Fight club
eBook - ePub

Fight club

Chuck Palahniuk, Tullio Dobner

  1. 224 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
eBook - ePub

Fight club

Chuck Palahniuk, Tullio Dobner

Dettagli del libro
Anteprima del libro
Indice dei contenuti
Citazioni

Informazioni sul libro

A gennaio il nuovo romanzo di Chuck Palahniuk Il libro di Talbott, ora disponibile in preorder. Tyler Durden, disilluso dalla cultura vacua e consumistica imperante nel mondo occidentale, è un giovane che si trascina in una vita fatta di bugie e di fallimenti. La sua unica valvola di sfogo sono gli incontri clandestini di boxe nei sotterranei dei bar. Tyler crede di aver trovato in questo modo una strada per riscattare il vuoto della propria esistenza; ma nel mondo del pugilato non c'è posto per alcuna regola, freno o limite.
Dal romanzo il regista David Fincher ha tratto un film che è diventato una vera pellicola di culto.

Domande frequenti

Come faccio ad annullare l'abbonamento?
È semplicissimo: basta accedere alla sezione Account nelle Impostazioni e cliccare su "Annulla abbonamento". Dopo la cancellazione, l'abbonamento rimarrà attivo per il periodo rimanente già pagato. Per maggiori informazioni, clicca qui
È possibile scaricare libri? Se sì, come?
Al momento è possibile scaricare tramite l'app tutti i nostri libri ePub mobile-friendly. Anche la maggior parte dei nostri PDF è scaricabile e stiamo lavorando per rendere disponibile quanto prima il download di tutti gli altri file. Per maggiori informazioni, clicca qui
Che differenza c'è tra i piani?
Entrambi i piani ti danno accesso illimitato alla libreria e a tutte le funzionalità di Perlego. Le uniche differenze sono il prezzo e il periodo di abbonamento: con il piano annuale risparmierai circa il 30% rispetto a 12 rate con quello mensile.
Cos'è Perlego?
Perlego è un servizio di abbonamento a testi accademici, che ti permette di accedere a un'intera libreria online a un prezzo inferiore rispetto a quello che pagheresti per acquistare un singolo libro al mese. Con oltre 1 milione di testi suddivisi in più di 1.000 categorie, troverai sicuramente ciò che fa per te! Per maggiori informazioni, clicca qui.
Perlego supporta la sintesi vocale?
Cerca l'icona Sintesi vocale nel prossimo libro che leggerai per verificare se è possibile riprodurre l'audio. Questo strumento permette di leggere il testo a voce alta, evidenziandolo man mano che la lettura procede. Puoi aumentare o diminuire la velocità della sintesi vocale, oppure sospendere la riproduzione. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Fight club è disponibile online in formato PDF/ePub?
Sì, puoi accedere a Fight club di Chuck Palahniuk, Tullio Dobner in formato PDF e/o ePub. Scopri oltre 1 milione di libri disponibili nel nostro catalogo.

