Scientology
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Scientology

Ci sono nata. Ci sono cresciuta. Sono scappata

  1. 360 pagine
  2. Italian
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Ci sono nata. Ci sono cresciuta. Sono scappata

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È doloroso, difficile e a volte può essere molto pericoloso aprire gli occhi e renderti conto che hai vissuto tutta la vita in una gabbia. Jenna era una principessa. Il suo adorato zio Dave era l'uomo più importante del mondo, le persone a lei più care godevano di privilegi ed erano rispettate da tutti. Lei stessa aveva obiettivi chiari e ambiziosi: essere ammessa nell'ambito rango dei Messaggeri del Commodoro e scalare il più velocemente possibile i gradini del Ponte verso la Libertà Totale. Intorno a lei tutto era Etico, tutto era giusto. Era giusto firmare un contratto con l'impegno a servire la Chiesa di Scientology per un miliardo di anni. Era giusto che i suoi genitori fossero così lontani, perché si stavano occupando di una missione ben più alta di una semplice famiglia. Era giusto venire addestrata con lunghe ore di procedure a reprimere i sentimenti di rabbia e dolore, per temprarsi ed essere efficiente senza lasciarsi distrarre dalle emozioni. Era giusto lavorare duramente e avere responsabilità fin da bambina, avere la vita misurata in un apposito Modulo tutte le settimane, erano giuste le Corvè obbligatorie e le punizioni con i lavori forzati o i pipistrelli, giusti i Cartellini per le delazioni, i Presidi del Sabato e il divieto di rivolgere la parola a chi non è tuo pari nella gerarchia. Perché quando ci sei dentro quello è il tuo mondo. Perfino gli ordini più rigidi, la disciplina e i ranghi, le interminabili esercitazioni e gli interrogatori più serrati diventano la tua casa, il tuo rifugio e il tuo sogno. Anche se in questo orizzonte non c'è spazio per l'intimità, per la fragilità e per l'errore, per tutto ciò che ci rende umani. A volte, però, nella vita si aprono delle porte. Osservi, incontri delle persone e inizi a vedere che oltre ai confini del tuo mondo ce n'è un altro molto più vasto. Se ci vivi dalla nascita, non ti rendi conto che tutto ciò che ti hanno insegnato è una prigione e non hai idea di cosa ci sia là fuori e di come funzionino le emozioni, se cominci ad ascoltarle. Così succede che la principessa sogni di uscire nel mondo, per diventare semplicemente una persona normale. Ma anche quando la voglia di essere liberi è più forte della paura del rischio e della solitudine, sfuggire al proprio destino è un salto nel buio.

