Il Vangelo di Maria
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Il Vangelo di Maria

  1. 238 pagine
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Il Vangelo di Maria

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Il Dio della misericordia ha scelto di nascere in una famiglia, in uno sperduto villaggio, in una periferia poco visibile, piena di problemi. Poteva farsi re o imperatore, ma non l'ha fatto. Ha scelto una famiglia. Ha scelto di farsi Figlio. Ha scelto una Madre.Una ragazza che ha in cuore un segreto a lei stessa ignoto.Una figlia d'Israele scelta per essere madre del suo Creatore, e in cui misteriosamente finisce per concentrarsi il cammino di salvezza della storia umana.Una creatura umile e debole come tutti noi, che accetta con coraggio di farsi sorprendere da Dio e da quel momento risplende di luce e grazia nuova.Una donna pienamente inserita nel suo tempo e nel suo popolo, che lavora, che va al tempio, totalmente immersa in questo mistero nella sua quotidianità operosa e che, anni dopo, quando si ritroverà al cospetto del Figlio morente, dilaterà la sua maternità per abbracciare l'umanità intera.La protagonista del racconto è Maria di Nazareth, la voce narrante è quella di papa Francesco, per il quale Maria è figura cardine di quella pedagogia della misericordia a cui ha dedicato il nuovo Giubileo.

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Informazioni

Anno
2015
ISBN
9788858513224
1

La Madre della misericordia

Il tempo della misericordia

Noi stiamo vivendo in tempo di misericordia, da trent’anni o più, fino ad adesso. Nella Chiesa tutta è il tempo della misericordia. Questa è stata un’intuizione di Giovanni Paolo II. Lui ha avuto il “fiuto” che questo era il tempo della misericordia. Pensiamo alla beatificazione e canonizzazione di suor Faustina Kowalska; poi ha introdotto la festa della Divina Misericordia. Piano piano è avanzato, è andato avanti su questo.

Dare il cuore ai miseri

Questa parola: «misericordia», parola latina il cui significato etimologico è miseris cor dare, «dare il cuore ai miseri», quelli che hanno bisogno, quelli che soffrono. È quello che ha fatto Gesù: ha spalancato il suo Cuore alla miseria dell’uomo. Il Vangelo è ricco di episodi che presentano la misericordia di Gesù, la gratuità del suo amore per i sofferenti e i deboli. Dai racconti evangelici possiamo cogliere la vicinanza, la bontà, la tenerezza con cui Gesù accostava le persone sofferenti e le consolava, dava loro sollievo, e spesso le guariva. Sull’esempio del nostro Maestro, anche noi siamo chiamati a farci vicini, a condividere la condizione delle persone che incontriamo. Bisogna che le nostre parole, i nostri gesti, i nostri atteggiamenti esprimano la solidarietà, la volontà di non rimanere estranei al dolore degli altri, e questo con calore fraterno e senza cadere in alcuna forma di paternalismo.

Curare le ferite

Qual è il posto dove Gesù era più spesso, dove lo si poteva trovare con più facilità? Sulle strade. Poteva sembrare che fosse un senzatetto, perché era sempre sulla strada. La vita di Gesù era nella strada. Soprattutto ci invita a cogliere la profondità del suo cuore, ciò che Lui prova per le folle, per la gente che incontra: quell’atteggiamento interiore di “compassione”, vedendo le folle, ne sentì compassione. Perché vede le persone «stanche e sfinite, come pecore senza pastore».
La Chiesa oggi possiamo pensarla come un “ospedale da campo”. C’è bisogno di curare le ferite, tante ferite! Tante ferite! C’è tanta gente ferita, dai problemi materiali, dagli scandali, anche nella Chiesa. Gente ferita dalle illusioni del mondo. Misericordia significa prima di tutto curare le ferite.