Informazioni

Editore
Mondadori
Anno
2013
ISBN
9788852010323

1

Tyler mi trova un posto da cameriere, dopodiché c’è Tyler che mi caccia una pistola in bocca e mi dice che il primo passo per la vita eterna è che devi morire. Per molto tempo però io e Tyler siamo stati culo e camicia. La gente sempre a chiedermi se sapevo o no di Tyler Durden.
Con la canna della pistola schiacciata in fondo alla gola Tyler dice: «Non moriremo sul serio».
Con la lingua sento i fori del silenziatore che abbiamo praticato nella canna della pistola. Il grosso del rumore di uno sparo è quello dei gas in espansione, poi c’è il piccolo bang ultrasonico che fa il proiettile per la grande velocità a cui viaggia. Per costruire un silenziatore basta aprire fori nella canna della pistola, un sacco di fori. Così il gas può uscire e il proiettile viene rallentato al di sotto della velocità del suono.
Sbagli a fare i fori e la pistola ti esplode nella mano.
«Questa non è una morte vera» dice Tyler. «Saremo leggenda. Non invecchieremo.»
Con la lingua mi sposto la canna nella guancia e gli dico, Tyler, tu stai pensando ai vampiri.
Il palazzo in cima al quale siamo adesso, tra dieci minuti non ci sarà più. Prendi fumante acido nitrico concentrato al novantotto per cento e lo aggiungi a un quantitativo triplo di acido solforico. Questo lo fai nel ghiaccio. Poi ci aggiungi glicerina goccia a goccia con un contagocce. Ottieni nitroglicerina.
Io lo so perché lo sa Tyler.
Mescoli segatura alla nitro e ottieni un bell’esplosivo plastico. Molta gente ci mescola cotone e ci aggiunge sali inglesi come solfato. Funziona anche così. Certa gente mette la paraffina nella nitro. Con me la paraffina non ha mai e poi mai funzionato.
Dunque Tyler e io siamo sul Parker-Morris Building, io con la pistola ficcata in bocca, e sentiamo uno scroscio di vetri. Guardiamo giù. È una giornata nuvolosa, anche quassù. Questo è l’edificio più alto del mondo e quassù il vento è sempre freddo. C’è un silenzio così grande quassù, che la sensazione che hai è di essere una di quelle scimmie spaziali. Fai quel po’ di lavoro per cui sei addestrato.
Tiri una leva.
Schiacci un bottone.
Non ci capisci niente e a un certo punto muori e basta.
Dal centonovantunesimo piano guardi giù dal tetto e la strada che c’è sotto è una rugosa moquette di gente, tutti in piedi, tutti a guardar su. Il vetro rotto è quello di una finestra subito sotto di noi. Una finestra esplode nel lato dell’edificio e salta fuori uno schedario grosso come un frigorifero nero, subito sotto di noi un classificatore a sei cassetti precipita per la facciata dritta del palazzo, e precipita ruotando piano piano, e precipita rimpicciolendo, e precipita scomparendo nella folla assembrata.
Chissà dove nei centonovantun piani sotto di noi le scimmie spaziali del Comitato Scherzi del Progetto Caos stanno dando fuori di matto e distruggono ogni straccio di storia.
Il vecchio detto, secondo il quale si uccide sempre chi si ama, be’, guarda, funziona in tutt’e due i sensi.
Con una pistola in bocca e la canna della pistola tra i denti puoi solo parlare a vocali.
Siamo entrati nei nostri ultimi dieci minuti.
Parte un’altra finestra e c’è una sventagliata di vetri, stile stormo di piccioni scintillanti, poi centimetro per centimetro dal fianco del palazzo sbuca una scrivania di legno scuro spinta dal Comitato Scherzi finché s’inclina e scivola e si capovolge in un magico oggetto volante perso nella folla.