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Informazioni

Editore
RIZZOLI
Anno
2013
ISBN
9788858642771

1

Nel nome della Chiesa

Uno dei miei primi ricordi legati a Scientology è una conversazione svoltasi quando avevo circa quattro anni. All’epoca la mia famiglia viveva a Los Angeles, in un appartamento che le aveva procurato la Chiesa. Una domenica mattina, sdraiata a letto con la mamma e il papà, cominciai a chiedermi come sarebbe stato trovarmi fuori dal mio corpo.
«Come faccio a uscire?» dissi.
I miei genitori si scambiarono un sorriso, molto simile a quello che io e mio marito ci scambiamo ora quando nostro figlio ci pone una di quelle domande difficili alle quali non è possibile rispondere adeguatamente se si vuole tenere conto del suo livello di conoscenza.
«Possiamo uscire tutti insieme dai nostri corpi e volare in giro per il cielo?» aggiunsi.
«Forse» rispose mio padre. Lui era sempre pronto ad assecondarmi.
«Allora facciamolo subito!» proposi, impaziente. «Ditemi solo cosa devo fare.»
«Va bene. Chiudi gli occhi» mi disse. «Sono chiusi? Bene, ora pensa a un gatto.»
«Ci pensiamo tutti insieme nello stesso momento?» domandai, per essere sicura di non sbagliare.
«Sì» fu la risposta di mio padre. «Ok, allora uno, due, tre…»
Con gli occhi chiusi, rimasi ad aspettare, ma non accadde niente. Sentivo i miei genitori che ridevano, ma non capivo cosa ci fosse di tanto divertente e soprattutto mi chiedevo perché non mi stessero aiutando. Non era permesso aiutarmi a uscire dal mio corpo? Potevano farlo solo in determinati momenti? Dovevo aspettare di crescere? Ero io ad avere qualcosa che non andava?
Sapevo di essere un Thetan. Avevo sempre saputo di esserlo, non avevo mai creduto diversamente. Thetan era il termine con cui gli scientologi definivano uno spirito immortale che animava il corpo umano, mentre il corpo stesso era essenzialmente un pezzo di carne, un recipiente che ospitava il Thetan. Quest’ultimo viveva una vita dopo l’altra e, quando il corpo in cui abitava moriva, ne sceglieva un altro e ricominciava tutto da capo.
L’idea di avere delle vite precedenti mi affascinava, tanto che spesso chiedevo agli adulti di raccontarmi delle storie sulle loro. Io non ricordavo nessuna delle mie, ma i grandi non mancavano mai di garantirmi che, prima o poi, anche io ce l’avrei fatta. La segretaria di mio padre, Rosemary, mi raccontava per esempio cose accadute quando era una pellerossa, aneddoti ai miei occhi affascinanti e straordinari. Non vedevo l’ora di ricordare anche io i miei, ma speravo di non essere stata un ragazzaccio o un vecchio signore solitario. Di sicuro dovevo essere stata una principessa, almeno una volta!
In quel periodo, piccola com’ero, per me Scientology era solo questione di vite passate, volontà di lasciarsi alle spalle il corpo, essere un Thetan. Oltre a quello non sapevo molto, ma per un bambino che in effetti non era in grado di comprendere le varie stratificazioni di un credo complesso era tutto piuttosto divertente. Facevo parte di qualcosa più grande di me, qualcosa che si estendeva nel passato e nel presente, qualcosa che sembrava impossibile eppure, in un certo senso, assolutamente credibile.
E così, seduta lì con gli occhi chiusi, aspettavo di volare in giro per il cielo con i miei genitori al mio fianco, lasciandomi il corpo alle spalle.
Allora non sapevo che soltanto gli scientologi credevano al Thetan. Tutte le persone che conoscevo facevano parte della Chiesa e, in quanto credente di terza generazione, il mondo di Scientology era tutta la mia vita. Mia nonna materna aveva cominciato a leggere i libri di L. Ron Hubbard, lo scrittore di fantascienza e fondatore di Scientology, nella metà degli anni Cinquanta. Da parte di mio padre, il nonno era entrato nella Chiesa negli anni Settanta, dopo averne sentito parlare da un conoscente. Entrambi si erano lasciati coinvolgere all’istante.