Maria ci insegna la misericordia

La zizzania è un termine che in ebraico deriva dalla stessa radice del nome «Satana» e richiama il concetto di divisione. Tutti sappiamo che il demonio è uno “zizzaniatore”, colui che cerca sempre di dividere le persone, le famiglie, le nazioni e i popoli. I servitori vorrebbero subito strappare l’erba cattiva, ma il padrone lo impedisce con questa motivazione: «Perché non succeda che, raccogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano» (Matteo 13,29). Perché sappiamo tutti che la zizzania, quando cresce, assomiglia tanto al grano buono, e vi è il pericolo che si confondano.
Questo nemico è astuto: ha seminato il male in mezzo al bene, così che è impossibile a noi uomini separarli nettamente; ma Dio, alla fine, potrà farlo.
E qui veniamo al secondo tema: la contrapposizione tra l’impazienza dei servi e la paziente attesa del proprietario del campo, che rappresenta Dio. Noi a volte abbiamo una gran fretta di giudicare, classificare, mettere di qua i buoni, di là i cattivi... Ma ricordatevi la preghiera di quell’uomo superbo: «O Dio, ti ringrazio perché io sono buono, non sono come gli altri uomini, cattivi....» (cfr. Luca 18,11-12). Dio invece sa aspettare. Egli guarda nel “campo” della vita di ogni persona con pazienza e misericordia: vede molto meglio di noi la sporcizia e il male, ma vede anche i germi del bene e attende con fiducia che maturino. Dio è paziente, sa aspettare. Che bello questo: il nostro Dio è un padre paziente, che ci aspetta sempre e ci aspetta con il cuore in mano per accoglierci, per perdonarci. Egli sempre ci perdona se andiamo da Lui.
L’atteggiamento del padrone è quello della speranza fondata sulla certezza che il male non ha né la prima né l’ultima parola. Ed è grazie a questa paziente speranza di Dio che la stessa zizzania, cioè il cuore cattivo con tanti peccati, alla fine può diventare buon grano. Ma attenzione: la pazienza evangelica non è indifferenza al male; non si può fare confusione tra bene e male! Di fronte alla zizzania presente nel mondo il discepolo del Signore è chiamato a imitare la pazienza di Dio, alimentare la speranza con il sostegno di una incrollabile fiducia nella vittoria finale del bene, cioè di Dio.
Alla fine, infatti, il male sarà tolto ed eliminato: al tempo della mietitura, cioè del giudizio, i mietitori eseguiranno l’ordine del padrone separando la zizzania per bruciarla (cfr. Matteo 13,30). In quel giorno della mietitura finale il giudice sarà Gesù, colui che ha seminato il buon grano nel mondo e che è diventato Lui stesso “chicco di grano”, è morto ed è risorto.
Alla fine saremo tutti giudicati con lo stesso metro con cui abbiamo giudicato: la misericordia che avremo usato verso gli altri sarà usata anche con noi. Chiediamo alla Madonna, nostra Madre, di aiutarci a crescere nella pazienza, nella speranza e nella misericordia con tutti i fratelli.
2

Maria scioglie i nodi

Preghiera a Maria che scioglie i nodi

Santa Maria, piena della Presenza di Dio, durante i giorni della tua vita accettasti con tutta umiltà la volontà del Padre, e il Maligno mai fu capace di imbrogliarti con le sue confusioni. Già insieme a tuo Figlio intercedesti per le nostre difficoltà e con tutta semplicità e pazienza ci desti un esempio di come dipanare la matassa delle nostre vite. E rimanendo per sempre come Madre nostra poni in ordine e fai più chiari i legami che ci uniscono al Signore.
Santa Maria, Madre di Dio e Madre nostra, tu che con cuore materno sciogli i nodi che stringono la nostra vita, ti chiediamo di ricevere nelle tue mani (si affida a Maria il nodo o il problema che ci sta a cuore) e che ci liberi dai legacci e dalle confusioni con cui ci tormenta colui che è nostro nemico.
Per tua grazia, per tua intercessione, con il tuo esempio liberaci da ogni male, Signora nostra, e sciogli i nodi che impediscono di unirci a Dio affinché, liberi da ogni confusione ed errore, possiamo incontrarlo in tutte le cose, possiamo tenere riposti in lui i nostri cuori e possiamo servirlo sempre nei nostri fratelli. Amen.

Fidiamoci di Maria

Tutti abbiamo nodi nel cuore, mancanze, e attraversiamo difficoltà. Il nostro Padre buono, che distribuisce la grazia a tutti i suoi figli, vuole che noi ci fidiamo di Maria, che le affidiamo i nodi dei nostri mali, i grovigli delle nostre miserie che ci impediscono di unirci a Dio, affinché Lei li sciolga e ci avvicini a suo figlio Gesù. Questo è il significato dell’immagine.
La Vergine Maria viene incontro a noi, perché Le offriamo questi nodi e Lei li scioglierà uno dopo l’altro. Ora avviciniamoci a Lei. Contemplandola scoprirete che non siete più soli. Davanti a Lei vorrete confidarle le vostre angosce, i vostri nodi e da quel momento, tutto può cambiare. Quando ho un problema lo affido a Lei. Non Le chiedo che lo risolva, solo che lo tenga nelle sue mani e mi aiuti; come segnale ricevo quasi sempre una rosa.