Fra nove minuti il Parker-Morris Building non ci sarà più. Se hai abbastanza gelatina esplosiva e la spalmi ben bene sui pilastri delle fondamenta di una costruzione, puoi tirar giù qualsiasi palazzo al mondo. Devi comprimerla bene e compattarla con sacchetti di sabbia perché la deflagrazione vada contro il pilastro e non tutt’attorno nel vuoto della rimessa sotterranea.
Questa roba pratica non la trovi nei libri di storia.
I tre modi per fabbricare napalm: uno, mescoli in parti uguali benzina e concentrato di succo d’arancia surgelato. Due, mescoli in parti uguali benzina e Diet Cola. Tre, sciogli nella benzina ghiaia da lettiera per gatti fino a ottenere un composto denso.
Chiedetemi come fabbricare gas nervino. Oh, tutte quelle pazzesche autobombe.
Nove minuti.
Il Parker-Morris Building andrà giù, tutti i suoi centonovantun piani, adagio come un albero che cade nella foresta. Legna. Puoi buttar giù quello che vuoi. Fa effetto pensare che il posto dove stiamo sarà solo un punto nel cielo.
Io e Tyler sul ciglio del tetto, io con la pistola in bocca, mi domando quant’è pulita, questa pistola.
Ci dimentichiamo completamente tutta quanta questa pensata dell’omicidio-suicidio di Tyler mentre guardiamo un altro schedario scivolare dal lato del palazzo e i cassetti che si aprono nel vuoto, risme di carta bianca prese dalla corrente ascensionale e portate via nel vento.
Otto minuti.
Poi il fumo, fumo che comincia dalle finestre sfondate. La squadra demolizioni farà partire la carica primaria fra otto minuti circa. La carica primaria farà saltare la carica di base, i pilastri delle fondamenta si sgretoleranno e le sequenze fotografiche del Parker-Morris Building finiranno in tutti i libri di storia.
La serie fotografica di cinque immagini intervallate. Ecco qui il palazzo in piedi. Seconda foto, il palazzo ha un angolo di ottanta gradi. Poi settanta gradi. Il palazzo ha un angolo di quarantacinque gradi nella quarta foto dove lo scheletro comincia a mollare e la torre s’inarca leggermente. Nell’ultima foto la torre, con tutti i suoi centonovantuno piani, piomberà sul museo nazionale che è il vero bersaglio di Tyler.
«Questo è il nostro mondo, adesso, il nostro mondo,» dice Tyler «e quella gente antica è morta.»
Se sapessi come va a finire questa storia, sarei più che felice di essere già morto e in Paradiso.
Sette minuti.
In cima al Parker-Morris Building con la pistola di Tyler in bocca. Mentre scrivanie e schedari e computer piovono come meteore sulla folla intorno all’edificio e colonne di fumo si alzano dalle finestre sfondate e tre strade più in là la squadra di demolizione sta cronometrando, tutto questo lo so: la pistola, l’anarchia, l’esplosione, in realtà è come dire Marla Singer.
Sei minuti.
Qui c’è in ballo una sorta di triangolo. Io voglio Tyler. Tyler vuole Marla. Marla vuole me.
Io non voglio Marla e Tyler non mi vuole per le palle, non più. Qui non si tratta di amore come in tenerci. Qui si tratta di proprietà come in possedere.
Senza Marla, Tyler non avrebbe niente.
Cinque minuti.
Forse diventeremo leggenda, forse no. No, dico io, ma aspetta.
Che cosa sarebbe Gesù se nessuno avesse scritto i Vangeli?
Quattro minuti.
Sposto con la lingua la canna nella guancia e gli dico, se hai voglia di essere una leggenda, Tyler, ci penso io a farti diventare leggenda. Io c’ero dal principio. Senza la pistola di Tyler in bocca.
Ricordo tutto.
Tre minuti.

