I grandi casi di Miss Marple
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I grandi casi di Miss Marple

Con: C'è un cadavere in biblioteca, Un delitto avrà luogo e Polvere negli occhi

  1. 636 pagine
  2. Italian
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I grandi casi di Miss Marple

Con: C'è un cadavere in biblioteca, Un delitto avrà luogo e Polvere negli occhi

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Miss Jane Marple è nata dalla fantasia di Agatha Christie nel 1930: un'epoca nella quale le signorine non sposate di una certa età si chiamavano ancora "zitelle". E proprio un'attempata ma decisamente arzilla zitella è Miss Marple: tra un lavoro a crochet e una tazza di tè, infatti, finisce sempre per essere casualmente implicata in una serie di delitti che riesce a risolvere facendo appello alle proprie doti di "osservatrice della natura umana" (qualche maligno direbbe più banalmente di "pettegola"). Nella biblioteca di villa Bantry viene trovato il corpo di una sconosciuta in abito da sera. Chi è? Com'è finita lì? Chi l'ha uccisa?. C'È UN CADAVERE IN BIBLIOTECA (1942) ci mostra una Miss Marple in piena forma, capace di far luce sui più tortuosi meandri dell'animo umano. Un quotidiano locale pubblica un curioso annuncio a pagamento nel quale si prevede un delitto. Tutti pensano a una burla, ma l'incredibile programma viene puntualmente rispettato. Anche in UN DELITTO AVRÀ LUOGO (1950) l'angelica Miss Marple capiterà nel posto giusto al momento giusto e riuscirà a chiarire l'enigma. Un facoltoso uomo d'affari, Rex Fortescue, muore subito dopo aver bevuto del tè. E poco dopo in casa sua avviene un secondo omicidio: la vittima è una conoscenza di Miss Marple. Che anche in POLVERE NEGLI OCCHI. (1953) saprà risolvere l'intricata vicenda.

