Piccolo manuale del talento
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Piccolo manuale del talento

Avere successo in 52 mosse

  1. 130 pagine
  2. Italian
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Piccolo manuale del talento

Avere successo in 52 mosse

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Come posso fare meglio? Come posso diventare davvero bravo in quello che voglio? Chi si pone queste domande trova nel manuale 52 direttive concise ed efficaci per allenare e sviluppare il talento, in qualsiasi disciplina: sport, musica e arte, matematica e business. Basato sulle tecniche delle organizzazioni di eccellenza in tutto il mondo, un metodo semplice e scientifico per far crescere le competenze – vostre, dei vostri figli e delle vostre aziende.

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Informazioni

Editore
ETAS
Anno
2013
ISBN
9788858647318






Se dovessi sintetizzare la differenza tra le persone nei vivai del talento e le altre, direi: un rapporto diverso con la pratica.
Molti di noi vedono la pratica come un lavoro ingrato necessario, molto meno importante del grande gioco e di una grande performance. Tuttavia, nei vivai del talento che ho visitato, la pratica era il grande gioco, il centro del loro mondo, il punto focale della vita quotidiana. Questo approccio ha successo perché nel tempo la pratica è trasformativa, se è del tipo giusto. Quello profondo.
La chiave della pratica profonda è lo sforzo. Ciò significa sforzarvi ogni giorno leggermente al di là della vostra abilità attuale, in aree di difficoltà che chiamo “punto cruciale”. Significa abbracciare il potere della ripetizione, in modo che l’azione diventi veloce e automatica. E creare uno spazio per la pratica che vi consenta di sforzarvi, ripetere, restare coinvolti e migliorare le vostre abilità nel tempo.
La prima parte riguardava come cominciare. Questa riguarda l’azione: semplici strategie per indirizzarvi verso la pratica profonda e distogliervi dalla palude della pratica superficiale.

CONSIGLIO 13

Individuate il punto cruciale

C’è un luogo, proprio al margine della vostra abilità, in cui imparate meglio e più velocemente. Si chiama punto cruciale. Ecco come trovarlo.
Zona comoda
Sensazioni: tranquillità, assenza di sforzo. State lavorando, ma senza sforzarvi o fare fatica.
Percentuale dei tentativi di successo: 80 per cento o più.
Punto cruciale
Sensazioni: frustrazione, difficoltà, vigilanza riguardo agli errori. Siete completamente coinvolti e sotto forte sforzo, come se vi allungaste per raggiungere un obiettivo quasi inarrivabile, sfiorandolo con la punta delle dita, per poi sforzarvi ancora.
Percentuale dei tentativi di successo: 50-80 per cento.
Zona di sopravvivenza
Sensazioni: confusione, disperazione. Vi sentite sopraffatti: lottate, venite bastonati, provate a tentare una soluzione. Qualche volta ce la fate, ma si tratta per lo più di fortuna.
Percentuale dei tentativi di successo: sotto il 50 per cento.
Per comprendere l’importanza del punto cruciale, consideriamo il caso di Clarissa, una tredicenne lentigginosa che studiava il clarinetto, che ha fatto parte di un studio condotto da due psicologi della musica australiani: Gary McPherson e James Renwick. Clarissa era una musicista media, in ogni senso del termine: abilità media, abitudini di studio medie, motivazione media. Una mattina, però, accadde una cosa notevole: Clarissa riuscì a fare l’equivalente della pratica di un mese in soli cinque minuti.
Ecco come andarono le cose: Clarissa suonò alcune note. Quindi commise un errore e si immobilizzò immediatamente, come se il clarinetto le desse la scossa. Guardò attentamente lo spartito, leggendo le note. Mormorò tra sé le note e mosse rapidamente le dita sui tasti in una ripetizione silenziosa e veloce. Quindi ricominciò di nuovo, andò un po’ più avanti, commise un altro errore, si fermò di nuovo e tornò indietro all’inizio. In questo modo, lavorando in modo istintivo, imparò il brano. McPherson ha calcolato che Clarissa imparò più in quell’arco di cinque minuti di quanto avrebbe fatto in un intero mese della sua pratica normale, nella quale suonava per intero il brano fino alla fine, ignorando gli errori.
Perché? Immaginate le connessioni del cervello di Clarissa durante quei cinque minuti. Ogni volta che commetteva un errore, 1) se ne stava rendendo conto, 2) lo stava riparando ristabilendo le giuste connessioni nel suo cervello. Ogni volta che ripeteva il passaggio, stava rafforzando quelle connessioni e le stava collegando. Non stava solo facendo pratica, stava costruendo il suo cervello. Era nel punto cruciale.
Individuare il proprio punto cruciale richiede una certa creatività. Per esempio, alcuni golfisti lavorano sul loro swing sott’acqua (il che li rallenta, consentendo loro di rendersi conto degli errori e di porvi rimedio). Alcuni musicisti suonano i brani al contrario (li aiuta a percepire meglio le relazioni tra le note). Si tratta di metodi differenti, ma lo schema sottostante è il medesimo: cercate il vostro modo per crescere. Lavorate al limite della vostra competenza. Come disse Albert Einstein: “Ciascuno dovrebbe sviluppare un istinto per cogliere ciò che può appena raggiungere con il suo più grande sforzo”.
La parola chiave è “appena”. Domandate a voi stessi: se faceste del vostro meglio in assoluto, che cosa riuscireste quasi a fare? Segnate il confine della vostra abilità attuale, e mirate appena un po’ più in là. Quello è il vostro punto.

