1. RAPPORTO DEL SIFAR SUL COLONNELLO GIOVANNI DE LORENZO (GIUGNO 1954)
Questo rapporto mostra de Lorenzo vittima delle deviazioni investigative del SIFAR: gli si attribuiscono fantasiose complicità con comunisti e socialisti, al solo scopo di danneggiarne la progressione di carriera e di favorire i suoi concorrenti. Il documento, ricevuto dal ministro della Difesa Taviani (e da questi conservato nel proprio archivio personale), contiene informazioni fasulle. Nel 1956 de Lorenzo diverrà capo del servizio segreto militare e adotterà lui pure metodi investigativi «disinvolti» contro i rivali. [CPET]
In visione al Sig. Ministro
De Lorenzo Giovanni di Aurelio, classe 1907, da Vizzini (Catania)
Colonnello in s. SM (SPE) – Capo di Stato Maggiore del V C.d’A.
– Fonte SIFAR - 20 maggio 1954 - In passato, voci incontrollate, basate sulla circostanza che l’ufficiale aveva conseguito la promozione per meriti partigiani (attribuitagli – secondo diceria – per interessamento di esponente comunista) lo indicarono sospetto in linea politica.
Recentemente fonte confidenziale del SIOS-Esercito ha segnalato che, nel periodo in cui era Capo-Ufficio Servizi del Comiliter di Udine, sarebbe stato visto entrare in quella federazione comunista e che collaborerebbe col giornale «Avanti!» con lo pseudonimo «P.P.».
Da accertamenti diretti svolti recentissimamente nulla è emerso finora sul conto dello stesso che possa avvalorare le notizie fiduciarie.
– Fonte diretta - 20 maggio 1954 - Prestò servizio all’Alto Commissariato per l’Epurazione alle dipendenze dell’On. Scoccimarro.
– Fonti che potrebbero essere sentite da S.E. il Ministro: Generale Biglino e Generale De Castiglioni i quali lo ebbero alle dipendenze e potrebbero essere in grado di fornire preziosi elementi di giudizio anche in ordine ai sentimenti ed agli orientamenti politici del Colonnello de Lorenzo.
3 giugno - Chieste precisazioni al Generale Musco che disporrà ulteriori accertamenti. [Postilla autografa di Taviani]
2. SEGNI A ANDREOTTI SUI PIANI DEI CARABINIERI (23 AGOSTO 1961)
Durante la crisi di Berlino, il ministro degli Esteri Antonio Segni evoca piani dell’Arma dei carabinieri per il fronte interno. Egli intende potenziare la sicurezza dell’Italia, insidiata dall’espansionismo sovietico e dalla «quinta colonna» del PCI. La frase sui piani dei carabinieri è evidenziata con un segno di lapis a margine, tracciato probabilmente da Andreotti. Il generale citato a inizio lettera è il capo di stato maggiore dell’Esercito Aldo Rossi, che verrà ricevuto al Quirinale dal presidente Segni durante la crisi dell’estate 1964 e che contestualmente darà via libera a de Lorenzo per la procedura di enucleazione per oltre settecento «sovversivi» in una base militare della Sardegna. [AGA, Carte presidente Segni, pratica 61/8]
personale riservata 23-VIII-61
Carissimo,
le vicende internazionali vanno complicandosi. In tua assenza ho preso qualche contatto con il gen. Rossi, ne ho parlato col Presidente [del Consiglio] ed ho scritto a Russo incaricandolo di comunicarti alcune considerazioni.
Sento nei nostri maggiori alleati un crescente senso di diffidenza verso di noi. La nostra stampa è troppo ottimista parlando continuamente di negoziati, ma, dato quanto Kruscev disse a noi e va dicendo a tutti, e gli ultimi fatti di Berlino, la latitudine dei negoziati è minima. Vi è quindi un certo margine di pericolo per un conflitto armato. Per quanto non sia probabile che il conflitto si inizi con le forze convenzionali, tuttavia né questo è da escludere, né è da escludere che le forze convenzionali entrino in giuoco in una fase successiva.
Faremo ogni sforzo per evitare il conflitto, ma mi pare che occorra sempre rafforzare le divisioni di prima linea, prendendo subito quei provvedimenti che si possono prendere in via amministrativa, specie un aumento degli specialisti, e poi gli altri che si manifestassero necessari.
Occorrerà che Ti assicuri che i carabinieri possano tenere l’ordine alle spalle delle nostre forze combattenti, disponendo quei piani che fossero necessari.
La nostra decisione può essere determinante per evitare un conflitto.
Resto per qualche giorno a Roma e mi metterò in contatto con te.