In Scientology non c’era dio, non c’erano preghiere, paradiso, inferno: nessuna di quelle cose che le persone generalmente associavano alla religione. Era una filosofia e un programma di autoaiuto che prometteva maggiore consapevolezza di sé e la possibilità di raggiungere il massimo del proprio potenziale. Fu proprio questa caratteristica poco convenzionale dell’autoaiuto a far leva sui miei nonni. Erano attratti, ognuno a modo suo, dall’accento che Scientology poneva sul fatto di poter controllare il proprio destino e migliorare la propria vita tramite una serie di passi ben definiti; entrambi coinvolsero anche i figli, nove da parte di mia madre e quattro da parte di mio padre.
Una volta che i miei genitori si unirono alla Chiesa quando erano ancora bambini, rimasero al suo interno. Quando nacqui a Concord, nel New Hampshire, il 1 febbraio del 1984, loro erano scientologi ormai da oltre quindici anni.
Anche io fui scientologa sin dal primo respiro, ma soltanto poco prima di compiere due anni la Chiesa cominciò a influire in modo determinante sul corso della mia vita. Accadde quando i miei genitori decisero di abbandonare la vita iniziata nel New Hampshire per trasferirsi in California e mettere la nostra intera esistenza al servizio della Chiesa. Prima vivevamo a Concord, dove i miei avevano costruito la casa dei loro sogni, tutta vetro e legno, con quattro camere da letto, due bagni e un appezzamento di terreno. Avevano tutti e due un bel lavoro presso una società di software della zona e mio fratello Justin, di nove anni, frequentava la quarta elementare. Almeno esteriormente, la nostra famiglia possedeva tutte le caratteristiche di un normale microcosmo dei quartieri bene.
Tutto cambiò nell’autunno del 1985, quando mio padre, Ron Miscavige Jr., andò a passare un periodo alla Base di Flag Land (ovvero ammiraglia di terra) a Clearwater, in Florida. Estesa su un’area che comprendeva diversi quartieri, la Base di Flag Land era un vasto complesso che fungeva da base spirituale della Chiesa, un posto dove gli scientologi di tutto il mondo si riunivano e soggiornavano da poche settimane a mesi interi.
Mio padre si fermò per un paio di settimane, proprio nel periodo in cui il clero della Chiesa, noto come Sea Org, era impegnato in un’intensa campagna di reclutamento. L’organizzazione accettava fra i suoi membri soltanto gli scientologi più devoti, quelli disposti a dedicare tutta la loro vita alla diffusione della religione nel mondo. L. Ron Hubbard aveva fondato il gruppo nel 1967, a bordo della Apollo, che lui chiamava nave ammiraglia (flagship). Hubbard, uomo della Marina, coltivava la passione per le tradizioni a essa legate. Correva voce che avesse preso il mare per cercare, senza interruzioni né interferenze, la componente spirituale di Scientology. Si diceva inoltre che fosse entrato in acque internazionali per sottrarsi all’autorità della Food and Drug Administration, l’agenzia statunitense di controllo dei farmaci e degli alimenti, dopo che alcune delle sue teorie mediche – come il fatto che i suoi insegnamenti servissero a curare le malattie psicosomatiche o altri problemi fisici e psicologici – erano state criticate dagli esponenti della comunità scientifica, i quali accusavano le sue cure miracolose di essere un imbroglio.
Al di là dei motivi per cui agisse stando al largo, Hubbard ordinò che i membri del suo corpo d’élite indossassero uniformi in stile marinaresco e attribuì alla Sea Org una gerarchia e una divisione dei compiti simili a quelli della Marina, che li distinguevano dagli altri membri di Scientology. Si spinse al punto di farsi chiamare Commodoro dai membri dell’equipaggio, mentre agli ufficiali di alto rango bisognava rivolgersi con Signore, che fossero maschi o femmine. All’interno della Sea Org selezionò persino un gruppo di steward personali che gestivano i programmi, riportavano i suoi ordini e si accertavano che venissero eseguiti. Ribattezzò questo importante gruppo Organizzazione dei Messaggeri del Commodoro (CMO, Commodore’s Messenger Organization).
