L'isola dei cani
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L'isola dei cani

  1. 448 pagine
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Informazioni sul libro

Bedford Crimm, governatore della Virginia, ha la pessima idea di varare una severissima legge sul limite di velocità. E a Tangier Island scoppia il caos. Gli abitanti dell'isoletta, ex covo di pirati, insorgono dichiarando lo stato di rivolta e chiedendo l'indipendenza dalla Virginia. Ma questi non sono gli unici guai per Crimm che, già alle prese con le presunte infedeltà della moglie e dei collaboratori, deve anche far fronte a un'impressionante serie di delitti e feroci aggressioni che insanguinano le strade. A sbrogliare la matassa viene chiamata Judy Hammer, capo della polizia di Richmond, già protagonista de Il nido dei calabroni, insieme a Andy Brazil, gestore di un sito Internet che si propone come sentinella morale della vita pubblica infestata dalla corruzione.
Fra racconti di pirati e antichi tesori, gare automobilistiche, morti e rapimenti, i due scopriranno ben presto come tutti abbiano qualcosa da nascondere...

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Informazioni

Editore
Mondadori
Anno
2010
ISBN
9788852015717

1

Unica First aveva un nome che le stava a pennello, o perlomeno così diceva sempre sua madre. Figlia unica, era anche unica nel suo genere: al mondo non c’era nessuno come lei. E per fortuna, sosteneva suo padre, il dottor Ulysses First, che non aveva mai capito da chi la figlia avesse ereditato la propria malvagità.
Diciottenne, Unica era minuta, aveva lunghi capelli corvini, la pelle chiara come madreperla, le labbra grandi e rosee. Era convinta che i suoi occhi celesti avessero un certo potere ipnotico e che le bastasse guardare con intensità una persona per piegarla ai voleri del suo Scopo. Unica era capace di seguire le sue vittime per settimane, caricandosi spasmodicamente in attesa dell’atto finale, sfogo indispensabile e folle cui generalmente seguiva uno stato di black-out.
«Mi scusi. Scusi, stava dormendo? Ho un guasto alla macchina!» Stava bussando al finestrino di un autotreno fermo davanti al mercato ortofrutticolo appena fuori del centro di Richmond. «Ha per caso un cellulare?»
Erano le quattro del mattino, era buio pesto e il parcheggio era male illuminato. Benché Moses Custer sapesse benissimo che era pericoloso stare lì da solo a quell’ora, aveva dimenticato la prudenza dopo un litigio con la moglie, in seguito al quale era uscito sbattendo la porta e aveva preso il camion, deciso a passare la notte per conto suo vicino alle bancarelle di frutta e verdura. Così imparava, quella strega.
Siccome continuavano a bussargli al finestrino, aprì la portiera.
«Santo cielo, che cosa ci fa una ragazza tanto graziosa in un postaccio simile a quest’ora della notte?» domandò confuso e intontito guardando quel visino delicato che gli sorrideva angelico.
«Stai per fare un’esperienza unica» gli rispose lei. Era la frase che pronunciava sempre prima di realizzare il suo Scopo.
«Eh?» Moses non capiva. «Quale esperienza unica?» chiese all’angelo.
La risposta gli arrivò sotto forma di un contingente di demoni, che lo presero a calci e pugni, strappandogli i capelli e i vestiti. In quell’inferno di botte e di oscenità, Moses sentì bruciare le povere membra lacere, su cui i diavoli si accanirono finché, avendolo preso per morto, lo lasciarono riverso a terra e scapparono sul suo camion. Per un po’, Moses osservò dall’alto il proprio corpo martoriato ed esanime sull’asfalto. Sotto la pioggia battente la pozza di sangue dietro la testa si stava allargando, uno stivale era stato scagliato lontano e il braccio sinistro era piegato in modo innaturale. Mentre Moses si guardava, una parte di lui, affranta, si sentiva pronta per l’Eternità, ma un’altra rimpiangeva la vita e se ne addolorava.
«Ho la testa rotta» si lamentò, scoppiando in singhiozzi. Poi vide tutto nero. «Oh, la mia testa! Signore, non sono pronto! Non è ancora la mia ora!»
L’oscurità si sciolse in una nebbia squarciata solo a tratti da luci intermittenti e sagome in movimento: c’erano pompieri, paramedici e poliziotti con le tute impermeabili gialle a bande fosforescenti. La pioggia era fredda e fitta, l’asfalto bagnato crepitava e si sentivano urla eccitate e incomprensibili. Moses aveva l’impressione che ce l’avessero con lui e si spaventò, sentendosi piccolo e vergognoso. Cercò di aprire gli occhi, ma era come se li avesse cuciti.
