Lezioni d'amore
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Lezioni d'amore

  1. 191 pagine
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Lezioni d'amore

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"Lo scopo di Lezioni d'amore è aiutare a vivere un amore felice. Naturalmente prendendo in esame il sesso, l'erotismo, le varie forme di piacere, le somiglianze o le differenze fra maschi e femmine, le varie forme di amore, dal vero innamoramento alle infatuazioni che svaniscono rapidamente. Un esame ricco, completo. Per essere semplice, ho scelto la forma espositiva più elementare, quella della domanda e della risposta. Le duecento domande le ho raccolte nel corso del tempo, sono state fatte da donne e uomini, giovani e vecchi, italiani e stranieri, etero ed omosessuali, innamorati e non. A ciascuna ho cercato di dare una risposta breve ma esauriente, approfondita ma chiara, scritta con un linguaggio ad un tempo scientifico e poetico. Perché il sapere è scienza, ma l'amore parla in poesia. Con le domande di Lezioni d'amore potete anche farvi da soli un esame su ciò che sapete o pensate dell'amore, o come gioco da fare col vostro amato o la vostra amata, o con qualcuno che vi interessa conoscere più intimamente. E scoprire molte cose a cui non avreste mai pensato."

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Informazioni

Editore
BUR
Anno
2011
ISBN
9788858601976

1 Innamoramento e amore

In quest’epoca di rapporti superficiali, di sesso facile, di droga, di promiscuità c’è ancora spazio per il vero innamoramento, il grande amore?

Sì, c’è ancora. Perché nell’essere umano esistono due tendenze innate, la prima che ci porta ad esplorare e ad avere nuove esperienze sessuali, e la seconda che ci porta a cercare un rapporto profondo, duraturo ed esclusivo con una sola persona, l’unica che conta in tutto il mondo. Il sesso appartiene alla prima tendenza, l’amore dell’innamoramento alla seconda. Oggi prevale la prima, come è accaduto altre volte nella storia. Domani tornerà a prevalere la seconda. Ma, anche se la prima è dominante sui mezzi di comunicazione di massa e sul web, l’altra continua ad essere presente in ciascuno di noi. Per questo anche la donna che ha avuto cento amanti, e l’uomo che è sempre passato da una all’altra, un giorno si innamorano e scoprono stupiti di desiderare disperatamente una sola persona, solo lei. Mi dice una donna bellissima: «La vera felicità l’ho provata quando mi sono innamorata a vent’anni; poi ho fatto all’amore con tanti uomini, per gioco, per curiosità, per piacere, per vanità, per il gusto della conquista, perché ne ero infatuata, ma non ho mai più provato la beatitudine di allora. Solo oggi che, dopo tanto tempo sono di nuovo innamorata e riamata, riprovo la stessa estasi, anzi molto, molto di più. È come se gustassi per la prima volta i sapori, se vedessi per la prima volta i colori, se udissi per la prima volta la musica. E mi accorgo che la mia vita è sempre stata arida perché il sesso senza amore non è niente, fuso con l’amore è tutto. E se non l’hai provato, non hai provato nulla».

Ma come può una persona sola dare più felicità di tante altre?

Il nostro amato non è confrontabile con nessun altro. «L’altro che io amo e che mi affascina» scrive Roland Barthes «è atopos. Io non posso classificarlo, poiché egli è precisamente l’Unico, l’Immagine irripetibile che corrisponde miracolosamente alla specificità del mio desiderio. È la figura della mia verità: esso non può essere fissato in alcuno stereotipo.» Egli è l’unico, assolutamente l’unico essere vivente che io possa amare. Chiunque altro incontri, non può rimpiazzarlo, non troverò mai nessuno come lui, meglio di lui. Se lui mi ama, mi meraviglio della incredibile fortuna che mi è capitata. Sento che mi è stato dato qualcosa che non avrei mai nemmeno potuto immaginare, sognare.

Cos’è l’innamoramento?

Dal punto di vista scientifico, sociologico e psicologico è lo stato nascente di un movimento collettivo formato da due sole persone. Ogni persona è inserita in una trama di relazioni sociali, di doveri e di affetti consolidati. Nell’innamoramento due persone rompono questi legami e stabiliscono fra di loro un rapporto erotico e spirituale nuovo e straordinario e formano una nuova comunità, la coppia. All’interno di essa, entrambi ristrutturano tutti i rapporti che avevano con la propria famiglia, gli amici, il lavoro, la religione, la politica. Perciò dal punto di vista individuale è una rinascita e, dal punto di vista sociale, una rivoluzione che crea una nuova collettività: la coppia, più viva, più felice, più stabile di quella precedente.

Perché ci innamoriamo?

