Il Barone Rosso
eBook - ePub

Il Barone Rosso

La vita e le imprese di Manfred von Richthofen

,
  1. 312 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
eBook - ePub

Il Barone Rosso

La vita e le imprese di Manfred von Richthofen

,
Dettagli del libro
Anteprima del libro
Indice dei contenuti
Citazioni

Informazioni sul libro

Il mito di Manfred von Richthofen, meglio noto come Barone Rosso, è sempre vivo a quasi un secolo di distanza dalle leggendarie imprese compiute durante la Grande Guerra.
Nel volume il suo più accreditato biografo e uno dei maggiori esperti di storia dell'aviazione militare ricostruisce, sulla base di numerosi documenti dell'esercito tedesco, lettere e scritti del barone stesso, la vita pubblica e privata dell'asso dell'aviazione tedesca. Kilduff offre così la biografia "definitiva" di un personaggio dal fascino immortale, dimostrando accuratamente come tutta la storia del combattimento aereo in Occidente, fino ai giorni nostri, sia stata profondamente influenzata dalle strategie messe a punto dal mitico barone.

Domande frequenti

È semplicissimo: basta accedere alla sezione Account nelle Impostazioni e cliccare su "Annulla abbonamento". Dopo la cancellazione, l'abbonamento rimarrà attivo per il periodo rimanente già pagato. Per maggiori informazioni, clicca qui
Al momento è possibile scaricare tramite l'app tutti i nostri libri ePub mobile-friendly. Anche la maggior parte dei nostri PDF è scaricabile e stiamo lavorando per rendere disponibile quanto prima il download di tutti gli altri file. Per maggiori informazioni, clicca qui
Entrambi i piani ti danno accesso illimitato alla libreria e a tutte le funzionalità di Perlego. Le uniche differenze sono il prezzo e il periodo di abbonamento: con il piano annuale risparmierai circa il 30% rispetto a 12 rate con quello mensile.
Perlego è un servizio di abbonamento a testi accademici, che ti permette di accedere a un'intera libreria online a un prezzo inferiore rispetto a quello che pagheresti per acquistare un singolo libro al mese. Con oltre 1 milione di testi suddivisi in più di 1.000 categorie, troverai sicuramente ciò che fa per te! Per maggiori informazioni, clicca qui.
Cerca l'icona Sintesi vocale nel prossimo libro che leggerai per verificare se è possibile riprodurre l'audio. Questo strumento permette di leggere il testo a voce alta, evidenziandolo man mano che la lettura procede. Puoi aumentare o diminuire la velocità della sintesi vocale, oppure sospendere la riproduzione. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Sì, puoi accedere a Il Barone Rosso di in formato PDF e/o ePub, così come ad altri libri molto apprezzati nelle sezioni relative a Storia e Storia mondiale. Scopri oltre 1 milione di libri disponibili nel nostro catalogo.

Informazioni

Editore
Mondadori
Anno
2014
ISBN
9788852051586
Argomento
Storia

1

Arena nei cieli

Con il sole abbagliante del mattino alle spalle e sporadiche nuvole basse sotto di loro, i quattro stormi di triplani Fokker sgraziati e dall’aspetto minaccioso e di biplani Albatros e Pfalz lucenti e affusolati come squali erano difficili da avvistare mentre si dirigevano verso i bombardieri invasori e le loro scorte. Anche gli aviatori più provetti, strizzando gli occhi per guardare verso est, non sarebbero riusciti a vedere altro che una serie di punti che comparivano e scomparivano davanti al sole come zanzare in una giornata calda.
Quel mercoledì, il 27 marzo 1918, la grande formazione di biposto, i bombardieri de Havilland D.H.4 della 25ª squadriglia della Royal Flying Corps e le loro scorte, i caccia Bristol F.2B della 48ª squadriglia, erano diretti contro bersagli nelle vicinanze del centro manifatturiero di Albert. La dritta strada bianca come il gesso e la striscia fangosa e ricca di meandri del fiume Ancre li guidarono dall’importante centro ferroviario di Amiens fino alle rovine di Albert, dove fino a una settimana prima si trovava il quartier generale della 3ª brigata. Adesso la II Armata tedesca stava muovendosi verso ovest nelle Fiandre preparandosi all’offensiva di primavera. Per aiutare a mantenere le posizioni ad Albert una grossa concentrazione di aeroplani britannici accorse a bassa quota per bombardare e mitragliare le orde di soldati con le divise grigioscuro che si muovevano a frotte nel paesaggio butterato.
Come se l’antica città non avesse già sofferto abbastanza – per quattro volte infatti aveva cambiato occupante – due forze aeree stavano ora per trasformare i suoi cieli in un’arena di gladiatori. Il comandante della formazione aerea tedesca, il capitano di cavalleria Manfred von Richthofen, che volava davanti e leggermente più in basso dei suoi caccia colorati, segnò l’ora: le 07.45. Era tempo di mettersi al lavoro. Il pomeriggio precedente in questa zona aveva abbattuto le sue 69ª e 70ª vittime e la giornata sembrava offrire opportunità ancora migliori.
Là vicino, il sottotenente della riserva Heinrich Bongartz, capo della 36ª squadriglia che, come Richthofen, era stato insignito della maggiore onorificenza prussiana al valore, l’ordine Pour le Mérite, aspettava un suo cenno. Bongartz riconobbe il «Barone Rosso», Richthofen, dal colore rosso dell’ala superiore e di gran parte della fusoliera del triplano Fokker. Quando il falco rosso cominciò ad abbassarsi, Bongartz guidò i suoi piloti in picchiata contro i biposto britannici. I cinque caccia discesero in maniera ordinata e poi, dopo aver accerchiato i bombardieri, si divisero, ciascuno all’inseguimento del proprio bersaglio.