2

Le grosse braccia di Bob erano chiuse a tenermi dentro e io ero spremuto nel buio fra le nuove tette sudate di Bob, giganteschi ciondoli, grandi come immagineremmo quelle di Dio. In giro per lo scantinato della chiesa pieno di uomini ci incontriamo ogni sera: questo è Art, questo è Paul, questo è Bob; le spalle larghe di Bob mi fanno pensare all’orizzonte. I folti capelli biondi di Bob erano quelli che ti ritrovi quando il gel si fa chiamare schiuma modellante, così folti e biondi e la scriminatura così dritta.
Con le braccia che mi avvolgono, la mano di Bob mi accarezza la testa contro le nuove tette che gli sono sbocciate sul torace.
«Andrà tutto bene» dice Bob. «Piangi, piangi.»
Dalle ginocchia alla fronte sento le reazioni chimiche che dentro Bob bruciano alimenti e ossigeno.
«Forse l’hanno tirato via tutto in tempo» dice Bob. «Forse è solo un seminoma. Con un seminoma si ha una probabilità di sopravvivenza che è quasi del cento per cento.»
Le spalle di Bob si risucchiano in una lunga boccata, poi mollano, mollano, mollano in singulti. Si risucchiano. Mollano, mollano, mollano.
Sono due anni che vengo qui tutte le settimane e tutte le settimane Bob mi avviluppa nelle sue braccia e io piango.
«Piangi» dice Bob e inala e sin, sin, singhiozza. «Coraggio, piangi.»
Il faccione bagnato mi si siede sulla testa e io mi ci perdo dentro. È adesso che mi metto a piangere. Piangere è facile nel buio soffocante, chiuso dentro qualcun altro, quando vedi che tutto quello che riuscirai mai a combinare finirà in spazzatura.
Tutto quello di cui potrai mai andare fiero finirà buttato via.
E io sono perso dentro.
È quanto di più vicino sono arrivato a dormire in quasi una settimana.
È così che ho conosciuto Marla Singer.
Bob piange perché sei mesi fa gli hanno tirato via i testicoli. Poi terapia di reintegrazione ormonale. Bob ha le tette perché il suo tasso di testosterone è troppo alto. Alzi troppo il livello di testosterone e il tuo corpo aumenta gli estrogeni per ritrovare un equilibrio.
Questo è il momento in cui piango io perché ora come ora la tua vita si riduce a nulla e nemmeno nulla, all’oblio.
Troppi estrogeni e ti vengono zinne da femmina.
Facile piangere quando ti rendi conto che tutte le persone che ami o ti respingono o vanno all’altro mondo. Dato un lasso di tempo abbastanza lungo, per tutti la percentuale di sopravvivenza precipita a zero.
Bob mi vuole bene perché crede che anche a me abbiano tolto i testicoli.
Intorno a noi, nello scantinato della Trinity Episcopal con i divani a scacchi da quattro soldi, ci saranno una ventina di uomini e una sola donna, tutti avvinghiati a due a due, quasi tutti in lacrime. Certe coppie sono curve in avanti, le teste schiacciate orecchio a orecchio, come fanno i lottatori, ingrippati. L’uomo in compagni...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. Fight Club
  4. Capitolo 1
  5. Capitolo 2
  6. Capitolo 3
  7. Capitolo 4
  8. Capitolo 5
  9. Capitolo 6
  10. Capitolo 7
  11. Capitolo 8
  12. Capitolo 9
  13. Capitolo 10
  14. Capitolo 11
  15. Capitolo 12
  16. Capitolo 13
  17. Capitolo 14
  18. Capitolo 15
  19. Capitolo 16
  20. Capitolo 17
  21. Capitolo 18
  22. Capitolo 19
  23. Capitolo 20
  24. Capitolo 21
  25. Capitolo 22
  26. Capitolo 23
  27. Capitolo 24
  28. Capitolo 25
  29. Capitolo 26
  30. Capitolo 27
  31. Capitolo 28
  32. Capitolo 29
  33. Capitolo 30
  34. Postfazione di Fernanda Pivano
  35. Copyright
Stili delle citazioni per Fight club

APA 6 Citation

Palahniuk, C., & Dobner, T. (2013). Fight club ([edition unavailable]). Mondadori. Retrieved from https://www.perlego.com/book/3299753 (Original work published 2013)

Chicago Citation

Palahniuk, Chuck, and Tullio Dobner. (2013) 2013. Fight Club. [Edition unavailable]. Mondadori. https://www.perlego.com/book/3299753.

Harvard Citation

Palahniuk, C. and Dobner, T. (2013) Fight club. [edition unavailable]. Mondadori. Available at: https://www.perlego.com/book/3299753 (Accessed: 26 June 2024).

MLA 7 Citation

Palahniuk, Chuck, and Tullio Dobner. Fight Club. [edition unavailable]. Mondadori, 2013. Web. 26 June 2024.