Nel 1975, la Sea Org si trasferì sulla terraferma, più precisamente nella Base di Flag Land nel centro di Clearwater, dove i suoi membri dormivano e mangiavano in comunità all’interno di strutture dedicate. Anche se l’organizzazione non era più di stanza sulle navi, il ricorso alla terminologia marittima delle origini continuava: gli alloggi e i dormitori erano detti «approdi», lo staff vestiva con le uniformi, L. Ron Hubbard era ancora il Commodoro.
Dieci anni dopo, fu lì che mio padre si ritrovò al centro di un’imponente iniziativa di reclutamento. In seguito mi avrebbe raccontato che i membri della Sea Org si piazzavano in diversi punti della Base in cerca di scientologi giovani, brillanti, competenti e di sani principi etici. Chiunque entrasse nella Sea Org avrebbe dovuto firmare un contratto da un miliardo di anni che vincolava il proprio Thetan a servire l’organizzazione nel corso di tutte le sue vite future. I membri erano inoltre tenuti a lavorare per un numero interminabile di ore, sette giorni la settimana – con pochissimo tempo da poter trascorrere in famiglia – spesso per la cifra irrisoria di cinquanta, a volte anche solo quarantacinque dollari la settimana. Fra i requisiti per essere ammessi, non aver mai consumato LSD o polvere d’angelo, non aver mai tentato il suicidio e non avere parenti stretti contrari a Scientology.
Mio padre era già stato membro una volta e sentiva di potervi far parte ancora. Scientologo devoto, desideroso di impegnarsi al cento per cento, era inoltre il fratello maggiore di David Miscavige, uno dei massimi dirigenti assoldati da L. Ron Hubbard e astro nascente all’interno della Chiesa. A soli venticinque anni, mio zio Dave era Presidente del Consiglio di amministrazione della Author Services Inc., ed era dunque il responsabile finanziario di tutti gli aspetti legati al copyright di Hubbard, ai suoi testi e alla proprietà intellettuale delle sue opere. Come mio padre, anche zio Dave era membro di Scientology sin da quando il nonno aveva introdotto tutta la famiglia nell’ambiente. Si era dimostrato da subito talmente appassionato che, con il consenso di suo padre, aveva lasciato le superiori a sedici anni per entrare nella Sea Org.
Quando papà tornò a casa, nel New Hampshire, informò la mamma che aveva deciso di accettare di tornare nella Sea Org. Sebbene i miei fossero nel pieno del loro insediamento in città, mio padre aveva sentito di nuovo la chiamata e voleva che tutta la famiglia si trasferisse nella Base di Los Angeles, dove avremmo cominciato una nuova vita. Anche mia madre avrebbe dovuto arruolarsi di nuovo nell’organizzazione, perché i membri della Sea Org potevano essere sposati solo con altri membri. Accettò senza esitare.
Per quanto si trattasse di una decisione impulsiva, loro sapevano a cosa andavano incontro. Non solo avevano già fatto parte entrambi della Sea Org, ma si erano conosciuti proprio alla Base di Flag Land quando avevano appena diciannove anni.
All’epoca erano entrambi sposati con altri membri dell’organizzazione; mio padre aveva un figliastro, Nathan, e mia madre due gemelli di due anni, Justin e Sterling. Ebbero una relazione, motivo per cui passarono una marea di guai perché avevano violato le direttive della Chiesa e dovettero lavorare sodo per rimediare al loro comportamento. Alla fine ricevettero il permesso di risposarsi, cosa che fece anche l’ex marito della mamma. Sterling continuò a vivere con lui e la nuova moglie, Justin invece rimase con i miei, ma entrambi i gemelli potevano passare del tempo con l’una o con l’altra famiglia: una soluzione che metteva tutti d’accordo.
