Gente non comune

Eric J. Hobsbawm

• Editore: BUR
• Anno: 2012
• ISBN:
  9788858630426
• Argomento: Art
• Categoria: Art General

Nomi il più delle volte sconosciuti, episodi definiti altrove marginali, ma che sono il tessuto connettivo sul quale si innestano i grandi avvenimenti. La 'gente non comune' protagonista di questa raccolta di saggi è quella che viene di solito considerata proprio 'gente comune', senza nome e senza volto, persone ordinarie che spesso si trovano ad avere un ruolo fondamentale nella Storia. Hobsbawm studia episodi significativi che hanno per protagonisti gli uomini e le donne delle classi 'inferiori' tra la fine del Settecento e il Novecento: dalla protesta anti-industriale dei luddisti che distruggevano le macchine alla nascita della festa del Primo maggio, alla vicenda del bandito Giuliano agli eroi del Jazz, alla dinamica della guerriglia in Vietnam a quella della caccia alla streghe del senatore McCarthy. Per capire in che modo gli uomini vengono plasmati dal loro passato e dal loro presente, quale logica presiede alle loro credenze e alle loro azioni, e soprattutto in che modo la 'gente comune' scrive a sua volta la Storia.

NOTE

2. I MACHINE-BREAKERS

1

J.H. Plumb, England in the Eighteenth Century, Harmondsworth 1950, p. 150; T.S. Ashton, The Industrial Revolution, London 1948, p. 154.

2

L. Dechesne, L’Avènement du Régime Syndical à Verviers, Paris 1908, pp. 51-64 e passim.

3

F.O. Darvall, Popular Disturbance and Public Order in Regency England, London 1934, p. 1.

4

Per esempio macchine tessili per lana e seta nel Wiltshire, macchine per la produzione di carta nel Buckinghamshire, macchine siderurgiche nel Berkshire (Public Record Office, Home Office Papers, HO 13/57, pp. 68-9, 107, 177; Assizes 25/21 passim): J.L. e B. Hammond, The Village Labourer (varie edizioni) è il resoconto più accessibile; vedere anche due tesi inedite: N. Gash, The Rural Unrest in England in 1830, Oxford University, e Alice Colson, The Revolt of the Hampshire Agricultural Labourers, London University.

5

Per una discussione dei moti per il carovita. T.S. Ashton e J. Sykes, The Coal Industry of the Eighteenth Century, Manchester 1929, cap. 8; A. P. Wadsworth e J. de L. Mann, The Cotton Trade and Industrial Lancashire, Manchester 1931, pp. 355 segg.

6

Darvall, Popular Disturbance, cap. 8, passim.

7

Bonner e Middleton, Bristol Journal, 31 luglio 1802. Alcuni di questi erano dovuti a ordinarie vertenze di lavoro, alcuni all’opposizione ai nuovi macchinari. Cfr. J.L. e B. Hammond, The Skilled Labourer; per un resoconto del movimento A. Aspinall (editor), The Early English Trade Unions, London 1949, pp. 41-69, per alcuni dei documenti.

8

«House of Commons Journals», XVIII, p. 715 (1718); XX, p. 268 (1724).

9

«House of Commons Journals», XX, pp. 598-9 (1726); Salisbury Assize Records citati dal «Wiltshire Times», 25 gennaio 1919 («Wiltshire Notes & Queries»).

10

«Gentleman’s Magazine», 1738, p. 658.

11

Public Record Office, State Papers Domestic Geo. 2 (1741), pp. 56, 82-3.

12

E. Welbourne, The Miners’ Unions of Northumberland and Durham, Cambridge 1923, p. 21.

13

Ashton e Sykes, Coal Industry, pp. 89-91.

14

10 Geo. 2, c.32, 17 Geo. 2, c.40, 24 Geo. 2, c.57, 31 Geo. 2, c.42 (E.R. Turner, The English Coal Industry in the Seventeenth and Eighteenth Centuries, «American Historical Review», XXVII, p. 14). Turner sembra aver trascurato 13 Geo. 2, c.21, 9 Geo. 3, c.29, 39 e 40 Geo. 3, c.77, 56 Geo. 3, c.125, parimenti diretti contro la distruzione di macchinari nelle miniere (Burn’s Justice of the Peace, editor Chitty, ediz. 1837, vol. 3, pp. 643 segg.).

15

Welbourne, Miners’ Unions, p. 31.

16

W. Felkin, A History of the Machine-wrought Hosiery and Lace Manufactures, London 1867, è la principale autorità in materia.

17

Sulle miniere francesi cfr. M. Rouff, Les Mines de charbon en France au XVIIIe siècle, Paris 1922.

18

E.M. Saint-Léon, Le Compagnonnage, Paris 1901, vol. 1, cap. 5.

19

Aspinall, Early English Trade Unions, p. 175.

20

Gli uomini di Bolton furono accusati nel 1826 di aver progettato la distruzione di tutti i filati di cotone pronti e imballati per l’esportazione, oltre che di vari tipi di macchinari (Public Record Office, Home Office Papers HO 40/19, Fletcher to Hobhouse, 20 aprile 1826).

