I santuari
Castelnuovo Don Bosco (Torino)
TEMPIO DI SAN GIOVANNI BOSCO
Salesiani
Domenica 26 ottobre 2008, ore 16
Non si può certo definire aggraziato, l’imponente tempio dedicato a Don Bosco, però somiglia a una chiesa, anzi a una basilica, col cupolone ipertrofico e la coppia di campanili. Consacrato nel 1984, dimostra che anche nella modernità si possono costruire chiese a tutti immediatamente percepibili come tali. Le dimensioni ci facevano temere l’effetto “cattedrale nel deserto” e invece il tempio è pieno, oltre agli italiani si notano i rumeni (forse Don Bosco segue l’esempio di Padre Pio, che in Romania sta riportando, a forza di miracoli, intere comunità cosiddette ortodosse dentro l’abbraccio della Chiesa universale). Organista, animatore del canto, pieghevoli coi testi sui banchi: risuona la tradizionale efficienza salesiana. Candele finte ma almeno sono poche. In vita Don Bosco fu osteggiato dalla massoneria, dai valdesi, dall’arcivescovo di Torino, dai Savoia ladri dei beni della Chiesa (su di loro pronunciò una profezia, “la famiglia di chi ruba a Dio non giunge alla quarta generazione”, puntualmente realizzatasi). Fecero di tutto per schiacciarlo e guardate ora, centocinquant’anni dopo, come si innalza.
Cuneo
MADONNA DEGLI ANGELI
Francescani (frati minori)
Domenica 19 ottobre 2008, ore 11
“La nostra congregazione non canta mai, sarà anche per protesta contro quegli orribili inni” scriveva Flannery O’Connor a un’amica nel 1964. Nel piccolo santuario della Madonna degli Angeli i presenti cantano quasi tutti, evento raro perché nel frattempo la silenziosa protesta dei parrocchiani della scrittrice sudista si è estesa all’orbe intero. Forse qui i fedeli cantano perché ci si limita saggiamente a Gloria, Alleluia e Santo, conosciutissimi, intonabilissimi, e con parole che non ci si vergogna di pronunciare. La predica del vecchio frate ignora il Vangelo del giorno e tratta di vocazioni missionarie: essendo letta, e per di più senza trasporto, abbiamo l’impressione che non riempirà i seminari. Lumini: multicolori (blu, verdi, rossi) a offerta libera. Questua: Barbara fa notare che nel duomo di Cuneo il sacchetto chiuso garantisce la riservatezza mentre qui col cestino aperto (scelta maggioritaria nelle chiese italiane) i vicini di banco potrebbero vedere la somma versata. Entrambe le soluzioni hanno dei pro e dei contro, perciò, almeno su questo, sospendiamo il giudizio.
Torino
SANTUARIO DELLA CONSOLATA
Missionari della Consolata
Domenica 6 aprile 2008, ore 18,15
Bisogna resistere alla tentazione di dare il voto a Guarino Guarini e agli altri architetti che si sono avvicendati nella magnifica fabbrica: sarebbero cinque matite, il massimo. Essendo un santuario davvero mariano è ben presente il rosario, recitato assieme ai vespri ogni giorno alle 17, l’orario giusto per poi partecipare alla messa serale. Quest’ultimo rito è ovviamente più affollato (ci si affanna per trovare posti a sedere) ma non c’è quasi soluzione di continuità: signore eleganti tengono in mano la corona per l’intera durata della messa. L’architettura, i marmi, gli stucchi, l’incenso, l’organo a canne, il Regina Coeli in latino, tutto trasporta talmente lontano che può sembrare prosaico far notare le acquasantiere asciutte. Ci tocca farlo, nella speranza che altri devoti non rimangano delusi. Quindi si può imitare l’avvocato Agnelli, che dopo la Consolata faceva tappa al vicinissimo Bicerin per gustare l’omonima bevanda. Altro rito, stessa religione, perché come dice papa Benedetto “questo legame tra liturgia e serena e gioiosa mondanità – chiesa e osteria – è sempre stato considerato tipicamente cattolico e lo è per davvero”. Chiesa e osteria ovvero Consolata e Bicerin.
Rapallo (Chiavari)
NOSTRA SIGNORA DI MONTALLEGRO
Clero secolare
Ascensione, domenica 4 maggio 2008, ore 9,30
Il mese mariano lo si vive andando a messa in uno degli innumerevoli santuari dedicati alla Vergine. Sono di norma situati in luoghi ameni, eppure di così panoramici come Montallegro ce ne sono pochi. A seicento metri di quota fra i boschi sopra Rapallo, la vista spazia fino a Portofino: prefigurazione del Paradiso. Non sarà un caso che Nostra Signora tenda ad apparire in simili contesti elevati ed elevanti. Ci pensano gli uomini ad abbassare il tono spirituale, con la pubblicità di alberghi e ristoranti all’esterno e le candele false all’interno, che fanno a pugni con gli ex voto invece veri e in parte anche recenti, a giudicare dai colori brillanti. Ad altri difetti non vogliamo fare caso: con una chiesa piena all’inverosimile (i ritardatari sono costretti a rimanere fuori) e con un’alta percentuale di fedeli occasionali (ben vengano, sia chiaro, ben vengano) è umanamente impossibile che tutto giri alla perfezione. Sulla tribuna in controfacciata si prodiga il coro femminile, sostenuto dall’organo ornatissimo della Premiata Pontificia Fabbrica Inzoli, Crema. Una bella esperienza di festosa devozione popolare.