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Informazioni

Editore
Mondadori
Anno
2010
ISBN
9788852014734

UN DELITTO AVRÀ LUOGO

1

Un delitto avrà luogo

Tutte le mattine, esclusa la domenica, tra le sette e mezzo e le otto e mezzo, Johnnie Butt faceva il giro del villaggio di Chipping Cleghorn in bicicletta, fischiettando allegramente e fermandosi davanti a ogni casa o villino per infilare nella cassetta delle lettere i giornali del mattino che erano stati ordinati dai relativi occupanti al signor Totman, il cartolaio di High Street. Al colonnello e alla signora Easterbrook lasciava il «Times» e il «Daily Graphic», alla signora Swettenham lasciava il «Times» e il «Daily Worker», alla signorina Hinchliffe e alla signorina Murgatroyd il «Daily Telegraph» e il «New Chronicle», alla signorina Blacklock il «Telegraph», il «Times» e il «Daily Mail».
E ogni venerdì in tutte queste case, e praticamente in tutte le case di Chipping Cleghorn, lasciava una copia della «North Benham News and Chipping Cleghorn Gazette», nota in paese semplicemente come «Gazette».
Quindi, ogni venerdì mattina, dopo un frettoloso sguardo ai titoli del quotidiano (Crisi nella situazione internazionale, La conferenza all’ONU, Caccia all’assassino di una segretaria bionda!, Tre miniere di carbone ferme, Ventitré casi di avvelenamento da cibi guasti al Seaside Hotel, ecc.) la maggior parte degli abitanti di Chipping Cleghorn apriva la «Gazette» e si immergeva nella lettura delle notizie locali. E nove lettori su dieci, dopo una rapida scorsa alla “Corrispondenza” (in cui avevano parte preponderante gli odii e gli appassionati antagonismi della vita rurale), si dedicavano con ardore alla colonna dei “Messaggi personali”. Vi si potevano leggere offerte di compravendita, frenetici appelli per il personale domestico, innumerevoli inserzioni riguardanti cani, pollame e attrezzature da giardino, nonché altri avvisi di vario genere, estremamente interessanti per chi viveva nella piccola comunità di Chipping Cleghorn.
Nemmeno quel venerdì, 29 ottobre, fece eccezione alla regola...
La signora Swettenham scostò dalla fronte i graziosi riccioli grigi, aprì il «Times», diede un’occhiata alla prima pagina e decise che, come al solito, anche se era successo qualcosa di sensazionale, il «Times» era riuscito a mimetizzare la notizia in maniera fredda e impeccabile. Poi guardò gli annunci di nascite, matrimoni e decessi (soprattutto questi ultimi). Infine, con la sensazione di aver compiuto il proprio dovere, mise da parte il «Times» e prese avidamente in mano la «Chipping Cleghorn Gazette».
Un momento dopo, quando suo figlio entrò nella stanza, era già immersa nella lettura dei “Messaggi personali”.
«Buon giorno, caro» disse la signora Swettenham. «Gli Smedley vendono la loro Daimler. È del 1935... piuttosto antiquata, ti pare?»
Suo figlio bofonchiò qualcosa, si versò una tazza di caffè, si mise nel piatto un paio di aringhe, sedette a tavola e aprì il «Daily Worker», appoggiandolo al porta-toast.
«“Cuccioli di mastino”...» lesse ad alta voce la signora Swettenham. «Proprio non capisco come si faccia a tenere in casa cani così grossi... Selina Lawrence sta ancora cercando una cuoca. Potrei dirglielo io che cercare una cuoca al giorno d’oggi è solo una perdita di tempo. E non ha neanche messo il suo indirizzo, ma solo il numero della casella postale... un errore gravissimo... la potevo avvertire... la servitù, oggigiorno, vuole assolutamente sapere dove va a stare. Ai domestici piace un buon indirizzo... “Dentiere”... chissà perché usano tanto le dentiere... “A ottimi prezzi”... “Bellissimi bulbi. Nostra selezione speciale...” Sembrano a buon mercato... Qui c’è una ragazza che vorrebbe un posto interessante... “Disposta viaggiare...” Guarda un po’! E a chi non piacerebbe? “Bassotti.” Non mi sono mai piaciuti i bassotti. E non per il fatto che sono tedeschi perché, ormai, sono cose superate! Non mi piacciono e basta! Sì, signora Finch?»
La porta si era aperta, e aveva messo dentro la testa una donna con la faccia arcigna, e un antiquato berretto di velluto.
«Buon giorno, signora» disse la signora Finch. «Posso sparecchiare?»
«Non ancora, non abbiamo finito» rispose la signora Swettenham. «Ma ne abbiamo solo per poco» aggiunse con tono propiziatorio.
La signora Finch si ritirò, sbuffando, dopo aver lanciato un’occhiata gelida a Edmund e al suo giornale.
«Vorrei che non leggessi quell’orribile giornale, Edmund. Alla signora Finch non piace affatto» disse la signora Swettenham.
«Non vedo cosa c’entri la signora Finch con le mie idee politiche» rispose irritato Edmund.
«Tu non appartieni alla categoria dei lavoratori...» insistette la signora Swettenham. «Non fai nessun lavoro tu!»
«Non è assolutamente vero. Sto scrivendo un libro» disse Edmund, indignato.
«Ma non è un vero lavoro» disse la signora Swettenham. «E poi la signora Finch è troppo preziosa per noi. Se ci prende in antipatia e la perdiamo, dove andiamo a trovarla un’altra come lei?»
«Metteremo un annuncio sulla “Gazette”.»
«Oh, non servono a niente! Povera me, oggigiorno se non c’è una vecchia tata in famiglia, che sta in cucina e fa di tutto, si è semplicemente alla rovina!»
«Be’, e perché noi non abbiamo una vecchia tata? Molto negligente da parte tua non avermene procurata una, sai? Ma a cosa pensavi?»
«Tu hai avuto una ayah, caro.»
«Imprevidente» mormorò Edmund.
La signora Swettenham si immerse di nuovo nella lettura del giornale.
«“Tagliaerba di seconda mano...” Mamma mia, che prezzo! Ancora bassotti... “scrivi o comunica in qualche modo con la tua disperata Puccettina”. Che nomignoli ridicoli ha certa gente!... “Cocker spaniel.” Ti ricordi la nostra Susie, Edmund. Le mancava la parola, capiva tutto. “Si vende credenza Sheraton. Raro pezzo di famiglia, autentico. Signora Lucas, Dayas Hall...” Che bugiarda spudorata è mai quella donna! Sheraton, figurati un po’!»
