Gesù è davvero esistito?
eBook - ePub

Gesù è davvero esistito?

Un'inchiesta storica

,
  1. 372 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
eBook - ePub

Gesù è davvero esistito?

Un'inchiesta storica

,
Dettagli del libro
Anteprima del libro
Indice dei contenuti
Citazioni

Informazioni sul libro

Più di duemila anni fa, in Palestina, un predicatore itinerante e sconosciuto, un uomo semplice, diventò agli occhi di molti il Figlio di Dio. Attorno alla sua parola nacque una chiesa destinata ad affermarsi rapidamente e con inaspettata fortuna, e ad acquisire un potere eccezionale: raccolta da narratori orali e seguaci, la sua testimonianza avrebbe raggiunto gli angoli più remoti della Terra.
Che l'esistenza di Gesù di Nazaret sia una realtà è un'opinione sostanzialmente condivisa da storici e biblisti, ma a livello globale è diffuso un radicale scetticismo. Dai miticisti, convinti che la figura di Gesù appartenga al mito, ai teorici della cospirazione, che vedono in lui un clamoroso falso, un'invenzione della Chiesa delle origini prima e uno strumento di potere e di controllo sulle masse impugnato dalla Chiesa cattolica poi: i detrattori si rivelano una minoranza ostinata e rumorosa, capace di affermarsi in passato in paesi come l'Unione Sovietica e di conquistare attualmente un consenso crescente nel mondo occidentale.
Dunque, Gesù è davvero esistito? Bart D. Ehrman, autorevole storico della Chiesa delle origini, affronta apertamente la domanda e prende in considerazione le prove che gli scettici più radicali portano a discredito della storicità di Gesù, analizzandole e confutandole in maniera rigorosa fino a costruire un¿indagine dettagliata, condotta con la precisione a cui Ehrman ha abituato i suoi lettori. Gli argomenti a favore della storicità di Gesù sono esposti con estrema chiarezza, attraverso un esame puntuale delle principali fonti a nostra disposizione: dai vangeli sinottici alle lettere di Paolo di Tarso, dalle opere di autori pagani quali Plinio il Giovane e Tacito ai Padri della Chiesa. L'immagine di Gesù che ne affiora è assai distante da quella coltivata da molti predicatori e teologi contemporanei: non rivoluzionario né marxista ante litteram, non eroe della controcultura né profeta di questioni etiche, sociali e politiche del nostro tempo, Gesù, così narrano le fonti, fu invece un predicatore ebreo apocalittico che prefigurò l'imminente intervento di Dio nella storia al fine di sgominare le forze del male e di instaurare qui, sulla terra, il suo regno giusto. E sebbene questa immagine, ammette Ehrman, non sia unanimemente condivisa dagli studiosi del Nuovo Testamento, una cosa è certa: Gesù di Nazaret è realmente esistito.

Domande frequenti

È semplicissimo: basta accedere alla sezione Account nelle Impostazioni e cliccare su "Annulla abbonamento". Dopo la cancellazione, l'abbonamento rimarrà attivo per il periodo rimanente già pagato. Per maggiori informazioni, clicca qui
Al momento è possibile scaricare tramite l'app tutti i nostri libri ePub mobile-friendly. Anche la maggior parte dei nostri PDF è scaricabile e stiamo lavorando per rendere disponibile quanto prima il download di tutti gli altri file. Per maggiori informazioni, clicca qui
Entrambi i piani ti danno accesso illimitato alla libreria e a tutte le funzionalità di Perlego. Le uniche differenze sono il prezzo e il periodo di abbonamento: con il piano annuale risparmierai circa il 30% rispetto a 12 rate con quello mensile.
Perlego è un servizio di abbonamento a testi accademici, che ti permette di accedere a un'intera libreria online a un prezzo inferiore rispetto a quello che pagheresti per acquistare un singolo libro al mese. Con oltre 1 milione di testi suddivisi in più di 1.000 categorie, troverai sicuramente ciò che fa per te! Per maggiori informazioni, clicca qui.
Cerca l'icona Sintesi vocale nel prossimo libro che leggerai per verificare se è possibile riprodurre l'audio. Questo strumento permette di leggere il testo a voce alta, evidenziandolo man mano che la lettura procede. Puoi aumentare o diminuire la velocità della sintesi vocale, oppure sospendere la riproduzione. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Sì, puoi accedere a Gesù è davvero esistito? di in formato PDF e/o ePub, così come ad altri libri molto apprezzati nelle sezioni relative a Teologia e religione e Cristianesimo. Scopri oltre 1 milione di libri disponibili nel nostro catalogo.

