Un lavoro inadatto a una donna
eBook - ePub

Un lavoro inadatto a una donna

,
  1. 252 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
eBook - ePub

Un lavoro inadatto a una donna

,
Dettagli del libro
Anteprima del libro
Indice dei contenuti
Citazioni

Informazioni sul libro

Al posto di Cordelia Gray, un'altra donna si sarebbe probabilmente ritirata dall'attività dopo quella terribile mattina in cui, entrando nella sede della sua agenzia investigativa, ha trovato il socio Bernie Pryde con le vene tagliate, ormai cadavere. Ma Cordelia è una ragazza testarda, e continua nelle sue indagini. Così quando il celebre biologo Sir Ronald Callender le chiede di indagare sull'oscuro suicidio del figlio Mark, Cordelia non si tira indietro. Che cosa può avere indotto il serio e tranquillo Mark Callender a impiccarsi a un gancio del soffitto nel suo cottage? E che cosa pensare del fatto che il morto avesse del rossetto sulle labbra e accanto a sé la foto di una donna nuda? L'ambiente universitario di Cambridge, del quale il ragazzo faceva parte, è solo apparentemente limpido: entrando in contatto con gli amici del giovane, Cordelia si accorgerà ben presto di essere andata a rimestare in acque molto torbide. E dovrà ammettere che forse non aveva tutti i torti chi affermava che quello del detective è "un lavoro inadatto a una donna".

Domande frequenti

È semplicissimo: basta accedere alla sezione Account nelle Impostazioni e cliccare su "Annulla abbonamento". Dopo la cancellazione, l'abbonamento rimarrà attivo per il periodo rimanente già pagato. Per maggiori informazioni, clicca qui
Al momento è possibile scaricare tramite l'app tutti i nostri libri ePub mobile-friendly. Anche la maggior parte dei nostri PDF è scaricabile e stiamo lavorando per rendere disponibile quanto prima il download di tutti gli altri file. Per maggiori informazioni, clicca qui
Entrambi i piani ti danno accesso illimitato alla libreria e a tutte le funzionalità di Perlego. Le uniche differenze sono il prezzo e il periodo di abbonamento: con il piano annuale risparmierai circa il 30% rispetto a 12 rate con quello mensile.
Perlego è un servizio di abbonamento a testi accademici, che ti permette di accedere a un'intera libreria online a un prezzo inferiore rispetto a quello che pagheresti per acquistare un singolo libro al mese. Con oltre 1 milione di testi suddivisi in più di 1.000 categorie, troverai sicuramente ciò che fa per te! Per maggiori informazioni, clicca qui.
Cerca l'icona Sintesi vocale nel prossimo libro che leggerai per verificare se è possibile riprodurre l'audio. Questo strumento permette di leggere il testo a voce alta, evidenziandolo man mano che la lettura procede. Puoi aumentare o diminuire la velocità della sintesi vocale, oppure sospendere la riproduzione. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Sì, puoi accedere a Un lavoro inadatto a una donna di in formato PDF e/o ePub, così come ad altri libri molto apprezzati nelle sezioni relative a Littérature e Littérature policière et sur le mystère. Scopri oltre 1 milione di libri disponibili nel nostro catalogo.