Maria ci accompagna sempre

La Madonna è tanto importante nella nostra vita. È Lei che ci accompagna anche nella scelta definitiva, la scelta vocazionale, perché Lei ha accompagnato suo Figlio nel suo cammino vocazionale che è stato tanto duro, tanto doloroso. Lei ci accompagna sempre. Quando un cristiano mi dice, non che non ama la Madonna, ma che non gli viene di cercare la Madonna o di pregare la Madonna, io mi sento triste. Ricordo una volta, quasi quarant’anni fa, ero in Belgio, a un convegno, e c’era una coppia di catechisti, professori universitari ambedue, con figli, una bella famiglia, e parlavano di Gesù Cristo tanto bene. E a un certo punto ho detto: «E la devozione alla Madonna?». «Ma noi abbiamo superato questa tappa. Noi conosciamo tanto Gesù Cristo che non abbiamo bisogno della Madonna.» E quello che mi è venuto in mente e nel cuore è stato: «Mah... poveri orfani!». È così, no? Perché un cristiano senza la Madonna è orfano. Anche un cristiano senza Chiesa è un orfano. Un cristiano ha bisogno di queste due donne, due donne madri, due donne vergini: la Chiesa e la Madonna. E per fare il “test” di una vocazione cristiana giusta, bisogna domandarsi: «Come va il mio rapporto con queste due madri che ho?», con la madre Chiesa e con la Madre Maria. Questo non è un pensiero di “pietà”, no, è teologia pura. Questa è teologia. Come va il mio rapporto con la Chiesa, con la mia madre Chiesa, con la santa madre Chiesa gerarchica? E come va il mio rapporto con la Madonna, che è la mia Mamma, mia Madre? Questo fa bene: non lasciarla mai e non andare da soli.

La Madre della tenerezza

Riguardo alla vita, Maria ci insegna ad averne sempre cura. Occorre però proteggerla con la tenerezza con la quale ne ebbe cura Lei: dal concepimento fino all’ultimo respiro. Prendersi cura della vita interiore, seminare speranza! Un popolo che si prende cura della vita è un seminatore di speranza! Avere cura della vita dei bambini e degli anziani, le due punte estreme della vita. Un popolo che non ha cura dei suoi bambini e dei suoi anziani è un popolo che va in decadenza; aver cura dei bambini e degli anziani perché in essi sta il futuro di un popolo: i bambini perché sono la forza del futuro della patria, gli anziani perché sono il tesoro di saggezza che si riversa su di loro. Forza e saggezza. Aver cura della vita è seminare speranza. Maria si è presa cura di Gesù fin da piccolo e si prende cura anche di noi che siamo figli suoi fin da quando eravamo piccoli.
3

Beata fra le donne

Beata per la fede

Maria è beata per la sua fede in Dio, per la sua fede, perché lo sguardo del suo cuore è sempre stato fisso su Dio, sul Figlio di Dio che ha portato in grembo e ha contemplato sulla Croce. Nell’adorazione del Santissimo Sacramento, Maria ci dice: «Guarda al mio Figlio Gesù, tieni lo sguardo fisso su di Lui, ascoltalo, parla con Lui. Lui ti guarda con amore. Non avere paura! Lui ti insegnerà a seguirlo per testimoniarlo nelle grandi e piccole azioni della tua vita, nei rapporti di famiglia, nel tuo lavoro, nei momenti di festa; ti insegnerà a uscire da te stesso, da te stessa, per guardare agli altri con amore, come Lui che non a parole, ma con i fatti, ti ha amato e ti ama!».

Beatitudine e persecuzione

Seguire Gesù è una gioia. Nelle beatitudini Gesù dice: beati voi quando vi insulteranno, quando sarete perseguitati a causa del mio nome. La Croce è sempre sulla strada cristiana. Ma avremo anche la persecuzione, perché il mondo non tollera la divinità di Cristo, non tollera l’annuncio del Vangelo, non tollera le beatitudini. Io vi dico che oggi ci sono più martiri che nei primi tempi della Chiesa. Tanti fratelli e sorelle nostri che offrono la loro testimonianza di Gesù e sono perseguitati. Sono condannati perché posseggono una Bibbia. Non possono portare il segno della Croce. Questa è la strada di Gesù. Ma è una strada gioiosa, perché mai il Signore ci mette alla prova più di quello che noi possiamo sopportare.