La prima vittima della giornata

Il primo pilota dello stormo da caccia a infliggere danni tangibili fu il Vizefeldwebel (sottufficiale) Franz Hemer della Jastaa 6, con un triplano color verdastro. Dopo aver isolato un caccia Bristol, Hemer si mise in posizione di vantaggio grazie all’effetto sorpresa da una parte e dall’altra a un’adesione ai dettami tattici di Richthofen secondo i quali bisognava attaccare un biposto alle spalle dalla quota più bassa possibile. L’F.2B si allontanò dalla formazione e si diresse verso la base, mentre Hemer lo inseguiva da presso, cercando di rimanere nel punto cieco del mitragliere di bordo del Bristol, dietro i piani di coda. Sparò raffiche brevi e mirate per eliminare l’aeroplano, che si trasformò nella sua quinta vittoria aerea. Hemer, un semplice pilota dalla disciplina rigida e un valido combattente, era consapevole che tali vittorie erano la chiave per accedere a onorificenze e promozioni nell’arma aerea tedesca. Questi incentivi insieme alla determinazione a fermare il nemico, motivarono molti piloti tedeschi a ricorrere alle loro doti nel volo e nel tiro per dare una caccia inesorabile agli aeroplani color cachi del Royal Flying Corps britannico e dell’Armée de l’Air francese.
Più o meno contemporaneamente, il sottotenente Erich Loewenhardt della Jasta 10 piombò sul D.H.4 A7664 e sparò brevi raffiche di mitragliatrice che si conficcarono nel legno e nel tessuto dell’aereo. Poi i proiettili esplosivi colpirono il serbatoio del carburante. Il bombardiere non fu tanto veloce da schivare il triplano più maneggevole e precipitò in fiamme schiantandosi a ovest di Miraumont. Un successivo rapporto tedesco riporta che l’osservatore, il tenente Alex Rentoul, venne ferito e fatto prigioniero; non si parla invece del pilota, il sottotenente C.G. Pentecost.1 Le forze di terra tedesche localizzarono il relitto del D.H.4 e confermarono la 15ª vittoria del sottotenente Loewenhardt.
Bongartz abbatté un caccia Bristol e un Sopwith F.1 Camel, la sua 32ª e 33ª vittoria, e il caporale Alfred Hübner che faceva parte della sua squadriglia annientò un caccia Bristol riportando così la sua prima vittoria aerea di cui si abbia conferma. Il resto del combattimento non portò a risultati conclusivi e, per utilizzare al meglio le sue risorse, Richthofen si levò sopra la mischia. Si aspettava che gran parte dei camerati lo avrebbero visto e seguito per andare ad attaccare un’altra grande formazione britannica che stava bombardando concentrazioni di truppe tedesche a nordest di Albert.