Informazioni

Editore
Mondadori
Anno
2013
ISBN
9788852039881

III

New Hall, con la sua aria bizantina, il suo cortile infossato e la lucente cupola simile a un’arancia sbucciata, ricordò a Cordelia un harem, magari di un sultano con idee liberali e con una curiosa predilezione per le ragazze intelligenti, ma pur sempre un harem. La bellezza del college era troppo inquietante per favorire la serietà degli studi. Non era neanche certa che le piacessero l’invadente femminilità dei suoi mattoni bianchi, la grazia manierata dei laghetti poco profondi dove tra le ninfee guizzavano pesci rossi simili a ombre color sangue, i suoi alberelli piantati con tanta ricercatezza. Si concentrò sulle critiche che rivolgeva all’edificio; la aiutavano a non lasciarsene intimidire.
Non si era rivolta alla portineria per chiedere di Miss Tilling, per paura che le chiedessero cosa voleva o le rifiutassero l’accesso. Le parve più prudente entrare e sperare nella fortuna. E la fortuna le sorrise. Dopo due domande infruttuose su quale fosse la camera di Sophie Tilling, uno studente frettoloso le gridò senza voltarsi:
«Non abita nel college, ma eccola lì seduta sul prato con suo fratello.»
Cordelia uscì dalla penombra del cortile nel sole splendente e avanzò sul tappeto erboso, morbido come muschio, dirigendosi verso il gruppetto. Erano in quattro, sdraiati sull’erba odorosa di caldo. I due Tilling erano inconfondibilmente fratello e sorella. La prima impressione di Cordelia fu quella di una coppia di ritratti preraffaelliti, con le teste scure sorrette da colli insolitamente lunghi e i nasi diritti sopra le labbra superiori curve e sottili. In confronto alla loro ossuta distinzione, la seconda ragazza era tutta morbidezza. Se era stata lei ad andare a trovare Mark al cottage, aveva ragione Miss Markland a definirla bella. Aveva un viso ovale, con un nitido naso sottile, una bocca piccola ma ben formata e occhi a mandorla di un azzurro straordinariamente scuro che davano all’intero volto un’aria orientale, in affascinante contrasto con la carnagione chiara e la lunga chioma bionda. Indossava un abito lungo sino alle caviglie, di un bel cotone mauve, abbottonato sino alla vita ma senza fibbia. Il corpetto increspato foggiava a coppa il suo seno pieno e la gonna, aprendosi, rivelava un paio di short aderenti dello stesso tessuto. Per quanto poté vedere Cordelia, non indossava altro. I piedi erano nudi, e le lunghe gambe eleganti non erano abbronzate. Cordelia giudicò quelle bianche cosce voluttuose più erotiche di un’intera città di arti rosolati dal sole e le parve che la ragazza lo sapesse benissimo. La scura avvenenza di Sophie Tilling serviva solo a dar risalto a questa bellezza più dolce e incantevole.
A prima vista il quarto membro del quartetto era il più comune: un robusto giovane barbuto con capelli ricci color ruggine e un viso a forma di badile che giaceva sull’erba accanto a Sophie Tilling.
Indossavano tutti, tranne la ragazza bionda, vecchi jeans e camicie aperte di cotone.
Cordelia si era avvicinata al gruppo rimanendo in piedi sopra di loro prima che si accorgessero della sua presenza. Disse:
«Sto cercando Hugo e Sophie Tilling. Mi chiamo Cordelia Gray.» Hugo Tilling alzò lo sguardo:
«Che cosa farà Cordelia, amare e tacere.»
Cordelia disse:
«Quelli che non resistono alla tentazione di fare battutine sul mio nome di solito mi chiedono delle mie sorelle. Alla lunga diventa molto noioso.»
«È inevitabile. Scusami. Io sono Hugo Tilling, questa è mia sorella, questa è Isabelle de Lasterie e questo è Davie Stevens.»
Davie Stevens si rizzò a sedere come una scatola a sorpresa e disse un amabile «Ciao».