Informazioni

Editore
Mondadori
Anno
2013
ISBN
9788852042737

Parte prima

LE PROVE A SOSTEGNO
DELLA FIGURA STORICA DI GESÙ

I

Introduzione alla teoria miticista

Gli studiosi del Nuovo Testamento sono famosi, o famigerati, per affermare cose che contraddicono ciò che la maggior parte delle persone, in particolare i cristiani, pensa di Gesù. Alcuni hanno sostenuto che Gesù era un rivoluzionario che voleva incitare le masse di Israele a una ribellione violenta contro i romani. Altri hanno affermato che era una sorta di antico filosofo cinico, privo di un vero interesse per Israele in quanto popolo di Dio e persino per la Bibbia ebraica (le Scritture del popolo ebraico), ma ansioso di insegnare alla gente a vivere con semplicità, lontano dalle lusinghe della vita terrena. Altri ancora hanno sottolineato che Gesù si preoccupava soprattutto per le condizioni disperate del suo popolo oppresso e premeva per ottenere riforme socioeconomiche, quasi fosse una sorta di proto-marxista. Qualcuno ha sostenuto che era interessato in particolare all’emancipazione delle donne, quasi una sorta di proto-femminista. Qualcun altro ha detto che le sue attenzioni erano rivolte principalmente alle tematiche religiose, ed era un fariseo. C’è anche chi afferma che abbia fatto parte della comunità dei Manoscritti del mar Morto e che sia stato un esseno; oppure che insegnasse un’etica prettamente «borghese» e fosse sposato con prole. Qualcuno, infine, ha lasciato intendere che fosse gay. Queste sono solo alcune delle proposte più serie.
Nonostante le diverse opinioni, ci sono alcuni punti su cui concordano praticamente tutti gli studiosi del mondo antico: Gesù era un ebreo, famoso per essere un maestro e un predicatore, e fu crocifisso (una forma di pena capitale praticata dai romani) a Gerusalemme durante il regno dell’imperatore romano Tiberio, al tempo in cui Ponzio Pilato era governatore della Giudea. Benché questa sia l’opinione di quasi tutti gli storici di professione, essa non coincide con quella di un gruppo di autori che sono definiti, e spesso si definiscono, «miticisti».
Recentemente, Earl Doherty, uno dei principali sostenitori della tesi miticista, ha così definito la posizione del gruppo: «La teoria secondo cui nessun Gesù storico degno di questo nome è mai esistito, il cristianesimo ha preso le mosse dalle credenze in una mitica figura spirituale, i vangeli sono essenzialmente allegoria e racconto, e alle radici della tradizione dei predicatori della Galilea non vi è nessuna persona dall’identità certa».1 Detto in altri termini, Gesù come figura storica non è mai esistito; o, ammesso pure che sia esistito, non c’entra nulla con la nascita del cristianesimo.
Per conferire una patina erudita alle loro teorie, talvolta i miticisti citano un brano tratto da una delle opere più importanti dell’epoca moderna tra quelle dedicate allo studio del Gesù storico, la giustamente famosa Storia della ricerca sulla vita di Gesù, scritta dallo studioso del Nuovo Testamento, nonché teologo, filosofo, organista da concerto, medico, filantropo e vincitore del premio Nobel per la pace, Albert Schweitzer:
Non c’è nulla di più negativo dei risultati dell’analisi critica sulla vita di Gesù. Il Gesù di Nazaret che si presentò pubblicamente come messia, che predicò l’etica del regno di Dio, che istituì il regno dei cieli sulla terra e morì per dare la consacrazione definitiva alla sua opera non è mai esistito. Questa immagine non si è deteriorata per qualche causa esterna, ma è stata demolita, spezzata, disintegrata dai concreti problemi storici che affiorano alla superficie uno dopo l’altro.2
