Gente di Bogotá
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Gente di Bogotá

1954-1955

  1. 812 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
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Indice dei contenuti
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Informazioni sul libro

Un decennio di vivacissimi reportage, di appassionate recensioni cinematografiche e di straordinari articoli di cronaca sulla turbolenta vita della capitale colombiana scritti dal giornalista Gabriel García Márquez, all'epoca giovane redattore del quotidiano "El Espectador". Una raccolta di prove di scrittura da cui si svilupperà la grande epopea narrativa dell'autore di Cent'anni di solitudine.

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Informazioni

Appendice II1

Cronologia

FEBBRAIO 1954

02. Cleopatra
03. Scoperta di Marilyn
04. Civetteria politica
18. La regina sola
19. L’importanza di chiamarsi Maruja
Il cinema per il cinema
20. Anche gli eroi mangiano
«Esclavitud»
26. L’ernia è innocente
«Che la mettano dentro»

MARZO 1954

02. Soluzioni all’aria aperta
04. Cinema ufficiale
05. Herriot parla di Picasso
08. Quasi un racconto dell’orrore
15. Uno sport come qualsiasi altro
16. Si soffre, ma si vota
17. L’abitudine della temperanza
19. In qualsiasi circostanza
26. Gli Oscar del 1953
29. Il piccolo mondo di don Gregorio
30. Il lettore e il gourmet

APRILE 1954

01. «La può baciare sulla mano»
06. Un grande evento
08. Audrey
10. Errore di calcolo
19. Bulimia
21. Malaparte al dessert
Fenomeni a nudo
23. Ritorno alla Genesi
Che la musica continui
24. I conquistatori
«Salvación del recuerdo»
27. L’ora del principe
30. Di nuovo Ingrid

MAGGIO 1954

03. Dopo la bufera
Nient’altro che pietre
12. Salvador salvato
20. Sotto il segno del toro
22. L’asino d’oro
24. Il colmo dell’equilibrio
28. Uno scrittore in carcere

GIUGNO 1954

01. Mostrami che baffi hai e ti dirò chi sei
04. Cinema nazionale
05. Un grande film
09. Bisogna proteggere i fantasmi
10. Digestione di diamanti
18. Il signor Truman al pianoforte
23. Il più intrepido dei pretesti
Letteraturismo
Un vero peccato!…
25. Meglio la paura
28. Non è pura coincidenza
30. Mr America

LUGLIO 1954

02. Bisogna inventare inventori
03. Malgrado maree e venti contrari
08. La taurofilia del toro
Filosofia alla lettera
09. Tragi-«Comics»
10. Bogotá, città tropicale
Cinema brasiliano
12. Problema privato fra uomini pubblici
15. L’uomo che ha inventato il cellophane
17. Pericolo in costume da bagno
20. Duello apocrifo
Le quinquegemini sono di nuovo cinque
22. Fiori eterni
23. Piccolo Cesare jr
26. La più bella

AGOSTO 1954

02. La magia del contrabbando
03. Picasso nell’arena
04. Danza cruda
10. I precursori
Cannibali alla napoletana
14. La visita del gelo
17. L’asino al circo
21. La nave fantasma
26. La rosa blu
31. Le balene sono isole

SETTEMBRE 1954

03. Venerdì
08. Bud Fisher
09. Diabetici, S.A.
Benvenuto, Mister Marshall?
10. Parole e non fatti
13. Álvaro Mutis
14. Cinema giapponese
20. La fama fra le righe

OTTOBRE 1954

05. Marilyn in panchina
15. La pace sia con voi
27. Mostra di Ramírez Villamizar
29. Hemingway, premio Nobel

NOVEMBRE 1954

08. Non è troppo?
10. Natura a ruota libera
Poligamia teorica
13. L’ultimo atto, con vaiolo
15. L’enigma di Bocas de Ceniza
Considerazione per chi paga
40.000 dollari d’amore
16. Inventando il primitivismo
24. I due filosofi
26. Italia a Hollywood
29. Il ragazzo della bicicletta

