Si crede Picasso
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Si crede Picasso

Come distinguere un vero artista contemporaneo da uno che non lo è

  1. 132 pagine
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Si crede Picasso

Come distinguere un vero artista contemporaneo da uno che non lo è

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Chi è il vero artista? Quale misterioso fattore fa sì che, nella sterminata produzione artistica di oggi, un'opera si imponga all'attenzione di tutti? E la popolarità è garanzia di vera arte? Sono domande che tutti ci siamo posti almeno una volta davanti all'emozione - o alla perplessità - che un famoso capolavoro ha suscitato in noi.
La risposta di Francesco Bonami, tutto sommato, è semplice. L'artista di razza, che secondo il celebre critico trova la sua più alta espressione contemporanea in Picasso, "produrrà opere d'arte, brutte o belle che siano, con una loro anima", mentre il finto artista "sarà capace di mettere al mondo solo cose con la forma e l'aspetto di un'opera d'arte ma prive di anima". Non è quindi l'abilità tecnica a fare l'artista. A volte, precisa Bonami, "esistono anche falsi artisti bravi. Così come esistono anche veri artisti che sono dei cani". L'opera del vero artista, però, "suscita dentro di noi una sensazione completamente diversa da quella prodotta da un'opera uscita dalla testa di un millantatore", apparendoci già al primo sguardo come "inevitabile".
Il mondo dell'arte, tuttavia, è popolato da tanti falsi artisti che, essendo "estremamente sfacciati", non di rado hanno maggior fortuna e successo di quelli veri: si muovono con abilità nel circuito delle mostre e degli eventi, e a volte, con i buoni uffici degli assessori, occupano in pianta stabile spazi pubblici con le loro opere. Bonami svela impietosamente questi bluff e sottopone al suo insindacabile giudizio alcune delle figure più rappresentative dell'arte del Novecento e dei nostri giorni. La "patente" di vero artista viene riconosciuta a personalità molto diverse fra loro, dall'americano Bruce Nauman, con la sua arte "fatta con poco, a volte quasi nulla", ma che rende ogni sua opera, dai video alle scritte al neon, "un pezzo dell'essere umano e del mondo", a Frida Kahlo, che trasse dalla sua fragilità fisica e dai drammi della sua vita l'ispirazione per una pittura di straordinaria intensità, a Doug Aitken, autore di video visionari che raccontano la solitudine dell'uomo di oggi. Insieme a loro, sfilano tanti altri celebri nomi: Jackson Pollock, Alberto Burri, Edward Hopper, Bill Viola, Marina Abramovic¿, Julian Schnabel, Fabrizio Plessi, l'iraniana Shirin Neshat. Fra promossi, bocciati e rimandati, a pochi viene risparmiata una battuta al vetriolo. Anche in questo libro, infatti, i lettori potranno ritrovare lo stile inconfondibile di Bonami, la sua ironia tagliente e scanzonata, capace di trattare con leggerezza anche l'arte più pensosa.

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Informazioni

Editore
Mondadori
Anno
2010
ISBN
9788852012853
Argomento
Arte
Categoria
Arte general

Indice

Introduzione
Mio figlio si crede Picasso
I Picasso 100%
Pablo Picasso
II Picasso 10%, Plessi 90%
fabrizio Plessi
III Si crede Picasso ma noi non ci crediamo
Julian Schnabel
IV Un vero artisto
Louise Bourgeois
V Aiuto, voglio smettere!
Jim Dine
VI Voglio il cellulare di Picasso!
Francesco Vezzoli
VII Uguale a quello vero
Joseph Beuys
VIII Inguardabile ma vero
Arnaldo Pomodoro
IX Difetti speciali
Bill Viola
X Tornare a Vanessa
Vanessa Beecroft
XI Non ci voglio nemmeno plensare
Jaume Plensa
XII campione di Hockney
David Hockney
XIII L’orologio a igloo
Mario Merz
XIV Topo Gigio Banksy
Banksy
XV Robin Hirst
Damien Hirst
XVI Rimandato a settembre
Maurizio Cattelan
XVII Li mitorajcci tuoi!
Igor Mitoraj
XVIII Flopon 3D
Folon
XIX Taglia, cuci e poi bruci
Alberto Burri
XX Vietato toccare
Emilio Vedova
XXI Non ci capisco un tubo
Dan Flavin
XXII L’artista negativa
Rachel Whiteread
XXIII Un fenaumano
Bruce Nauman
XXIV Vangi, Vangi, fanciulla
Giuliano Vangi
XXV La coppia perfetta
Gilbert & George
XXVI Hopper-là
Edward Hopper
XXVII Che strana coppia, attenzione che scoppia
Fischli & Weiss
XXVIII L’albero a cui tendevi la callosetta mano
Giuseppe Penone
XXIX Prenato e postnato
Michelangelo Pistoletto
XXX Qualcuno volò sul nido del Cucchi
Enzo Cucchi
XXXI Cenerozcolo
Gabriel Orozco
XXXII Me ne faccio un baffo
Frida Kahlo
XXXIII Scartigianato d’autore
Ron Mueck
XXXIV Drip Tease Bar
Jackson Pollock
XXXV Fatto con i piedi
Rudolf Stingel
XXXVI L’artista mappamondo Alighiero Boetti
XXXVII Ma quanto balcano!
Marina Abramović
XXXVIII Un bicchier d’acqua tempestoso
Charles Ray
XXXIX Figlio del fioraio
Doug Aitken
XL Arte al sugo
Vik Muniz
XLI Inscialla lo scialle
Shirin Neshat
XLII Non capisco una Sehgal
Tino Sehgal
Conclusione
Meglio credere a Picasso
Si crede Picasso