La signora Swettenham sbuffò e proseguì la lettura:
«“È stato tutto un errore, tesoro. Ti amo come sempre. Venerdì, al solito. J”... Immagino che si tratti di un litigio di innamorati... oppure credi che sia un linguaggio in codice di una cricca di delinquenti?... Ancora bassotti! Insomma! Comincio a pensare che la gente abbia perduto la testa con questa faccenda di allevare bassotti. È una mania! Voglio dire che ci sono anche altri cani al mondo! Tuo zio Simon allevava terrier di Manchester, che creature graziose erano! E poi, a me piacciono i cani con le zampe! “Signora in partenza per l’estero vende tailleur bleu marin...” e non dice né le misure né il prezzo! “Un matrimonio avrà luogo...” No, un “delitto”... Cosa? Cosa? Edmund, senti questa... “Un delitto avrà luogo venerdì 29 ottobre alle 18.30 a Little Paddocks. Si pregano gli amici di voler prendere nota di questo avvertimento che non sarà più ripetuto.” Ma è pazzesco! Edmund!»
«Cosa c’è?» Edmund sollevò gli occhi dal giornale.
«Venerdì, 29 ottobre. Ma è oggi!»
«Fammi vedere.» Edmund le prese il giornale dalle mani.
«Ma cosa significa?» domandò la signora Swettenham, fremente di curiosità.
Edmund si grattò il naso, dubbioso.
«Sarà qualche festa... faranno il gioco del delitto o qualcosa del genere.»
«Oh» disse la signora Swettenham, con aria incerta. «Mi sembra così strano. Chissà perché, poi, questo annuncio. Non mi pare che Letitia Blacklock possa fare cose del genere... è una donna così piena di buon senso.»
«Sarà una trovata di quei ragazzi così spiritosi che ha in casa.»
«È un preavviso molto breve. Oggi. Credi che si aspetteranno di vederci arrivare?»
«Non dice: “Si pregano gli amici di voler prendere nota di questo avvertimento che non verrà più ripetuto”?»
«Be’, trovo che questo nuovo modo, così tortuoso, di diramare inviti, è esasperante» disse la signora Swettenham con aria decisa.
«Mamma, non è necessario che tu ci vada.»
«No, infatti» ammise la signora Swettenham.
Ci fu una pausa.
«Lo vuoi proprio quell’ultimo pezzo di pane tostato, Edmund?»
«Credevo fosse più importante per te vedermi ben nutrito che lasciare sparecchiare a quella vecchia megera!»
«Sssh, caro potrebbe sentirti... Edmund, come si fa il Gioco del Delitto?»
«Non lo so, esattamente. Ti puntano addosso un cartellino o roba del genere. No, te lo fanno estrarre a sorte da un cappello. Qualcuno fa la parte della vittima, qualcun altro è il detective... si spengono le luci e qualcuno ti dà un colpetto sulla spalla, ma leggero, e tu gridi e cadi a terra, fingendoti morta...»
«Sembra molto emozionante.»
«Probabilmente ci si annoia da morire. Non ci vado.»
«Assurdo, Edmund» disse risoluta la signora Swettenham. «Io ci vado e tu ci verrai con me. È deciso!»
«Archie,» disse la signora Easterbrook al marito «senti questa.»
Il colonnello Easterbrook non le prestò attenzione perché stava già sbuffando spazientito per quel che leggeva in un articolo del «Times». «Il guaio di questa gente» disse invece «è che parlano senza cognizione di causa. Non sanno niente dell’India.»
«Lo so, caro. Lo so.»
«Se fossero un po’ più informati non scriverebbero certe scemenze.»
«Sì, lo so. Archie, ascoltami. “Un delitto avrà luogo venerdì 29 ottobre alle 18.30 a Little Paddocks. Si pregano gli amici di voler prendere nota di questo avvertimento che non sarà più ripetuto.”»
Fece una pausa, trionfante. Il colonnello la guardò senza molto interesse.
«È il solito gioco del delitto» disse.
«Oh.»
«Può anche essere divertente se è ben fatto. Ma deve essere organizzato da qualcuno che se ne intende. Si tira a sorte. Una persona è l’assassino e nessuno sa chi. Si spengono le luci. L’assassino sceglie la sua vittima. La vittima deve contare fino a venti prima di gridare. Poi entra in scena la persona sorteggiata per fare il detective. Interroga tutti, prova a chiedere dove erano, e cosa facevano. Cerca di scoprire il colpevole. Sì, è un bel gioco... se il detective... ehm... conosce un po’ i metodi della polizia.»
«Come te, Archie. Hai avuto tutti quei casi molto interessanti nel tuo distretto.»
Il colonnello sorrise indulgente e si diede un’arricciatina ai baffi.
«Sì, Laura. Credo proprio che riuscirei a dare a quella gente un paio di suggerimenti.» E raddrizzò le spalle.
«La signorina Blacklock avrebbe dovuto interpellarti prima di organizzare questa cosa.»
Il colonnello sbuffò.
«Oh, ma c’è quel ragazzetto che sta con lei. Credo che questa sia un’idea sua. È un nipote, mi pare. Che strano, però, metterlo sul giornale!»
«È nella colonna dei “Messaggi personali”. Avremmo anche potuto non vederlo! Archie, deve essere considerato un invito?»
«Strano modo di farli, comunque. Ti dirò una cosa. Non facciano conto su di me!»
«Oh, Archie!» La voce della signora Easterbrook si levò stridula e piagnucolosa.
«Preavviso troppo breve. Per quello che ne sanno, io potrei anche essere impegnato.»
«Ma non lo sei, vero, tesoro?» La signora Easterbrook abbassò la voce assumendo un tono persuasivo. «E io credo, invece, Archie, che dovresti proprio andare, non fosse altro che per dare una mano alla povera signorina Blacklock. Sono sicura che conta su di te perché il suo gioco abbia successo. Tu sai tutto sulle procedure della polizia! Senza di te, si risolverà in un gran fiasco. In fondo, bisogna essere cortesi con i vicin...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. I grandi casi di Miss Marple
  4. C’è un cadavere in biblioteca
  5. Un delitto avrà luogo
  6. Polvere negli occhi
  7. Copyright