Il poeta è tornato
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Il poeta è tornato

  1. 400 pagine
  2. Italian
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Il poeta è tornato

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Informazioni sul libro

Quando Rachel Walling riceve la telefonata di una collega dell'FBI che le dice soltanto: È tornato", lei non ha bisogno di nomi. Sa che si tratta del Poeta: il killer che ha popolato i suoi incubi è riemerso dal passato ed è tornato a colpire. Anche Harry Bosch è alle prese con un'indagine: la morte dell'amico Terry McCaleb. È stata la moglie di Terry a chiamarlo; lei non è convinta che il cuore del marito abbia smesso di battere per cause naturali. E l'autopsia conferma i suoi sospetti: i medicinali erano stati alterati e resi del tutto inefficaci. Forse anche tutto questo porta la firma del Poeta. Rachel e Harry capiscono che l'unica possibilità per loro è unire le forze.
In un crescendo di suspense, la scia di morte lasciata dal Poeta li porta dalle sabbie del Nevada alla scintillanti luci di Las Vegas, fino agli angoli più bui di Los Angeles, dove Harry Bosch si giocherà la partita più drammatica e pericolosa della sua vita.

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Informazioni

Anno
2010
ISBN
9788858500873

1

ERA IMMERSA NELLE TENEBRE, galleggiava su un mare nero, sopra di lei un cielo senza stelle. Non sentiva e non vedeva niente. Per un attimo l’oscurità fu totale, ma poi Rachel Walling aprì gli occhi ed emerse dal sogno.
Guardò il soffitto. Ascoltò il vento e sentì i rami delle azalee grattare contro la finestra. Si chiese se a svegliarla fosse stato quel rumore sui vetri o non piuttosto qualcosa che proveniva dall’interno della casa. Poi il cellulare squillò. Non ebbe il minimo sussulto. Con calma allungò una mano verso il comodino. Il tempo di portarsi il cellulare all’orecchio ed era perfettamente lucida e padrona di sé, la voce priva di qualunque traccia di sonno.
«Agente Walling» rispose.
«Rachel? Sono Cherie Dei.»
Cherie Dei. Capì immediatamente che quella non era una telefonata qualsiasi. Cherie Dei significava Quantico. Quattro anni dall’ultima volta. Quattro anni di attesa.
«Dove sei, Rachel?»
«A casa. Perché, dove credevi che fossi?»
«So che la tua giurisdizione copre un territorio molto vasto, adesso. Pensavo che magari…»
«Sono a Rapid City, Cherie. Dimmi.»
Vi fu una lunga pausa di silenzio.
«È tornato, Rachel. Si è rifatto vivo.»
Rachel sentì un pugno invisibile colpirla allo stomaco e lì fermarsi, mentre in testa le balenavano immagini e ricordi. Brutte immagini. Brutti ricordi. Chiuse gli occhi. Cherie Dei non aveva alcun bisogno di fare nomi. Sapeva che si trattava di Backus. Il Poeta si era rifatto vivo, come erano certi che sarebbe accaduto. Un’infezione virulenta che si sposta attraverso il corpo e resta silente per anni, erompendo infine sulla pelle per ricordare al mondo la propria mostruosità.
«Racconta.»
«Tre giorni fa a Quantico è arrivato un pacco, con la posta. Dentro c’era…»
«Tre giorni fa? E avete perso tre giorni prima di…»
«Non abbiamo perso niente. Semplicemente abbiamo agito con cautela. Era indirizzato a te, presso il Dipartimento di Scienze Comportamentali. L’ufficio postale interno ce l’ha consegnato, noi l’abbiamo radiografato e aperto. Con tutta l’attenzione del caso.»
«E dentro cosa c’era?»
«Un lettore GPS