Estrapolate dal contesto, queste parole sembrano suggerire che il grande Schweitzer non abbia abbracciato la tesi dell’esistenza di un Gesù storico, ma nulla potrebbe essere più lontano dal vero. Il mito di cui parla Schweitzer è quell’immagine esaltata di Gesù che andava per la maggiore ai suoi tempi e veniva rappresentata nella pletora di libri che l’autore tedesco riassunse con incisività e screditò con arguzia nella Storia della ricerca. Schweitzer sapeva benissimo che Gesù era esistito; nella seconda edizione del suo libro rivolse una critica molto aspra ai miticisti suoi contemporanei e dimostrò chi realmente fosse stato Gesù: un profeta apocalittico che pronosticò l’imminente fine della storia. Gesù era convinto che avrebbe avuto un ruolo essenziale nella futura calamità naturale inviata da Dio, in cui le forze del male che controllavano il mondo sarebbero state sbaragliate e un nuovo regno avrebbe fatto la sua comparsa. Gesù, secondo Schweitzer, aveva interpretato se stesso e il futuro corso degli eventi in modo completamente errato. La fine, dopotutto, non arrivò e Gesù fu crocifisso per ciò che aveva tentato di fare. Fu un individuo in carne e ossa, un predicatore ebreo di cui è possibile sapere parecchie cose attraverso un attento esame dei vangeli.
Il problema che presenta il Gesù storico, secondo Schweitzer, è il suo essere stato un personaggio sin troppo storico. Vale a dire che Gesù era così saldamente radicato nel suo tempo e nel luogo in cui viveva – da buon ebreo palestinese del I secolo dell’èra volgare interpretò il mondo, Dio e l’esistenza umana secondo i parametri dell’ebraismo antico – che non è facile tradurlo in un linguaggio contemporaneo. Il Gesù esaltato dai predicatori e dai teologi del XXI secolo non è mai esistito. Quel Gesù è un mito. Ma c’è stato un Gesù storico, che era in larga misura un uomo del suo tempo. E noi possiamo sapere che persona fosse.
La concezione del Gesù storico proposta da Schweitzer è, guarda caso, anche la mia, quanto meno nelle sue linee generali. Concordo con lui, e con tutti gli studiosi, sul fatto che Gesù sia esistito, che sia stato inequivocabilmente ebreo, che i vangeli contengano informazioni storiche sull’uomo e che pertanto si possano ottenere indicazioni sulle frasi che pronunciò e le azioni che compì. Inoltre, concordo con Schweitzer anche riguardo all’idea di un Gesù profeta ebreo che pronosticò una fine catastrofica della storia in un futuro prossimo, quando Dio avrebbe distrutto le forze del male per instaurare qui sulla terra il suo regno. Spiegherò alla fine del libro perché tanti studiosi che hanno dedicato la vita ad analizzare le antiche fonti alla ricerca del Gesù storico abbiano trovato convincente tale interpretazione. Per il momento voglio porre l’accento sulla questione essenziale: benché alcune opinioni su Gesù si possano definire miti (nel senso attribuito al termine dai miticisti; non sono interpretazioni storiche ma creazioni frutto dell’immaginazione), Gesù in quanto tale non è un mito. È esistito davvero.
Prima di fornire le prove dell’assunto su cui concordano all’unanimità gli studiosi, preparerò il terreno ricostruendo a grandi linee la storia di chi sposa l’opinione contraria, ovvero la non esistenza di un personaggio storico di nome Gesù.
Breve storia del miticismo
Non c’è bisogno di ripercorrere in modo esaustivo la storia di chi ha negato l’esistenza storica di Gesù; mi limiterò ad accennare soltanto ai rappresentanti di maggior rilievo di questa corrente di pensiero fino agli inizi del XX secolo, l’epoca di Schweitzer, e a fare qualche osservazione sui rappresentanti contemporanei più influenti che negli ultimi anni l’hanno riportata a nuova vita.