“Beati” vuol dire “felici”

Gesù comunica la via della vita, quella via che Lui stesso percorre, anzi, che Lui stesso è, e la propone come via della vera felicità. In tutta la sua vita, dalla nascita nella grotta di Betlemme fino alla morte in Croce e alla Risurrezione, Gesù ha incarnato le beatitudini. Tutte le promesse del Regno di Dio si sono compiute in Lui. Nel proclamare le beatitudini Gesù ci invita a seguirlo, a percorrere con Lui la via dell’amore, la sola che conduce alla vita eterna. Non è una strada facile, ma il Signore ci assicura la sua grazia e non ci lascia mai soli. Povertà, afflizioni, umiliazioni, lotta per la giustizia, fatiche della conversione quotidiana, combattimenti per vivere la chiamata alla santità, persecuzioni e tante altre sfide sono presenti nella nostra vita. Ma se apriamo la porta a Gesù, se lasciamo che Lui sia dentro la nostra storia, se condividiamo con Lui le gioie e i dolori, sperimenteremo una pace e una gioia che solo Dio, amore infinito, può dare.
Le beatitudini di Gesù sono portatrici di una novità rivoluzionaria, di un modello di felicità opposto a quello che di solito viene comunicato dai media, dal pensiero dominante. Per la mentalità mondana, è uno scandalo che Dio sia venuto a farsi uno di noi, che sia morto su una Croce! Nella logica di questo mondo, coloro che Gesù proclama beati sono considerati «perdenti», deboli. Sono esaltati invece il successo a ogni costo, il benessere, l’arroganza del potere, l’affermazione di sé a scapito degli altri. Gesù non ha avuto paura di chiedere ai suoi discepoli se volevano davvero seguirlo o piuttosto andarsene per altre vie (cfr. Giovanni 6,67). E Simone, detto Pietro, ebbe il coraggio di rispondere: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna».
Ma che cosa significa «beati» (in greco makarioi)? Beati vuol dire felici. In un tempo in cui si è attratti da tante parvenze di felicità, si rischia di accontentarsi di poco, di avere un’idea “in piccolo” della vita. Aspirate invece a cose grandi! Allargate i vostri cuori! Come diceva il beato Piergiorgio Frassati: «Vivere senza una fede, senza un patrimonio da difendere, senza sostenere in una lotta continua la verità, non è vivere ma vivacchiare. Noi non dobbiamo mai vivacchiare, ma vivere» (Lettera a I. Bonini, 27 febbraio 1925).
Se veramente fate emergere le aspirazioni più profonde del vostro cuore, vi renderete conto che in voi c’è un desiderio inestinguibile di felicità, e questo vi permetterà di smascherare e respingere le tante offerte “a basso prezzo” che trovate intorno a voi. Quando cerchiamo il successo, il piacere, l’avere in modo egoistico e ne facciamo degli idoli, possiamo anche provare momenti di ebbrezza, un falso senso di appagamento; ma alla fine diventiamo schiavi, non siamo mai soddisfatti, siamo spinti a cercare sempre di più. È molto triste vedere una gioventù “sazia”, ma debole.
La beatitudine dei poveri in spirito orienta il nostro rapporto con Dio, con i beni materiali e con i poveri. Davanti all’esempio e alle parole di Gesù, avvertiamo quanto abbiamo bisogno di conversione, di far sì che sulla logica dell’avere di più prevalga quella dell’essere di più! I santi sono coloro che più ci possono aiutare a capire il significato profondo delle beatitudini. La canonizzazione di Giovanni PaoloII, in questo senso, è un even...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. Il vangelo di Maria
  4. L’anno della misericordia
  5. 1. La Madre della misericordia
  6. 2. Maria scioglie i nodi
  7. 3. Beata fra le donne
  8. 4. Umile e alta più che creatura
  9. 5. Insieme ai suoi figli nelle periferie
  10. 6. La donna della pazienza
  11. 7. La Madre di Gesù
  12. 8. La Madre della Chiesa
  13. 9. Maria protettrice della famiglia
  14. 10. Santa Maria del cammino
  15. 11. Il dono della vita
  16. 12. Maria nella Chiesa
  17. 13. La donna della speranza
  18. 14. Il volto della tenerezza
  19. 15. Consolatrice degli afflitti
  20. 16. La piena di Grazia
  21. 17. La Regina della Pace
  22. 18. Maria pellegrina della fede
  23. 19. Una donna moderna
  24. 20. Un modello da seguire
  25. 21. Giuseppe lo sposo
  26. 22. Giuseppe il padre
  27. 23. Maria donna dell’ascolto
  28. 24. Maria ai piedi della Croce
  29. 25. I giovani e Maria
  30. 26. Maria icona della gioia
  31. 27. Maria icona di bellezza
  32. 28. Maria madre dell’evangelizzazione
  33. 29. La Madonna della prontezza
  34. Appendice. Le preghiere di Francesco a Maria
  35. Indice delle fonti
  36. Copyright