Guardava Cordelia con beffarda intensità. E lei cominciò a farsi qualche domanda. La sua prima impressione del gruppetto, influenzata forse dall’architettura del college, era stata quella di un giovane sultano che si concedeva un momento di riposo in compagnia di due delle sue favorite e del comandante delle guardie. Ma incrociando lo sguardo fermo e intelligente di Davie Stevens, questa impressione si affievolì. Sospettò che in questo harem, la personalità dominante fosse proprio il comandante delle guardie.
Sophie Tilling fece un cenno col capo e disse: «Salve».
Isabelle non aprì bocca, ma un sorriso bello e insignificante le illuminò il viso. Hugo disse:
«Non vuoi sederti, Cordelia Gray, e spiegarci la natura delle tue necessità?»
Cordelia s’inginocchiò con cautela, cercando di non macchiare d’erba il morbido scamosciato della gonna. Era strano interrogare dei sospetti – ma, naturalmente, questi non erano sospetti – mettendosi in ginocchio davanti a loro come una supplice. Disse:
«Sono un’investigatrice privata. Sir Ronald Callender mi ha assunto per scoprire perché suo figlio è morto.»
L’effetto di queste parole fu sorprendente. I componenti del gruppetto, che stavano mollemente sdraiati come guerrieri esausti, subito s’irrigidirono quasi mettendosi in posa, come scolpiti nel marmo. Poi, in modo quasi impercettibile, si rilassarono. Cordelia li udì emettere lentamente il respiro che avevano trattenuto. Li guardò in faccia. Davie Stevens era il meno turbato. Sorrideva con una punta di mestizia, interessato ma non preoccupato, e gettò a Sophie una rapida occhiata quasi di complicità. L’occhiata non fu contraccambiata; Sophie e Hugo Tilling tenevano lo sguardo fisso davanti a sé. Cordelia sentì che evitavano con cura di guardarsi in faccia. Ma la più sconvolta era Isabelle. Boccheggiò e si portò la mano al viso come un’attrice di quart’ordine che simula una forte emozione. I suoi occhi si allargarono in abissi insondabili di un azzurro violetto e si volsero verso Hugo in un appello disperato. Era talmente pallida che Cordelia s’aspettava quasi che svenisse. Pensò:
“Se questa è una congiura, adesso so chi ne è il membro più debole.”
Hugo Tilling disse:
«Stai dicendo che Ronald Callender ti ha assunta per scoprire perché Mark è morto?»
«Cosa c’è di tanto straordinario?»
«Io lo trovo incredibile. Non si è mai interessato molto a suo figlio quando era vivo. Perché cominciare adesso che è morto?»
«Come sai che non s’interessava molto?»
«È un’idea che mi sono fatto.»
Cordelia disse:
«Be’, adesso è interessato, anche se forse soltanto per un impulso scientifico a conoscere la verità.»
«Allora gli converrebbe limitarsi alla microbiologia, scoprendo come rendere la plastica solubile in acqua salata o qualcosa del genere. Gli esseri umani non rispondono ai suoi esperimenti.»
Davie Stevens disse con indifferenza:
«Mi domando come fai a sopportare quell’arrogante fascista.»
La battuta fece vibrare troppe corde nella sua memoria. Con voluta ottusità, Cordelia disse:
«Non ho chiesto qual è il partito politico che Sir Ronald appoggia.»
Hugo rise:
«Davie non intendeva questo. Quando dice che è un fascista, Davie intende dire che Ronald Callender ha opinioni indifendibili. Per esempio che tutti gli uomini forse non sono stati creati uguali, che il suffragio universale non è detto che contribuisca alla felicità del genere umano, che le tirannidi di sinistra non sono molto più liberali o sopportabili di quelle di destra, che i neri che uccidono altri neri costituiscono un ben modesto progresso sui bianchi che uccidono i neri, almeno dal punto di vista delle vittime, e che forse il capitalismo non è responsabile di tutti i mali di cui l’umanità è erede, dalla tossicodipendenza alla cattiva sintassi. Non voglio insinuare che Ronald Callender faccia proprie tutte queste riprovevoli opinioni, forse non ne sostiene nessuna. Ma Davie pensa di sì.»