Il primo autore a negare l’esistenza di Gesù sembra sia stato nel XVIII secolo Constantin François Volney, membro dell’Assemblea costituente durante la rivoluzione.3 Nel 1791 Volney pubblicò un saggio intitolato Les ruines, ou Méditation sur les révolutions des empires. Sostenne che, alla base, le religioni sono uguali: un’opinione, questa, ancora assai popolare tra i non esperti di religione di lingua inglese, in particolar modo nella formulazione data al concetto da Joseph Campbell nella seconda metà del XX secolo. Secondo Volney, anche il cristianesimo è una variante dell’unica religione universale. Questa particolare variazione sul tema sarebbe stata inventata dai primi cristiani, che avrebbero creato il salvatore Gesù come una sorta di dio-sole. Avrebbero ricavato l’epiteto con cui Gesù è più noto, il «Cristo», dal nome di una divinità indiana dal suono simile, Krishna.
Alcuni anni dopo, un altro francese, Charles-François Dupuis, segretario della Convenzione nazionale rivoluzionaria, pubblicò un testo assai più corposo e autorevole. L’Abrégé de l’origine de tous les cultes del 1795 è un’opera enorme che consta di oltre duemila pagine. L’obiettivo di Dupuis era scoprire la natura della «divinità originaria» che si troverebbe alla base di tutte le religioni. In una lunga sezione del suo libro, Dupuis presta un’attenzione particolare alle cosiddette «religioni misteriche» del mondo antico. Tali religioni, diverse tra loro, sono definite «misteriche» perché i loro insegnamenti e rituali dovevano essere rigorosamente custoditi dagli adepti. Sappiamo che queste religioni segrete erano diffuse in tutto l’Impero romano, sia nelle regioni orientali sia in quelle occidentali. Dupuis sottopose ad attenta analisi le informazioni frammentarie giunte fino alla sua epoca, sostenendo che divinità come Osiride, Adone (o Tammuz), Bacco, Attis e Mitra erano tutte manifestazioni della divinità solare. Dupuis era d’accordo con il compatriota Volney: originariamente anche Gesù era stato inventato come ennesima incarnazione del dio-sole.
Il primo autentico studioso della Bibbia a sostenere che Gesù non fosse mai esistito fu il teologo tedesco Bruno Bauer, solitamente considerato dagli studiosi del Nuovo Testamento un uomo di elevata intelligenza e notevole eccentricità.4 Non ebbe quasi nessun seguace nel mondo accademico. Nell’arco di circa quarant’anni Bauer scrisse diverse opere, tra cui Kritik der evangelischen Geschichte des Johannes (Critica della storia evangelica di Giovanni) del 1840, Kritik der evangelischen Geschichte der Synoptiker (Critica della storia evangelica dei sinottici), pubblicata in due volumi tra il 1850 e il 1852, e Christus und die Caesaren (Cristo e i Cesari) del 1877. Agli inizi della sua carriera, Bauer riteneva, come qualsiasi altro studioso del settore, che vi fosse materiale storicamente affidabile nei primi tre vangeli del Nuovo Testamento, noti come «vangeli sinottici» (Matteo, Marco e Luca sono detti «sinottici» perché raccontano storie così simili da poter essere accostati in colonne parallele ed essere «visti insieme», diversamente dal Vangelo di Giovanni che perlopiù riporta un’altra serie di episodi). Progredendo nelle sue ricerche, tuttavia, e sottoposti i racconti evangelici a una valutazione attenta e dettagliata, Bauer cominciò a pensare che Gesù fosse un’invenzione letteraria degli evangelisti. Il cristianesimo, concluse, era un amalgama di giudaismo e di filosofia stoica. Era ovviamente un punto di vista estremo e radicale perché un professore di teologia potesse sostenerlo a Bonn, in un’università finanziata dallo Stato. Infatti, finì per costargli il posto.