DICEMBRE 1954

01. Il giaguaro di Juan Mina
06. Un libro di Arturo Laguado
07. Una moneta da 2 centavos e mezzo
09. Latte per i bambini francesi
10. «Los elegidos», al cinema
11. La tortura visiva al cinema
16. La giornata dello scapolo
20. Un palazzo torna indietro
La tortura del cinema
Il povero Husayn
27. Nove signore vanno nella foresta
29. Non è Mr Churchill
31. Il peccatore Pedro Guzmán
Il vecchio che aveva letto tutti i libri
L’ultimo pezzo

GENNAIO 1955

03. La psicologia del dentifricio
04. Juradó, un paese fantasma
Signora presidentessa
05. E poi cos’altro?
Come nel 1905
Una piccola storia romana
11. Proibito baciarsi al cinema
15. Il tempo si è fermato
17. «Polvere sarai…»
26. Juanito Trucupei
27. I barbieri non cantano più
28. Qualcosa di più che una coincidenza
Epilogo di un cinquantenario

FEBBRAIO 1955

01. Il giaguaro di Aracataca
Amore sulla linea H
02. «Humberto D.»
04. Natale in febbraio
09. Una notizia a Santa Marta
11. Profeti fuori della loro terra
15. L’inventore di invenzioni
18. Il film di Mr Wendfenton
19. A Carnevale tutto è possibile
Tregua!
L’autentico momento della verità
23. Il problema di chiamarsi George

MARZO 1955

01. Concerto per cavallette
08. Penicillina per ladri
10. Cappelli
22. Cinema ai voti popolari

MAGGIO 1955

04. «Il potere e la gloria»
05. La morte pubblica
Gli invitati del lunedì
06. Come un fantasma in televisione
14. «Mito»
17. L’inventore è a Rio de Janeiro
25. Con giudice, ma senza tribunale
27. Le Dionne in carne e ossa

GIUGNO 1955

03. Orchestra senza musica
04. La fotogenia del fantasma
09. Usi e abusi dell’ombrello
10. Fundación
11. Il più umano dei quartieri

CLEOPATRA

Una Cleopatra di marmo che un certo impertinente archeologo francese ha scoperto la settimana scorsa nel Nordafrica, sembra essere completamente diversa dalla Cleopatra di vertigine e sogno che gli uomini di secoli diversi hanno albergato nel loro cuore. Resta da dimostrare quale delle due sia uguale alla vera Cleopatra. Senza scartare la possibilità che, dopo aver constatato la somiglianza della Cleopatra di marmo con la Cleopatra reale, la nostra intima, immaginaria e apocrifa Cleopatra continui a essere quella vera.
Una bella donna non deve necessariamente assomigliare alla sua statua. Ancor meno se tale statua ci ha messo molto tempo ad avviare una controversia, tanto più inaccettabile quanto più il marmo è stato in questo caso negligente nel compiere la sua missione e, per ciò stesso, se ne è dimostrato indegno. È una causa caduta in prescrizione.
«Per una donna così complessa ha una bocca troppo piccola, troppo naso, occhi sporgenti e orecchie a sventola» dice la National Geographic Society nel suo ruolo di portavoce ufficiale della statua, senza neppure ammettere l’eventualità che siano esistite due Cleopatre, una per fornire materia di riflessione agli archeologi e l’altra per rendere la storia meno ingrata e sgradevole. Il marmo è sempre servito per perpetuare il mito, non per distruggerlo. E l’umanità attuale non è esattamente nelle condizioni di cambiare l’immagine di una bella donna a causa di una statua che, in fin dei conti, non merita maggior credito di venti secoli di piacevole e fervida immaginazione.