«Che cosa è successo a quell’angelo?» continuava a borbottare. «Diceva che le si era guastata la macchina…»
La macchina di Unica, invece, funzionava benissimo. Girò in centro per un paio d’ore ascoltando alla radio i notiziari che parlavano del furto di un autotreno davanti al mercato ortofrutticolo, presumibilmente commesso dalla stessa banda di pirati della strada che da qualche mese terrorizzava la Virginia. Unica era meno soddisfatta del solito, però. Avrebbe giurato che il vecchio camionista nero fosse morto e le dava fastidio che i suoi complici avessero avuto troppa fretta di scappare, togliendole la possibilità di sfogarsi appieno. Fosse stato per lei, avrebbe completato l’opera, in modo che il camionista non aprisse mai più bocca.
Non aveva paura che i poliziotti la notassero mentre guidava la sua Miata bianca a quell’ora improbabile. Se era Unica, lo era anche perché non sembrava quello che era né sembrava il tipo da fare quello che faceva. Era talmente certa della propria invincibilità che si fermò davanti al Fred’s Mini Mart, dove era parcheggiata un’auto della polizia.
Unica sapeva riconoscere lontano un miglio le auto della polizia, anche quando erano prive di contrassegni. Entrò nel supermarket e notò un bel ragazzo biondo alla cassa, in jeans e camicia di flanella, con un cartone di latte in mano. Lo squadrò ben bene per vedere se aveva una pistola e si accorse del lieve rigonfiamento sulla schiena all’altezza della cintura.
«Grazie, Fred» disse il poliziotto in borghese al cassiere.
«Grazie a te, Andy. Era un po’ che non ti vedevo. Sarà un anno che sei sparito dalla circolazione…»
«Be’, adesso sono tornato» replicò Andy mettendo in tasca il resto. «Mi raccomando, fa’ attenzione: quella banda è davvero pericolosa. Hanno appena aggredito un altro camionista.»
«Ma sì, l’ho sentito! L’hanno ridotto male? Ti stai occupando tu del caso?»
«No, non ero in servizio. L’ho saputo dalla radio come te» rispose Andy, lievemente rammaricato.
«Dicono che siano aggressioni a sfondo razziale, e secondo me hanno ragione» commentò Fred. «A quanto ho sentito, il capo della banda è bianco e finora le vittime sono tutte di colore, a parte la camionista aggredita qualche mese fa. Ma in fondo anche lei apparteneva a una minoranza, no? Voglio dire, non è che a me piacciano le lesbiche, però… Non so più dove ho letto che le hanno infilato un bastone su per… Oh!» Nel vedere Unica comparire come dal nulla davanti alla cassa con una confezione da sei bottiglie di Michelob, esclamò: «Mi scusi! Ha fatto tanto piano, signorina, che non mi sono nemmeno accorto che era entrata!».
Unica sorrise. «Mi dà anche un pacchetto di Marlboro, per favore?» chiese con una vocina dolce.
Era molto carina e ben vestita, tutta in nero, ma aveva un paio di anfibi sporchi e tutti graffiati e sembrava che avesse preso la pioggia. Andando verso la sua Caprice, Andy notò una Miata bianca nel parcheggio e poco dopo vide la ragazza graziosa ma con lo sguardo strano che ci saliva sopra. La Miata gli rimase dietro finché Andy raggiunse il Fan District, ma quando lui rallentò per prenderle il numero di targa, svoltò in Strawberry Street. In preda a una strana sensazione che non riusciva a interpretare, Andy tornò a casa e si preparò una ciotola di cereali, continuando a sentirsi osservato.
Unica era bravissima a pedinare la gente, poliziotti compresi. In piedi nell’ombra, dall’altra parte della strada, osservava Andy che passava da una stanza all’altra con la ciotola in mano. Lo vide scostare le tende e guardare fuori nella via deserta più di una volta. Puntò lo sguardo nella sua direzione e sentì il potere che aveva sulla sua mente. Era chiaro che il poliziotto biondo era a disagio e intuiva qualcosa, perché lo spirito di Unica vagava per il mondo da parecchio: l’ultima volta si era incarnato in un nazista a Dachau, in Germania. Ma molto tempo prima era stato l’Avversario, con mille occhi in tutto il corpo. Questo l’aveva scoperto attraverso i tarocchi.
Andy scostò di nuovo le tende, ormai talmente agitato da girare per casa con la pistola. Forse il suo nervosismo era dovuto al fatto che non aveva partecipato alle indagini sull’aggressione a Moses Custer. Lo deprimeva sapere che quel pover’uomo era stato preso a calci e pugni e poi lasciato lì sull’asfalto in fin di vita e lui non aveva fatto niente per aiutarlo perché l’aveva saputo troppo tardi. Oppure, semplicemente, era di cattivo umore per essere rimasto in piedi tutta la notte ed era emozionato ma anche spaventato da ciò che stava per succedere.