Perché eravamo insoddisfatti, inquieti, soli, ma anche pieni di vita e pronti ad un nuovo incontro, a rinascere liberi e felici. L’innamoramento esplode quando l’individuo si sente compresso, tarpato, imprigionato, impedito nell’esprimere le sue potenzialità e allora, incontrando un altro nella sua stessa situazione, si apre, si libera, fiorisce. Per far sbocciare i fiori, occorre togliere l’acqua. La pianta, di fronte al pericolo, apre i petali, diffonde il suo polline e genera nuova vita. Si innamora il giovane che lascia la famiglia e si affaccia al mondo, si innamora la persona che ha cambiato città e lavoro, che corre verso il nuovo. Si innamora chi scopre di vivere una vita troppo arida e vuota, e sente ardere dentro di sé il desiderio di una felicità che non ha mai provato.

Quando ci innamoriamo?

Quando siamo stanchi del passato e pronti a cambiare, a rischiare sul nuovo. Perché siamo mutati interiormente, perché è cambiato l’ambiente in cui ci troviamo, perché stiamo male con la persona con cui viviamo, perché non riusciamo a realizzare i nostri desideri profondi, ad esprimere le nostre potenzialità, perché ci sentiamo prigionieri delle abitudini, della ipocrisia, della noia. Ma anche perché abbiamo avuto una promozione, un successo e desideriamo realizzare sogni a cui prima avevamo sempre rinunciato. Allora cerchiamo qualcuno che ci faccia assaporare un nuovo modo di essere. Possiamo perciò innamorarci a qualsiasi età, ma soprattutto nelle svolte della nostra vita. Quando passiamo dalle scuole medie alle superiori, quando ci iscriviamo all’università, o quando cambiamo lavoro, città, o a quarant’anni quando inizia la maturità, o anche a sessanta, a settanta quando inizia la vecchiaia, ma siamo pieni di vita e di voglia di vivere.

È vero che ci innamoriamo nei periodi in cui siamo felici?

No. Chi è in pace con se stesso e col suo ambiente, chi è soddisfatto di ciò che ha, chi è appagato da ciò che sta facendo, non mette tutto in gioco innamorandosi di una persona con cui ricominciare da capo. L’innamoramento è una rivoluzione e nessuno fa una rivoluzione se è contento di ciò che possiede. Si ribella chi possedeva qualcosa che gli è stato tolto, chi sperava ed è stato deluso, chi era prigioniero e aspirava alla libertà, chi aveva un sogno e non ha mai potuto realizzarlo. L’amore è rischio e non rischi se non vuoi cambiare la tua vita, se non vuoi più di ciò che hai.

Ci innamoriamo di chi è simile o di chi è opposto?

Né dell’uno né dell’altro, e di tutti e due. Perché ci innamoriamo di chi ci completa, ci arricchisce e che, quindi, deve essere in qualche modo affine a noi per darci cose che possiamo assimilare, ma anche diverso, in certi punti addirittura opposto, per darci ciò che non abbiamo e consentirci di cambiare.

Di chi ci innamoriamo dunque?

Della persona che, nel particolarissimo periodo in cui siamo predisposti ad innamorarci, col suo comportamento, con i suoi sentimenti, con i suoi valori, con la vita che ha vissuto, con i suoi sogni, con il suo slancio, con il suo calore, la sua intelligenza, la sua gioia di vivere, con la sua bellezza, col piacere che ci fa provare, ci fa capire che, insieme, possiamo realizzare i nostri desideri più profondi, essenziali, anche quelli proibiti, quelli che non abbiamo nemmeno il coraggio di confessare a noi stessi. Quella con cui possiamo colmare tutti i vuoti della nostra anima, realizzare tutte le nostre potenzialità. Allora proviamo una attrazione irresistibile, e il bisogno di fonderci spiritualmente e fisicamente con lei.

Quando veniamo ricambiati e quando no?

Per essere ricambiati occorre che anche l’altra persona sia predisposta a mutare e trovi in noi quello che le manca, quello che le indica la direzione. Allora avviene il riconoscimento, la reciprocità. Tuttavia può capitare che, pur essendo potenzialmente adatta a noi, lei si trovi in una fase della sua vita in cui non si può innamorare. Per esempio è appena uscita da una delusione amorosa, oppure è ancora prigioniera di un precedente innamoramento. Altre volte il riconoscimento non avviene perché non riusciamo a presentarci nel modo adatto, a comunicare nel modo giusto, oppure entrambi facciamo qualche errore che ci allontana. Quindi se ci innamoriamo, anche quando non veniamo ricambiati, vuol dire che quella persona aveva delle cose da darci e noi delle cose da dare a lei.

Perché ci accorgiamo di essere innamorati in modo improvviso?

