Non abbiate paura di sognare cose grandi
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Non abbiate paura di sognare cose grandi

Le parole che il Papa ha affidato a Twitter

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  1. 144 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
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Non abbiate paura di sognare cose grandi

Le parole che il Papa ha affidato a Twitter

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Informazioni sul libro

Dal giorno della sua elezione, papa Francesco ha dato a tutti l'impressione di parlare un linguaggio semplice e diretto, espressione di un eccezionale carisma, capace di trasmettere la gioia e la forza del messaggio cristiano. Un Papa che fin da subito si è impegnato a parlare con tutti, con ogni mezzo a disposizione: non sorprende quindi l'enorme successo riscosso dal suo account su Twitter, con cui invia ogni giorno messaggi incisivi, appelli ed esortazioni. Piccole gemme che ci accompagnano quotidianamente e che questa raccolta riunisce in un prezioso «breviario» che comunica in ogni sua pagina sorpresa, commozione, gusto della preghiera («una preghiera coraggiosa, che lotta, che persevera, non una preghiera di cortesia») e comunione con Dio («Tutta la storia della salvezza è la storia di Dio che cerca l'uomo: gli offre il suo amore, lo accoglie con tenerezza»). E che, senza dimenticare la vocazione cristiana alla giustizia e alla misericordia, ci trasmette uno sguardo di speranza sul mondo, perché «se vogliamo seguire Cristo da vicino, non possiamo cercare una vita comoda e tranquilla. Sarà una vita impegnativa, ma piena di gioia».

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Informazioni

Editore
Mondadori
Anno
2013
ISBN
9788852045035

Omelia del Santo Padre Francesco

Santa Messa, imposizione del pallio
e consegna dell’anello del Pescatore
per l’inizio del ministero Petrino del vescovo di Roma

Cari fratelli e sorelle!
Ringrazio il Signore di poter celebrare questa Santa Messa di inizio del ministero petrino nella solennità di San Giuseppe, sposo della Vergine Maria e patrono della Chiesa universale; è una coincidenza molto ricca di significato, ed è anche l’onomastico del mio venerato predecessore: gli siamo vicini con la preghiera, piena di affetto e di riconoscenza.
Con affetto saluto i fratelli cardinali e vescovi, i sacerdoti, i diaconi, i religiosi e le religiose e tutti i fedeli laici. Ringrazio per la loro presenza i rappresentanti delle altre Chiese e comunità ecclesiali, come pure i rappresentanti della comunità ebraica e di altre comunità religiose. Rivolgo il mio cordiale saluto ai capi di Stato e di governo, alle delegazioni ufficiali di tanti paesi del mondo e al corpo diplomatico.
Abbiamo ascoltato nel Vangelo che «Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa» (Mt 1,24). In queste parole è già racchiusa la missione che Dio affida a Giuseppe, quella di essere custos, custode. Custode di chi? Di Maria e di Gesù; ma è una custodia che si estende poi alla Chiesa, come ha sottolineato il beato Giovanni Paolo II: «San Giuseppe, come ebbe amorevole cura di Maria e si dedicò con gioioso impegno all’educazione di Gesù Cristo, così custodisce e protegge il suo mistico corpo, la Chiesa, di cui la Vergine santa è figura e modello» (Esort. ap. Redemptoris Custos, 1).
Come esercita Giuseppe questa custodia? Con discrezione, con umiltà, nel silenzio, ma con una presenza costante e una fedeltà totale, anche quando non comprende. Dal matrimonio con Maria fino all’episodio di Gesù dodicenne nel Tempio di Gerusalemme, accompagna con premura e tutto l’amore ogni momento. È accanto a Maria sua sposa nei momenti sereni e in quelli difficili della vita, nel viaggio a Betlemme per il censimento e nelle ore trepidanti e gioiose del parto; nel momento drammatico della fuga in Egitto e nella ricerca affannosa del figlio al Tempio; e poi nella quotidianità della casa di Nazaret, nel laboratorio dove ha insegnato il mestiere a Gesù.
Come vive Giuseppe la sua vocazione di custode di Maria, di Gesù, della Chiesa? Nella costante attenzione a Dio, aperto ai suoi segni, disponibile al suo progetto, non tanto al proprio; ed è quello che Dio chiede a Davide, come abbiamo ascoltato nella prima lettura: Dio non desidera una casa costruita dall’uomo, ma desidera la fedeltà alla sua Parola, al suo disegno; ed è Dio stesso che costruisce la casa, ma di pietre vive segnate dal suo Spirito. E Giuseppe è «custode», perché sa ascoltare Dio, si lascia guidare dalla sua volontà, e proprio per questo è ancora più sensibile alle persone che gli sono affidate, sa leggere con realismo gli avvenimenti, è attento a ciò che lo circonda, e sa prendere le decisioni più sagge. In lui, cari amici, vediamo come si risponde alla vocazione di Dio, con disponibilità, con prontezza, ma vediamo anche qual è il centro della vocazione cristiana: Cristo! Custodiamo Cristo nella nostra vita, per custodire gli altri, per custodire il creato!
La vocazione del custodire, però, non riguarda solamente noi cristiani, ha una dimensione che precede e che è semplicemente umana, riguarda tutti. È il custodire l’intero creato, la bellezza del creato, come ci viene detto nel libro della Genesi e come ci ha mostrato san Francesco d’Assisi: è l’avere rispetto per ogni creatura di Dio e per l’ambiente in cui viviamo. È il custodire la gente, l’aver cura di tutti, di ogni persona, con amore, specialmente dei bambini, dei vecchi, di coloro che sono più fragili e che spesso sono nella periferia del nostro cuore. È l’aver cura l’uno dell’altro nella famiglia: i coniugi si cu...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Non abbiate paura di sognare cose grandi
  3. Omelia del Santo Padre Francesco
  4. Referenze iconografiche
  5. Copyright