La teoria miticista fu ripresa alcuni decenni più tardi da John Mackinnon Robertson, considerato il principale razionalista britannico degli inizi del XX secolo. Il suo libro più importante apparve nel 1900 con il titolo Christianity and Mythology.5 Secondo Robertson esistevano somiglianze sorprendenti tra ciò che i vangeli affermano su Gesù e le credenze dei popoli primitivi relative agli dei pagani della fertilità, soggetti a morte e risurrezione esattamente come Gesù. Le vicende degli dei della fertilità, a parere di Robertson e di molti altri, ricalcavano i cicli della natura: come le colture appassiscono al principio dell’inverno per poi rispuntare in primavera, così accade agli dei con cui esse si identificano. Muoiono e risorgono. La morte e risurrezione di Gesù si fonderebbe quindi su tale credenza primitiva trasposta in termini giudaici. Inoltre, benché un tempo possa esserci stato un uomo di nome Gesù, questi non aveva alcuna somiglianza con il Cristo adorato dai cristiani, una figura mitica fondata sull’antico culto di Joshua, una divinità di morte e rinascita appartenente al mondo vegetale cui venivano offerti sacrifici e poi consumata come cibo. Solo in seguito Joshua fu trasposto dai devoti in una figura storica, il presunto fondatore del cristianesimo.
Molte di queste interpretazioni divennero popolari grazie a uno studioso tedesco degli inizi del XX secolo, Arthur Drews, la cui opera del 1909, Die Christusmythe (Il mito di Cristo), è probabilmente il testo miticista più autorevole che sia mai stato scritto, anche perché ebbe un impatto notevole in particolare su un lettore,6 Vladimir Il’ič Lenin, il quale si persuase che Gesù non era una figura storica. Questa fu, in larga misura, la ragione per cui la teoria del mito divenne tanto popolare in Unione Sovietica.
Dopo una relativa pausa, negli ultimi anni l’interpretazione miticista ha ripreso quota. Nel sesto e nel settimo capitolo ne passerò in rassegna le tesi principali, ma al momento desidero soffermarmi brevemente sugli autori, un insieme ardito e pittoresco. Ho già menzionato Earl Doherty, considerato da molti il principale rappresentante della teoria miticista nell’epoca contemporanea. Per sua stessa ammissione, Doherty non è in possesso di alcun diploma universitario in studi biblici o in una disciplina attinente. Ha conseguito però una laurea in lettere classiche, e i suoi libri testimoniano l’ampiezza delle sue letture e delle sue conoscenze, un fatto ammirevole per una persona che si considera un dilettante della materia. La sua opera principale, diventata ormai un classico, è The Jesus Puzzle: Did Christianity Begin with a Mythical Christ? Ne è appena uscita una seconda edizione ampliata, pubblicata non come una revisione, benché lo sia, ma come un volume a sé stante intitolato Jesus. Neither God Nor Man: The Case for a Mythical Jesus. Le tesi sostenute nei due libri sono in gran parte le stesse.
Robert Price, al contrario, è un accademico che vanta una grande erudizione in tutte le discipline attinenti. Price venne alla ribalta come cristiano evangelico dal conservatorismo intransigente, in possesso di un master conseguito al Gordon-Conwell Theological Seminary, un istituto di orientamento evangelico conservatore. Proseguì gli studi conseguendo un PhD in teologia sistematica alla Drew University e un secondo PhD in scienze neotestamentarie, sempre alla Drew. Da quanto ne so è l’unico studioso serio e accreditato del Nuovo Testamento a sostenere posizioni miticiste. Com’è