Tutte le sue opere sono edite o in via di pubblicazione presso l’editore Rizzoli.
PERSONAGGI
MANILA
CLIENTE
MANILA: Allora, ti spogli?
CLIENTE: Non sono mica una donna!
MANILA: No, lo vedo che hai il cazzo.
CLIENTE: Ma tu... tu chi diavolo sei?
MANILA: Ho la gonna non vedi?
CLIENTE: Sarai mica un travestito? Guarda che io con gli uomini non ci sto.
MANILA: No, scemo, sono una donna.
CLIENTE: Mica le donne fanno così.
MANILA: E come fanno?
CLIENTE: Un po’ più di civetteria, di garbo, che ne so... scodinzolano, fanno le moine.
MANILA: Io non scodinzolo perché non sono un cane. Spogliati!
CLIENTE: Accidenti, ma così mi smonti, lo sai, mi smonti, mi smonti!
MANILA: Levati la camicia così ti vedo.
CLIENTE: Vedi che?
MANILA: Vedo se hai un bel petto.
CLIENTE: Ma scusa, sono io qui che compro sai, mica tu!
MANILA: Certo che sei tu che compri. Ma a me piace guardare. Sono una guardona, io. Mi fai vedere il petto?
CLIENTE: Be’, non è un petto speciale... Non ho mai fatto sport. Mia madre voleva che facevo il canottaggio: ma a me non mi va. Lo sai cosa dice Pellizzetti? Che nello sport collettivo maschile si annida più omosessualità che in un covo di checche.
MANILA: Chi è Pellizzetti?
CLIENTE: Ma come, non conosci Pellizzetti? Del resto hai ragione, non sei che una povera puttana.
MANILA: Be’, che fai non ti spogli?
CLIENTE: Ma che razza di femmina sei, scusa...
MANILA: Perché fai tante domande? Tu compri, io vendo, stiamo ai patti.
CLIENTE: I patti sono che io prendo e tu ti fai prendere.
MANILA: No, tu compri e io vendo, niente più.
CLIENTE: Ma che cosa?
MANILA: La mia fica.
CLIENTE: E tu non pronunciare quella parola, per favore!
MANILA: Perché, ti fa schifo?
CLIENTE: Davanti a me per favore, guarda, davanti a me non dirla, mi fa senso. Manchi di rispetto verso il tuo corpo.
MANILA: Ma che cavolo ti prende, siamo in commercio, no?
CLIENTE: Sì, in commercio... ma se tu non fai la tua parte, scusa, io mi smoscio, mi smollo, perdo la voglia.
Pausa. Manila guarda il cliente che si attorciglia un fazzoletto attorno alle tempie doloranti
CLIENTE: Be’, che fai, non parli?
MANILA: Non solo vuoi la mia fica, vuoi anche l’intrattenimento. Non sono mica una gheiscia, sai!
CLIENTE: Ti ho pregato di non parlare grassoccio.
MANILA: La fica, è grassoccio?
CLIENTE: Non dire quella parola per favore, mi fa senso.
MANILA: Però a comprarla un tanto l’etto non ti fa senso.
CLIENTE: Io pago, capito, pago caro e non voglio sentire quelle parole.
MANILA: Mica tanto caro. Il mio corpo lo vendo a prezzo ridotto, incluso l’uso della stanza, del letto, delle coperte, del portacenere, della radio, della finestra, del cesso.
CLIENTE: Ma sai che sei meschina? Pensi solo al denaro. Non hai qualcosa dentro che si muove, soffre, piange... non hai un’anima?
MANILA: Mai sentito parlare.
CLIENTE: Che iella! Il mio mal di testa non se ne andrà.
MANILA: Quanti anni hai?
CLIENTE: Venticinque, perché?
MANILA: Parli come uno di cinquanta.
CLIENTE: Sono stanco. Non ho fatto che correre per un mese.
MANILA: Perché?
CLIENTE: Per le elezioni, no? Come credi che me li sono guadagnati i soldi per venire da te?
MANILA: E per chi l’hai fatta questa campagna elettorale?
CLIENTE: Ci mancherebbe che ora mi metto a parlare di politica con una puttana!
MANILA: Sei democristiano?
CLIENTE: Se dici ancora una parola di politica mi alzo e me ne vado. MANILA: Va bene, ho capito... Vuoi un caffè?
CLIENTE: No, voglio riposare. Posso sdraiarmi?
MANILA: (lo guarda sdraiarsi e fumare assorto. Al pubblico) Io lo guardo, me lo guardo tutto, proprio tutto, dai piedi alla testa, perché a me piace guardare, sempre così: io guardo, riguardo e poi trac, casco nella cosa guardata... questo è il rischio... a me il guardare mi dà uno strappo, come un rubinetto aperto giù per la schiena... se ad un certo punto guardo ancora mi butto, è così, mi butto dentro la cosa guardata e non ci sono più, calo a fondo, colo a picco, nuoto, corro, mi distendo... mi dico: sono io Manila, stai tranquilla... e invece no, non sono più io manco per niente, sono quella cosa lì guardata... per esempio, un cane che fa la popò sul marciapiede e il padrone lo tira per il collare che quasi lo strozza perché si vergogna, il cretino che il cane gli fa le cacate davanti ai negozi del quartiere... una cacca molle, gialla, da mal di fegato, perché siccome lui non ha tempo, lui è pigro, lui la mattina dorme, più che altro al cane gli dà avanzi marci e quello sta sempre male. Eccolo là il cane, cioè Manila fatta cane, che se ne sta rattrappito con le zampe di dietro piegate, il culo strizzato, la testa in su che guarda l’uomo e dice: aspetta, amore mio, aspetta; non lo vedi che sto cacando?
