Abbreviazioni
AP Associated Press
AAS «Austin-American Statesman»
CN Cycling News
DMN «The Dallas Morning News»
HC «Houston Chronicle»
IHT «International Herald Tribune»
LAT «Los Angeles Times»
NYT «The New York Times»
VN VeloNews
WSJ «The Wall Street Journal»
Introduzione
1 LeMond Gets $5.7-Million Salary from French Team, AP, 31 agosto 1989.
2 Uno stipendio base di 4,5 milioni di dollari per il 2004 era specificato in un accordo sotto forma di lettera, con data 10 ottobre 2000, inviata da Bill Stapleton a Mark Gorski, general manager della US Postal; una postilla all’accordo aggiungeva che Armstrong avrebbe ottenuto un bonus di 10 milioni di dollari se avesse vinto il Tour de France ogni anno fra il 2001 e il 2004.
3 Nel maggio 2002 «Sports Illustrated» pubblicò una classifica dove i 16,5 milioni di dollari derivanti ad Armstrong dallo sfruttamento della sua immagine figuravano al quarto posto fra quelli degli atleti statunitensi del momento. Armstrong si trovava dopo Tiger Woods con 70 milioni, LeBron James con 35 milioni e Andre Agassi con 24,5 milioni di dollari.
4 Cyclist Floyd Landis Admits Doping, Alleges Use by Armstrong and Others, postato alle ore 1.27 del 20 maggio 2010, WSJ.com.
I. Il treno blu
1 Dettagli di CN sul Tour de France: sito web del Tour de France.
2 Interviste ai compagni di squadra; J. Bruyneel, We Might As Well Win.
3 Interviste a Landis, corroborate da un resoconto in D. Coyle, Lance Armstrong’s War.
4 Intervista a Landis e a una persona a conoscenza dell’incontro.
5 Interviste a Landis; affidavit di George Hincapie all’USADA.
6 Seconda denuncia di Landis.
7 T. Hamilton e D. Coyle, The Secret Race. Nel 2012 Maire liquidò le accuse nei suoi confronti come «stronzate».
8 L’assistente di Bruyneel, Geert Duffeleer, prima di una trasfusione del luglio 2004, portò il sangue in una stanza dell’albergo che ospitava la squadra, in base a quanto affermato nel febbraio 2013 nella seconda denuncia di Landis in relazione a violazioni del False Claims Act federale. Durante i nostri servizi per il «Wall Street Journal» abbiamo tentato in tutti i modi di metterci in contatto con Geert «Duffy» Duffeleer. Abbiamo inviato il reporter del giornale John Miller a casa di Duffy in Belgio. Abbiamo anche cercato di arrivare a lui attraverso l’équipe della RadioShack, che però ha rifiutato di renderlo disponibile per un’intervista. All’epoca Duffy aveva una pagina Twitter, @chefduffy, ma poi l’ha chiusa. Non siamo al corrente di eventuali sue dichiarazioni pubbliche sull’argomento del doping.
9 The Case of the Missing Bikes, WSJ, 3 luglio 2010.
10 La seconda denuncia di Landis recita: «Poi il Sig. Landis e il convenuto Armstrong si stendevano alle due estremità del letto e ricevevano ciascuno una reinfusione di mezzo litro di sangue, mentre il convenuto Bruyneel, seduto su una sedia, guardava e faceva commenti su quanto i due sarebbero andati forte il giorno successivo nella prova a cronometro». Bruyneel non ha reagito alla richiesta di una sua dichiarazione al riguardo. In una conferenza stampa del maggio 2010, dopo che le accuse di Landis erano state rese pubbliche, Bruyneel asserì: «Nego categoricamente tutto ciò che ha detto».
11 Intervista a Landis nel suo bungalow.
12 Where is Floyd?, VN, 21 agosto 2009.
II. Un nuovo inizio per il ciclismo americano
1 Interviste a Eddie Borysewicz e Mike Fraysse.
2 L. Dzierzak, The Evolution of American Bicycle Racing.
3 Interviste a Eddie Borysewicz e Mike Fraysse.
4 Interviste a Greg LeMond.
5 La convinzione che i russi si dopassero prima delle Olimpiadi del 1980 e che con il doping si preparassero ai Giochi del 1984 era ampiamente diffusa fra gli esponenti americani del ciclismo olimpico. C’è tuttavia chi sostiene che si sia un po’ esagerato nel valutare la portata del programma di doping dei russi.
6 Interviste a Mike Fraysse e Eddie Borysewicz.
7 Interviste a Jim Ochowicz ed Eric Heiden.
8 Sebbene la 7-Eleven fosse una squadra professionistica, era aperta anche ai corridori olimpici dilettanti fintantoché il loro compenso restava sufficientemente basso da non doversi dichiarare professionisti.
9 La nota, datata 30 settembre 1983, recita: «Oggetto: Potenziamento ematico; Giochi olimpici ... Si tratta di doping? È illegale? Secondo come la vedo io, no».
10 Intervista a Brent Emery.
11 In Cyclist Says Blood Doping Recommended, «The Bulletin», 26 febbraio 1985, Nitz dichiara: «Sono andato forte per cinque giorni. Di solito vado forte solo per tre giorni».
12 In alcune interviste, Borysewicz e Fraysse asserirono di sospettare che dietro la soffiata al «Rolling Stone» ci fosse Sheila Young Ochowicz. Ma secondo gli articoli apparsi sul «Milwaukee Journal» (Politics Play Part in Cycling Story, 20 febbraio 1985, e Blood-Boosting Investigation Satisfies Nobody, 22 febbraio 1985) molti all’epoca ne assegnarono la responsabilità a Rob Lea, allora presidente del consiglio di amministrazione della US Cycling Fede...