È come se dovessimo risolvere un puzzle: trovare la figura nascosta che corrisponde all’insieme dei nostri bisogni più profondi, ma che noi stessi non conosciamo. Ogni persona che incontriamo ha qualcuna delle caratteristiche della figura sconosciuta, ma non tutte. Ogni tanto abbiamo l’impressione di aver trovato la combinazione giusta e di vederla emergere intera, ma non è vero. Fino al momento in cui, improvvisamente, i frammenti si accordano ed ecco che vediamo, stupefatti, la figura completa. La figura ideale che cercavamo! Proprio quella che riunisce in sé tutte le caratteristiche, tutte le qualità di cui avevamo bisogno. Solo lei è la risposta: la ricerca è finita.

Come facciamo a capire se è un vero innamoramento?

Perché la persona amata è la prima cosa che ci viene in mente al mattino, l’ultima prima di addormentarci. Perché stando con lei abbiamo momenti di felicità indicibile. E con lei siamo sempre sereni, in pace, ma basta che ce ne allontaniamo per sentire che abbiamo perso qualcosa, e ci sentiamo incompleti. Perché una vita senza di lei è inconcepibile, triste, vuota, arida, terrificante. Perché, dopo aver fatto all’amore, proviamo il bisogno di restarle accanto, di abbracciarla, di baciarla come prima. Perché, accanto a lei, tutto diventa delizioso, anche camminare insieme per strada, o prendere un caffè, o guardare le vetrine o restare seduti su una panchina ai giardini pubblici. E non ci stanchiamo di ascoltarla, di raccontarci la nostra vita, di scambiarci le esperienze fatte. Perché, nel periodo in cui è lontana da tempo, qualunque cosa facciamo e con chiunque siamo, proviamo, nel profondo del cuore, un languore che può diventare strazio se non ci telefona, se non ci scrive. E tutto questo dura nel tempo, ed ogni giorno, ogni mese che passa, anziché diminuire cresce; cresce finché non comprendiamo che il nostro amato è diventato il nostro cuore e la nostra anima.

La gelosia può rivelare un amore?

Qualche volta sì. Voglio darvi un esempio. Max voleva bene a Jenny, ma non aveva mai pensato di esserne innamorato fino a quella sera, a quella festa. Un celebre attore si era seduto al loro tavolo, parlava all’orecchio di Jenny, lei rideva e poi si sono allontanati insieme nel parco. Allora, improvvisamente, Max è stato preso da uno spaventoso attacco di gelosia. Non era mai stato minimamente geloso anche quando lei gli aveva raccontato di aver avuto altri uomini. E invece ora gli pareva di impazzire. Il nuovo venuto era un attore e Jenny era una donna che era vissuta sempre con personaggi dello spettacolo. Si sentiva in inferiorità. E capiva, senza ombra di dubbio che la voleva per sé, per sé solo, e per sempre. Si è messo a seguirli, si è accostato a loro in modo perfino irritante finché ad un certo punto, con una scusa, l’ha trascinata via. Poi l’ha presa fra le braccia e le ha detto tutto d’un fiato: «Ti amo».

E la lontananza?

Sì, anche la lontananza può rivelare un amore. Anche qui citerò un caso. Un uomo ed una donna erano amici da tempo, facevano all’amore. Lei sapeva di amarlo, lui no. Poi la ragazza è partita per un lungo viaggio. Qualche telefonata, qualche SMS. Poi c’è stata una interruzione delle comunicazioni per motivi tecnici e il nostro amico è stato preso dal panico. «Non sentendoti» dice «è avvenuta dentro di me come una esplosione, e mi ha preso un terrore folle. Mi mancava qualcosa di essenziale, di vitale, l’aria. Non potevo più respirare, e sentivo un dolore atroce, terribile, una morsa al cuore, un dolore come da infarto e la consapevolezza lucida, assoluta, che non potevo e non avrei mai più potuto vivere senza di te, senza rivederti, senza poterti toccare. E il bisogno assoluto di parlarti. Giravo e ti chiamavo dentro il telefono muto. E scuotevo la testa come impazzito e correvo avanti e indietro per la strada e la gente mi guardava. Non so quanto tempo è durata quella interruzione, se ore, giorni, o anni. Io so che chiamavo ogni cinque minuti, poi mi vergognavo, mi imponevo di controllarmi, ma non ce la facevo, riprovavo… non puoi immaginare quanto sia lungo un secondo… Poi, dopo un tempo incredibile, arriva la tua voce! Ed io grido: Ti amo! Ti amo! Ti amo!»

Si dice che la gelosia sia un segno d’amore. Significa che chi non è geloso non ama?