SCOPERTA DI MARILYN

È assai probabile che fra Joe Di Maggio e Marilyn Monroe molti giornalisti statunitensi preferiscano Joe Di Maggio. I giornalisti giapponesi, invece, non hanno esitato un secondo quando si è presentata loro l’occasione di scegliere fra la bellezza mozzafiato dell’attrice e la sorridente faccia equina del giocatore di baseball. Cinquanta implacabili reporter hanno tentato di decifrare in trenta minuti l’inquietante enigma costituito dalla parte più privata della vita privata di Marilyn. Lo stesso Di Maggio non avrebbe saputo rispondere a molte delle domande che i giapponesi hanno rivolto a sua moglie nella recente intervista di Pechino, nel corso della quale Marilyn ha diplomaticamente dichiarato di star progettando l’acquisto di un kimono, quando le hanno domandato se è vero che sotto il vestito non indossa nulla.
Joe, in parte sicuro di se stesso e in parte sicuro che a nessuno al mondo, tantomeno a un giornalista giapponese, interessano la qualità, il colore o la marca della sua biancheria intima, ha assistito all’intervista con la paziente tolleranza di chi si è visto passare accanto palle più importanti di quelle che circolano a Pechino sui vestiti di sua moglie.
La settimana prossima lo spettacolo sarà diverso: Joe e Marilyn probabilmente si recheranno in Corea, dove lei visiterà gli ospedali e canterà qualche canzone se riesce a trovare un pianoforte, come ha dichiarato. Lì si definirà allora la controversia fra quanti preferiscono vivere un sano momento di piacere assistendo a un’esibizione gratuita di Di Maggio e quanti preferiscono la tortura cinese di contemplare Marilyn.

CIVETTERIA POLITICA

Il fervore con cui un gruppo di onorevoli costituenti si è impegnato a promuovere il voto femminile è un inequivocabile segno del fatto che in Colombia il sentimento romantico della galanteria non è ancora scomparso. Non solo negli uomini, che intendono in questo caso sostituire il tradizionale ed effimero mazzo di rose con una perentoria disposizione costituzionale, ma neppure nelle donne, che hanno seguito il dibattito con una discreta e apparente indifferenza, senza ignorare l’efficacia di tale condotta nella strategia amorosa. Le nostre donne otterranno il riconoscimento del loro diritto a votare e a essere votate con la stessa emozione, e forse anche con buona parte dei trasalimenti sentimentali, con cui riceverebbero il previsto omaggio di una serenata.
Non si inquieti nessuno dinanzi alla rivelazione fatta da una signora secondo cui la donna colombiana non nutre alcun interesse per il riconoscimento del suo diritto di voto, né si perda tempo a cercare la ragione sociologica di tale fenomeno. La suddetta rivelazione è solo una prova, di certo molto soddisfacente, del fatto che la donna colombiana ha sufficiente maturità politica da ricorrere in politica alle millenarie arti della civetteria.

LA REGINA SOLA

A Buckingham Palace è sorto un grave problema domestico che è pure un grave problema di stato: bisogna svagare la padrona di casa, una vedova dignitosa, discreta e tranquilla che ha collaborato con il marito al governo dell’impero più grande e complicato del mondo, e che adesso non sa come governare la sua solitudine.
Le cose sono cambiate tanto negli ultimi anni che Elisabetta, la regina madre, madre della regina Elisabetta, si sente trasformata in uno strano abitante della sua stessa dimora. Sino a due anni fa la sua solitudine era visceralmente condivisa con quella del re, in un’intima e armoniosa solitudine a due. Adesso grava sulle sue spalle tutto il peso di quell’intimità domestica a lungo condivisa. Il marito è morto, le figlie sono cresciute e la maggiore, regina, sposata e con due bambini, è partita per visitare il suo impero in un lungo viaggio che per vari motivi è una nuova luna di miele.
La regina madre, ormai nonna, si ritrova davvero sola per la prima volta nella sua vita. E mentre gironzola, accompagnata solo dalla sua solitudine, per gli immensi corridoi di Buckingham Palace, ricorderà con nostalgia quell’epoca felice in cui non sognava né voleva sognare di essere regina, e viveva con il marito e le due figlie in una casa piena di intimità, dove la tradizione britannica si risolveva quietamente in una silenziosa e meditabonda serata davanti al caminetto. Un rito semplice e cordiale, che procurava a lei e al marito la stessa felicità di cui avevano goduto davanti al caminetto i loro remoti avi, un uomo e una donna che forse non erano stati re nell’età della pietra.
Durante quelle serate aveva desiderato che la vita non fosse altro che quello: due ore interminabili davanti al caminetto. Allora era re Edoardo, il fratello maggiore di suo marito. Per lei, tuttavia, Edoardo doveva essere un po’ meno solenne e scomodo di un re: era un buon cognato, uno zio che adorava le bambine e talvolta telefonava a casa per invitarli a pranzo.
Era lontana dal pensare che un misterioso intervento del destino avrebbe trasformato in re i suoi figli e i figli dei suoi figli, così come avrebbe trasformato lei in una regina sola. Una desolata e inconsolabile padrona di casa, la cui dimora si è dissolta nell’immenso labirinto di Buckingham Palace, nei suoi lunghi e interminabili corridoi e in quel cortile smisurato che si prolunga sino ai confini dell’Africa.