Introduzione
Mio figlio si crede Picasso

Anche se alcuni non lo ammetteranno mai, tutti gli artisti vorrebbero essere Picasso. Perché proprio Picasso? Semplice, perché è stato tutto quello che un artista può desiderare: bravo, ricco, famoso, affascinante, socievole, prolifico, popolare, inconfondibile. Ma più che altro Picasso è stato un vero artista. Infatti, per quanto possa sembrare strano, esistono anche artisti falsi che però sembrano veri.
«cosa significa?» mi chiederete. Significa che ci sono persone che, pur comportandosi come artisti, producendo anche con regolarità molta arte, vendendola ed esponendola in gallerie e musei, artisti in realtà non sono. Non lo sono perché il motivo per il quale creano le loro opere non è scritto nel loro Dna, ma è frutto di una loro convinzione, che spesso riescono a trasmettere con successo a molti altri. Questi falsi artisti non fanno male a nessuno, se non a volte alla sensibilità degli occhi di qualche amante della vera arte. Sono però ingombranti e spesso sottraggono spazio a chi artista lo è davvero, ma è più timido di loro, che invece sono di solito estremamente sfacciati.
capita anche – non ci crederete ma è così – di trovare falsi artisti bravi. Così come esistono pure veri artisti che sono dei cani. C’è qualcuno che si convince di essere artista anche quando tutti attorno gli fanno capire con le buone o con le cattive che non lo è. Oltre certi limiti, credersi Picasso può trasformarsi persino in una patologia, come quella di chi si crede napoleone. Anziché lo scolapasta, questi falsi artisti in testa si mettono un cappello alla toulouse-Lautrec; oppure basta loro lasciare sui pantaloni qualche macchia di colore per far credere agli altri che fino a un attimo prima stavano davanti a una tela, intenti a creare un capolavoro.
Perché la gente insista a voler essere artista senza averne le doti è semplice da capire. Nessuno potrebbe far finta di essere un cantante lirico se è innegabilmente stonato, o un direttore d’orchestra se non dirige mai nulla, ma nemmeno un cardiochirurgo, o un ingegnere nucleare, o un centravanti di qualche squadra di serie A. Queste sono professioni nelle quali si capisce subito se uno è una bufala oppure no. Dal punto di vista della simulazione, la professione più vicina a quella dell’artista è quella dell’architetto. Basta aiutare un amico a ristrutturare un bagno et voilà: si può far correre la voce di essere un architetto. Per l’artista è molto più facile perché l’arte può essere tutto e nulla. Se poi si trova un certo numero di amici e conoscenti disposti a sostenere il proprio nulla, il gioco è fatto. Se si è economicamente indipendenti, far finta di essere artisti è ancora più semplice.
Conosco molti di questi personaggi. Potendosi permettere di viaggiare da new York a Londra, da Milano a Berlino, riescono a confondere le acque in misura sufficiente da potersi definire artisti. Di solito la categoria dei falsi artisti abbienti va in giro portandosi nelle tasche l’invito a una loro mostra organizzata in qualche parte nel mondo. Infatti, insieme ai falsi artisti, esistono anche i falsi galleristi, quelli che sono appunto disposti a mostrare l’arte dei falsi artisti, e che magari riescono persino a venderla a qualche sprovveduto più abbiente di loro.