In altre parole, un navigatore satellitare. Coordinate di latitudine e longitudine. Rachel aveva già avuto a che fare con un navigatore del genere l’anno precedente. Un caso di rapimento nelle Badlands. Avevano ricostruito i movimenti di un camper scomparso grazie a un GPS palmare, rinvenuto nello zainetto della vittima, ed erano risaliti al campeggio dove la ragazza aveva incontrato l’uomo che poi l’aveva seguita. Erano arrivati troppo tardi per salvarla, ma senza il GPS non sarebbero arrivati e basta.
«Che informazioni conteneva?»
Rachel si tirò a sedere sul letto e appoggiò i piedi per terra. La mano libera corse allo stomaco, dove si chiuse come un fiore appassito. Dopo una breve pausa, Cherie Dei riprese a parlare. Rachel la ricordava ancora nella squadra Matricole, il Bureau l’aveva assegnata proprio a lei nell’ambito del programma di tutoraggio: una ragazza giovane e acerba, con tutto da imparare. A dieci anni di distanza, l’esperienza sul campo le aveva già inciso profondi solchi nella voce. Cherie Dei non era più una ragazza acerba e non le serviva più mentore alcuno.
«Tra le registrazioni figurava un unico punto intermedio. Il deserto del Mojave. Verso il Nevada, appena all’interno dei confini della California. Ci siamo andati ieri, abbiamo raggiunto il marker. Stiamo usando rilevatori di immagini termiche e sonde per la ricerca dei gas di putrefazione. Ieri sera abbiamo trovato il primo cadavere.»
«Chi è?»
«Non lo sappiamo ancora. Chissà da quanto tempo era lì. Le operazioni di scavo vanno a rilento, siamo solo all’inizio.»
«Hai detto il primo cadavere: quanti ce ne sono?»
«Quando me ne sono andata eravamo a quota quattro. Ma pensiamo non sia finita.»
«Cause del decesso?»
«Troppo presto per pronunciarsi.»
Rachel rimase zitta e pensierosa. Le prime domande ad affiorare furono perché proprio lì e perché proprio adesso.
«Il fatto è che non ti ho chiamato solo per informarti, Rachel. Il Poeta è tornato a colpire, e noi ti vogliamo in loco.»
Rachel annuì. Naturalmente avrebbe accettato.
«Cherie?»
«Cosa?»
«Perché pensate che sia stato lui a mandare quel pacco?»
«Non lo pensiamo: lo sappiamo. Poco fa abbiamo identificato un’impronta sul GPS. Ha sostituito le batterie. Su una abbiamo rilevato una parziale del pollice. Robert Backus. È lui, è tornato.»
Lentamente Rachel aprì il pugno e si studiò la mano. Era ferma come quella di una statua. L’orrore che un attimo prima l’aveva pervasa stava già trasformandosi, ma poteva ammetterlo solo davanti a se stessa e a nessun altro. Sentiva una nuova energia scorrerle nelle vene, tingerle il sangue di un rosso più scuro. Un rosso quasi nero. Aspettava quella telefonata. Ogni sera si addormentava col cellulare accanto. Sì, certo, le chiamate d’emergenza facevano parte del mestiere. Ma quella era l’unica che stava veramente aspettando.
«Sul navigatore puoi dare un nome ai punti intermedi» spiegò la Dei nel silenzio. «Non più lungo di dodici battute, spazi compresi. Questo l’ha chiamato “Hello Rachel”. Un messaggio eloquente, tale da farci pensare che abbia qualcosa in serbo per te. È una specie d’invito, come se avesse in mente un piano preciso.»
Dalla memoria di Rachel emerse l’immagine di una vetrata in frantumi e di un uomo che precipitava all’indietro, nel vuoto e nell’oscurità sottostanti.
«Arrivo» disse.
«Faremo base a Las Vegas: da lì sarà più semplice gestire le operazioni e tenerle segrete. Stai attenta, Rachel. Non sappiamo cos’abbia in programma, capisci? Guardati le spalle.»
«Lo farò. Come sempre.»
«Chiamami per dirmi quando arrivi. Verrò a prenderti.»
«D’accordo.»
Rachel terminò la chiamata e tornò ad allungare la mano verso il comodino. Accese la luce. Per un attimo ripensò al sogno, all’immobilità dell’acqua nera e del cielo, specchi di tenebra che si guardavano. E in mezzo lei, che galleggiava.

