Nota sulle date
Dal momento che Alessandra trascorse quasi metà della sua vita in Europa, dove era in vigore il calendario gregoriano, in tutto il libro sono state usate le date riferite a questo. In Russia, tuttavia, il nuovo computo fu adottato soltanto nel febbraio 1918, quando il calendario gregoriano sostituì quello giuliano, che nel XIX secolo era in anticipo di 12 giorni e nel XX di 13 rispetto al primo.
Capitolo I
1. Georgina Battiscombe, Queen Alexandra, London, Constable, 1969, p. 117.
2. Victoria R.I., Advice to a Granddaughter: Letters from Queen Victoria to Princess Victoria of Hesse, a cura di Richard Hough, London, Heinemann, 1975, p. 9.
Capitolo II
1. Victoria R.I., Letters of Queen Victoria from the Archives of the House of Brandenburg-Prussia, a cura di Hector Bolitho, New Haven, Yale University Press, 1938, p. 231.
2. Sophie Buxhoeveden, The Life and Tragedy of Alexandra Feodorovna, Empress of Russia. A Biography, London, New York and Toronto, Longmans Green, 1928, p. 15.
4. Victoria R.I., op. cit., p. 249. Di fronte alla maliziosa reazione negativa della sua amica Augusta, imperatrice di Germania, Vittoria difese la scelta della nipote.
5. La povera principessa Guglielmina sembra essere stata perseguitata da sospetti e maldicenze per tutta la vita. Correva voce che fosse figlia illegittima; dopo il matrimonio con Alessandro II ebbe molti problemi di salute (senza dubbio aggravati dalle otto gravidanze) e per quasi tutto il periodo trascorso in Russia fu letteralmente soppiantata dalle amanti del marito, costretta a una vita di isolamento in un angolo remoto dell’enorme palazzo d’Inverno a San Pietroburgo. In una fotografia scattata verso il 1870, la zarina appare come una donna invecchiata prematuramente, con l’aria matronale e l’espressione triste.
6. Olga, la sorella di Nicola II, ricorda nelle sue memorie che la regina Vittoria si mostrò sempre sprezzante nei confronti della famiglia imperiale russa. «[Vittoria] diceva che avevamo un’aria da “borghesi” che la infastidiva moltissimo … Mio padre [Alessandro III] non la sopportava. Diceva che era una vecchia viziata, sentimentale ed egoista». Olga pensava che Vittoria «non volesse veramente bene a nessuno, tranne i suoi parenti tedeschi». Ian Vorres, The Last Grand Duchess, New York, Scribner, 1965, p. 40.
7. Sophie Buxhoeveden, op. cit., pp. 18-19.
8. Idem, p. 18. La prima cameriera di Alessandra, Martha Mouchanow [Marfa Muchanova], in My Empress: Twenty-Three Years of Intimate Life with the Empress of all the Russias from her Marriage to the Day of her Exile, New York, John Lane, 1918, p. 80, dà una descrizione di Ella che contrasta con quella della maggior parte dei memorialisti dell’epoca. Secondo lei, dopo il matrimonio con Nicola Alessandra cominciava a tremare ogni volta che Ella «la investiva lamentandosi o eccitata per una cosa o per l’altra», il che fa pensare a una sorta di sottomissione, oltre che a un forte legame tra sorelle.
9. Dal diario di Nicola in data 31 maggio 1884 (calendario giuliano), citato in Nicholas and Alexandra: The Last Imperial Family of Tsarist Russia, New York, Harry N. Abrams, 1998, Catalogo della mostra tenuta a San Pietroburgo, 1998, p. 269 [citato anche in Andrej Maylunas e Sergej Mironenko, a cura di, La passione di una vita. I diari e le lettere dell’ultimo zar. Nicola e Alessandra di Russia, trad. it. ridotta, Milano, Archinto, 1997, p. 3. D’ora innanzi si citerà l’edizione inglese per le parti qui non tradotte].
Capitolo III
1. Bernard Pares, My Russian Memoirs, London, Jonathan Cape, 1931, p. 460. Pares riteneva che questa leggenda fosse rappresentativa del «modo in cui i militari consideravano Nicola: con benevolo disprezzo».
2. Citato in Peter Kurth, Il mondo perduto di Nicola e Alessandra, trad. it. Milano, Alberto Maioli, 1998, p. 31. Studiosi poco accurati affermano che Nicola aveva gli occhi castani. Sua cugina Marie Pavlovna, in Education of a Princess, New York, Viking, 1931, pp. 194-195, scrive che Nicola aveva occhi «grigi e luminosi, che sprigionavano vita e calore».
3. Diario inedito di Nicola, citato in Nicholas and Alexandra: The Last Imperial Family of Tsarist Russia, New York, Harry N. Abrams, 1998, Catalogo della mostra tenuta a San Pietroburgo, 1998, p. 256. Il 1° marzo 1914 (calendario giuliano), Nicky annotò nel proprio diario: «Trentatreesimo anniversario della morte atroce di Anpapa. Ancora oggi mi sembra di sentire quelle due spaventose esplosioni».
4. Alexander Michaelovich, Once a Grand Duke, Garden City, New York, Doubleday, 1932, p. 57; Ian Vorres, The Last Grand Duchess, New York, Scribner, 1965, p. 7. Alessandro era scontento di essersi dovuto rifugiare a Gatčina. «Pensare che dopo aver affrontato i cannoni dei turchi adesso io debba ritirarmi davanti a questi miserabili», ricordava di avergli sentito dire il granduca Sandro in Once a Grand Duke, p. 65.
5. Ian Vorres, op. cit., pp. 38, 18-19.
6. Alexander Michaelovich, op. cit., p. 166.
7. Nel 1916, ripensando al loro amore, Alix scrisse a Nicky che lo amava ormai da trentun anni. A quanto ricordava, perciò, si era innamorata di lui nel 1885, all’età di tredici anni.
8. Sophie Buxhoeveden, The Life and Tragedy of Alexandra Feodorovna, Empress of Russia. A Biography, London, New York and Toronto, Longmans Green, 1928, p. 8.
9. Ella scrisse al fratello Ernie che Nicky le scriveva continuamente, chiedendole notizie e dic...