Davie gli lanciò contro un libro e disse senza rancore:
«Sta’ zitto! Parli come il “Daily Telegraph” e stai annoiando la nostra visitatrice.»
Sophie Tilling domandò all’improvviso:
«È stato Sir Ronald a suggerirti d’interrogarci?»
«Ha detto che eravate amici di Mark; vi aveva visti all’inchiesta e al funerale.»
Hugo rise:
«Santo cielo, è questa la sua concezione dell’amicizia?»
Cordelia disse:
«Ma voi c’eravate?»
«Andammo all’inchiesta – tutti tranne Isabelle che, pensammo, sarebbe stata decorativa ma inattendibile. Fu una cosa noiosissima. Molte irrilevanti deposizioni di medici sulle eccellenti condizioni del cuore, dei polmoni e dell’apparato digerente di Mark. Per quanto mi è parso di capire, se non si fosse legato una cintura al collo sarebbe vissuto in eterno.»
«E il funerale – andaste anche lì?»
«Sì, al crematorio di Cambridge. Una faccenda decisamente moscia. Eravamo soltanto in sei, a parte quelli delle pompe funebri: noi tre, Ronald Callender, la sua segretaria-governante e una specie di vecchia tata vestita di nero. Era lei che gettava un velo di tristezza su tutta la cerimonia. Aveva talmente l’aspetto di una vecchia persona di famiglia da farmi sospettare che fosse una poliziotta travestita.»
«Perché? Lo sembrava?»
«No, ma neanche tu sembri un’investigatrice privata.»
«Non avete idea di chi fosse?»
«No, non ci furono presentazioni; non era un funerale che si svolgesse sotto il segno dell’amicizia. Adesso che mi ricordo, nessuno di noi disse anche solo una parola a qualcuno degli altri. Sir Ronald portava una maschera di dolore pubblica, come un re che piange il principe ereditario.»
«E Miss Leaming?»
«La principessa consorte; avrebbe dovuto portare un velo nero sul viso.»
«A me la sua sofferenza sembrava autentica» disse Sophie.
«Non puoi saperlo. Nessuno può saperlo. Definisci la sofferenza. Definisci l’autenticità.»
Prese improvvisamente la parola Davie Stevens, rotolando sullo stomaco come un cane giocherellone.
«Secondo me, Miss Leaming stava piuttosto male. Tra parentesi la vecchia signora si chiamava Pilbeam; questo, almeno, era il nome sulla corona.»
Sophie rise:
«Quell’orribile croce di rose con il biglietto listato a lutto? Avrei dovuto immaginare da chi veniva; ma tu come lo sai?»
«Ho guardato, tesoro. Gli uomini delle pompe funebri hanno tolto la corona dalla bara e l’hanno appoggiata alla parete; io allora le ho dato una rapida occhiata. Il biglietto diceva: “Con le sincere condoglianze di tata Pilbeam”.»
Sophie disse:
«Oh, adesso ricordo. Com’era deliziosamente feudale! Povera vecchia tata, deve esserle costata un patrimonio».
«Mark parlava mai di una tata Pilbeam?» chiese Cordelia.
Si scambiarono una rapida occhiata. Isabelle scosse il capo. Sophie disse: «Non con me».
Fu Hugo Tilling a rispondere:
«Non parlava mai di lei, ma mi sembra di averla vista un’altra volta, prima del funerale. Venne al college circa sei settimane fa – il giorno del ventunesimo compleanno di Mark, e chiese di vederlo. Io in quel momento ero in portineria e Robbins mi domandò se Mark era al college. Lei salì nella sua camera e rimasero assieme per un’oretta. Poi la vidi andar via, ma lui non me ne parlò mai, né allora né dopo.»
E subito dopo, pensò Cordelia, abbandonò l’università. Che ci fosse un collegamento? Era una traccia molto tenue, ma l’avrebbe seguita.
Chiese allora, mossa da una curiosità che pareva insieme maligna e irrilevante:
«C’erano altri fiori?».
Fu Sophie a rispondere:
«Un semplice mazzo di fiori da giardino sulla bara. Senza un biglietto. Miss Leaming, immagino. Non era certo nello stile di Sir Ronald.»
Cordelia disse:
«Voi eravate suoi amici. Vi prego, parlatemi di lui.»