successo ad altri evangelici conservatori che hanno perso la fede, per Price la disillusione è stata aspra. Il suo primo libro importante, The Incredible Shrinking Son of Man: How Reliable Is the Gospel Tradition?, risponde a questa domanda senza alcuna ambiguità. La tradizione evangelica su Gesù non è assolutamente affidabile. Price sostiene la sua tesi con un’indagine dettagliata di tutte le tradizioni evangeliche, argomentando con fermezza e intelligenza. Price ha scritto altri libri, il più interessante dei quali, per gli scopi che mi sono prefisso, è The Christ-Myth Theory and Its Problems. (Sono grato a Robert e all’American Atheist Press per avermi messo a disposizione il testo prima ancora della sua pubblicazione.7)
L’editore è Frank Zindler, un altro schietto rappresentante della teoria miticista. Anche Zindler è un accademico, ma non ha titoli nel campo degli studi biblici e in nessuna disciplina attinente alla storia antica. È uno scienziato, con una preparazione in biologia e geologia. Ha insegnato per vent’anni nei college della State University di New York, prima di essere sbattuto fuori, come racconta lui stesso, per aver appoggiato Madalyn Murray O’Hair e la sua campagna per eliminare la scritta «In God We Trust» dalle banconote americane. Autore prolifico, Zindler scrive su svariati argomenti. Molte sue pubblicazioni sono state raccolte in un’opera in quattro volumi intitolata Through Atheist Eyes: Scenes From a World That Won’t Reason. Il primo volume, Religions and Scriptures, contiene un buon numero di saggi divulgativi collegati direttamente o incidentalmente alle interpretazioni miticiste di Gesù.8
Un sostegno di tutt’altro genere alla teoria miticista è quello fornito dall’opera di Thomas L. Thompson, The Messiah Myth: The Near Eastern Roots of Jesus and David. Thompson ha compiuto studi biblici, ma non ha alcun titolo accademico nel campo del Nuovo Testamento o del cristianesimo delle origini. È uno studioso della Bibbia ebraica che insegna in Danimarca, all’Università di Copenaghen. Per quanto riguarda il suo settore di competenza, è convinto che certi personaggi della Bibbia ebraica quali Abramo, Mosè e Davide non siano mai esistiti. Trasferisce tali opinioni al Nuovo Testamento e afferma che anche Gesù non è mai esistito, ma è stato inventato dai cristiani desiderosi di creare una figura di salvatore ricavandola dai racconti delle Scritture ebraiche.9
Tra i miticisti di cui mi occuperò nel corso della mia analisi vi sono Richard Carrier, che insieme a Price è l’unico di mia conoscenza che abbia una formazione universitaria in un settore attinente (un PhD in studi classici conseguito alla Columbia University); Tom Harpur, noto giornalista che si occupa di temi religiosi in Canada e che ha insegnato studi neotestamentari a Toronto prima di passare al giornalismo e all’editoria popolare, e tanti altri divulgatori sensazionalisti che non sono e non si spacciano per studiosi nel vero senso della parola.
Altri autori che sono stati spesso annoverati nel campo miticista sostengono un punto di vista un po’ diverso, quello cioè di un Gesù realmente esistito ma che non fu il fondatore del cristianesimo, una religione che affonda le proprie radici nella fi...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Gesù è davvero esistito?
  3. Dello stesso autore
  4. Introduzione
  5. Parte prima - LE PROVE A SOSTEGNO DELLA FIGURA STORICA DI GESÙ
  6. Parte seconda - LE ARGOMENTAZIONI DEI MITICISTI
  7. Parte terza - CHI FU IL GESÙ DELLA STORIA?
  8. Conclusione - Gesù e i miticisti
  9. Note
  10. Bibliografia
  11. Ringraziamenti
  12. Copyright