Questo libro, attraverso una serie di esempi, vorrebbe provare a spiegare come si distingue un artista vero da un artista falso, ma anche un artista vero buono da un artista vero cattivo e un artista falso buono da uno cattivo. Non sarà semplice, e coloro che finiranno nella categoria dei cattivi non saranno certo contenti, veri o falsi artisti che siano. Non saranno nemmeno soddisfatti quei pochi che saranno definiti buoni ma falsi artisti. Ai veri bravi artisti importerà poco. Infatti una delle caratteristiche dei veri buoni artisti è quella di sapersene fregare di cosa dice la gente. Avere nel Dna il gene dell’artista significa sentire l’urgenza di dire qualcosa al mondo attraverso l’arte. Urgenza che non sempre ha esiti chiari o convincenti, ma perlomeno produce risultati sinceri.
Se uno prova a farci l’occhio, andando a mostre o visitando musei, inizierà a capire quasi automaticamente quali sono gli artisti veri e quelli falsi. L’opera d’arte realizzata da un vero artista suscita dentro di noi una sensazione completamente diversa da quella prodotta da un millantatore. Questa sensazione non ha nessun legame con il fatto che l’opera ci piaccia o meno, ma nasce dal fatto che l’opera, fin dal primo sguardo, ci appare in qualche modo inevitabile e indimenticabile. Ci sono dipinti, sculture, fotografie, video e film che pur nella loro piacevolezza non riescono a imprimersi nella nostra memoria. Se facessimo un controllo, in molti casi scopriremmo che queste opere sono il prodotto di artisti non-artisti.
Spero che, dopo questa lettura, anche voi possiate avere gli strumenti per identificare chi è un vero Picasso e chi non lo è. Se però scoprirete che il paesaggio che sta dietro al vostro divano non è opera di un vero artista non...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. Colophon
  4. Indice
  5. Introduzione: Mio figlio si crede Picasso
  6. I - Picasso 100%: Pablo Picasso
  7. II - Picasso 10%, Plessi 90%: Fabrizio Plessi
  8. III - Si crede Picasso ma noi non ci crediamo: Julian Schnabel
  9. IV - Un vero artisto: Louise Bourgeois
  10. V - Aiuto, voglio smettere!: Jim Dine
  11. VI - Voglio il cellulare di Picasso!: Francesco Vezzoli
  12. VII - Uguale a quello vero: Joseph Beuys
  13. VIII - Inguardabile ma vero: Arnaldo Pomodoro
  14. IX - Difetti speciali: Bill Viola
  15. X - Tornare a Vanessa: Vanessa Beecroft
  16. XI - Non ci voglio nemmeno plensare: Jaume Plensa
  17. XII - Campione di Hockney: David Hockney
  18. XIII - L’orologio a igloo: Mario Merz
  19. XIV - Topo Gigio Banksy: Banksy
  20. XV - Robin Hirst: Damien Hirst
  21. XVI - Rimandato a settembre: Maurizio Cattelan
  22. XVII - Li mitorajcci tuoi!: Igor Mitoraj
  23. XVIII - Flopon 3D: Folon
  24. XIX - Taglia, cuci e poi bruci: Alberto Burri
  25. XX - Vietato toccare: Emilio Vedova
  26. XXI - Non ci capisco un tubo: Dan Flavin
  27. XXII - L’artista negativa: Rachel Whiteread
  28. XXIII - Un fenaumano: Bruce Nauman
  29. XXIV - Vangi, Vangi, fanciulla: Giuliano Vangi
  30. XXV - La coppia perfetta: Gilbert & George
  31. XXVI - Hopper-là: Edward Hopper
  32. XXVII - Che strana coppia, attenzione che scoppia: Fischli & Weiss
  33. XXVIII - L’albero a cui tendevi la callosetta mano: Giuseppe Penone
  34. XXIX - Prenato e postnato: Michelangelo Pistoletto
  35. XXX - Qualcuno volò sul nido del Cucchi: Enzo Cucchi
  36. XXXI - Cenerozcolo: Gabriel Orozco
  37. XXXII - Me ne faccio un baffo: Frida Kahlo
  38. XXXIII - Scartigianato d’autore: Ron Mueck
  39. XXXIV - Drip Tease Bar: Jackson Pollock
  40. XXXV - Fatto con i piedi: Rudolf Stingel
  41. XXXVI - L’artista mappamondo: Alighiero Boetti
  42. XXXVII - Ma quanto balcano!: Marina Abramović
  43. XXXVIII - Un bicchier d’acqua tempestoso: Charles Ray
  44. XXXIX - Figlio del fioraio: Doug Aitken
  45. XL - Arte al sugo: Vik Muniz
  46. XLI - Inscialla lo scialle: Shirin Neshat
  47. XLII - Non capisco una Sehgal: Tino Sehgal
  48. Conclusione: Meglio credere a Picasso