CONSIGLIO 14

Togliete l’orologio

La pratica profonda non si misura in minuti e ore, ma nel numero di esercizi di alta qualità e di ripetizioni che eseguite: in sostanza, in base a quante nuove connessioni create nel vostro cervello.
Invece di contare i minuti o le ore, contate gli esercizi e le ripetizioni. Invece di pensare “Mi metto a far pratica sul pianoforte per venti minuti” dite a voi stessi “Ho intenzione di fare cinque prove intensive di quel nuovo brano”. Invece di programmare di colpire palle da golf per un’ora, programmate di eseguire venticinque swing di alta qualità con ciascuna mazza. Invece di rileggere un libro di testo per un’ora, preparatevi delle schede e valutate da soli gli sforzi che avete già fatto. Ignorate l’orologio e raggiungete il punto cruciale, anche solo per alcuni minuti, e misurate il vostro progresso in base a ciò che conta: sforzi e ripetizioni.

CONSIGLIO 15

Dividete ogni mossa in piccole parti

Da quando siamo piccoli, i genitori e gli insegnanti ci offrono questo ottimo consiglio: Prendi ogni cosa un poco per volta. Funziona perché riflette accuratamente il modo in cui il nostro cervello lavora. Ogni abilità è costruita partendo da pezzi più piccoli: le unità di informazione che gli scienziati chiamano chunk.
I chunk sono per le abilità quello che le lettere dell’alfabeto sono per il linguaggio. Ciascuno di essi di per sé (come le singole lettere) è praticamente inutile, ma quando diversi sono combinati in unità più grosse (parole) e quando queste unità vengono organizzate in elementi ancora più grandi (frasi, paragrafi) possono costruire qualcosa di complesso e splendido.
Per dare inizio al chunking (l’attività di acquisizione dei chunk), prima di tutto incidete nel vostro cervello il progetto dell’abilità (si veda il Consiglio 2), quindi chiedetevi:
  1. Qual è l’elemento più piccolo di questa abilità che posso padroneggiare?
  2. Quali altri chunk si collegano a questo?
Praticate ciascun chunk da solo finché non lo avete padroneggiato, quindi collegate gli altri chunk uno a uno, esattamente come fareste con le lettere per formare una parola. Quindi combinate questi chunk in altri ancora più grandi. E così via.
I musicisti alla Meadowmount tagliano gli spartiti con le forbici e mettono i pezzi in un cappello, poi estraggono a caso le parti. Dopo che i chunk sono stati appresi separatamente, iniziano a combinarli nell’ordine corretto, come tanti pezzi di un puzzle. Come dice uno degli insegnanti di violino, Skye Carman, “Funziona perché gli studenti non stanno semplicemente suonando la musica con il pilota automatico, stanno pensando”.
Non importa quale abilità dovete imparare, il modello è sempre lo stesso: guardate la cosa per intero. Dividetela negli elementi più semplici possibili. Rimettetela insieme. Ripetete.

CONSIGLIO 16

Ogni giorno tentate di ottenere
un chunk perfetto

Nella nostra vita indaffarata, qualche volta si è portati a pensare che il semplice esercitarsi sia già un successo. Arriviamo in fondo all’ora dedicata e sospiriamo vittoriosamente: missione compiuta! L’obiettivo reale, però, non è la pratica, ma il progresso.
Come ha detto John Wooden: “Non confondete mai il semplice fare con il raggiungere un risultato”.
Un metodo utile è quello di definire una PMA giornaliera: Perfezione Minima Acquisibile. Secondo questa tecnica, prendete un singolo chunk che potete perfezionare: non semplicemente migliorare, non solo “lavorarci sopra”, ma fare in modo che sia corretto al 100 per cento. Per esempio, un tennista potrebbe scegliere il servizio; un venditore potrebbe scegliere la presentazione di venti secondi che deve proporre a un cliente importante.
Il punto è prendersi il tempo per mirare a obiettivi piccoli e definiti, e poi sforzarsi al massimo per raggiungerli.
Dopotutto, non siete fatti per essere trasformati in un solo giorno. Siete fatti per migliorare a poco a poco, connessione dopo connessione, ripetizione dopo ripetizione. Ancora, come ha affermato Wooden, “Non cercate il grande miglioramento veloce. Andate in cerca del piccolo avanzamento quotidiano. Questo è l’unico modo in cui il miglioramento può accadere, e una volta successo è duraturo”.

CONSIGLIO 17

Abbracciate la lotta

In tutti i vivai del talento – da Mosca a Dallas al Brasile a New York – ho visto le stesse espressioni sul viso: occhi stretti, mascelle serrate, narici dilatate, la faccia di qualcuno intento a raggiungere qualcosa, a non riuscirci e a riprovarci di nuovo. Non è una coincidenza. La pratica profonda ha un indicatore emotivo, una sensazione che potrebbe essere riassunta in una sola parola: “lotta”.
La maggior parte di noi evita istintivamente di lottare, perché è scomodo. Ricorda il fallimento. Tuttavia, quando si tratta di sviluppare il vostro talento, lottare non è un’opzione, ma una necessità biologica. Può anche sembrare strano, ma è il modo in cui siamo...

Indice dei contenuti

  1. Cover
  2. Frontespizio
  3. Copyright
  4. Dedica
  5. Introduzione
  6. Parte prima - COME COMINCIARE - Osservate, rubate e comportatevi da stupidi
  7. Parte seconda - MIGLIORARE LE ABILITÀ - Trovate il punto cruciale e sforzatevi
  8. Parte terza - SOSTENERE IL PROGRESSO - Dedicatevi alla ripetizione, coltivate il coraggio e mantenete segreti i grandi obiettivi
  9. Glossario
  10. Appendice - La nuova scienza dello sviluppo del talento. Un breve sguardo sulla mielina
  11. Bibliografia
  12. Ringraziamenti
  13. L’autore