Pausa. Il cliente non ha sentito niente, si agita
CLIENTE: Questo silenzio mi fa venire i nervi. Ma che fai? dormi?
MANILA: No, sei tu che dormi.
CLIENTE: Ma tu, ma tu, scusa, tu non sei una prostituta, io me ne intendo, tu sei una cosa diversa, sei una deficiente, un’invertita, una attrice, una buffona, non lo so, certamente non sei quella roba che ho comprato per scopare.
Prima interruzione e dibattito col pubblico
MANILA: Silenzio.
CLIENTE: (suggerendo) Ma che cavolo vuoi...
MANILA: La so la parte. È che stavo pensando cosa vuol dire: intendersene di prostitute. (Rivolta a un uomo del pubblico) Lei scusi se ne intende di prostitute? ci è mai stato? secondo lei una prostituta ha un comportamento speciale, riconoscibile? in che cosa consiste?
Da qui, secondo le risposte del pubblico si dipana il dibattito che va interrotto dagli attori con le battute del testo per ricominciare la recita
CLIENTE: Ma tu, ma tu scusa, tu non sei una prostituta, io me ne intendo...
MANILA: Ma che cavolo vuoi, si può sapere? E togliti quella camicia, dai!
CLIENTE: Ma così, scusa, sembra che sei tu a comprare e io a vendere, mi smonta.
MANILA: E allora di’ tu che facciamo.
CLIENTE: Facciamo finta che ci siamo incontrati per caso su un tram e io ti ho rimorchiato e tu sei incerta se tradire tuo marito o no.
MANILA: Non mi va. E poi il marito non ce l’ho.
CLIENTE: Fai finta, no?!
MANILA: Insomma, devo fare la commedia.
CLIENTE: Ma no, che c’entra. Devi solo darmi retta...
MANILA: Io non faccio la commedia. Io vendo la fica e basta.
CLIENTE: Ti ho detto di non parlare a quel modo, porca puttana, mi spoetizzi!
MANILA: Hai dei bellissimi occhi verdi. Ma sono verdi o celesti?
CLIENTE: Belli, vero?
MANILA: Di corpo sei un po’ scarsuccio. Cioè troppo magro. Fai vedere le mani?
CLIENTE: Mi smonti, porca l’oca, mi smonti.
MANILA: Belle mani, signorili. Tu certamente non lavori con queste mani. Tu lavori con la testa. È per questo che ti fa male.
CLIENTE: È tutto un lavoro di testa. E di fegato. Ce ne vuole del fegato.
MANILA: E hai una bella bocca.
CLIENTE: Me lo dicono tutti.
MANILA: Sorridi un po’... bei denti... non c’è male.
MANILA: Sorridi ancora... bel sorriso. Un po’ lugubre ma bello. Come ti chiami?
CLIENTE: Bello qui bello lì... ma chi è che compra fra noi, eh? MANILA: C’hai un sacco di soldi, eh?
CLIENTE: Cosa vuoi ricavare da un negozietto di bomboniere al Quadraro?
MANILA: Hai un negozio?
CLIENTE: Mio padre.
MANILA: E tu?
CLIENTE: Studio. Faccio Economia e Commercio.
MANILA: E hai fatto dei soldi con la campagna elettorale...
CLIENTE: Senti, Manila... io, guarda, non sono un toro furioso se no a quest’ora ti avevo già sbattuta sul letto senza tante cerimonie. A me mi piace la persona umana, mi piace capire, vedere, mi piace che tu sei tu e io sono io, non mi va di trattarti come una bestia, io ci tengo alle buone maniere, in un certo senso sono un signore.
MANILA: Non sarai mica un fascista?
CLIENTE: No... sono un democratico, io... perché?
MANILA: Io coi fascisti non ci vado.
CLIENTE: Ma guarda che come puttana sei troppo capricciosa.
MANILA: Pensa ai cazzi tuoi! Allora, te la levi la camicia!?
CLIENTE: Io non mi levo niente. Dio, che mal di testa, ce l’hai un’aspirina?
MANILA: Ora vedo.
Prende un’aspirina e gli porge il tubetto
CLIENTE: No, non così.
MANILA: E come?
CLIENTE: Qui, in mezzo al palmo, così. Io la prendo su con la lingua e sento la tua carne... con mia madre faccio sempre così... E lei ride... perché le lecco la mano... buffo, no? mi chiama cuccioletto. Mi fai un massaggino ai piedi, Manila?
Manila gli prende i piedi in mano
MANILA: I piedi parlano, dicono molto i piedi. Mia nonna dice...