Affettuosi saluti
A. Segni
3. RUBRICA «E» CON LE SCHEDATURE POLITICHE PER ROMA (23 GENNAIO 1962)
Istituita a fine 1952 dai Centri CS su impulso del ministero dell’Interno e affidata in gestione alla Commissione speciale per la lotta al comunismo, la Rubrica «E» censisce diverse centinaia di elementi considerati pericolosi alla sicurezza dello Stato: il nerbo dell’organizzazione comunista. Relativamente alla capitale, l’elenco include 44 nominativi, dei quali viene tracciato un sintetico curricolo. Questa Rubrica «E», redatta dal Centro CS del Lazio, verrà consegnata il 25 ottobre 1999 dal vicepresidente del Consiglio Mattarella al presidente della Commissione Stragi, che aveva richiesto la lista degli enucleandi annessa al Piano Solo. [ASF (originale nell’archivio della Commissione Stragi)]
A Roma risiedono n. 44 iscritti (35 dei quali in carico a noi e 9 in carico ad altri Centri), dei quali: n. 10 parlamentari; n. 12 funzionari del PCI; n. 3 sindacalisti.
a) Iscritti in carico a Centro Roma
1. ANGELETTI Rolando Mario, classe 1925, architetto - Roma: via Nomentana 178. È spesso in viaggio. Già iscritto al PCI, ne viene estromesso nel 1954 per indegnità morale e politica. Nel 1960 è stato riammesso. Durante la parentesi 1954-60 ha continuato a manifestare attaccamento al PCI. È stato membro del Comitato direttivo provinciale ANPI e dirigente della Federazione Giovanile Comunista romana.
2. BATTISTRADA Lucio Manlio, classe 1920, laurea - Roma: via del Conservatorio 65a. È funzionario della Commissione culturale centrale del PCI e compie viaggi pare perché incaricato di imprecisate missioni di partito. La moglie (Roncalli Benedetta Anna Maria) è impiegata dell’agenzia Notizie Nuova Cina.
3. BATTISTRADA Pier Luigi, classe 1925 - Roma: piazza S. Emerenziana 2. Segretario dell’Associazione culturale Italia-Cecoslovacchia. Ha vissuto alcuni anni in Paesi oltre cortina per asseriti motivi di studio. Frequenta la Legazione cecoslovacca e nel 1960 ha soggiornato a Praga.
4. BENTIVEGNA Rosario, classe 1922 - Roma: via degli Estensi 1. Impiegato dell’INCA. È l’autore del noto attentato di via Rasella. Comunista indisciplinato, sarebbe protetto dall’On. D’Onofrio e frequenterebbe l’ambasciata russa.
5. BERNINI Bruno, classe 1919. Ex presidente della Federazione mondiale della gioventù. Occorre aggiornare la posizione e stabilire la residenza.
6. BIGNAMI Lionello, classe 1921 - Roma: via Alfredo Oriani 21a. Funzionario della Direzione centrale del PCI quale membro della Commissione centrale agraria. È fervente attivista ed organizzatore.
7. CICALINI Antonio, classe 1902 - Roma: via Annibale Caro 11. Amministratore della Direzione centrale del PCI nonché capo ufficio organizzazione, con particolare attività nel campo paramilitare. È considerato uno degli uomini più misteriosi ed attivi del PCI.
8. BRODOLINI Giacomo, classe 1920 - Roma: via Tripolitania 95. Deputato del PSI. Sindacalista. Capitano di fanteria (in congedo). Ha soggiornato o.c. [oltre cortina] ritiensi per ragioni sindacali.
9. CAPPONI Carla - Roma: via degli Erbensi 1. È la moglie di Bentivegna, col quale collaborò all’attentato di via Rasella. È impiegata presso la sede del PCI.
10. COLOMBI Arturo, classe 1900 - Roma: via Pavia 4. Senatore comunista.
Responsabile della Sezione agraria della Direzione centrale del PCI.
11. CROSETTI Mario Felice, classe 1925 - Roma: via G. Marconi 19. Ex federale comunista di Cuneo, attualmente impiegato della Direzione centrale del partito (Sezione amministrativa). È da ritenersi sempre estremamente pericoloso.
12. D’ONOFRIO Edoardo, classe 1901 - Roma: via Camillo de Lellis 21. Deputato comunista e membro del Comitato centrale del partito.
13. FELIZIANI Primo, classe 1924 - Roma: via Quattro Venti 57. Funzionario della Direzione centrale del PCI, risulta in rapporti con diplomatici russi. Elemento scaltro ed astuto, ha assolto vari importanti incarichi per conto del partito.
14. FERRANTE Giacomo, classe 1924 - Roma: via Capuana 54. Rappresentante di commercio. Già capace organizzatore comunista e sobillatore di masse con funzioni direttive dell’apparato paramilitare, ora militerebbe nel PSI.
15. FONTANI Alvo, classe 1920 - Roma: via G. Marconi 10. Ex federale comunista di Lucca. Giornalista e membro della Direzione centrale del PCI (Gruppo di massa), responsabile della Sezione emigrazione. Gode la fiducia di Togliatti.
16. GASTALDI Camillo, classe 1893 - Roma: Circonvallazione Nomentana 464. Generale di brigata aerea (a riposo). A Genova ha svolto attività di rilievo tra i Partigiani della pace, l’ANPI ecc. e non ha tralasciato occasione per assumere atteggiamenti contrari alla Comunità europea di difesa ed al Patto Atlantico. Già filocomunista e filosovietico, da vari anni si è appartato dalla vita politica. È però considerato elemento subdolo e poco scrupoloso.
17. GIANFAGNA Andrea, classe 1926 - Roma: via dei Galla e Sidama 40. Segretario della Federazione italiana lavoratori dello zucchero, industrie alimentari e tabacco. Milita nel PSI, ma a Campobasso, per la sua fanatica attività, apparve più comunista che socialista. Carattere fazioso e violento, nel 1956 fu nominato federale comunista di Campobasso.
18. GIOVANNINI Mario, classe 1924 - Roma: via Zanzur 8. Segretario nazionale Dipendenti ...