie di romanzi fantasy suddivisa in sette volumi e ideata dalla filologa inglese Gemma T. Leslie. I libri narrano le vicende di Simon Snow, orfano undicenne del Lancashire reclutato dalla Scuola di arti magiche di Watford perché diventi un mago. Nel crescere, Simon si unisce a un gruppo di maghi – gli Arcimaghi – impegnati in una guerra contro il Tedio Insidioso, un essere malvagio che mira a sradicare la magia dal mondo.
Dalla pubblicazione di Simon Snow e l’erede dell’Arcimago nel 2001, i libri sono stati tradotti in cinquantatré lingue e, stando ai dati dell’agosto 2011, hanno venduto oltre trecentottanta milioni di copie.
Leslie è stata criticata per la violenza della serie e per avere creato un eroe talvolta egoista e irascibile. Nel 2008, la scena dell’esorcismo presente nel quarto episodio, Simon Snow e le quattro selkie, ha scatenato le proteste dei cristiani americani. Tuttavia, i libri sono ormai considerati ovunque classici della narrativa moderna e, nel 2010, la rivista «Time» ha definito Simon “il più grande personaggio della letteratura per ragazzi dopo Huckleberry Finn”.
L’uscita dell’ottavo capitolo, l’ultimo della serie, è prevista per il 1°maggio 2012.
Pubblicazioni
Simon Snow e l’erede dell’Arcimago, 2001
Simon Snow e il secondo serpente, 2003
Simon Snow e la terza porta, 2004
Simon Snow e le quattro selkie, 2007
Simon Snow e le cinque spade, 2008
Simon Snow e le sei lepri bianche, 2009
Simon Snow e la settima quercia, 2010
Simon Snow e l’ottava danza, uscita prevista: 1°maggio 2012.

1

C’era un ragazzo, nella sua stanza.
Cath controllò prima il numero dipinto sulla porta, poi quello che le era stato assegnato, scritto sul foglio che teneva in mano.
Pound Hall, 913.
La stanza era quella, ma forse l’edificio non era Pound Hall… quei dormitori erano tutti uguali. Magari le conveniva bloccare suo padre prima che salisse con il resto degli scatoloni.
«Tu devi essere Cather» disse il ragazzo, sorriso radioso e mano tesa.
«Cath» lo corresse, mentre il panico le rivoltava lo stomaco. E ignorò la mano. (Anche perché trasportava uno scatolone, cosa pretendeva quello?)
Doveva esserci un errore. Per forza. Sapeva che il Pound era uno studentato misto… ma esistevano anche le camere miste?
Il ragazzo le prese lo scatolone e lo posò sul letto vuoto. Quello dall’altro lato della stanza era già invaso da abiti e scatole varie.
«Hai altra roba giù di sotto?» le chiese. «Noi abbiamo appena finito. Andiamo a mangiarci un hamburger, ti va un hamburger? Sei già stata da Pear’s? Hamburger grossi come il tuo pugno.» Le alzò il braccio e lei deglutì. «Stringi il pugno» le ordinò.
Cath obbedì.
«Più grossi del tuo pugno» concluse lui, mollandole il braccio e raccogliendo lo zaino che aveva abbandonato fuori dalla porta. «Hai altri scatoloni? Ne avrai altri di sicuro. Hai fame?»
Era alto, magro e abbronzato, sembrava che si fosse appena tolto un berretto di lana, con quei capelli biondo scuro che gli pendevano da tutte le parti. Cath guardò di nuovo il foglio. Quello era Reagan?
«Reagan!» esclamò il ragazzo tutto contento. «Guarda, è arrivata la tua compagna di stanza.»
Una ragazza schivò Cath sulla porta e la fissò senza battere ciglio. Aveva i capelli lisci e ramati e una sigaretta spenta in bocca.
Il ragazzo gliela sfilò e se la mise tra le labbra. «Reagan, Cather. Cather, Reagan» le presentò.
«Cath» lo corresse di nuovo lei.
Reagan annuì e pescò un’altra sigaretta dalla borsa. «Mi sono messa di qua» fece, accennando alla pila di scatoloni sul lato destro della stanza. «Ma per me è uguale. Se sei fissata col feng shui sposta pure il mio casino.» Poi si girò verso il ragazzo. «Pronto?»
E lui si rivolse a Cath: «Vieni?».
Lei scrollò il capo.
Quando la porta si chiuse alle loro spalle, Cath si sedette sul nudo materasso che, ormai era deciso, sarebbe stato il suo – il feng shui era l’ultimo dei suoi pensieri – e poggiò la testa contro la parete.