2

QUEL MATTINO, quando arrivai, Graciela McCaleb stava aspettando accanto alla macchina davanti alla mia casa di Los Angeles. Era puntuale; io no. Parcheggiai svelto sotto la pensilina e scesi di corsa per salutarla. Non sembrava neanche tanto scocciata. L’aveva presa bene.
«Mi dispiace per il ritardo, Graciela, sono rimasto imbottigliato nel traffico sulla 10.»
«Non importa, mi stavo rilassando. Quassù è così tranquillo.»
Tirai fuori le chiavi e aprii la porta di casa, che immediatamente si incagliò sulla posta per terra. Allora mi chinai e armeggiai finché, sfilando le buste da sotto, riuscii ad aprire.
Poi mi rialzai e mi girai verso Graciela, invitandola con un gesto a precedermi. Entrò. Date le circostanze, evitai di sorridere. L’ultima volta che ci eravamo visti era stato al funerale e non mi sembrava essersi particolarmente ripresa, il dolore ancora annidato negli occhi e agli angoli della bocca.
Mentre mi passava accanto nell’angusto corridoio sentii una fragranza dolce, aranciata, la stessa che ricordavo da quella triste occasione. Allora le avevo stretto le mani fra le mie, comunicandole tutto il mio dispiacere per la perdita e offrendole la mia disponibilità per qualunque cosa di cui avesse avuto bisogno. Quel giorno era vestita di nero. Adesso indossava un leggero vestito a fiori che meglio si intonava al profumo. Le indicai il soggiorno e la invitai ad accomodarsi sul divano. Poi, pur sapendo di avere solo un paio di bottiglie di birra in frigorifero, o dell’acqua del rubinetto, le chiesi se gradiva qualcosa da bere.
«Sono a posto così, signor Bosch, la ringrazio.»
«Harry, la prego. Nessuno mi chiama signor Bosch.»
Adesso sì che provai a sorriderle, ma la cosa non sortì alcun effetto. In realtà non so nemmeno perché ci sperassi. Quella donna ne aveva passate di tutti i colori, conoscevo il copione, e adesso anche quell’ultima tragedia. Sedetti nella poltrona di fronte e attesi. Prima di parlare, si schiarì la voce.
«Immagino si chieda come mai questo bisogno di incontrarla. Per telefono non le ho spiegato molto.»
«Non si preoccupi» risposi. «Però la curiosità me l’ha messa, certo. Qualcosa non va? Posso esserle d’aiuto?»
Lei annuì e abbassò lo sguardo sulle mani, che stringevano la borsetta di perline nere posata in grembo. Un acquisto per il funerale, probabilmente.
«Qualcosa non va, ha detto bene, e io non so a chi rivolgermi. Vivere con Terry mi ha insegnato abbastanza per sapere che non posso andare dalla polizia. Non ancora. Oltretutto saranno loro a venire da me. Presto, immagino. Fino a quel momento però mi serve qualcuno disposto ad aiutarmi e di cui posso fidarmi. La pagherò.»
Mi sporsi in avanti e appoggiai i gomiti sulle ginocchia, intrecciando le mani. L’avevo incontrata quell’unica volta al funerale. In passato suo marito e io eravamo stati vicini, ma negli ultimi anni ci eravamo allontanati e adesso era troppo tardi. Non sapevo da dove venisse la fiducia di cui parlava.
«E cosa le ha detto Terry, per indurla a fidarsi di me? In realtà noi non ci conosciamo, Graciela.»
Lei annuì, come a confermare la validità dell’osservazione.
«A un certo punto del nostro matrimonio Terry decise di confidarsi con me e mi raccontò tutto. Mi parlò anche dell’ultimo caso a cui avevate lavorato insieme, di quello che era successo e di come vi eravate salvati la vita a vicenda, sulla barca. Perciò penso di potermi fidare di lei.»
Annuii a mia volta.
«Mi disse anche un’altra cosa, che non ho mai dimenticato» aggiunse. «Disse che c’erano dei tratti di lei che non gli piacevano e che non condivide...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. Il poeta è tornato
  4. Capitolo 1
  5. Capitolo 2
  6. Capitolo 3
  7. Capitolo 4
  8. Capitolo 5
  9. Capitolo 6
  10. Capitolo 7
  11. Capitolo 8
  12. Capitolo 9
  13. Capitolo 10
  14. Capitolo 11
  15. Capitolo 12
  16. Capitolo 13
  17. Capitolo 14
  18. Capitolo 15
  19. Capitolo 16
  20. Capitolo 17
  21. Capitolo 18
  22. Capitolo 19
  23. Capitolo 20
  24. Capitolo 21
  25. Capitolo 22
  26. Capitolo 23
  27. Capitolo 24
  28. Capitolo 25
  29. Capitolo 26
  30. Capitolo 27
  31. Capitolo 28
  32. Capitolo 29
  33. Capitolo 30
  34. Capitolo 31
  35. Capitolo 32
  36. Capitolo 33
  37. Capitolo 34
  38. Capitolo 35
  39. Capitolo 36
  40. Capitolo 37
  41. Capitolo 38
  42. Capitolo 39
  43. Capitolo 40
  44. Capitolo 41
  45. Capitolo 42
  46. Capitolo 43
  47. Capitolo 44
  48. Capitolo 45
  49. Ringraziamenti
  50. Copyright