Si guardarono, come per decidere a chi toccasse. Il loro imbarazzo era quasi tangibile. Sophie Tilling strappava dei piccoli fili d’erba e se li arrotolava tra le mani. Disse, senza alzare lo sguardo:
«Mark era una persona molto introversa. Non so fino a che punto qualcuno di noi potesse dire di conoscerlo. Era tranquillo, cortese, riservato e per niente ambizioso. Era intelligente senza essere un genio. Era molto gentile; voleva bene alla gente ma non l’assillava con le sue premure. Non aveva molta stima di sé, ma questo non sembrava preoccuparlo. Non credo che possiamo dire altro di lui.»
All’improvviso parlò Isabelle, con una voce talmente debole che Cordelia fece fatica ad afferrarla. Disse:
«Era dolce.»
Intervenne bruscamente Hugo, rabbioso e spazientito.
«Era dolce ed è morto. Tutto qui. Non possiamo dirti altro di Mark Callender. Nessuno di noi l’ha più visto da quando lasciò il college. Non si consultò con noi prima di andarsene e non si consultò con noi prima di uccidersi. Era, come ha detto mia sorella, una persona molto introversa. Ti suggerirei di lasciarlo al suo riserbo.»
«Sentite» disse Cordelia, «voi siete andati all’inchiesta e siete andati al funerale. Se avevate smesso di vederlo, se vi era così indifferente, come mai vi siete presi questi disturbi?»
«Sophie ci andò per affetto. Davie perché ci andava Sophie. Io per curiosità e per rispetto; non lasciarti ingannare dal mio atteggiamento disinvolto e insolente tanto da credere che io non abbia un cuore.»
Cordelia disse con ostinazione:
«Qualcuno è andato a trovarlo al cottage la sera della sua morte. Qualcuno ha preso un caffè con lui. Io intendo scoprire chi era quella persona.»
Era solo frutto della sua fantasia o questa notizia li aveva veramente sorpresi? Sophie Tilling aveva l’aria di chi sta per fare una domanda, ma intervenne subito suo fratello:
«Non è stato nessuno di noi. La sera della morte di Mark eravamo tutti nella seconda fila della prima galleria dell’Arts Theatre a vedere Pinter. Non so se potrò provarlo. Dubito che l’addetta alle prenotazioni abbia conservato la pianta di quella sera particolare, ma avevo prenotato io i posti e può darsi che si ricordi di me. Se poi ci tieni tanto a essere così tediosamente meticolosa, potrei presentarti un amico che era al corrente della mia intenzione di portare un gruppo di persone a teatro; un altro che incontrò almeno qualcuno di noi al bar durante l’intervallo; un terzo con cui discussi poi dello spettacolo. Niente di tutto questo può costituire una prova; i miei amici sono molto servizievoli. Sarebbe più semplice per te credere che quello che ti sto dicendo è vero. Perché dovrei mentire? La sera del 26 maggio eravamo tutti e quattro all’Arts Theatre.»
Davie Stevens disse con garbo:
«Perché non dici a quell’arrogante bastardo di papà Callender di andare al diavolo e di lasciare in pace suo figlio, e non ti trovi poi un semplice caso di furto?»
«O di omicidio» disse Hugo Tilling.
«Trovati un semplice caso d’omicidio.»
Come obbedendo a un codice segreto, cominciarono ad alzarsi, raccogliendo i loro libri, scuotendosi i fili d’erba dagli abiti. Cordelia li seguì attraverso i cortili e fuori del college. Sempre in silenzio si avviarono verso una Renault bianca parcheggiata nel cortile esterno.
Cordelia si avvicinò al gruppo e si rivolse direttamente a Isabelle.
«Ti è piaciuto Pinter? Non ti ha spaventata quella terribile scena finale in cui Wyatt Earp viene preso a pistolettate dagli indigeni?»
Era così facile che Cordelia quasi si vergognava. Gli immensi occhi violetti si riempirono di perplessità.
«Oh no! Non mi ha p...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Un lavoro inadatto a una donna
  3. di P.D. James
  4. I
  5. II
  6. III
  7. IV
  8. V
  9. VI
  10. VII
  11. Copyright