Se amiamo, vogliamo che l’altro ci ami in modo esclusivo, e quando temiamo che il nostro amato preferisca, anche solo momentaneamente, un’altra persona diventiamo gelosi. Quando non amiamo non ci interessa che ami solo noi, che voglia solo noi. Però è sbagliato immaginare che quanto più amiamo tanto più siamo gelosi. Si può amare moltissimo e non provare nessuna gelosia. È quanto succede quando due persone si innamorano pazzamente l’una dell’altra, ma sono sicure del loro amore e, se uno dei due viene preso dal dubbio, l’altro riesce immediatamente a rassicurarlo. Le persone profondamente innamorate possono diventare gelose solo quando restano lontane molto tempo (e così non possono rassicurarsi continuamente) e qualcuno ne approfitta instillando in loro il dubbio.

C’è qualcosa nel comportamento degli innamorati che permette di riconoscerli?

Si, ma non è il camminare strettamente abbracciati, o darsi baci appassionati, o gli sguardi languidi, anche se sono tutti segni di attrazione e di amore. È piuttosto il modo delicato con cui camminano insieme, con cui si prendono la mano, con cui si toccano. Come se ogni gesto fosse una carezza. Poi il modo in cui si guardano, intensamente, ma con tenerezza e con una grande serenità. Vedendoli insieme intuisci che non hanno più invidie, ambizioni, rancori. Sono in pace e trasmettono pace. Sono gentili e trasmettono gentilezza. Le persone che hanno molto amato li riconoscono immediatamente perché fanno rivivere in loro i sentimenti perduti.

Gli innamorati quale altra esperienza straordinaria possono provare?

Due esperienze molto speciali.
La prima è l’esperienza del presente dilatato, della scomparsa del tempo. In certi momenti, stando con l’amato, tutto diventa eterno. Le cose si muovono, ma il tempo non scorre, non c’è più la durata perché non c’è più il desiderare, non c’è più l’attesa, non c’è più l’azione, non c’è niente che debba essere fatto. Non vuoi nulla al di fuori di ciò che stai vivendo e che è perfetto in se stesso. Non hanno più senso né il passato né il futuro. Conta solo il presente, che però non è un istante: è un durare pieno, completo che potrebbe continuare identico per l’eternità. La seconda è che ad ogni incontro amoroso tutti e due gli amanti provano qualcosa di nuovo, un piacere più grande, più straordinario, si amano più a fondo, si desiderano più a fondo. Si conoscono più a fondo che nell’incontro precedente. Ogni volta pensano sia il massimo, ma non è così, la volta successiva provano sensazioni, emozioni nuove, un piacere mai sentito prima, scoprono qualità nascoste del loro amato, lo desiderano di più. L’amore ci dà «sempre di più» e ci appare così infinito, illimitato, come l’universo. E questa esperienza di crescita infinita può durare anni!

Perché, anche quando sappiamo che l’altro ci ama, gli chiediamo «mi ami?»?

Noi non possiamo darci valore da soli. Ce lo danno gli altri fin da bambini amandoci, apprezzandoci, dicendoci bravo. In realtà non possiamo dare valore a nulla perché sono gli altri che, col loro comportamento o con le loro parole, ci dicono cosa è buono o cattivo, cosa è desiderabile. Qualunque cosa facciamo, per sapere se vale, se ce la siamo meritata, dobbiamo dipendere dagli altri, siamo sempre in loro balìa, alla mercé del loro capriccio. C’è solo un momento nella vita in cui ci liberiamo da questa schiavitù: quando siamo innamorati e riamati. Il nostro amato è l’unico essere in tutto il mondo, in tutto l’universo che ha e che ci dà valore. È l’unico che può fugare tutti i turbamenti della nostra vita, tutte le delusioni dicendoci che ci ama. Per questo glielo chiediamo anche se lo sappiamo già, anzi proprio perché lo sappiamo già.

Quante volte possiamo innamorarci nella vita?

Pochissime volte, solo quando affrontiamo dei grandi cambiamenti. Ma, voi mi direte, c’è gente che afferma di innamorarsi in continuazione, anche ogni quindici giorni. No, no, questi non sono innamoramenti, sono attrazioni improvvise, fascinazioni, infatuazioni, co...

Indice dei contenuti

  1. Cover
  2. BUR
  3. Frontespizio
  4. Introduzione
  5. Capitolo 1 Innamoramento e amore
  6. Capitolo 2 Dal colpo di fulmine all’amore completo
  7. Capitolo 3 Il sesso e l’amore
  8. Capitolo 4 Il passato
  9. Capitolo 5 Innamoramento e infatuazioni
  10. Capitolo 6 Il piacere
  11. Capitolo 7 Erotismo maschile
  12. Capitolo 8 Erotismo femminile
  13. Capitolo 9 La coppia
  14. Capitolo 10 La fine dell’amore
  15. Capitolo 11 L’amante
  16. Capitolo 12 Il gioco dell’amore
  17. Indice