La 71ª vittoria aerea di Richthofen

Poco prima delle 9, Richthofen avvistò uno stormo di Sopwith F.1 Camel che faceva da copertura ai bombardieri che si trovavano a 4000 metri. Il triplano rosso immediatamente guidò il gruppo verso di loro. Richthofen scelse come bersaglio il capitano Thomas S. Sharpe, DFC, un asso che aveva conseguito sei vittorie con la 73ª squadriglia e aprì il fuoco a breve distanza. Sharpe era un abile pilota da caccia, ma certo non era pari al tedesco soprannominato da lui e dai suoi colleghi «il maledetto Barone Rosso». Dopo pochi minuti l’aeroplano di Sharpe, il C6733, prese fuoco e precipitò vicino ad Aveluy, su una riva del fiume Ancre che di recente era straripato.2 Sharpe venne catturato dalle truppe tedesche e la vittoria venne registrata come la 71ª di Manfred von Richthofen.
Per ironia della sorte, esattamente due settimane prima il fratello minore del capitano von Richthofen era stato abbattuto in combattimento con i Camel della 73ª squadriglia e gli F.2B della 62ª squadriglia. Il sottotenente Lothar von Richthofen, ferito, venne rispedito in Germania per essere sottoposto a cure mediche.
Venti minuti dopo che il capitano Sharpe era precipitato, il sottotenente della riserva Johann Max Janzen della Jasta 6 nel suo Fokker Dr.I 403/17 di colore scuro, abbatté un R.E.8 biposto in ricognizione a bassa quota a sud del bosco di Aveluy per stabilire quali truppe e armamenti fossero nascosti nella foresta. L’R.E.8 venne riconosciuto come quarta vittoria di Janzen.
Richthofen ricompose la formazione e si diresse a nordest. Poco oltre Pozières, la JC1 intercettò uno stormo di caccia S.E.5ª dal muso quadrato della 40ª squadriglia, diretto verso la strada che collegava Arras a Cambrai con l’obiettivo di colpire i mezzi tedeschi che si spostavano tra le due città. Uno dei caccia britannici non ce la fece. Dopo un breve combattimento, alle 10.30 circa il sottotenente della riserva Friedrich (Fritz) Friedrichs della Jasta 10 abbatté il sottotenente F.C.B. Wedgwood nello S.E.5ª D4507. Wedgwood fu ferito e cadde all’interno delle linee tedesche dove venne catturato e fu registrato come terza vittoria di Friedrich. Incapace di stare al passo con i veloci S.E.5ª, la formazione tedesca deviò a sud. Il tenente Wilhelm Reinhard si lanciò su un R.E.8 in perlustrazione tra il fiume Somme e il fiume Ancre. Segnò la sua decima vittoria alle 11.40, facendo precipitare il biposto su Morlancourt.
Dieci minuti dopo, il sottotenente della riserva Ernst Udet, un nuovo arrivo che era stato invitato da Manfred von Richthofen a far parte della Jasta 11, conquistò la sua 21ª vittoria. Con venti aerei abbattuti a suo credito, Udet si era già qualificato per (ma non aveva ancora ricevuto) l’ordine Pour le Mérite ed era stato reclutato perché Richthofen intendeva avere comandanti decisi, vittoriosi e con alta visibilità nelle sue quattro squadriglie. Udet superò il suo primo test di combattimento nella Jasta 11, la prima squadriglia comandata da Richthofen, abbattendo subito un R.E.8 a sud di Albert.
Nella stessa zona, alle 12.05, il sottufficiale Edgar Scholz della Jasta 11 abbatté un caccia Bristol riportando la sua sesta vittoria.