I miei formavano una bella coppia. Lui era alto poco meno di un metro e ottanta, magro ma forte. Capelli biondo-rossi, baffi, occhi azzurri e sorriso aperto; era un tipo decisamente simpatico. Mia madre, Elizabeth Blythe, nota a tutti come Bitty, era una bellissima ragazza di un metro e settanta, piuttosto magra. Aveva gli occhi verde-nocciola e i capelli castani che le arrivavano fino alla vita. Sulla pelle d’avorio, una manciata di lentiggini. Diversamente da mio padre, lei fumava, e lo faceva sin da ragazzina. In presenza di estranei era più timida di mio padre, ma quando era con gli amici si dimostrava sicura di sé, pungente, divertente, dotata di un senso dell’umorismo molto caustico. Era ostinata, a volte troppo incline a esprimere giudizi, ma anche straordinariamente capace.
Malgrado l’enorme quantità di tempo richiesta dall’impegno con la Sea Org, in effetti i miei erano stati felici fino alla fine degli anni Settanta, quando cominciarono a sentirsi insoddisfatti di come veniva gestita la Base di Flag Land. Nel 1979, dopo cinque anni di Sea Org, lasciarono entrambi. Anche se andarsene costituiva una violazione del contratto da un miliardo di anni, a quell’epoca non era comunque una catastrofe. Fu loro concesso di rimanere ufficialmente scientologi esterni, fedeli alla Chiesa, ma senza più dover prestare servizio a tempo pieno nell’organizzazione.
Per anni, in seguito all’uscita dal gruppo, le loro vite proseguirono normalmente. Abitarono per poco a Philadelphia con i genitori di mio padre, poi si trasferirono a Nord, nel New Hampshire, dove conducevano una tipica esistenza medio-borghese: due genitori con un posto di lavoro sicuro, due figli a carico (a quel punto avevano la custodia esclusiva di Justin), una tata per il giorno, una casa costruita su misura. Anche la maggior parte dei nostri parenti, comprese le sorelle del papà, Lori e Denise, più la nonna paterna, viveva nel New Hampshire, perciò noi ci apprestavamo a trascorrere una vita basata sull’appoggio della famiglia. A quei tempi sembrava che il pensiero di tornare nei ranghi dei più intransigenti seguaci di Scientology non potesse nemmeno sfiorare le loro menti.
E invece, decidendo così, all’improvviso, fu proprio quello che fecero: tornarono nella Sea Org e diedero alle vite di noi tutti un’impostazione drasticamente diversa. Ciò che i miei allora sapevano, e che io avrei imparato solo in seguito, era che appartenere alla Sea Org significava passare molto tempo lontano da me. Ma il pensiero non li dissuase. La Chiesa era la loro priorità: ormai avevano deciso.
Più avanti mi avrebbero spiegato di aver fatto tutto in maniera istintiva, senza pensarci troppo, e con il senno di poi era risultata la peggiore decisione della loro vita. Pur non potendo dire se avessero riflettuto sull’impatto che la loro scelta avrebbe avuto su di me, con ogni probabilità io ero soltanto uno dei tanti sacrifici che erano disposti a fare nel nome della Chiesa. Se n’erano già andati una volta dalla Sea Org, quindi pensavano che magari, se le cose non fossero andate come speravano, avrebbero potuto andarsene di nuovo. Forse tra i loro pensieri c’era anche l’idea che fosse veramente straordinario crescere un figlio dentro a Scientology, perché in quel modo avrei potuto conoscerla sin dagli albori della mia vita.
È probabile che nutrissero un senso d’inquietudine, la sensazione che mancasse qualcosa. Preferivano affrontare il mondo con l’incarico di un’importante missione da compiere, servendo un fine superiore, piuttosto che restarsene nel New Hampshire a lavorare in un normale ufficio e a crescere dei figli. La missione della Chiesa era la loro fonte di motivazione, volevano essere coinvolti in qualcosa di più grande. Una cosa mi è chiara: con quella decisione, il concetto di normalità smise di trovare posto nelle nostre vite. Tutti noi, tutta la nostra famiglia aveva avuto la possibilità di essere molto diversa: i miei genitori ci pensarono su, poi scelsero un’altra strada.