Andy Brazil aspettava quel giorno da un anno intero. Dopo tante fatiche, stava finalmente per pubblicare in rete il primo di una lunga serie di articoli firmati Vigile Verità. Era un progetto molto ambizioso che Andy aveva sostenuto con determinazione sin dalla prima volta che ne aveva parlato al suo capo, nella sede della polizia di Stato della Virginia.
“Vorrei che mi ascoltassi, prima di dirmi di no” aveva esordito chiudendo la porta dell’ufficio del comandante Judy Hammer. “E devi giurarmi che non parlerai a nessuno di quello che sto per proporti.”
Judy Hammer si era alzata dalla scrivania ed era rimasta un attimo in silenzio. Con le bandiere della Virginia e degli Stati Uniti alle spalle e le mani in tasca sembrava il simbolo del potere. A poco più di cinquantacinque anni, era una bella donna e aveva uno sguardo così penetrante da sondare l’animo della gente e infiammare le folle. Il tailleur corto e aderente lasciava indovinare un fisico che Andy doveva stare attento a non ammirare troppo apertamente.
“Va bene.” Judy Hammer aveva cominciato a passeggiare avanti e indietro, com’era sua abitudine, riflettendo sul progetto che Andy aveva appena finito di esporle. “La mia prima reazione sarebbe di dirti di no. Io credo che sarebbe un grosso errore interrompere così presto la tua carriera, Andy. Ti ricordo che hai lavorato nella polizia municipale soltanto un anno a Charlotte e un anno a Richmond e che sei in quella di Stato da neanche sei mesi.”
“In questo periodo ho scritto centinaia di articoli per giornali e riviste locali” le ricordò. “Ed è la parte più importante del mio lavoro, o sbaglio? Non è mio compito specifico informare l’opinione pubblica dei problemi che la polizia affronta quotidianamente e di che cosa intende fare o, qualche volta, non fare per risolverli? Mi sono sempre occupato prevalentemente di comunicazione, mi sembra. Be’, adesso vorrei farlo in grande, rivolgermi a un pubblico più vasto.”
Andy aveva avuto un iter professionale alquanto bizzarro. Appena laureato, aveva fatto il giornalista ed era entrato nelle forze dell’ordine come volontario per assistere in prima persona agli eventi di cui scriveva sul giornale locale per il quale lavorava. A quei tempi viveva a Charlotte, nel North Carolina, e Judy Hammer era a capo del locale Dipartimento di polizia. Dopo un po’ lo aveva assunto, ma Andy aveva continuato a scrivere editoriali e articoli di cronaca nera. Judy Hammer gli aveva dato questa opportunità senza precedenti perché era lei stessa in una situazione inusuale, in quanto il National Institute of Justice le aveva dato l’incarico di risanare i dipartimenti di polizia meno efficienti. Personalità anticonformista, aveva preso Andy sotto la propria ala protettrice e se lo era portato appresso a ogni trasferimento. Quando era andato a proporle il sito di Vigile Verità, osservandola passeggiare nervosamente avanti e indietro, Andy aveva intuito che il comandante aveva preso la sua proposta come una dimostrazione di scarsa gratitudine.
“So che hai fatto molto per me” le aveva detto. “Non voglio voltarti le spalle e andarmene.”
“Non è questo che mi preoccupa” gli aveva risposto lei, con un tono che Andy aveva interpretato come un’evidente manifestazione del fatto che se anche se ne fosse andato veramente a lei non sarebbe importato un fico secco.
“Non te ne pentirai” le aveva promesso. “Ho molte cose da dire. Non voglio limitarmi a riferire di scippi, rapine, multe per eccesso di velocità e statistiche varie. Voglio inserire il comportamento criminale in un contesto storico e antropologico. Ritengo che valga la pena farlo, visto che le cose vanno sempre peggio. Non potresti farmi avere una sovvenzione, una borsa di studio o qualche finanziamento, in maniera tale che io possa continuare ad arrivare alla fine del mese dedicandomi però alla ricerca e alla scrittura? A proposito, vorrei anche prendere lezioni di volo.”
“E perché mai?”
“Penso che potrei fare molto di più, se avessi un brevetto di pilota di elicottero” aveva spiegato Andy.
Judy Hammer lo aveva accontentato, forse intuendo che Andy sarebbe andato per la sua strada comunque, con o senza di lei. E così gli aveva dato il permesso di dedicarsi a un progetto speciale e segretissimo in rete, a condizione che restasse assolutamente anonimo, perché il governatore Bedford Crimm IV, anziano, aristocratico, autocratico e antipaticissimo, non autorizzava la Hammer a divulgare alcuna informazione senza il suo previo consenso. Era pertanto indispensabile che gli scritti di Andy non potessero essere direttamente ricollegati alla polizia di Stato della Virginia, che però avrebbe dovuto essere dipinta in modo lusinghiero così da aumentarne la popolarità fra i cittadini. Un’altra condizione imposta da Judy Hammer era che Andy si rendesse disponibile per le emergenze. Se poi voleva prendere lezioni di volo, avrebbe dovuto organizzarsi da solo.
