- 179 pagine
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Amori
Informazioni sul libro
Tra i grandi testi della letteratura italiana una delle riscoperte più recenti è stato l'Adone di Giovan Battista Marino, che diversi studiosi hanno recentemente riproposto ai lettori moderni. La vena più autentica di Marino era nascosta nelle sue liriche, delle quali Alessandro Martini ha scelto e commentato le più belle sotto il titolo: Amori. Mai un poeta ha avuto una mente più gelida di quella del grandissimo letterato che fu Marino: mai poesia ha unito in modo così affascinante la morbida levigatezza del marmo e la liquidità ingannevole dell'acqua. In questi versi che parlano soltanto d'amore, non c'è nessuno slancio del cuore, nessun impeto erotico. La forza sensuale viene spossata e illanguidita senza diventare mai tenera; e chi trionfa è soltanto lo sguardo innamorato di sé, che contempla le immagini. Le minime occasioni - una donna che gioca ai dadi o alle carte, una donna che canta, piange o si lava le gambe - diventano ombre, disegnate sul «fugace argento» dell'acqua: perdute in uno specchio nitidissimo e funerario, che nessuna mano sposta. Oggi ammiriamo in queste liriche soprattutto l'incantevole grazia madrigalesca, che scioglie i concetti e le arguzie nella sua onda delicata e leggera; e attorno a esse ci sembra di ascoltare ancora l'eco molteplice che hanno suscitato nelle musiche di Monteverdi e Frescobaldi.
Domande frequenti
Informazioni
O tronchi innamorati, | |
o sassi che seguite | |
questa fera canora, | |
ch’agguaglia i cigni e gli angeli innamora, | |
5 | ah fuggite, fuggite: |
voi prendete da lei sensi animati; | |
ella in se stessa poi | |
prende la qualità che toglie a voi, | |
e sorda e dura, ahi lasso, | |
10 | diviene ai preghi un tronco, ai pianti un sasso. |
Qualor sì dolcemente, | |
caro Selvaggio, a la mia Lidia avanti | |
rime amorose canti | |
novo Anfion ti credo e fra me dico: | |
5 | s’Amor costei non sente |
or, che sente quel dolce | |
cantar che l’aria molce, | |
pietra non è, che s’ella fusse pietra | |
senso torria da sì soave cetra. |
Mentre ch’al’aureo crine | |
il vel madonna toglie | |
e le chiome divine | |
per maggior pompa al sol tepido scioglie, | |
5 | Amor le fila accoglie |
e d’esse in mille modi | |
tesse al mio cor le reti, ordisce i nodi, | |
ch’avolto grida in sì ricco lavoro: | |
O che bella prigion, tra lacci d’oro. |
O chiome erranti, o chiome | |
dorate, innanellate, | |
o come belle, o come | |
e volate e scherzate: | |
5 | ben voi scherzando errate |
e son dolci gli errori, | |
ma non errate in allacciando i cori. |
Porta intorno madonna | |
lacci a lacci aggiungen... |
Indice dei contenuti
- Cover
- Occhiello
- Frontespizio
- Introduzione
- AMORI
- Commento
- Glossarietto di termini retorici
- Sommario