Una buona mattinata di lavoro

Otto aerei nemici abbattuti e nessuna perdita in una mattina costituivano una buona media per la JG1. Il capitano von Richthofen orbitò intorno ad Albert ancora una volta, per recuperare qualche sbandato e poi si diresse a nordest, al campo d’aviazione di Lechelle.
Il campo era stato abbandonato sei giorni prima dalla 15ª squadriglia britannica, un’unità di R.E.8, in tale fretta che hangar e altre costruzioni intatte avevano offerto una sistemazione immediata a Richthofen. Oltre a essersi impossessati delle installazioni militari di quella squadriglia, il 26 marzo, Richthofen, non lontano dal loro vecchio aerodromo, ne abbatté un aeroplano. Quell’R.E.8 segnò la 70ª vittoria aerea dell’indiscusso maestro tedesco tra i pilota di caccia e tattici dell’aviazione.
Le risorse della base di Lechelle permisero al personale di terra di rifornire di carburante e di riarmare gli aeroplani mentre i piloti pranzavano tranquillamente. I velivoli da riparare vennero sostituiti da nuovi apparecchi e alcuni piloti vennero rimpiazzati da uomini che non avevano volato durante la ricognizione della mattina.
Il comandante von Richthofen guidò la seconda missione. Il triplano con cui aveva volato quella mattina, il Fokker Dr.I 127/17, fu sostituito per la pattuglia del pomeriggio dal Dr.I 477/17, un aeroplano che esibiva un colore rosso mattone su tutte le parti superiori e che risaltava rispetto agli altri triplani, di un normale color marrone e verde a strisce che i piloti avevano decorato con qualche insegna personale, a malapena visibile a distanza. Lo scopo era che tutti, amici e nemici, fossero in grado di riconoscere l’ormai leggendario condottiero dell’aria tedesco.
Quando la JG1 ritornò nella zona di Albert, però, fu uno dei nuovi falchi di Manfred von Richthofen a riportare il primo trionfo del pomeriggio. A sudovest della città il gruppo di Richthofen avvistò un triplano di un’altra unità ingaggiato in combattimento con un Armstrong Whitworth F.K.8, un aeroplano biposto lento, ma solido, adatto a diversi usi, conosciuto come «Big Ack». Il biposto aveva appena mandato il solitario triplano in avvitamento, apparentemente facendogli perdere il controllo, quando i caccia della JG1 lo attaccarono. L’osservatore del «Big Ack» colpì uno dei triplani che prese fuoco e precipitò.
Il tenente Hans Kirschstein della Jasta 6 discese aprendo il fuoco e poi si fermò, si girò e colpì d’infilata la parte inferiore del biposto mitragliandolo. L’osservatore britannico, benché ferito, sparò contro un altro triplano che esplose. Nel frattempo Kirschstein salì più in alto di quello che si era dimostrato un formidabile avversario e crivellò di colpi l’F.K.8, dalla testa alla coda, ferendo di nuovo l’osservatore e questa volta incendiando il serbatoio. Un altro triplano aprì il fuoco, colpì il pilota e causò altre ferite all’osservatore. I restanti triplani giravano disordinatamente, senza interferire per evitare una collisione con Kirschstein che si stava spostando avanti e indietro, decidendo se assestare il colpo finale all’Armstrong Whitworth in fiamme.
Kirschstein ebbe l’opportunità di uccidere l’osservatore che riuscì a tirarsi fuori dall’abitacolo in fiamme e ad arrampicarsi sull’ala inferiore dell’F.K.8, afferrandosi al supporto ad anello della mitragliatrice per evitare di cadere e morire. Ma il tedesco non sparò, la sua missione era distruggere gli aeroplani nemici e sapeva in questo caso di esservi riuscito. Poi il pilota dell’F.K.8 si arrampicò sull’ala e si aggrappò alla barra di comando nella speranza di riuscire in qualche modo a far atterrare il biposto in fiamme.
Hans Kirschstein, un ventunenne renano che aveva combattuto nelle campagne di terra in Polonia e Galizia ed era sopravvissuto allo schianto di un biposto sul fronte occidentale,3 non aveva bisogno di infliggere il coup de grâce all’Armstrong Whitworth che era ormai spacciato e venne registrato come la sua seconda vittoria.4 Kirschstein si allontanò e lasciò che i piloti più giovani, detti Häschen (leprotti), seguissero l’aereo danneggiato nella sua discesa.
Dopo pochi minuti, Kirschstein abbatté un Sopwith Camel, conseguendo la sua terza vittoria.5 Contemporaneamente, un altro (ma non identificato) pilota della Jasta 6 abbatté un R.E.8 circa otto chilometri a est di Albert, segnando la 96ª vittoria della squadriglia dalla sua creazione, il 26 agosto 1916.6
Mentre l’Armstrong Whitworth stava precipitando, un triplano Fokker che lo inseguiva si avvicinò troppo e l’osservatore lo colpì con una scarica di fuoco. Liberatosi dai suoi inseguitori, l’F.K.8 compì infine un atterraggio di fortuna in mezzo alle trincee. Il sottotenente Alan A. McLeod, il pilota, si inerpicò fuori ed estrasse dal relitto in fiamme il suo osservatore, il tenente A.W. Hammond, MC. McLeod venne ferito di nuovo mentre si trascinava con Hammond sulle spalle verso la salvezza delle linee britanniche. Tutti e due sopravvissero a questo supplizio. Il 4 settembre 1918 Alan McLeod si recò a Buckingham Palace, dove re Giorgio V gli conferì la più grande onorificenza britannica al valor militare, la Victoria Cross. Il diciannovenne canadese fu il più giovane aviatore della Prima guerra mondiale a esserne insignito.7

Altri due per il Capitano

Un’ora dopo che l’F.K.8 era precipitato, un altro stormo di caccia Bristol si avvicinò ad Albert e Manfred von Richthofen guidò i suoi uomini verso di loro. Secondo una tecnica c...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Il Barone Rosso
  3. Introduzione
  4. 1. Arena nei cieli
  5. 2. Un cacciatore nato
  6. 3. In trincea
  7. 4. L’era di Boelcke
  8. 5. Comando nei cieli
  9. 6. Il nuovo maestro
  10. 7. Aprile di sangue
  11. 8. Una vita da eroe
  12. 9. Il raduno delle aquile
  13. 10. La Gran Bretagna spinge l’attacco
  14. 11. Problemi agli aeroplani
  15. 12. Operazione Michael
  16. 13. Un altro aprile di sangue
  17. 14. Uccelli rossi, cieli grigi
  18. Note
  19. Appendice 1. Elenco delle vittorie aeree di Manfred von Richthofen
  20. Appendice 2. Manuale operativo di combattimento aereo di Manfred von Richthofen
  21. Bibliografia
  22. INSERTO FOTOGRAFICO
  23. Copyright