Andy aveva azzardato: “Potrò contare su un rimborso delle spese di viaggio?”.
“Perché, dove pensi di andare?”
“Devo condurre ricerche storiche e archeologiche.”
“Credevo che volessi inserire il comportamento criminale in un contesto storico e antropologico” gli aveva fatto notare la Hammer. “Che cosa c’entrano i viaggi e le lezioni di volo?”
“Per raccontare i mali dell’America di oggi devo partire da quelli dei suoi albori” le aveva spiegato Andy. “E i piloti scarseggiano. Negli ultimi tre mesi se ne sono già andati in due.”
Andy si sedette al tavolo del salotto che aveva trasformato in studio, perennemente ingombro di carte, digitò la password e aprì un file. Dopo dodici mesi di faticose ricerche, lezioni di volo e addestramento a terra, non vedeva l’ora di lanciarsi all’inseguimento di qualche malfattore per terra e per aria e di indagare su qualche delitto. E non vedeva l’ora che la gente leggesse i suoi articoli. A volte fantasticava di sentir parlare di Vigile Verità e di quello che scriveva mentre lavorava, pilotava l’elicottero o interveniva sul luogo di qualche delitto, naturalmente da gente che non immaginava nemmeno lontanamente che Vigile Verità fosse fra loro in quel momento a raccogliere informazioni preziose. Solo Judy Hammer ne conosceva l’identità, ma sia lei che Andy avrebbero fatto di tutto perché non diventasse di dominio pubblico.
Quando, per esempio, aveva fatto ricerche archeologiche in Inghilterra e in Argentina, Andy non si era mai presentato come giornalista o poliziotto, ma come semplice ventottenne in procinto di laurearsi in storia, criminologia e antropologia. Era stata la sua prima missione in incognito e si era sorpreso che nessuno si fosse mai dato la pena di controllare se risultava effettivamente iscritto a qualche università o se era davvero chi diceva di essere.
Sebbene non fosse un vanitoso, Andy sapeva di essere abbastanza dotato. Alto, biondo, con un bel fisico e lineamenti tanto delicati che da ragazzino i compagni di scuola, per rivalersi, lo chiamavano “femminuccia”. Aveva occhi azzurrissimi che cambiavano a seconda dei pensieri o degli umori, come un cielo che si rischiara e si rannuvola. Molto espressivo, si capiva subito se era preoccupato, tranquillo o in preda a forti sentimenti. Intelligente e rapido, sapeva usare parole dure o scintillanti come argento a seconda dell’occasione.
Non gli era...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. L’isola dei cani
  4. Capitolo 1
  5. BREVE SPIEGAZIONE di Vigile Verità
  6. Capitolo 2
  7. Capitolo 3
  8. MUMMIE di Vigile Verità
  9. Capitolo 4
  10. Capitolo 5
  11. Capitolo 6
  12. BREVE STORIA DI TANGIER ISLAND di Vigile Verità
  13. Capitolo 7
  14. Capitolo 8
  15. NOTA STORICA di Vigile Verità
  16. Capitolo 9
  17. Capitolo 10
  18. Capitolo 11
  19. Capitolo 12
  20. Capitolo 13
  21. DUE PAROLE SULLE AQUILE di Vigile Verità
  22. Capitolo 14
  23. BREVE DIGRESSIONE di Vigile Verità
  24. Capitolo 15
  25. Capitolo 16
  26. Capitolo 17
  27. DUE PAROLE A PROPOSITO DI ANNE BONNY LA PIRATESSA PIÙ FAMIGERATA DELLA STORIA (FIGURA DISCUSSA FRA GLI STUDIOSI DI PIRATERIA) di Vigile Verità
  28. Capitolo 18
  29. Capitolo 19
  30. Capitolo 20
  31. BREVE STORIA DELLE CERNIERE di Vigile Verità
  32. Capitolo 21
  33. Capitolo 22
  34. Capitolo 23
  35. Capitolo 24
  36. LA VERITÀ A PROPOSITO DELL’AUTOCOMBUSTIONE UMANA di Vigile Verità
  37. Capitolo 25
  38. Capitolo 26
  39. Capitolo 27
  40. Capitolo 28
  41. IMMINENTE LA SCOPERTA DEL TESORO SCOMPARSO NELLA CHESAPEAKE BAY! di Vigile Verità
  42. Capitolo 29
  43. Capitolo 30
  44. Capitolo 31
  45. Capitolo 32
  46. IL TRIONFO DI DONNY BRETT di Vigile Verità
  47. Copyright