Poesie d'amore
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Poesie d'amore

  1. 288 pagine
  2. Italian
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Poesie d'amore

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Indice dei contenuti
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Informazioni sul libro

Partecipe dell'estrema dolcezza orientale e dei crudi ritmi dell'Occidente, in queste Poesie d'Amore Nâzim Hikmet tocca le vette della sua arte.
Versi immortali, tra i più amati della poesia contemporanea, che sanno parlare il linguaggio universale del sentimento e arrivano diritti al cuore di tutti noi: come gli scatti del grande fotografo francese Robert Doisneau, che accompagnano le liriche di Hikmet in questo volume unico e prezioso.

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Informazioni

Editore
Mondadori
Anno
2010
ISBN
9788852015175
Argomento
Literature
Categoria
Poetry
IN ESILIO
art

Arrivederci fratello mare

Varna, 1951

Ed ecco ce ne andiamo come siamo venuti
arrivederci fratello mare
mi porto un po’ della tua ghiaia
un po’ del tuo sale azzurro
un po’ della tua infinità
e un pochino della tua luce
e della tua infelicità.
Ci hai saputo dir molte cose
sul tuo destino di mare
eccoci con un po’ più di speranza
eccoci con un po’ più di saggezza
e ce ne andiamo come siamo venuti
arrivederci fratello mare.
art

Varna, 1951

Nella casa addormentata in quest’alba
la luce che si muove al secondo piano
è una stella rimasta lassù
sono sceso senza rumore
per la scala
sono andato attraverso il giardino
fino al bosco di faggi
nella freschezza calma di quest’alba
negli alberi la tenerezza
di una giovane madre
e a passi lenti sul ponte di pietra
la partenza.

Varna, 1952

Impossibile dormire la notte qui a Varna
impossibile dormire
per via di queste stelle che son troppe
troppo lucide troppo vicine
per via del mormorio sul greto dell’onde morte
il loro sussurro
le loro perle
i loro ciottoli
le alghe salate
per via del rumore di un motore sul mare come un cuore che batte
per via dei fantasmi
venuti da Istanbul
sorti dal Bosforo
che invadono la stanza
gli occhi verdi dell’uno
le manette ai polsi dell’altro
un fazzoletto
nelle mani del terzo
un fazzoletto che sa di lavanda.
Impossibile dormire la notte qui a Varna, mio amore,
qui a Varna, all’albergo Bor.

Non è un cuore

Varna, 1952

Non è un cuore, perdio, è un sandalo di pelle di bufalo
che cammina, incessantemente, cammina
senza lacerarsi
va avanti
su sentieri pietrosi.
Una barca passa davanti a Varna
«Ohilà, figli d’argento del Mar Nero!»
una barca scivola verso il Bosforo.
Nâzim dolcemente carezza la barca
e si brucia le mani.

Quest’anno

Varna, 1952

Quest’anno quest’inizio d’autunno nel meridione
m’impasticcio di mare di sabbia di sole
mi stropiccio all’albero
alle mele
come ci s’impasticcia di miele.
La notte, il cielo ha un buon odore di semi
la notte, il cielo scende sulla via polverosa
m’impasticcio di stelle.
Io m’abituo, mia rosa,
io m’abituo
al mare alla sabbia al sole alle mele alle stelle
è tempo di andare
mischiato
al sole alla sabbia alle mele alle stelle al mare.
art

Da Varna a Sofia

Sofia, 1952

Da Varna a Sofia, amor mio
lungo la strada tanti noci.
Odor d’alcanna, odor di verde.
Non è la strada ch’è fatta di noci
o mio tesoro, noi siamo nei noci.
Sulla strada abbiam visto il cimitero
di pietre nere
ci siamo avvicinati.
Un cimitero immenso.
Le lastre, cadaveri sparsi, lunghi distesi.
Le pietre, erte nella loro altezza, marciscono in piedi.
Il vento rode loro il cuore e poi se ne va.
Così, mia bella dagli occhi di falco, è la mia tristezza.
Che destino è mai questo!
Diventar polvere, terra immobile.
Una nostalgia amara
un fumo nero, o mia bella,
che destino è mai questo!
Una tristezza così grande
a questo punto, mia stella,
non la conosco che io…

Da Varna a Sofia

Sofia, 1952

Sono entrato a Sofia un giorno di primavera, amor mio
la tua città natale ha un profumo di tigli.
Percorro il mondo senza di te
tale è il mio destino
che posso farci?
A Sofia, l’albero vien prima della pietra, è più bello
della pietra.
A Sofia, l’albero e l’uomo si mescolano
soprattutto il pioppo
sembra che voglia entrar nella stanza
a sedersi sul tappeto rosso.
Qui, quando viene la sera, tutti sciamano per le vie
donne, vecchi, giovani, bambini
risa, chiasso, mormorio, tumulto
in lungo e in largo
fianco a fianco
a braccetto, la mano in mano.
A Istanbul, a Scehsadebasci, le sere di ramadan
– Munevvér, non te ne puoi ricordare –
si passeggiava così, in altri tempi.
Quei tempi sono passati
se fossi adesso a Istanbul
nemmeno me ne ricorderei.
Ma lontano da Istanbul
tutto è pretesto per la nostalgia
anche il parlatorio
della prigione di Uskudar…
Sono entrato a Sofia un giorno di primavera, amor mio
la tua città natale ha un profumo di tigli.
La tua città natale è la casa accogliente
di un fratello
ma anche in casa del fratello
la propria non si scorda.
È un duro mestiere, l’esilio,
un duro mestiere…

Pioggia d’estate

Varsavia, 1954

Pioggia d’estate cade dentro di me
acini d’uva si schiacciano contro i miei vetri
gli occhi delle mie foglie sono abbagliati
pioggia d’estate cade dentro di me
piccioni d’argento volano dai miei tetti
la mia terra corre coi piedi nudi...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. Colophon
  4. Epilogo
  5. POESIE D’AMORE
  6. RUBAI
  7. LETTERE DAL CARCERE A MUNEVVÉR
  8. FUORI DEL CARCERE
  9. IN ESILIO
  10. UNO STRANO VIAGGIO
  11. AUTOBIOGRAFIA
  12. POEMETTI
  13. RUBAYAT
  14. DON CHISCIOTTE
  15. ALLA VITA
  16. POESIE SULLA MORTE
  17. Indice