21

Cfr. La discussione di questi problemi in E. Pouget, Le Sabotage, Paris n.d., pp. 45 segg.

22

Servano da esempio i siderurgici gallesi nel 1816 («The Times», 26 ottobre 1816), lo sciopero generale del 1842 (F. Peel, The Risings of the Luddites, Chartists and Plugdrawers, Heckmondwike 1888, pp. 341-7), e i minatori tedeschi nel 1889 (P. Grebe, Bismarcks Sturz u.d. Bergarbeiterstreik vom Mai 1889, «Historische Zeitschrift», CLVII, p. 91).

23

Aspinall, Early English Trade Unions. p. 196: «Non posso fare a meno di pensare che le riunioni del mattino e gli appelli nominali al momento sono il collante del sindacato».

24

H.L. Smith and V Nash, The Story of the Dockers’ Strike, London 1889, passim.

25

R. Rigola, Rinaldo Rigola e il Movimento Operaio nel Biellese, Bari 1930, p. 19. Rigola non riferisce alcuna distruzione di macchinari da parte dei tessili, solo da parte dei cappellai.

26

Cfr. il capitolo sui «macchinari» nei suoi Principles. In proposito, inserito solo nella III edizione, cfr P. Sraffa e M.H. Dobb, Works and Correspondence of David Ricardo, Cambridge 1951, vol. I, pp. LVII-LX.

27

M.D. George, London Life in the Eighteenth Century (London 1925), pp. 187-8, 180.

28

Parl. Papers 1802, Report fr. Committee on Woollen Clothiers’ Petition, pp. 247, 249, 254-5. Rules and Articles of... the Woollen-Cloth Weavers’Society... 1802 [British Mus. 906.k.14 (1)].

29

E. Howe and H. Waite, The London Compositor, London 1948, pp. 226-33.

30

Wadsworth and Mann, Cotton Trade, pp. 499-500.

31

S. e B. Webb, Industrial Democracy, London 1898, cap. 8, New Processes and Machinery.

32

Sui mutamenti politici dei compositori cfr. Howe e Waite, London Compositor; sugli engineers, J.B. Jefferys, The Story of the Engineers, London 1945, pp. 142-3, 156-7; sugli stagnini, J. H. Jones, The Tinplate Industry, London 1914, pp. 183-4, cap. 9.

33

J. Lofts, The Printing Trades, New York 1942, sulla lunga lotta dei compositori americani contro la rivoluzione tecnica degli anni Quaranta del XX secolo.

34

Wadsworth e Mann, Cotton Trade, p. 412. Cfr. anche la dettagliata analisi del destino di Hargreaves, pp. 476 segg.

35

Select Committee on Agriculture, 1833, 64 stima – senza dubbio esagerando un poco – che solo 1 su 100 delle trebbiatrici esistenti prima del 1830 fosse ancora in funzione nel Wiltshire e nel Berkshire.

36

Sulle agitazioni contro i cimatori forestieri F.R. Manuel, The Luddite Movement in France, «Journal of Modern History», 1938, pp. 180 segg.; F.R. Manu...

Indice dei contenuti

• Copertina
• Frontespizio
• PREFAZIONE
• CAPITOLO PRIMO - Thomas Paine
• CAPITOLO SECONDO - I machine-breakers
• CAPITOLO TERZO - Calzolai radicali Scritto con Joan W. Scott
• CAPITOLO QUARTO - Le tradizioni dei lavoratori
• CAPITOLO QUINTO - La produzione della classe operaia, 1870-1914
• CAPITOLO SESTO - Valori vittoriani
• CAPITOLO SETTIMO - Uomini e donne: immagini a sinistra
• CAPITOLO OTTAVO - Il Primo maggio: nascita di una ricorrenza
• CAPITOLO NONO - Il socialismo e l’avanguardia, 1880-1914
• CAPITOLO DECIMO - Il megafono della sinistra
• CAPITOLO UNDICESIMO - I contadini e la politica
• CAPITOLO DODICESIMO - L’occupazione delle terre da parte dei contadini
• CAPITOLO TREDICESIMO - Il bandito Giuliano
• CAPITOLO QUATTORDICESIMO - Il Vietnam e la dinamica della guerriglia
• CAPITOLO QUINDICESIMO - Il maggio 1968
• CAPITOLO SEDICESIMO - Le norme della violenza
• CAPITOLO DICIASSETTESIMO - Sesso e rivoluzione
• CAPITOLO DICIOTTESIMO - Epitaffio per un briccone: Roy Cohn
• CAPITOLO DICIANNOVESIMO - Il Caruso del jazz
• CAPITOLO VENTESIMO - Count Basie
• CAPITOLO VENTUNESIMO - Il Duca
• CAPITOLO VENTIDUESIMO - Il jazz arriva in Europa
• CAPITOLO VENTITREESIMO - Lo swing del popolo
• CAPITOLO VENTIQUATTRESIMO - Il jazz dal 1960
• CAPITOLO VENTICINQUESIMO - Billie Holiday
• CAPITOLO VENTISEIESIMO - Il Vecchio Mondo e il Nuovo: a cinquecento anni da Colombo
• NOTE