Doveva calmare i nervi. Prendere quell’ansia che le dava l’impressione di avere un secondo cuore in gola e ricacciarla giù nello stomaco, dove avrebbe almeno potuto farle un bel nodo e tenerla a distanza. Suo padre e Wren sarebbero saliti da un momento all’altro e non voleva certo farsi vedere in crisi. Altrimenti sarebbe andato in crisi anche lui e Wren avrebbe creduto che lo stessero facendo apposta, solo per guastare la perfezione di quel suo primo giorno al campus. Di quella sua meravigliosa nuova avventura.
“Un giorno mi ringrazierai per questo” continuava a ripeterle la sorella.
La prima volta l’aveva detto a giugno.
Cath aveva già spedito i moduli per gli alloggi universitari e ovviamente aveva indicato lei come compagna di stanza, senza nemmeno porsi il problema. Avevano condiviso una stanza per diciotto anni, perché smettere ora?
«Sono diciotto anni che stiamo in camera insieme» le aveva fatto notare Wren. Sedeva sul letto di Cath, con quell’aria da sorella matura che tanto la mandava in bestia.
«E ha funzionato tutto a meraviglia» aveva replicato lei, abbracciando con un gesto l’intera stanza: le pile di libri, i poster di Simon Snow, l’armadio dove buttavano i vestiti a casaccio senza nemmeno preoccuparsi di cosa appartenesse a chi.
Sedeva ai piedi del letto, sforzandosi di non avere l’aria della solita piagnucolona.
«È l’università» aveva insistito la sorella. «E all’università il bello è conoscere gente nuova.»
«Il bello di avere una sorella gemella» aveva ribattuto lei «è proprio quello di evitare certe preoccupazioni. Tipo finire in camera con una svitata che ti frega gli assorbenti, puzza di vinaigrette e ti scatta foto col cellulare mentre dormi…»
Wren sospirò. «Ma che dici? Come si fa a puzzare di condimento per l’insalata?»
«L’aceto puzza» aveva continuato Cath. «Ricordi quando abbiamo fatto il tour delle matricole e c’era la stanza di quella ragazza che puzzava di olio e aceto?»
«No.»
«Be’, era uno schifo.»
«È l’università» aveva ripetuto Wren, esasperata. «Dovrebbe essere un’avventura
«Lo è, infatti.» Cath era avanzata carponi fino a lei. «La prospettiva è di per sé già terrificante.»
«Ma l’idea è proprio quella di conoscere gente nuova» aveva insistito Wren.
«Io non ho bisogno di gente nuova.»
«Questo la dice lunga su quanto tu ne abbia bisogno, invece…» Wren le aveva stretto le mani. «Cath, pensaci bene. Se restiamo insieme ci tratteranno tutti come se fossimo la stessa persona. Passeranno quattro anni prima che imparino a distinguerci.»
«Dovranno semplicemente fare attenzione ai particolari.» Cath aveva sfiorato la cicatrice sul mento di Wren, appena sotto il labbro. (Incidente con lo slittino. Avevano nove anni e la sorella era seduta davanti quando erano finite contro l’albero. Cath era caduta all’indietro nella neve.)
«Sai che ho ragione» aveva spiegato Wren.
Cath aveva scosso la testa. «No.»
«Cath…»
«Non farmi affrontare tutto questo da sola, ti prego.»
«Non sei mai sola» aveva ribattuto Wren, sospirando di nuovo. «Sennò che cavolo ce l’hai a fare una sorella gemella?»
«Molto carina» commentò il papà, perlustrando con gli occhi la stanza e adagiando un cesto per la biancheria pieno di scarpe e libri sul materasso di Cath.
«Altro che carina, papà» ribatté lei, irrigidita sulla porta. «Sembra una stanza d’ospedale, ma più piccola. E senza tivù.»
«C’è una vista sensazionale sul campus, però» disse lui.
Wren si affacciò alla finestra. «La mia stanza dà su un parcheggio.»
«E come fai a saperlo?» chiese Cath.
«Google Earth.»
Wren non vedeva l’ora che tutta quella storia dell’università prendesse il via. Lei e la sua compagna di stanza, Courtney, erano in contatto da settimane. Anche Courtney era di Omaha. Si erano già incontrate per comprare insieme gli arredi per la camera. Cath si era aggregata sforzandosi di non fare il broncio quando avevano scelto poster e lampade da scrivania abbinate.
Il padre le si avv...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. Semestre autunnale 2011
  4. Semestre primaverile 2012
  5. RINGRAZIAMENTI
  6. Copyright