Adro (Brescia)
MADONNA DELLA NEVE
Carmelitani scalzi
Domenica 10 agosto 2008, ore 9
I carmelitani e i santuari mariani poche volte deludono. La Madonna della Neve, in particolare, ci fa la grazia di una chiesa gremita alle 9 del mattino così come alle 8,10 (le funzioni si susseguono, siamo in una macchina da messe). All’inizio del rito il frate ricorda ai fedeli che “la liturgia della parola è parte integrante della messa. Chi non la segue non può dire di aver presenziato alla messa”. Il fenomeno è stato stigmatizzato perfino da Hemant Metha, un giovane ateo americano di origine indiana che si è preso la briga di analizzare la liturgia protestante statunitense in un libro dal contenuto più serio del titolo (Ho venduto l’anima su e-Bay, Baldini Castoldi Dalai): “Se andare in chiesa a lodare Dio è importante, allora bisognerebbe arrivare in anticipo. Arrivare cinque o dieci minuti dopo l’inizio della messa mi sembra una totale mancanza di rispetto”. La sua testimonianza mostra che il problema non è solo italiano né solo cattolico, e comunque non sembra riguardare Adro (il monito del frate sembra di tipo precauzionale). Qui la devozione è puntuale: cantano quasi tutti, si inginocchiano quasi tutti e in molti, dopo la messa, sfilano davanti alla statua della Madonna per accendere un lumino e recitare l’Ave Maria.
Curtatone (Mantova)
BEATA VERGINE DELLE GRAZIE
Clero secolare
Domenica delle Palme 16 marzo 2008, ore 11
La benedizione delle Palme (i rami di ulivo) si svolge davanti al santuario, infastidita dai clacson degli automobilisti (bestie) che coprono la voce già quasi impercettibile del vescovo emerito di Mantova. Monsignor Caporello usa un microfono che però non funziona, sarebbe meglio rinunciasse all’amplificazione e provasse ad alzare il volume umano. Dentro, al momento della lunga lettura del Vangelo a tre voci, l’impianto va meglio ma non troppo: uno dei tre microfoni frigge implacabilmente ogni volta che uno dei tre chierici cerca di servirsene. Il racconto della Passione di Cristo resiste a queste cadute di tensione, tale è la sua forza intrinseca, e certi passaggi mettono i brividi o muovono al pianto quasi indipendentemente dall’acustica. “E Gesù, emesso un alto grido, spirò.” L’assenza di coro e di strumenti, combinandosi una volta tanto con una certa buona volontà aleggiante in navata, stimola l’impegno canoro dei fedeli (numerosi: tutte piene le solide panche da sette posti). Emozionante il salmo responsoriale (“Dio mio, perché mi hai abbandonato?”). Difficoltoso il canto di comunione, Pane del cammino, e non così bello da meritare lo sforzo di impararlo. Chi volesse accendere una candela per chiedere una grazia alla Madonna delle Grazie non può farlo, la candela non c’è.
Caravaggio (Cremona)
SANTA MARIA DEL FONTE
Clero secolare
Domenica 26 ottobre 2008, ore 11
Siamo nel santuario caro a don Giussani: “La Via Crucis di Caravaggio da sola vale la mia vita di educatore, è il gesto più grande espresso dal movimento”. La messa è meno straordinaria ma forse è inevitabile, visto l’enorme afflusso e il continuo susseguirsi delle funzioni. Ovvio che tutto proceda automatico e un po’ frettoloso, per non sforare coi tempi. Si potrebbe tagliare un po’ la predica: tagliare le lungaggini, chiaro, non il giusto attacco a Lutero, un eretico tedesco che odiava l’organo (ne parla Francesco Agnoli in La liturgia tradizionale) che invece a Caravaggio, provincia di Bergamo e diocesi di Cremona, eleva lo spirito dei fedeli numerosissimi (molti in piedi, molti filippini, molti bambini). Strane candele a olio: non sono belle (l’esterno è in plastica) ma la fiamma è vera. C’è di peggio, lo sappiamo bene. Dietro il ricchissimo altare ci sono banchi dai quali non si vede l’officiante. Qualcuno ha pensato di risolvere la questione con uno schermo tanto brutto quanto grosso. “Per me va bene anche se non riesco a vedere chi sta tenendo la predica. Preferisco così, piuttos...