2

LRH lascia il corpo

Vivere in California avrebbe comportato una specie di reunion della famiglia Miscavige, visto che nonno Ron, padre di mio padre, e zio Dave, suo fratello, già ci vivevano. L’anno prima anche il nonno aveva infatti ceduto alla campagna di reclutamento, lasciando Philadelphia per entrare nella Sea Org. Nel frattempo zio Dave, da anni personaggio di spicco della Chiesa, si stava rapidamente trasformando in una delle figure in assoluto più potenti di Scientology. Quello che nessuno di noi sapeva era che, nel giro di breve, ne sarebbe addirittura diventato il capo.
L’11 dicembre del 1985, dopo un lunghissimo viaggio in auto per attraversare il Paese, arrivammo nella nostra nuova casa, la Base PAC (Pacific Area Command, Base di comando area pacifica) di Los Angeles. La città aveva ospitato la prima chiesa di Scientology nel 1954, e continuava a contare una delle più vaste comunità di fedeli di tutto il mondo. La Base PAC era composta da molti edifici a pochi passi di distanza l’uno dall’altro, la maggior parte dei quali disposti lungo Fountain Avenue, Franklin Avenue e Hollywood Boulevard. Il Blue Building al 4833 di Fountain Avenue era il cuore di tutto: in precedenza sede dell’ospedale Cedars of Lebanon, era l’edificio religioso più riconoscibile della città. Sul suo tetto svettava una croce a otto punte, simbolo della Chiesa, accompagnata dalla scritta «Scientology» a caratteri cubitali. Di notte si illuminavano, diventando visibili da svariati quartieri di distanza. L’edificio, di sette piani, ospitava gli uffici amministrativi, gli alloggi di qualche membro dello staff, la Cambusa e il refettorio. Zio Dave e sua moglie, zia Shelly, avevano un appartamento al suo interno, anche se la loro residenza principale era a due ore e mezza di distanza, al quartier generale internazionale di Hemet.
La nostra prima casa fu all’interno del Fountain Building, su Fountain Avenue, a un isolato di distanza da Sunset Boulevard. Era una zona abbastanza losca di Hollywood, nota per la presenza di bande di delinquenti e un certo tasso di criminalità in generale. L’appartamento consisteva in due camere buie e squallide, ognuna di venti metri circa, più un bagno. L’odore di muffa ristagnava nell’aria. Nel tentativo di rendere l’ambiente più carino, i miei genitori avevano fatto rivestire l’originario pavimento di linoleum graffiato con della moquette. In un grande magazzino a buon mercato della zona avevano poi comprato un letto a castello per me e Justin oltre ad altri mobili, sistemando noi in una stanza e tenendo l’altra per loro. Io continuavo a preferire quando dormivo nel lettone.
Le ore di sonno con i miei genitori erano praticamente gli unici momenti che potevo passare in loro compagnia. Il tipico membro della Sea Org doveva prestare servizio almeno quattordici ore al giorno, dalle nove circa del mattino fino alle undici e mezza di sera, sette giorni la settimana, con una pausa di un’ora per la famiglia la sera, quando ai genitori era permesso vedere i figli prima di tornare al lavoro. Di tanto in tanto veniva loro concessa una giornata libera, ma non era scontato. Si trattava al massimo di un giorno ogni due settimane ed era una ricompensa per un’ottima prestazione.
Per quanto dure fossero le loro giornate, i miei non si lamentavano. L’ufficio di mio padre era comodamente situato vicino a casa, dall’altra parte della strada; gli era stato assegnato un posto da dirigente in un ramo che si occupava dell’informatizzazione di Scientology, la INCOMM. All’interno della Chiesa, quasi tutte le divisioni, gli edifici, gli uffici, i dipartimenti o le basi venivano identificati tramite un acronimo, e questo valeva anche per gli incarichi lavorativi e per i corsi che seguivamo. Lo stesso L. Ron Hubbard era noto con le iniziali del suo nome, ovvero LRH.
A mia madre venne affidato lo Ship Project, un progetto enorme che prevedeva l’acquisto di una nuova nave da utilizzare come base marittima. Si sarebbe chiamata Freewinds e avrebbe svolto funzioni molto simili a quelle dell’originaria nave ammiraglia Apollo durante i primi anni di vita della Sea Org.
Dato che i miei genitori lavoravano praticamente giorno e notte, io e Justin venivamo affidati ad altri. Durante i primi tempi a Los Angeles, passavo le giorn...

Indice dei contenuti

  1. Cover
  2. Frontespizio
  3. Copyright
  4. Dedica
  5. Prologo
  6. 1 Nel nome della Chiesa
  7. 2 LRH lascia il corpo
  8. 3 Il Bene Superiore
  9. 4 Il Ranch
  10. 5 Vita da Cadetto, parte prima
  11. 6 Vita da Cadetto, parte seconda
  12. 7 La fuga
  13. 8 Cara Jenna…
  14. 9 Clearwater
  15. 10 La Chiave della Vita
  16. 11 Ritorno alla routine
  17. 12 Di nuovo a Flag
  18. 13 L’Età dell’Oro della Tecnologia
  19. 14 Addestramento per Messaggeri
  20. 15 La mamma
  21. 16 Addestramento
  22. 17 Gestire la famiglia
  23. 18 Iniziano le domande
  24. 19 Pensa con la tua testa
  25. 20 La punizione
  26. 21 Controlli di sicurezza
  27. 22 Los Angeles
  28. 23 Una mia scelta
  29. 24 Dallas
  30. 25 Il Celebrity Centre
  31. 26 Un fidanzamento segreto
  32. 27 Sul precipizio
  33. 28 Un nuovo nome
  34. 29 L’Australia
  35. 30 Condizioni disagiate
  36. 31 La partenza
  37. 32 Il mondo reale
  38. 33 Una verità condivisa
  39. 34 Una sola vita
  40. Glossario
  41. Ringraziamenti
  42. Indice
  43. Tavole fotografiche