L’IMPORTANZA DI CHIAMARSI MARUJA

La gente non sposata di entrambi i sessi, a partire dal momento in cui raggiunge quell’età che le signore chiamano un po’ cripticamente «età da marito», incappa quattro volte al giorno in una domanda: «Quando ti sposi?». È una formula mondana, una di quelle domande convenzionali che non richiedono necessariamente una risposta, ma a una certa età dell’interpellato possono trasformarsi in un serio motivo di preoccupazione.
La scrittrice Maruja Vieira, primo perché donna, secondo perché quanto mai attraente, terzo perché scrittrice – ma innanzi tutto perché nubile –, ha dovuto affrontare tale domanda in numerose circostanze, e l’ha fatto con un garbo e un’abilità che, dopo aver letto il suo articolo sull’ultimo numero del supplemento domenicale, sarebbe perlomeno sciocco domandarle quando si sposa. In quell’articolo vengono fornite tutte le sue risposte. Le sue risposte di donna nubile e attraente. Ma non tutte quelle della scrittrice – l’ottima poetessa –, perché per fornirle Maruja Vieira avrebbe dovuto prendere in considerazione il punto di vista degli uomini che non si sono ancora sposati con scrittrici di fama.
Qualsiasi uomo celibe, di quelli che ingenuamente credono ancora nella formula convenzionale secondo cui è l’uomo a comandare in casa perché l’hanno sempre sentito dire, proverebbe almeno un imbarazzante brivido spirituale dinanzi alla compromettente eventualità di sposarsi con una scrittrice. È la minaccia di perdere per sempre l’importanza di chiamarsi Ernesto, per esempio, e di trasformarsi sacramentalmente in qualcosa di così dignitoso ma al contempo di così impersonale e astratto come «il marito di Gabriela Mistral», sempre per esempio.
Sposarsi con una scrittrice di fama – pensano stupidamente gli uomini celibi – è senza dubbio un onore, ma un onore troppo vistoso e opprimente per quanti ritengono che è già abbastanza pericoloso per i loro complessi sposarsi con chi sa meglio di loro come si rammendano le calze.

IL CINEMA PER IL CINEMA

Questo mese il timore che il cinema si trasformi definitivamente in un’arte suddita della letteratura si è accentuato a causa di successive e talvolta simultanee proiezioni di film basati su opere letterarie. Eccone diversi esempi: De aquí a la eternidad (Da qui all’eternità), México de mis amores, El rebozo de Soledad (Lo scialle di Soledad), versioni cinematografiche di romanzi; La luna es azul (La vergine sotto il tetto), Lecho nupcial (Letto matrimoniale), Julio César (Giulio Cesare), tratti da pièce teatrali. Per non parlare della riproposta di Elettra, di Eugene O’Neill, e delle proiezioni private di La señorita Julia (La notte del piacere), basato sulla nota opera teatrale in un atto di Strindberg, e Las tres perfectas casadas (Le tre moschettiere), che è un adattamento dell’opera di Alejandro Casona, realizzato senza troppi sforzi né originalità da Mauricio Magdaleno e José Revueltas.
La conclusione sembra evidente: un giorno dopo l’altro, diminuisce l’originalità tematica del cinema e cresce ampiamente e deplorevolmente la sua dipendenza da altri generi con i quali...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. Introduzione
  4. Cronologia
  5. Gente di Bogotá
  6. Febbraio 1954
  7. Marzo 1954
  8. Aprile 1954
  9. Maggio 1954
  10. Giugno 1954
  11. Luglio 1954
  12. Agosto 1954
  13. Settembre 1954
  14. Ottobre 1954
  15. Novembre 1954
  16. Dicembre 1954
  17. Gennaio 1955
  18. Febbraio 1955
  19. Marzo 1955
  20. Aprile 1955
  21. Maggio 1955
  22. Giugno 1955
  23. Luglio 1955
  24. Appendice I
  25. Appendice II
  26. Indice dei nomi
  27. Copyright