La fiaccola sotto il moggio
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La fiaccola sotto il moggio

  1. 216 pagine
  2. Italian
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Notizia sul testo, Note di commento, Cronologia della vita di Gabriele d'Annunzio a cura di Annamaria Andreoli. Nell?ebook si ripropone il testo di La fiaccola sotto il moggio raccolto in Tragedie, sogni e misteri, a cura di Annamaria Andreoli, con la collaborazione di Giorgio Zanetti, «I Meridiani», Mondadori, Milano 2013. Gli apparati informativi riproducono quelli pubblicati nell'edizione dei «Meridiani»; la Cronologia riproduce quella pubblicata nel primo tomo delle Prose di ricerca (a cura di Annamaria Andreoli e Giorgio Zanetti, «I Meridiani», Mondadori, Milano 2005). Scritta e rappresentata, senza successo, nel 1905, La fiaccola sotto il moggio innesta la fortunata formula del folclore abruzzese, tanto apprezzata ne La figlia di Iorio, sulla tragedia antica, e in particolare sulle Coefore eschilee, dando forma a una moderna Elettra, fatta rivivere nel castello abruzzese di Anversa. Protagonista è Gigliola Sangro, decisa a vendicare la morte della madre, uccisa un anno prima dal padre e dalla perfida, lussuriosa serva Angizia, ora diventata matrigna e tormentatrice della giovane e del fratello malaticcio Simonetto. In un contesto fantasmagorico di decadenza morale e familiare, omaggiano la tragedia antica anche le forme teatrali prescelte, con il rispetto meticoloso delle tre unità aristoteliche, in questa che d'Annunzio stesso definì «la più perfetta delle mie tragedie».

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Informazioni

Editore
Mondadori
Anno
2014
ISBN
9788852041778
Argomento
Littérature
Categoria
Théâtre

ATTO PRIMO3

Appare un’aula vastissima nella casa antica dei Sangro costrutta sul dosso ineguale del monte. Alla robustezza della primitiva ossatura normanna tutte le età han sovrapposto le loro testimonianze di pietra e di cotto, dal regno degli Angioini al regno dei Borboni. Ricorre all’intorno un ballatoio ricco di sculture, sopra arcate profonde; delle quali alcune sono tuttora aperte, altre sono richiuse, altre sono rette da puntelli. Delle tre in prospetto, la mediana prolunga la sua vôlta verso il giardino che splende, di là da un cancello di ferro, con i suoi cipressi le sue statue i suoi vivai; la destra mette a una scala che ascende e si perde nell’ombra; la sinistra, ornata in ciascun fianco da un mausoleo, s’incurva su la porta della cappella gentilizia che a traverso i trafori di un rosone spande il chiarore delle sue lampade votive. A destra gli archi, più leggeri, sorretti da pilastri isolati, si aprono su una loggetta del Rinascimento a cui fa capo un ramo della scala che discende nella corte. A sinistra, nel muramento d’un arco è praticata una piccola porta; e quivi presso, armadii e scaffali son carichi di rotoli e di filze. Cumuli di vecchie pergamene ingombrano anche il pavimento sconnesso, sopraccàricano una tavola massiccia intorno a cui son seggioloni e scranne. Busti illustri su alte mensole, grandi torcieri di ferro battuto, cassapanche scolpite, una portantina dipinta, alcuni frammenti marmorei compiscono la suppellèttile. Una fontana di gentile lavoro, dominata da una statuetta muliebre, alza nel mezzo dell’aula la sua conca vacua. E il tutto è vetusto, consunto, corroso, fenduto, coperto di polvere, condannato a perire.
SCENA PRIMA4
Donna Aldegrina è seduta presso la tavola, intenta a consultare le pergamene dell’archivio. Benedetta torce il fuso, Annabella gira l’arcolaio. Il sole pomeridiano entra dalla loggetta.
DONNA ALDEGRINA
Annabella, Annabella,
non senti come tremano le mura?
Che è mai questa romba?
La casa crolla?
ANNABELLA
È Probo di Gonnàri
che dà fuoco alla mina,
che rompe i massi con le mine al monte,
al Monte Picco delli Tre Confini
in Serra Grande.
DONNA ALDEGRINA
Dalle fondamenta
scote la casa. Ora me la dirocca!
Benedetta, non vedi che s’allarga
la fenditura, là, nella travata?
E ancóra non fu messa la catena!
Questo Mastro Domenico di Pace
dunque non viene mai?
Vuole la nostra morte?
BENEDETTA
Lavora dalla parte delle logge,
o Signorìa, con vénti manovali,
a mettere puntelli e stanghe e sbarre;
e dice che gli tocca lavorare
anco stanotte al lume delle fiaccole;
ché quella parte è tutta
crepe e crepacci, e pende che a vederla
fa spavento. Il pietrame
si sgretola, si scioglie
in sabbia, come tufo; anco il mattone,
peggio che crudo fosse.
ANNABELLA
Questa mane
è rotolata giù dalla sua nicchia
la Regina Giovanna; e il Re Roberto
tentenna, Signorìa.
BENEDETTA
E l’aquila è cad...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. Nota all’edizione
  4. LA FIACCOLA SOTTO IL MOGGIO
  5. Atto primo
  6. Atto secondo
  7. Atto terzo
  8. Atto quarto
  9. Tavola delle sigle e delle abbreviazioni
  10. Notizia sul testo e note di commento
  11. Cronologia
  12. Piano dell’opera
  13. Copyright